CANTINA BANFI, QUALITÀ ED EFFICIENZA SU MISURA DEI SIGNORI DEL BRUNELLO di Massimiliano Rella
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n vigna e in cantina sistemi d’allevamento e di vinificazione personalizzati per ricercare una qualità e un’efficienza fatte su misura del proprio stile e degli obiettivi d’impresa. Tutto questo grazie a un curriculum di ricerca interna-esterna, sviluppata in collaborazione con università e centri di sperimentazione. Proprio questo è uno degli aspetti che contraddistingue l’attività e la storia della Cantina Banfi, leader commerciale del Brunello di Montalcino. Ma partiamo dall’inizio e precisamente nel ‘78, quando John e Harry Mariani, nuova generazione di una famiglia italoamericana d’importatori di vino degli USA — la Banfi Vintners, fondata nel 1919 da Giovanni Mariani — decisero d’investire a Montalcino, sulle colline senesi. I Mariani cercavano in Toscana un Brunello di Montalcino da importare negli Stati Uniti. Ma c’era un problema di fondo: allora gli Americani non bevevano molto vino, motivo per cui per avvicinarli alla bevanda già importavano Lambrusco, in collaborazione con Cantine Riunite; circa 12 milioni di casse l’anno.
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Il Brunello era un vino importante in Italia ma poco conosciuto negli USA, sicuramente di difficile beva e abbinamento per le abitudini alimentari americane. I Mariani intuirono però la potenzialità inespressa del territorio in un periodo in cui, ormai archiviata la mezzadria, i grandi proprietari volevano liberarsi della terra. E il paese di Montalcino, diversamente da oggi, non godeva certo di una ricca economia. Acquistarono così diversi lotti di terreno fino a concludere gli acquisti nel 1983, con Poggio alle Mura e il relativo Castello, raggiungendo una superficie complessiva di 2.830 ettari, una vasta tenuta in unico corpo con ben 29 profili pedoclimatici. Di tanta superficie, 850 ettari oggi sono a vigneto: 172 per il Brunello, 10 per il Moscadello, 30 per il Rosso di Montalcino, ecc… Inizialmente
le prime bottiglie a marchio Banfi furono prodotte in altre aziende, invecchiando i vini nel podere Casanova, compreso nella tenuta Banfi, dove cominciarono a vinificare direttamente solo nel 1981. Nel 1984, però, fu inaugurata la nuova cantina. Oltre alla produzione e al marketing, scienza in cui gli Americani sono maestri, l’azienda si distinse presto anche per l’attenzione alla ricerca. Già all’inizio degli anni ‘80 aveva avviato un progetto sul Sangiovese in collaborazione con l’Università di Milano e il PROFESSOR ATTILIO SCIENZA. Fu creata allora una raccolta di cloni, circa 600, e in alcune vigne realizzata la selezione clonale. Su 180 cloni ne furono registrati 15, ma la cantina decise di utilizzarne 3 e con questi dal ‘92 cominciò ad impiantare le viti del Brunello.
Concepita per preservare la ricchezza e l’integrità delle uve, Cantina Banfi si avvale oggi delle più avanzate tecnologie, frutto di rivoluzionarie sperimentazioni
Premiata Salumeria Italiana, 1/20