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Poltrand, il puledro andorrano Riccardo Lagorio
A destra: l’invito del presidente del Contas Battista Cualbu è di leggere bene le etichette e scegliere sardo, facendo così un acquisto anche etico, contribuendo a sostenere l’economia locale. In basso: l’agnello di Sardegna IGP è presente nei banchi frigo delle principali insegne distributive italiane.
crescita registrata anche nel numero dei soci che in sei anni (dal 2015 a ottobre 2020) è cresciuto del 70% con +1.847 unità, passando da 2.641 a 4.488.
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Una crescita organica insomma accompagnata dalle politiche virtuose messe in campo dal Consorzio, che a dicembre ha rinnovato il Consiglio di amministrazione confermando alla guida il presidente BATTISTA CUALBU e che, per la prima volta nella storia del Con sorzio, vede la presenza di
una donna, MARIAFRANCESCA SERRA. Insieme a lei e al presidente stati eletti anche LEONARDO SALIS,
ROBERTO TUVERI, TONINO CERA, FRANCESCO PALA (tutti in rappresentanza degli allevatori), FRANCESCO
FORMA e ANTONELLO MILIA per i macellatori e FELICE CONTU per i porzionatori. Da statuto, infatti, il CdA deve essere rappresentato dal 66% di allevatori, 17% macellatori e 17% macellatori. «Proseguiremo nella strada tracciata negli ultimi sei anni con un consiglio che sia espressione di tutte le organizzazioni agricole» commenta il presidente Battista Cualbu. «Il lavoro di questi anni è certifi cato dai numeri e frutto di una rete e di sinergie con tante realtà: istituzioni, scuole, mondo associazionistico e gli altri Consorzi IGP. Abbiamo registrato una crescita esponenziale sia in soci che in capi certifi cati oltre ad una reputazione, credibilità e autorevolezza nel campo della carni a livello nazionale grazie ai tanti progetti messi in campo sia per quanto riguarda la commercializzazione che la tutela dell’IGP».
Il CONTAS ha investito e rafforzato molto anche i controlli a tutela dell’IGP sia nei banchi frigo che nei macelli a garanzia dell’allevatore e del consumatore che ha così la certezza di ciò che acquista. Lo ha fatto anche in sinergia e con gli altri due Consorzi degli agnelli IGP italiani (Abbacchio romano e Agnello del Centro Italia). «Un lavoro di rete che garantisce semplifi cazione e rafforza il lavoro di tutela delle tre IGP» evidenzia Battista Cualbu. «Un’esperienza positiva che intendiamo proseguire». In alto: l’agnello di Sardegna IGP è caratterizzato da una carne bianca dall’aroma delicato, tenera, molto digeribile e versatile in cucina. In basso: il nuovo CdA del Contas.
Consorzio di tutela dell’Agnello di Sardegna IGP
Via Giovanni Maria Angioj 13 08015 Macomer (NU) Telefono/Fax: 0785 70435 E-mail: info@agnellodisardegnaigp.eu info@agnellodisardegnaigp.it Web: agnellodisardegnaigp.eu
Poltrand, il puledro andorrano
di Riccardo Lagorio
Un proverbio cinese dice “Tutto ciò che cammina, nuota o vola va in padella”. Cibarsi è un atto culturale tanto che in Giappone mangiano balene, in Colombia tartarughe e in Australia canguri. La carne equina è sempre stata consumata senza troppe remore sin da tempi antichi, ma c’è un Paese in Europa dove si può dire sia (stato) il piatto nazionale. Nel Principato d’Andorra si è sempre mangiato carne di cavallo ma a metà Novecento il consumo è calato sino ad azzerarsi. Col nuovo millennio qualcosa è cambiato e dal 2000 SILVIA CAVA, dopo alcuni decenni in cui questo alimento era stato accantonato, ha rinverdito le antiche abitudini. La Cava ha infatti fondato il marchio Poltrand, che nasce all’interno di Cal Fijat, una tenuta che ha sede a Llorts, nella parrocchia di Ordino, fondata nel 1618. In questi secoli di storia si è occupata di crescere anche tabacco, una delle attività agricole più fi orenti di Andorra. «L’allevamento ha interessato pecore, muli, vacche e cavalle. Ma dal 2000 ci siamo concentrati sulle cavalle allevate sulle nostre montagne per la vendita di puledri. Le cavalle da carne d’Andorra provengono da incroci di animali locali con semi di Bretoni e Percheron».
Per anni la carne di puledro è stata esportata in Spagna poiché il consumo di questa carne era praticamente inesistente nel Principato. «Oggi i puledri sono richiesti da Francia e Italia, ma il nostro obiettivo è al momento consolidare il mercato nazionale. I compratori sono disposti a pagarci anche 600 euro a puledro, che è una cifra davvero attraente. Sappiamo che qualche puledro venduto in Spagna è stato poi dirottato nel vostro Paese» dice
In alto: la transumanza dei cavalli e, a destra, Silvia Cava e il marito Oscar Corna. In basso: la nascita dei puledri è per lo più stagionale. Vengono alla luce in primavera e al settimo mese inizia il periodo di ingrasso, che dura circa 3 mesi. A sinistra: i cavalli liberi nella valle di Inclés, un paradiso a 2.000 metri di altitudine, a garanzia di un’ottima qualità di carne.
ammiccando. Niente male se si pensa che le vendite all’estero di Andorra rappresentano solo poco più del 4% del PIL, una percentuale molto bassa che relega il Paese pirenaico al 178 posto sui 191 di cui esistono statistiche.
«Il potenziamento del consumo interno dovrebbe stabilizzarsi nel volgere di qualche anno. Successivamente non escludiamo di esportare di nuovo piccole quantità di puledri. Il desiderio è valorizzare l’attività agricola e di allevamento per garantire la sostenibilità e conservare la produzione naturale nonché la tradizione familiare di allevamento». Secondo la Cava, «La grande quantità di ferro che contiene, il poco grasso e la presenza di Omega-3 sarebbero argomenti suffi cienti per superare i pregiudizi».
Da qualche anno nel Principato il mercato della carne di cavallo ha
Nel Principato d’Andorra si è sempre mangiato carne di cavallo ma a metà ‘900 il consumo è calato sino ad azzerarsi. Dal 2000 Silvia Cava ha rinverdito le antiche abitudini fondando il marchio Poltrand. Le cavalle da carne d’Andorra provengono da incroci di capi locali con semi di Bretoni e Percheron. I puledri sono richiesti da Francia e Italia ma il primo obiettivo è consolidare il mercato interno