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Speciale carne in GDO La carne in GDO, facciamo il punto Elena Benedetti
alla Sicilia, senza contare le richieste anche da parte di qualche italiano all’estero. «Sono state tantissime le vendite» dice Angelo, nella voce ancora quell’eco di incredulità mista a stupore. «Al punto che ci siamo ritrovati completamente spiazzati. Ho cominciato a chiedermi: come possiamo reggere a tanto? La risposta è stata investire in macchinari, col rischio che potesse trattarsi solo di un momento di espansione, di una bolla generata dalle misure restrittive del lockdown. Invece la vendita ha continuato ad andare bene, con qualche rallentamento nel periodo estivo, ed ora è ripartita».
Anche il progetto del franchising è decollato con l’apertura dello store in via dei Neri a Firenze e con quello di Roma, in centro storico, a febbraio. E il movimento centrifugo di Porcobrado non sembra affatto esaurito, anzi tutt’altro, si dirige oltre continente. «Da gennaio — spiega Angelo — metteremo a punto siti in lingua per le vendite on-line, per aprirci un mercato all’estero. Dall’Italia riusciamo a servire l’Europa continentale ma non l’Inghilterra, per via delle misure imposte dalla Brexit. Per questo lì abbiamo un’azienda che partirà con le vendite on-line delle Box Porcobrado non appena possibile. Tutto questo ha dell’incredibile se ripenso che prima della pandemia Porcobrado non si avvaleva di questo sistema di vendita. Con l’on-line ci si è aperto un mercato che non pensavamo potesse nemmeno esistere, fi guriamoci poi avere tutto questo successo».
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Intanto la gamma delle Box Porcobrado si è arricchita e offre varie combinazioni, si può scegliere se acquistare solo panini o se accompagnare i panini con birra o gin. La birra è la Porcilla, prodotto di un birrifi cio artigianale locale, il gin invece è fi rmato Sabatini. A quanto pare è stato un vero successo il lancio la scorsa estate della Porcobrado Gin Box Feat. Sabatini Gin con un kit per due gin tonic composto dai mignon di Sabatini e le toniche toscane Spume del Papini. A ribadire che il legame col territorio, la Val di Chiana, rimane elemento centrale nella fi losofi a di Porcobrado. «Mi ritengo soddisfatto» mi dice Angelo a fi ne conversazione. In effetti di strada ne ha fatta quel furgoncino sgangherato poi trasformato in food truck e man mano diventato tappa obbligatoria in tutti gli Street Food Festival.
Con lo sguardo puntato all’Italia per quanto riguarda lo sviluppo del franchising, e un occhio al mercato europeo da conquistare a suon di Porcobrado Box, Angelo mi saluta mentre già pensa con quali nuovi abbinamenti gourmet potrà arricchire le spedizioni del 2022.
Federica Cornia
Porcobrado
Le Caselle 1/B – Loc. Pietraia 52044 Cortona (AR) Web: porcobrado.com
La carne per i panini di Porcobrado è prodotta esclusivamente nella fattoria di Cortona di proprietà di Angelo Polezzi. Capi di Cinta Senese DOP e di Grigio della Valdichiana, insieme ad altre razze suine pregiate. “Animali liberi di respirare aria pura, di dormire sotto le stelle, di correre, rotolarsi nel fango e grufolare tutto il giorno” si legge nel sito aziendale. “Oltre al pascolo, i nostri maiali si nutrono di prodotti a km 0, soprattutto orzo e favino”.
La carne in GDO, facciamo il punto
di Elena Benedetti
Il tema della vendita di prodotti in carne della Grande Distribuzione Organizzata è centrale per tutti i mercati e l’Italia non è certo da meno. L’obiettivo è quindi fare il punto ragionando su due fonti: i dati ISMEA di recente pubblicazione relativi ai consumi domestici delle famiglie italiane dei primi nove mesi del 2021 e la relazione “Carni in GDO e in tavola” presentata da SALVO GARIPOLI, direttore di SG Marketing nel corso della 3a edizione del Meat Summit (18 novembre 2021), importante appuntamento annuale del progetto “Le fi liere di Mark-Up” di TECNICHE
NUOVE.
Ismea, consumi alimentari nei primi 9 mesi del 2021
Secondo i dati ISMEA in relazione ai canali di vendita, i supermercati si confermano la principale fonte di approvvigionamento delle famiglie (vi è transitato il 41% dei volumi totali), con una lieve crescita delle vendite (+2%) rispetto ai primi nove mesi 2020, ma con fatturati che sono aumentati dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2019, cioè alla situazione pre-pandemia.
I discount, con una quota del 14%, continuano a rappresentare la categoria con crescita maggiore: l’ampliamento continuo della rete e l’esigenza di risparmio sempre più diffusa hanno spinto l’incremento delle vendite anche nei primi nove mesi 2021 al +3%, con un avanzamento rispetto all’analogo periodo 2019 del 12%.
Secondo SG Marketing, il 43% degli acquisti degli Italiani avviene presso il banco-macelleria servito: il 58% fa spesa di prodotti di carne presso iper e supermercati, il 4% nei discount e il 35% nelle macellerie tradizionali.
