FORMAGGIO
La Musulupa Si tratta di un originalissimo formaggio fresco di capra non salato tipico della cultura delle comunità greche di Calabria. Modellato in tradizionali stampi di legno duro intagliato, alcuni dei quali antropomorfi, si consuma nel periodo pasquale, così com’è o fritto, con l’auspicio di ottenere fecondità e benessere di Riccardo Lagorio
«M
usulupa, musulupa si dice» spiega ANTONIA ROMEO con le formaggette istoriate tra le mani mentre i figli PASQUALE e PIERA roteano le formelle di legno scuro tra le mani, le musulupare. Pare non essere solo questione di genere, musulupu o musulupa che sia: il significato del termine si perde nella notte dei tempi, quando
le comunità greche ormeggiarono nelle basse spiagge della parte meridionale della Calabria. Musulupa, in quella lingua di genti omeriche, il Grecanico, parlata ormai da meno di un centinaio di persone, significherebbe duro. E di legno duro, pero selvatico o gelso nero, sono le formelle che sino a mezzo secolo fa venivano scavate ripor-
tando immagini simboliche arcaiche. In un territorio ostile e aspro, la necessità di assicurare la fertilità dei campi e la fecondità degli animali divenne una costante imperante nella cultura dei Greci di Calabria. L’auspicio di abbondanza e benessere sono infatti ancora oggi al centro dei valori spirituali delle comunità grecofone e delle formelle di legno.
La musulupa viene prodotta in particolare a Bova, paese che è stato incluso tra i più bei borghi d’Italia e capitale della zona della Bovesia. Appartiene a una delle più antiche tradizioni culinarie e pastorali del Paese.
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Premiata Salumeria Italiana, 2/20