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“Il Duca di Lerma a Cavallo” di Pieter Paul Rubens
DI GIUSEPPE FRASCAROLI
Nessun altro pittore europeo del XVII secolo ha unito talento artistico, successo sociale ed economico e un alto livello culturale come Pieter Paul Rubens, il più grande pittore fiammingo del Seicento (Siegen, 1577 – Anversa, 1640).
“Il Duca di Lerma a Cavallo” è un olio su tela dipinto da Rubens nel 1603, di cm 283x 200, conservato al Museo del Prado di Madrid. Dopo che il duca di Lerma cadde in disgrazia, questo dipinto entrò nella collezione reale, ma fu successivamente donato all’ammiraglio di Castiglia da Felipe IV. Passò quindi attraverso le collezioni di diversi nobili, prima di essere acquisito dal Museo del Prado nel 1969. Il dipinto è realizzato sulla memoria iconografica di un “San Martino” di El Greco. La soluzione è potentissima, e di fatto va a innovare radicalmente l’ambito della ritrattistica ufficiale, che in Spagna era ferma al “Carlo V” di Tiziano. L’autorevolissimo primo ministro di re Filippo III, don Francisco de Sandoval y Rojas, marchese di Denia e primo duca di Lerma, è indicato come capo degli eserciti spagnoli. Mirabili sono la raffinatezza e la ricchezza di dettagli dipinti con estrema perizia sia della mezza armatura e del pettine dei Cavalieri di San Giacomo al collo del Duca, che nella ricchezza di guarnizioni della bardatura del bianco destriero: il montante, la capezzina, il sovracapo sovrastato da un elemento decorativo, il pettorale e le staffe sono dipinti con tanta bravura e dovizia di particolari negli ornamenti che meraviglia lo spettatore. Quest’opera mostra tutta la forza e il vigore dei ritratti del primo periodo di Rubens e la sua capacità di catturare la personalità del modello: qui riflette la superbia e l’orgoglio della potente situazione politica del Duca. Il pittore, in questa composizione, mostra di aver profondamente assorbito la “grande maniera” della pittura italiana: la ricerca di un forte impatto emozionale, la notevole sensibilità spaziale, l’uso drammatico della luce e del colore riportano in particolare all’influenza della pittura veneziana della seconda metà del Cinquecento. Il ritratto equestre di Rubens esprime potenza; è descritto in posizione frontale e sembra procedere verso lo spettatore raffigurando il duca rivolto in avanti con estremo realismo (addirittura ho notato negli occhi un lieve strabismo divergente di cui probabilmente era affetto lo stesso condottiero). La tela trasmette un incontenibile senso di vitalità e vigoria: il dinamismo della posa è accresciuto dall’uso della luce, guizzante e capace di raggiungere punti di altissima intensità, e dal colorito raggiante. Rubens dirigendo il movimento della figura equestre direttamente verso lo spettatore, conferisce al ritratto la sensazione di un movimento energico di un potente cavallo a petto largo con una criniera che vola nel vento.