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Statua equestre del Regisole di Pavia
DI GIUSEPPE FRASCAROLI
Il “Regisole” era una statua equestre bronzea tardoantica, già conservata a Pavia, uno dei pochi esempi, se non l’unico, di bronzistica monumentale del medioevo italiano, fuso con la tecnica della cera persa prima che andasse dimenticata, almeno in Europa occidentale. Il nome derivò forse da “Rege[m] Solis”, poiché la statua era anticamente ricoperta di dorature che riflettevano i raggi solari, oppure per via del braccio alzato che sembrava “reggere” il sole, o ancora dalla parola “regisolio”, cioè trono regale. Al Regisole si ispirarono gli scultori del Rinascimento per un grande ritorno dell’arte del monumento equestre.
L’identità del condottiero è ancora oggi sconosciuta. Potrebbe essere un imperatore romano, come sta a dimostrare la mano alzata che saluta. Qualcuno afferma che l’immagine potrebbe essere di Marco Aurelio altri di Aureliano, che nel 251 sconfisse alle porte di Pavia gli Alemanni. Altri ancora affermano che potrebbe trattarsi del sovrano ostrogoto Teodorico il Grande, ma non si è sicuri.
Sistemata di fronte al Duomo dopo il 1024, il monumento da allora fu uno dei simboli della città, raffigurato anche sul sigillo d’argento del Comune.
Nel 1315, dopo presa di Pavia, i Visconti trasferirono la statua a Milano, ma venne restituita ai pavesi nel 1335. Dopo che Galeazzo II trasferì la sua residenza da Milano a Pavia, molti ospiti illustri della corte dei Visconti ne rimasero colpiti: Francesco Petrarca ne parlò in una lettera al Boccaccio, e, più tardi, Leonardo da Vinci la ammirò nel 1490.
La statua venne demolita nel 1796 dai giacobini pavesi, contro la volontà degli occupanti francesi, che volevano portare in Francia il monumento, per eliminare ogni simbolo della monarchia presente in città.
Purtroppo i pezzi rimasti della statua, custoditi in un magazzino, furono venduti nel 1908 dagli amministratori della città per finanziare opere pubbliche.
Finalmente negli anni Trenta del Novecento si decise di assegnare allo scultore Francesco Messina il compito di eseguire una copia del Regisole basata sulle riproduzioni antiche.
Il nuovo Regisole, una statua bronzea alta 6 metri posta su una base di travertino, fu così ricollocato davanti al Duomo e solennemente inaugurato l’8 dicembre 1937. Il monumento introduce alcuni cambiamenti rispetto alla figura a noi trasmessa dagli storici pavesi: il cavaliere non ha la barba, la movenza del cavallo è resa in modo certamente più vivace e dinamica rispetto alla più statica antico opera scultorea, ed è privo di quel cagnolino che inizialmente sosteneva la zampa anteriore sinistra del cavallo. Nel complesso, il Regisole, come lo si può osservare oggi, è opera di insigne scultura: l’effetto dei muscoli del cavallo, tra il trotto ed il galoppo, la perfetta resa anatomica di cavallo e cavaliere, le pieghe del mantello esprimono l’eccellente plasticità e la maestria della fusione.