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Corfù Sea Farm

Professoressa Gioacchini, lei si occupa di specie ittiche selvatiche e ha affiancato il professor Olivotto nel coordinamento del Master: questa vostra collaborazione quali ricadute ha avuto per i partecipanti?

«Quando oggi si parla di sostenibilità dei prodotti ittici è forzato distinguere tra pesca e acquacoltura, in quanto l’obiettivo dei pescatori e degli allevatori è il medesimo: immettere sul mercato un prodotto ittico di qualità, che possa sfamare una popolazione in aumento, rispettando il benessere animale e tutelando l’ambiente dove le specie ittiche crescono, visto che anche l’acquacoltura è un’attività che si svolge direttamente in mare. E la necessità di rafforzare sempre più la collaborazione tra pesca di cattura e acquacoltura, da noi sostenuta ormai da diversi anni, emerge finalmente in qualsiasi evento convegnistico e congressuale, nazionale e internazionale, a cui partecipiamo.

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Da tutto questo, è nata la necessità di affrontare in modo congiunto il tema della sostenibilità, con l’obiettivo di condividere e scambiarci le nostre conoscenze portando valore aggiunto al Master, che ha fatto dell’interdisciplinarietà un punto di forza.

Oltre a questo, non ci siamo limitati ad una formazione foca- lizzata solo sugli aspetti tecnici legati all’acquacoltura, in quanto durante i sessanta crediti formativi del corso abbiamo inserito anche tematiche che arricchiscono le competenze trasversali, come ad esempio il marketing, la comunicazione d’impresa, i fondi europei e il loro utilizzo. Il tutto per fornire ai partecipanti il cosiddetto “bagaglio di conoscenze e competenze” che rafforza le possibilità di inserimento e di consolidamento nel mondo del lavoro, visto che il Master era rivolto a occupati e non».

Dottoressa Cairo, anche AGERAGroalimentare E Ricerca è stato invitato a portare la propria esperienza: quale contributo formativo avete dato al corso?

«Nei progetti di ricerca scientifica che sosteniamo siamo molto attenti al tema della formazione. A titolo di esempio, finanziamo solo i progetti che prevedono percorsi professionalizzanti per giovani ricercatori, al fine di facilitarne l’inserimento lavorativo. E sosteniamo solo progetti con gruppi di ricercatori afferenti a diverse discipline, in quanto anche la nostra esperienza ha dimostrato che affrontare un argomento da diversi punti di vista facilita la scoperta di nuove soluzioni e la generazione di conoscenza. Questo modello interdisciplinare è stato traslato nel Master, creando un luogo di contaminazione in cui esperti provenienti da diversi ambiti disciplinari portano le proprie conoscenze ed esperienze e si interfacciano con i partecipanti, che a loro volta acquisiscono nuove conoscenze e competenze. Questo approccio ci ha convinto e ha dimostrato che rafforzando l’integrazione di competenze tra loro diverse, si possono creare nuovi modelli formativi partendo dai progetti di ricerca scientifica che AGER sostiene. verificare la possibilità di accesso a risorse pubbliche perché vorremmo che la partecipazione fosse a titolo gratuito, al pari dell’edizione appena terminata. Posso confermare però il forte interesse del mondo dell’acquacoltura nei confronti del profilo professionale che abbiamo ideato, come ci è stato dimostrato agli eventi fieristici e congressuali internazionali a cui stiamo partecipando, dove la stessa FAO ha mostrato particolare attenzione al percorso formativo che abbiamo costruito.

Vista questa simbiosi, abbiamo scelto di mettere a disposizione le nostre competenze organizzando per i partecipanti al corso, che abbiamo sentito molto interessati, collaborativi e propositivi, un laboratorio esperienziale per scrivere un progetto di ricerca efficace, credibile e coerente con il bando di finanziamento sul quale candidarlo. E riservando anche particolare attenzione alla stesura di un adeguato piano di comunicazione.

Abbiamo riflettuto sul fatto che, spesso, è difficile intercettare i fondi per la ricerca perché manca una figura di riferimento interna all’ente o all’azienda in grado di curare la progettazione, perdendo quindi interessanti occasioni di sviluppo.

Col nostro contributo abbiamo voluto dare l’opportunità ai partecipanti di acquisire conoscenze e dotarli di competenze trasversali sicuramente utili sia per chi decidesse di scegliere la professione del ricercatore, sia per chi optasse per altre scelte».

A proposito di scelte professionali, il Master è terminato ed è il momento di bilanci: professor Olivotto, come sta andando dal punto di vista della ricaduta lavorativa?

«I dieci partecipanti avevano diversi profili professionali, dal biologo al naturalista al medico veterinario e questa differenziazione, voluta già in fase di selezione, faciliterà il loro inserimento lavorativo. Al momento, dai questionari di gradimento compilati dai dieci studenti partecipanti al Master è emerso che il 60% ha trovato impiego, un risultato veramente ottimo e spesso relazionato direttamente ai tirocini svolti in azienda dai corsisti.

Siamo convinti, e con me la collega Gioacchini, che queste nuove figure possano davvero favorire lo sviluppo e il consolidamento di un’acquacoltura italiana sostenibile, puntando a conquistare l’ampia fetta di mercato attualmente lasciata alle importazioni, visto che oggi circa tre quarti dei prodotti ittici consumati in Italia arrivano dall’estero».

Ci sarà una seconda edizione?

Nell’ideare questo nuovo profilo siamo stati innovatori, come lo siamo stati, e lo dico con orgoglio, con il progetto SUSHIN: ricordo che nel 2020 partecipammo all’American Aquaculture, un importante congresso nazionale organizzato negli Stati Uniti che riuniva i principali enti di ricerca in acquacoltura americani. Al congresso presentammo la nostra idea di studiare la farina di insetti come ingrediente del mangime per i pesci d’allevamento. Ci sentimmo isolati, in quanto eravamo tra i pochissimi ricercatori, se non gli unici, a proporre questo tema. Oggi, a più di un anno di distanza dalla fine del progetto e con grande soddisfazione, ricevo e vedo pubblicati molti risultati di ricerche americane che riguardano proprio la farina di insetti».

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