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cap. 8 • Il ladro di lombrichi

Capitolo 8

Il ladro di lombrichi

Lilla atterra su di una montagnola soffice che, al tatto, sembra fatta di terra, sottile e friabile. Si alza, si spazzola gambe e braccia per liberarsene e poi brancola nel buio verso uno spiraglio di luce. Dopo alcuni passi, sbatte contro una parete. Prosegue tastoni finché i suoi occhi non si abituano al buio, almeno quel poco che basta per orientarsi. Le pareti sono di terra, così come il pavimento e il soffitto. È freddo e umido, ma c’è dell’altro. Un brusio intenso che fa venire il mal di testa. Lilla riconosce le cassette che ha visto in sogno. Sta per

scoprirne una, quando si accorge che in un angolo c’è qualcuno legato e imbavagliato. È Pier. Corre subito da lui e lo libera. Pier è arrabbiatissimo. – Quel tizio mi ha rubato la bicicletta – dice, tutto agitato. – Il ladro dei lombrichi? – Non lo so, qui non si vede un accidente! – È vero. – Aveva un lungo mantello e il cappuccio calato sul viso… – Come la maggior parte dei maghi malvagi – ribatte Lilla. – Non mi sembrava tanto malvagio… Appena ha visto la mia bicicletta, ha gridato di gioia, mi ha abbracciato e baciato (bleah, che schifo!), ma io ho messo subito in chiaro che era mia e di nessun altro. – E allora ti ha legato e imbavagliato per benino! – Proprio così. – Sembra un mago pericoloso… – Per la verità, non ha fatto magie, magari non è neanche un mago.

– Ma chi potrebbe essere interessato ai lombrichi se non uno stregone? – Mmm, forse hai ragione. Comunque non deve essere andato lontano. Dobbiamo stare attenti perché ogni tanto ritorna qui a prendere una cassetta. – Che cosa c’è nelle cassette? – chiede Lilla. – Non lo so. Pier e Lilla ne scoprono una. Sotto il telo umido di juta, è tutto un brulicare di... lombrichi. Lilla si porta una mano alla fronte, il mal di testa si è fatto più forte. – Siamo sulla pista giusta – dice Pier con una smorfia di disgusto. – Non avevo dubbi. Come nel sogno, ma la stanza non era questa – aggiunge Lilla. Si sente un rumore. Sciun sciun... Sciun sciun...

I ragazzi avanzano silenziosamente verso la porta per sbirciare di là.

Dal soffitto, cosparso di tubi grigi, pende 58

una lampadina che diffonde una luce intermittente. È poca, ma abbastanza per distinguere il nastro trasportatore, le cassette con i lombrichi e la macchina che inghiotte tutto. C’è anche un uomo chinato, concentrato a… pedalare! Il mantello è slacciato e il lungo cappuccio pende da una spalla. Lilla non sa se credere ai propri occhi. – Ma quello è il cugino Euripide Quaglia – bisbiglia all’orecchio di Pier. – L’inventore pazzo? – Quasi-pazzo. Euripide si ferma un attimo per riprendere fiato. Pedalare sembra costargli una gran fatica. Si asciuga il sudore dalla fronte con un fazzoletto lurido e poi riprende. Sciun sciun... Sciun sciun...

– Adesso lo riempio di botte e mi riprendo la bicicletta – dice Pier, stringendo i pugni, ma Lilla lo trattiene. – Aspetta, cerchiamo di capire che cosa sta succedendo. Non puoi farcela da solo!

– Contavo su di te… – Lo so. I ragazzi si domandano che cosa ne è dei lombrichi che entrano nella macchina. Dall’altra parte, le cassette escono vuote! Ci sono dei tubi che si dirigono verso l’alto.

– I camini… – bisbiglia Lilla. Pier non capisce. Ma è ovvio, lui è caduto in trappola troppo in fretta. Non ha fatto in tempo a notarli.

– Le farfalle e le coccinelle... – aggiunge la ragazzina. – Sì, le ho viste, ma che cosa c’entrano con i lombrichi? – chiede Pier. – La macchina trasforma i lombrichi in farfalle e coccinelle e le libera in superficie attraverso i camini. – Sì, deve essere proprio così. – Non capisco perché lo faccia. Ahi! – Che cosa c’è? – Non so, di nuovo quello strano mal di testa… – Perché strano? – È come se questo covo fosse pieno di tristezza. Lilla ripensa alle farfalle e alle coccinelle e a come, poco prima, era riuscita a sentirne i pensieri. – Forse i lombrichi sono tristi perché non vogliono finire nella macchina – dice Pier. – Sì, deve essere così, dobbiamo liberarli… Pier e Lilla iniziano a rovesciare le cassette più vicine a loro, sperando che i

lombrichi si disperdano per terra. Proprio in quel momento, scatta un allarme assordante e una grande rete cade su di loro, imprigionandoli. – Allarme sabotaggio! – grida Euripide, smettendo di pedalare. Poi salta giù dalla bicicletta e corre verso di loro: li ha colti in flagrante! – Lilla! – esclama. – Da te non me lo sarei mai aspettato, sabotare la mia nobile missione… – e poi, rivolto ai lombrichi: – Piccoli, poveri, vermicellini cari, venite da papà… Raccoglie da terra i lombrichi e li rimette delicatamente nelle cassette, mentre Pier e Lilla rimangono a guardare dalle maglie della rete, più confusi che mai. – Euripide, non puoi trasformare tutti i lombrichi della terra in farfalle e coccinelle, è contro natura – dice Lilla. – Me ne infischio della natura, io lo faccio per loro. – Perché?

Euripide prende una scatolina di metallo nero e indica la lancetta nel riquadro, segna il massimo. – Che cos’è? – chiede Pier. – Un rilevatore di tristezza, i lombrichi sono tristi. – È ovvio! Vuoi trasformarli in insetti. – Non io di certo… La mia macchina Titrasformoinquelchevuoitu esaudisce solo i loro desideri. – WOW! – esclama Pier. – Vuoi dire che io potrei diventare una rock star? – Certo! – Allora sono i lombrichi che vogliono diventare farfalle e coccinelle, ma perché? – riprende Lilla. – Ah, questo io non lo so… solo una fata riesce a parlare con gli animali e gli insetti…

Euripide e Pier la fissano in modo strano. – Ho capito quel che pensate, ma io non sono una fata, ci vorrebbe mia nonna… E poi, così intrappolata di sicuro non riesco a

fare niente. Liberaci Euripide, per piacere! – Solo se mi promettete solennemente che mi aiuterete, invece di ostacolarmi. – Non possiamo. – Allora non vi libero, anzi, vi lego meglio. Euripide prende una lunga corda e la avvolge attorno ai ragazzi come fossero salami. Un bavaglio sulla bocca e sono proprio sistemati. Lilla non riesce a sentire i pensieri dei lombrichi. È troppo nervosa e non sa come fare per calmarsi. Le viene anche da piangere, ma si trattiene, non vuole farsi vedere da Pier. Pier, più che per i lombrichi, è preoccupato per la sua bicicletta. Speriamo che quello non me la rovini… pensa. Euripide ha ripreso a pedalare. Fischietta e canta come se nulla fosse successo, mentre le cassette avanzano verso la macchina. Come si può fare per fermarlo?

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