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cap. 7 • Ibisco Guerra
Capitolo 7
Ibisco Guerra
Nonna Camelia è preoccupata. Lilla e Pier sono in ritardo per la merenda del pomeriggio. Sono già le cinque passate e ancora non si vedono… Eppure Lilla sapeva che ci sarebbe stata la crostata con la marmellata di sambuco. La sua nipotina ne è golosissima, non ci rinuncerebbe per nulla al mondo. Ma allora, perché ritardano? Da molto tempo, Camelia non usa più i suoi poteri magici. Si limita a volare su e giù dalla casa sull’albero perché salire e scendere per la scaletta di corda è troppo faticoso alla sua età. Camelia ha rinunciato
alla magia per motivi di sicurezza, non voleva essere trovata da altri maghi e, in particolare, dal suo ex fidanzato Ibisco Guerra. Ma ora è lei a volerlo trovare perché teme che abbia rapito, oltre ai lombrichi, anche Lilla e Pier. Camelia chiama in suo aiuto le forze della natura. Apre le braccia e dice: – Venti tutti, conducetemi da lui e voi, nebbie, avvolgetemi e nascondetemi da sguardi curiosi! Si solleva in volo e viaggia a lungo nel cielo finché non viene deposta dal vento sulla cima di un’alta montagna. Un vecchio dal viso magro, solcato da profonde rughe, la accoglie sorridendo sulla soglia della sua semplice casa di pietra. – Vedo che non hai ancora trovato l’elisir che sconfigge la vecchiaia – gli dice. – Sembra che la natura non approvi le mie intenzioni… – risponde lui. – Ma con te, è stata generosa, sei sempre la stessa.
– Ma cosa dici? Non conto più le mie rughe, ma non me ne lamento. Camelia sposta dietro l’orecchio un ricciolo grigio fuori posto. – Sei sempre bellissima – dice lui. – Grazie. – A che cosa devo l’onore… di questa visita? – Non fingere di non saperlo. Camelia annusa l’aria. – Sento odore di… lombrichi – prosegue. Ibisco le fa strada nella sua casa. Il fuoco, che arde male nel camino, ha riempito la stanza di fumo, ma anche così si capisce bene che quella, più che un’abitazione, è un laboratorio. Sopra un lungo tavolo ci sono boccette di varie forme e colori, collegate tra loro
da tubicini di vetro, dentro cui scorre un liquido color vinaccia.
– Non ti si può nascondere nulla – dice Ibisco, quasi lusingato. – Mi manca poco, ormai, per terminare l’elisir. Devo giusto aggiustare una cosina qui e una là… e poi… – E poi? – Il mio sogno è condividerlo con te… – Con me? Non sono venuta per questo e neanche per l’elisir – taglia corto Camelia. – Per che cosa, allora? Ibisco sembra sinceramente curioso. – Mia nipote. – Neanche sapevo che tu ne avessi una… – Bugiardo! – In realtà sono tante cose: odioso, crudele, spietato. Ma non bugiardo, mi dispiace. – E i lombrichi? Li hai rapiti tu? – Io, i lombrichi non li rapisco, li catturo, semmai – ammette con aria divertita. – Ma ho a cuore la vita di tutti i vermi della terra perché… finché ce ne saranno, io avrò la speranza di portare a termine il mio elisir. Per fortuna, da che mondo è mondo,
la terra pullula di lombrichi. – Mi dispiace deluderti, mio caro, ma purtroppo non è più così. – Che cosa vuoi dire? – Nei campi, da qualche giorno, non se ne trova più neanche uno. Ibisco la guarda serio. – Se è come dici, è gravissimo. Conta su di me per risolvere questo mistero!
Camelia è perplessa, non sa se fidarsi oppure no. – Non stai fingendo, vero? – chiede. – Assolutamente no. – Mi aiuterai anche a ritrovare mia nipote? – Te lo prometto. Ibisco allunga la mano e lei la stringe. Camelia Eucalipto non avrebbe mai creduto possibile un accordo con Ibisco Guerra, il suo peggior nemico, ma è proprio così. Forse riunendo le loro forze risolveranno il mistero e troveranno Lilla.