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Dossier

L’arte di esporre

Tutto, all’interno del supermercato, è pensato per indurre il cliente a comperare, in media circa tre volte di più di quello che gli serve.

Ecco alcune strategie. 1

La disposizione delle merci costringe il cliente a venire a contatto prima con prodotti non indispensabili (giochi, cosmetici, dischi) per raggiungere solo più tardi i reparti dei prodotti utili.

Zucchero, farina, fazzoletti e altre cose indispensabili si trovano negli scaffali bassi, dove l’occhio non cade. Il cliente farà ugualmente lo sforzo di cercarli e raggiungerli.

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In basso sono esposti anche i giochi e tutto quello che può attirare un bambino. Sono proprio all’altezza dei suoi occhi ed è quasi impossibile che riesca a resistere.

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Ad altezza degli occhi, e comodi per il braccio, si trovano i prodotti sfiziosi, di cui il cliente potrebbe magari fare a meno.

Vicino alla cassa si trovano piccole tentazioni che, mentre il cliente aspetta in fila, hanno tutto il tempo di esercitare il loro fascino. Spesso finisce che alla spesa si aggiunga il pacchetto di dolcetti o le gomme da masticare.

5 6 In futuro dobbiamo aspettarci perfino di essere presi… per il naso. Per creare la giusta atmosfera, che induce il cliente a comperare, alcune catene di supermercati stanno studiando dei sistemi per diffondere nei reparti non solo musica ma anche profumi. Nel reparto pescheria aleggerà quindi un fresco profumo di mare! 23

Una confezione convincente e… intelligente

Le confezioni sono pensate per lanciare forte il loro richiamo. Gli esperti di packaging studiano come renderle attraenti e la confezione incide molto sul costo di un prodotto. A ogni promozione è necessario rinnovarla; per esempio, per comunicare che c’è un pezzo gratis o il tagliando per partecipare all’estrazione di un premio o un buono sconto da presentare alla cassa o un gadget. Ciò comporta un aumento del prezzo che può arrivare al 40%. Chi acquista purtroppo a volte presta più attenzione a questi messaggi che non alle informazioni sugli ingredienti o su come conservare al meglio il contenuto.

Per spendere meno… compera di più!

Se vuoi spendere meno devi comperare di più. È il messaggio di molte campagne promozionali. A pensarci bene, la cosa suona assurda, eppure… i prodotti scontati fanno risparmiare, ma spesso vengono acquistati per lo sconto e non perché servono veramente. Non solo: convinti di risparmiare, si abbonda con la quantità e magari nel carrello finiscono anche due o tre confezioni dello stesso prodotto il cui acquisto si rivela poi inutile.

Se poi la promozione è valida solo per poco tempo, il cliente è ancora più indotto ad accaparrarsi il prodotto. Non pensa che una volta a casa dovrà trovargli posto in dispensa e che dovrà consumarlo prima della scadenza.

Il problema è solo… spostato

I supermercati ricorrono al 2x1 o meglio 3x2 quando si trovano in magazzino merci che stanno per scadere o quando hanno bisogno di spazio. È un sistema che spesso sposta semplicemente il rischio di spreco dal supermercato alla dispensa di casa. Una catena di supermercati inglesi ha introdotto la formula buy one, get one later (BOGOL) che permette al cliente, nel caso di una promozione 2x1, di portarsi a casa un solo prodotto, insieme al buono che gli permetterà di ritirare il secondo, compreso nel prezzo, a distanza di tempo.

Spreconi e superspreconi

L’Europa spreca ogni anno 89 milioni di tonnellate di cibo: 180 kg per ogni abitante e si tratta di alimenti già raccolti, lavorati e pronti per il consumo.

Le famiglie europee gettano il 24% del cibo che entra in casa. È come se dividessero, per esempio, una pizza in quattro parti e uno spicchio lo gettassero direttamente nella pattumiera.

Negli USA sono ancora più spreconi e buttano addirittura il 30% del cibo che comperano.

Una gara da non vincere! Il primo… perde e l’ultimo è il migliore

Ogni olandese spreca 579 chili di cibo all’anno. A una certa distanza ecco un abitante del Belgio. I più bravi sono i greci, che buttano solo 44 chili di cibo all’anno ciascuno.

Olanda 579 Belgio 399 Cipro 334 Estonia 264 Irlanda 250 Gran Bretagna 238 Polonia 235 Svezia 227 Austria 225 Lussemburgo 207 Finlandia 193 Ungheria 184 Spagna 176 Lituania 171 Italia 149 Francia 144 Portogallo 132 Germania 126 Danimarca 118 Slovacchia 109 Romania 105 Lettonia 94 Slovenia 89 Bulgaria 87 Repubblica Ceca 71 Malta 62 Grecia 44

La media è di 180 kg all’anno.

Tanto vale poco...

Perché si fa così poca attenzione agli sprechi domestici? Una ragione consiste nel fatto che negli ultimi decenni il prezzo dei cibi è diminuito. Nel 1970 una famiglia spendeva il 30% delle sue entrate per l’alimentazione; oggi non supera il 12%, eppure non si mangia di meno, anzi! Il cibo viene perciò visto come qualcosa di scarso valore e non ci si preoccupa se una parte viene buttata.

L’acquirente intelligente

Le cause degli sprechi domestici sono molte.

Per esempio, chi compera non legge in modo corretto l’etichetta e acquista qualcosa che non è quello che gli serve, che scadrà prima di essere consumato, che verrà buttato perché non sarà stato conservato nel modo corretto.

Oppure, prepara porzioni troppo abbondanti o non calcola bene, al momento dell’acquisto, la quantità di cui ha bisogno. Molte volte sono le offerte promozionali che convincono, grazie ai prezzi scontati, a comperare più di quello che veramente serve.

Ognuno, impegnandosi un po’, può diventare un acquirente più intelligente. Con vantaggio del suo borsellino e soprattutto dell’ambiente.

Da consumarsi… quando?

Quando sull’etichetta leggi:

da consumare preferibilmente entro…

Significa che oltre quella data il suo sapore non sarà più così gustoso, ma è ancora commestibile (biscotti, marmellata, cibo in scatola o sottovetro).

da consumare entro…

Significa che dopo quella data potrebbe farti male (formaggi freschi, uova, latte, pesce, carne).

Per non correre rischi, i consumatori tendono a lasciare sugli scaffali le confezioni con poca vita residua e questo fa sì che rimanga invenduta merce perfettamente commestibile.

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