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Carne da bovini al pascolo, cresce l’interesse Roberto Villa

Tabella 3 – Importazioni di carni ovicaprine e derivati nell’UE1-2 (.000 t, peso carcassa equivalente)

Anno Totale Carne fresca Carne congelata Frattaglie Preparazioni Carni salate, essicate, aff umicate 2020 158 93 58 6 0,1 0,6 2019 168 100 62 6 0,1 0,5 2018 178 95 76 5 0,2 0,5 2017 175 97 71 5 0,3 0,6 2016 176 90 79 6 0,4 0,5 2015 179 95 78 5 0,6 0,5 2014 172 98 68 5 0,4 0,4 2013 177 95 77 4 0,3 0,4 2012 174 92 78 4 0,2 0,0 Fonte: DG Agri, Commissione europea.

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tra le 120.000 e le 150.000 tonnellate (tra le 65.000 e le 70.000 escluso il Regno Unito), con valori sopra le 150.000 nel 2010 e 2011 (sopra le 85.000 escluso il Regno Unito).

Dall’Australia sono state importate 6.172 tonnellate nel 2020 (5.206 escluso il Regno Unito), dimezzate rispetto al 2019 quando erano state 11.979 (4.659 escluso il Regno Unito), mentre negli anni dal 2010 al 2018 viaggiava tra 15.000 e 19.000 tonnellate annue (tra 3.500 e 5.500 escluso il Regno Unito). Seguono Argentina, con 1.400 t nel 2020 (negli anni tra 2012 e 2019 collocava nell’UE tra 800 e 1.600 t annue, con picchi di 3.700 nel 2011 e 4.960 nel 2010) e Cile con 1.060 t (stabile nell’ultimo decennio con volumi tra 1.000 e 3.000 t), mentre volumi inferiori alle 1.000 tonnellate annue provengono da Islanda (erano però tra 1.500 e 2.500 tra 2010 e 2019), Uruguay (anche in questo caso con volumi tra 1.000 e 3.000 t nel decennio precedente) e svariati altri Paesi.

Le esportazioni annuali ammontano in media a 58.000 t circa (periodo 2016-2020), costituite da carne congelata (circa 37.000 tonnellate nel 2020, in netta crescita rispetto alle 20.000 del periodo 2012-2016), carne fresca (circa 19.000 tonnellate, piuttosto stabili dal 2012), frattaglie (4.500 t nel 2020), preparazioni (1.731 t nel 2020, in netto aumento rispetto alle 500-600 t degli anni precedenti), carni salate, essiccate e affumicate (15 t nel 2020, con valori medi tra 20 e 70 tonnellate negli anni precedenti, ad esclusione del 2013 caratterizzato da un picco di 184 t).

Il prezzo degli agnelli

La produzione dell’agnellone oltre i 13 kg è tipica dell’Irlanda, mentre in Grecia e Italia il peso è decisamente inferiore, con Spagna e Francia che producono entrambe le categorie di peso. Nel Grafi co 1 viene riportato l’andamento del prezzo medio settimanale a livello europeo e italiano: nel nostro Paese il prezzo dell’agnello è sempre stato superiore al valore medio europeo, mentre l’agnellone oltre i 13 kg, con l’eccezione dei primi due mesi, si è posizionato al di sotto del prezzo medio comunitario.

Grafi co 1 – Prezzo medio settimanale di agnellone

(> 13 kg) e agnello nel 2020 (€/100 kg)

Fonte: DG Agri, Commissione europea.

Roberto Villa

Note

1. I dati sono depurati dall’apporto del Regno Unito e considerano l’ingresso della Croazia nel 2014. 2. I dati sono aggregati per le due specie e non consentono una separazione tra ovini e caprini.

Carne da bovini al pascolo, cresce l’interesse

Il valore del mercato globale grass fed passerà da 11,7 miliardi di dollari nel 2021 a poco meno di 18 stimati per il 2031

di Roberto Villa

A pagina 80: tomahawk sottovuoto. Per il mercato statunitense è visto in crescita il segmento delle carni pronte per il BBQ. A sinistra: l’impatto ecologico dell’allevamento brado da studi più o meno recenti emerge essere superiore a quello dell’allevamento intensivo, per consumo di terreno e acqua e per emissioni di gas ad eff etto serra (photo © William – stock.adobe.com).

La maggiore salubrità del consumo di carne da bovini allevati al pascolo è uno dei fattori chiave attorno ai quali verrà imperniata la crescita nelle vendite, valorizzando rispetto ai bovini stabulati il minor contenuto in grasso, la percentuale superiore in acidi grassi insaturi e in Omega-3, carotenoidi, vitamine A e E che derivano dalle erbe spontanee di cui si alimentano

Iprossimi dieci anni faranno registrare una crescita media composta del 4,4% annuo per la carne da bovini allevati al pascolo, passando da 11,7 miliardi di dollari USA nel 2021 sino ai 17,9 miliardi attesi per l’anno 2031. Sono le previsioni pubblicate nello studio dedicato a cura della società di ricerche di mercato Future Market Insights1. Di questo valore alla fi ne del decennio venturo si stima che una quota rilevante, tra il 30% ed il 50%, sarà appannaggio di un numero limitato di grandi società operanti a livello globale come JBS, TYSON

FOODS, HORMEL FOODS, CONAGRA, CARGILL, AUSTRALIAN AGRICULTURAL COMPANY, ANZCO FOODS.

Le preferenze del mercato: salute, ambiente ma anche ricerca di gusto

Lo studio predice il sorpasso delle carni preparate e trasformate sui tagli tal quali. In particolare per il mercato statunitense è visto in crescita il segmento delle carni pronte per il barbecue — una modalità di consumo che negli USA non accenna a calare e anzi trova nuovi proseliti — in confezioni già corredate da salse e marinate pronte all’uso.

La maggiore salubrità del consumo di carne da bovini allevati al pascolo è uno dei fattori chiave attorno ai quali verrà imperniata la crescita nelle vendite, valorizzando rispetto ai bovini stabulati il minor contenuto in grasso, la percentuale superiore in acidi grassi insaturi e in Omega-3 noti per essere favorevoli al benessere del sistema cardiocircolatorio, nonché in carotenoidi, vitamina A e vitamina E derivanti dalle erbe spontanee di cui si alimentano.

In questo quadro le carni da bovini allevati allo stato brado rappresentano negli Stati Uniti ancora una quota minoritaria, tuttavia l’interesse dei consumatori nazionali per carni più saporite e più salutari cresce ogni giorno di più. Il servizio di monitoraggio dei mercati agricoli del Dipartimento di Agricoltura (USDA) emette mensilmente un bollettino dedicato ai prezzi medi nazionali dei tagli principali e del quinto quarto negoziati sia all’ingrosso sia per la vendita diretta2 , dal quale si evince per il trimestre settembre-novembre 2021 che la

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