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2. Proposizioni consecutive
In teoria
nota bene
• col supino in -um, in dipendenza da verbo di moto: Haedui legatos ad Caesarem mittunt rogatum auxilium (Cesare), “Gli Edui mandano a Cesare ambasciatori per chiedere aiuto. • con il participio futuro o, meno frequentemente, presente: Hannibal mare Inferum petit, oppugnaturus Neapolim (Livio), Annibale si dirige verso il mar Tirreno, per assalire Napoli
2. Proposizioni consecutive
Le proposizioni consecutive esprimono una conseguenza della proposizione principale; in latino si trovano espresse in tutti i tempi del congiuntivo, che si rendono in italiano con i corrispondenti tempi dell’indicativo, nella forma esplicita, con l’infinito nella forma implicita; la traduzione in forma implicita è possibile solo se il soggetto della frase reggente coincide con quello della consecutiva. Esse sono introdotte dalla congiunzione ut, nella forma positiva, ut non nella forma negativa, e sono spesso anticipate da un elemento prolettico, o “spia”, come sic, tam, eo, oppure il pronome is, ea, id nella proposizione principale:
Quis est tam demens ut sua voluntate maereat? (Cic.), “Chi è tanto insensato da affliggersi volontariamente?”
Alcibiades erat ea sagacitate ut decipi non posset (Nepote), “Alcibiade aveva una tale astuzia che non poteva essere ingannato”.
Hannibal adeo gravi morbo afficitur oculorum, ut postea numquam dextro aeque bene usus est (Nepote), “Annibale fu colpito da una così grave malattia agli occhi, che in seguito non poté mai più fare uso del destro adeguatamente”.
Caesar tam clemens erga inimicos fuit ut etiam hodie fama humanitatis habeat, “Cesare fu tanto clemente verso gli avversari che ancor oggi ha fama di umanità”.
■ La congiunzione ut introduce diversi tipi di proposizioni, distinguibili innanzitutto in proposizioni completive e complementari indirette o circostanziali. ■ Per distinguerne l’uso e quindi il significato, si deve innanzitutto operare la prima distinzione tra queste due ampie categorie: le proposizioni complementari dirette introducono il soggetto o il complemento oggetto del verbo reggente, quindi sono necessarie al significato del verbo stesso.
Aedui Caesarem rogaverunt ut sibi liceret provinciae limes transire, “Gli Edui chiesero a Cesare che fosse loro possibile attraversare il confine della provincia” (c. oggetto: chiesero il passaggio).
Accidit ut nocte moenia obsessa sint, “Si verificò che di notte le mura furono assediate” (sogg..: si verificò l’assedio delle mura) ■ Le proposizioni circostanziali invece introducono una circostanza accessoria, non indispensabile a completare il senso del verbo principale:
Hannibal Capuae mansit ut vires reficeret, “Annibale si fermò a Capua per ristorare le forze: la frase reggente ha senso compiuto indipendentemente dalla finale. ■ Inoltre, in presenza della congiunzione ut se c’è un elemento prolettico (la spia!) nella principale per evitare l’equivoco con la proposizione finale. Talvolta l’elemento che precede la proposizione consecutiva è un aggettivo che esprime un eccesso, quindi di grado superlativo o comparativo:
Hostes turrim elatissimam aedificaverunt, ut Romani ascendere non possent, “I nemici costruirono una torre altissima, tanto che i Romani non potevano scalarla”.
Clades asperior fuit ut sine fletu acciperetur, la sconfitta fu troppo grande per essere accolta senza lacrime.