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cap. 5 • La fonte gorgogliante

Capitolo 5

La fonte gorgogliante

– Nonna! Nonna! Che ne sai dei lombrichi? – chiede Lilla entrando in cucina. Tra la corsa dalla casa di Pier e la salita per la scaletta, è quasi senza fiato. Si abbandona sulla sua sedia preferita ad aspettare la risposta. – Lumbricus lumbrici – inizia Camelia. – Oh nonna! In italiano, per piacere. – Sì sì cara, stavo solo riflettendo… Lilla è impaziente. – Dimmi dimmi, nonnina. – Sono organismi antichi, semplici e… interessanti. – Lo dici perché ripuliscono dai rifiuti e 31

ossigenano la terra? Questo lo so già. – Non solo. – Che altro c’è? – Molto. I vermi della terra hanno sempre interessato i maghi e gli stregoni. – E le fate? – Noi fate li amiamo, come amiamo la natura e tutti gli esseri viventi.

Lilla fa una smorfia. A lei non piacciono per niente i lombrichi... Brutto segno, si vede che scorre poco sangue di fata nelle sue vene ma ora non vuole pensarci. – Nonna – riprende – perché i maghi e gli stregoni si interessano ai vermi? Camelia è molto seria mentre risponde: – Per fare alcune speciali pozioni, molto pericolose. – Un veleno per distruggere l’umanità? – chiede Lilla. – Non un veleno ma un elisir. – Che cos’è un elisir? Sembra una cosa bella. – Non lo è perché sconvolge l’equilibrio

della natura e porta a conseguenze imprevedibili. Ma tu perché vuoi sapere tutte queste cose sui lombrichi? Lilla capisce che è il momento di parlare. Se c’è qualcuno che può aiutare lei e Pier a risolvere il loro problema, questo qualcuno è proprio nonna Camelia. – Ecco, il fatto è che in giro non ci sono più lombrichi, sono scomparsi. – Vuoi dire che qualcuno li ha rapiti? – O sono scappati… – Per mille incantesimi! È gravissimo! Non vorrei che ci fosse lo zampino del mago… Ibisco Guerra! – Ibi… chi?! – Non te ne ho mai parlato, vero? – No. – Beh, ora sei abbastanza grande per sapere. La nonna abbandona i fornelli, si siede accanto a Lilla e inizia a raccontare. Ibisco Guerra è un suo ex compagno di scuola ed ex fidanzato che, a un certo punto 33

della sua vita, si è appassionato delle arti oscure. – Voleva che lo seguissi rinnegando la mia natura di fata, ma io non accettai e fuggii da lui. Mi nascondo da quarant’anni. Da quando sei nata tu e tua madre ti ha affidato a me, non uso più neanche la magia per paura che lui mi trovi. – Ma Ibisco dov’è, nonna? – chiede Lilla. – Io non lo so, ma la Fonte Gorgogliante sì, chiediamolo a lei. Lilla e nonna Camelia si preparano per uscire, ma… Drin drin… suona il campanello. È il cugino Euripide Quaglia. La nonna si era scordata di averlo invitato anche a cena. – E ora come facciamo? – chiede Lilla. – Vai da sola, ti spiego la strada, ma stai attenta. Lilla scende dalla casa sull’albero e si avvia. Mentre cammina veloce, con le mani in tasca e il bavero della giacca alzato per

proteggersi dal freddo della sera, ripensa alle parole della nonna. “L’acqua cristallina della Fonte Gorgogliante ti mostrerà ciò che le chiedi, ma attenta a formulare la domanda; hai una sola possibilità.” Perché le faccende magiche sono sempre complicate? E poi come faccio a trovare questa fonte? Si domanda Lilla. Nella sua mente, di nuovo le parole della nonna: “Ascolta con udito di fata e sentirai l’acqua gorgogliare”. Udito di fata? Ma quale? Magari ce l’avessi… Lilla ha riconosciuto i tre melograni, rallenta il passo e si guarda intorno. Dovrebbe essere qui. Pensa. Chiude gli occhi e supplica mentalmente la fonte magica: gorgoglia… gorgoglia… Poi allontana ogni pensiero e ascolta. Gorg… Gorg… Ciac… Ciac… Gorg…

È lei! Esulta Lilla. La ragazzina avanza lentamente con la

pila puntata davanti a sé. Sposta alcune frasche e la vede. Da una cornice di rocce bianche striate di grigio, l’acqua zampilla e scende in un rigagnolo gorgogliante verso un piccolo specchio d’acqua. Le frasche si richiudono attorno alla fonte a formare quasi una cupola verde.

Non è più buio perché l’acqua riflette la luce della pila moltiplicandola. Lilla per la prima volta sente la magia intono a sé. C’è pace, tranquillità. La Fonte conosce il suo nome. – Benvenuta Lilla, come posso aiutarti?

Ho una sola possibilità, riflette la ragazzina. Se domando dov’è Ibisco Guerra e poi non è stato lui a far sparire i lombrichi, la perdo, se chiedo, invece, dove sono i lombrichi, dovrei ricevere la risposta che desidero. – Salve, Fonte Gorgogliante, vorrei farti una domanda. – Parla pure, ti ascolto. – Puoi dirmi dove si trovano i lombrichi scomparsi?

La superficie del lago si ricopre di una leggera nebbiolina bianca e azzurrognola e, quando questa si disperde, sullo specchio d’acqua c’è l’immagine tremolante di un antro scuro con le pareti e il soffitto percorsi da tubi grigi. Lilla chiude gli occhi e le sembra di essere lì, sotto terra. È caldo, umido e sul pavimento ci sono moltissime cassette di legno ricoperte da sacchi di iuta. Lilla si avvicina e tenta di scoprirne una, ma una forza sconosciuta la risucchia indietro verso un nastro

trasportatore. La sua schiena è bloccata contro di esso. Vicino a lei ci sono altre cassette. Il nastro avanza lentamente verso qualcosa. Una macchina con una bocca gigantesca pronta a inghiottirla. – No! – urla, e questo basta per farla tornare sulla riva del laghetto. – Dov’ero? – domanda. Ma non riceve risposta. L’acqua è di nuovo limpida e riflette solamente la sua immagine: il volto corrucciato di una ragazzina insoddisfatta. La fonte le ha detto troppo poco… Dietro di lei si apre un passaggio nel verde. È ora di tornare a casa. L’immagine della stanza sotterranea le è chiara nella mente come se l’avesse vista proprio con i suoi occhi. Lilla racconterà tutto alla nonna, forse lei troverà nella visione qualcosa di importante che a Lilla è sfuggito.

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