L’indice di penetrazione per questo canale supera l’80%, dimostrando uno “sdoganamento” e un riconoscimento di una buona strategia assortimentale. La strategia vincente di questo format va infatti ricercata non più solo nel prezzo conveniente, quanto in un assortimento più profondo rispetto al passato, alla ricerca del giusto bilanciamento tra varietà di offerta ed economicità di gestione, con un numero di referenze in aumento e una fortissima attenzione al mondo dei freschi.
Hanno subito invece una battuta di arresto le vendite nei negozi tradizionali, che segnano un –4%, mantenendo comunque un vantaggio sulla situazione del 2019 del 15%. I liberi servizi sono l’unico canale a segnare un sostenuto decremento delle vendite (–6%), scendendo con i fatturati a livelli inferiori a quelli del 2019 (–3%).
In lieve crescita le vendite degli ipermercati, che chiudono i primi nove mesi 2021 con un riallineamento ai fatturati del 2019, mantenendo lo share del 24% tra i canali distributivi. Per questo canale, uno studio di MEDIOBANCA sui bilanci di esercizio evidenzia comunque nell’ultimo decennio una perdita del fatturato del 18% per metro quadro di superfi cie di vendita.
Continuano a crescere le vendite “on-line”: +4% rispetto al 2020; più che raddoppiate dall’inizio della pandemia, arrivano a pesare ora oltre il 3% sulle vendite alimentari retail totali. Si segnala però una netta contrazione delle stesse nel terzo trimestre rispetto ai precedenti mesi.
A livello geografi co, è ancora una volta il Nord-Est a fare da traino al mantenimento della spesa nazionale (di prodotti confezionati e sfusi), con una variazione del +2,1%, decisamente più marcata di quella registrata nelle altre macroaree; ad eccezione del Sud con +1,1%, la spesa tende a stabilizzarsi nel Centro (0%) o a fl ettere leggermente nel Nord-Ovest –0,5%.
Dopo la ripartenza nel 2020 (+9,8% le carni, +8,3% i salumi, +14,5% le uova), il comparto dei prodotti proteici di origine animale, nel 2021, mantiene le posizioni guadagnate. Le carni e salumi, rispettivamente con +0,2% e +0,8%, fanno registrare un ulteriore lieve incremento della spesa, mentre torna sui livelli pre-Covid quella per le uova, che perde 11 dei 14 punti percentuali guadagnati nel 2020. Per queste ultime si tratta di un ripiegamento parzialmente atteso, considerati gli anomali valori delle vendite dell’anno precedente e il loro graduale ritorno su livelli pre-pandemia.
I consumatori sempre più informati e sensibilizzati su aspetti etico-ambientali, quando possibile, si stanno orientando comunque su prodotti di qualità superiore, con certifi cazioni chiare su provenienza, tipicità, processi produttivi etici e controllati, con certifi cazioni bio o anche semplicemente con maggior servizio aggiunto (photo © chinnarach – stock.adobe.com).
Ismea, buona tenuta delle carni
Per le carni si può parlare di una buona tenuta, grazie al protrarsi della conversione dei consumi “fuoricasa” in consumi “in casa”, ma mentre per le carni avicole la spesa si conferma in aumento (+3,1%), per le carni bovine, che in valore rappresentano il segmento di maggiore peso, si delinea un lieve ridimensionamento della spesa (–0,5%) e dei volumi acquistati (–1,5%), che comunque restano superiori rispetto al periodo prepandemico (+7,2% la spesa).
I consumatori sempre più informati e sensibilizzati su aspetti etico-ambientali, quando possibile, si stanno orientando comunque su prodotti di qualità superiore, con certifi cazioni chiare su provenienza, tipicità, processi produttivi etici e controllati, con certifi cazioni bio o anche semplicemente con maggior servizio aggiunto. Le carni suine subiscono anch’esse una diminuzione importante della spesa su base annua (–5,1%) ma resta anche per loro la situazione di vantaggio rispetto al pre-pandemia (+8,2% la spesa).
SG Marketing, focus su bovino, suino e avicolo
Al recente Meat Summit di Mark-Up sono stati illustrati i dati emersi da un’indagine consumer e trade che SG Marketing ha condotto su un campione di 1.000 acquirenti e consumatori di carne e una quota del 47% di category manager e buyer carni della GDO per rilevare i cambiamenti nel paniere di spesa e nei luoghi di acquisto, verifi care le sensibilità emergenti in merito al tema della sostenibilità e identifi care i fattori utili ad affrontare il mercato in maniera consapevole.
Alla luce dei dati emersi dal sondaggio, Garipoli ha spiegato che nel basket di spesa degli Italiani i prodotti a base di carne e i salumi rappresentano a valore rispettivamente il 10,2% ed il 6% della spesa alimentare, con performance relative alla prima categoria e confermando il buon andamento prodotto.
Garipoli ha inoltre specifi cato che il 43% degli acquisti degli Italiani avviene presso il banco macelleria servito: il 58% degli Italiani fa spesa di prodotti di carne presso gli iper e i supermercati, il 4% nei discount e il 35% nelle macellerie tradizionali
Il settore più rilevante del comparto è rappresentato dalle carni bovine (30% della quota a valore all’interno della macrocategoria delle proteine animali), che, dopo un inizio 2021 non troppo esaltante a causa degli effetti del lockdown, ha registrato una crescita pari al +8,2% a valore e al +6,1% a volume.
Le carni suine hanno fatto registrare un aumento rilevante sia a volume (+8,6%) che a valore