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1 • La gara

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Doggy bag per tutti

Capita, in Gran Bretagna o negli USA, di sentire chiedere al cameriere di preparare, insieme al conto, the doggy bag, il sacchetto per il cane. Anche da chi il cane non ce l’ha, perché dentro il sacchetto il cameriere mette il cibo ordinato e non consumato, che il cliente porterà a casa.

IN ITALIA

In Italia questa abitudine è ancora poco diffusa. All’estero è previsto invece che il cliente se ne vada con il suo pacchettino. Ci sono perfino apposite confezioni: sacchetti di carta o scatole di cartone con simpatiche scritte.

IN GIAPPONE

In Giappone l’organizzazione Doggy Bag Committee, in collaborazione con il Ministero dell’agricoltura, lavora proprio per diffondere questa pratica e invita i clienti perfino a portarsi da casa la propria borsa, confezionata con la tecnica dell’origami. Anche questo è un modo per ridurre gli sprechi, che in Giappone sono di 19 milioni di tonnellate all’anno.

Sprecato? No, regalato!

Alcune organizzazioni, in Italia e nel mondo, sono sorte proprio con lo scopo di raccogliere prodotti alimentari scartati dall’industria, dalla distribuzione e anche dai diversi servizi di ristorazione per farli avere a persone povere. Per esempio il Banco Alimentare o la Società del Pane Quotidiano.

Queste organizzazioni recuperano il cibo avanzato dopo ricevimenti pubblici, concerti, mostre, conferenze… lo cucinano gli stessi volontari e lo offrono nelle mense per i poveri o durante cene di beneficenza.

Oppure, sono le stesse catene di distribuzione che regalano i cibi invenduti o i ristoranti che consegnano direttamente, a chi ne ha bisogno, i cibi lasciati intatti dai clienti.

In Lombardia ci sono tanti ristoranti che aderiscono a Il buono che avanza.

In Piemonte c’è Buta Stupa, cioè bottiglia stappata. Il cliente si porta a casa la bottiglia non finita. I sommelier, gli esperti del vino, nei ristoranti che aderiscono alla campagna Portami via, consegnano la bottiglia ancora mezza piena al cliente, che la porta a casa in una wine bag.

Meglio il menu del giorno

I ristoranti sono luoghi di grande spreco. La dispensa di un ristorante deve essere sempre ben fornita, per soddisfare anche le richieste inaspettate dei clienti. Le porzioni sono spesso abbondanti e quindi una parte del cibo rimane nel piatto. Scegliere il menu del giorno (che il cuoco ha programmato acquistando ciò che effettivamente cucinerà) è un modo per limitare gli sprechi.

Il servizio a buffet invece comporta lo spreco maggiore perché, non potendo prevedere le preferenze dei clienti, si deve comunque preparare una quantità di cibo superiore al necessario. Il desiderio di assaggiare tutto o quasi induce il cliente a riempire il piatto più di quanto gli riuscirà di mangiare. Gli alimenti non consumati verranno tutti buttati.

Un supplemento di 5 euro sarà applicato a tutti i pasti non finiti

È la scritta che si legge sopra il buffet di alcuni ristoranti All you can eat, una formula che permette ai clienti di servirsi quante volte desiderano pagando un prezzo fisso. Il primo ad applicare la multa per chi si riempie il piatto solo per ingordigia, avanzandone la maggior parte, è stato il giovane proprietario di un self service giapponese nel nord della Francia seguito da proprietari di ristoranti di tutta Europa. 57

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