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Statua equestre di Marco Aurelio di autore sconosciuto

DI GIUSEPPE FRASCAROLI

Il monumento equestre dedicato all’imperatore Marco Aurelio è un’antica scultura romana in bronzo dorato di autore sconosciuto, risalente al II secolo d.C. e raffigurante l’imperatore a cavallo che avanza alzando la zampa anteriore destra. Lo stesso Marco Aurelio alza la mano destra, a indicare la pace raggiunta nei territori conquistati. La mano sinistra, che reggeva le redini perdute da tempo, indossa l’anello d’oro utilizzato per imprimere il sigillo imperiale. La statua risale al II secolo d.C.: è verosimile che sia stata innalzata nel 176 d.C. o nel 180 d.C., subito dopo la morte dell’imperatore. La statua è alta 4,24 metri e lunga 3,87 metri dalla coda al muso. L’altezza fino alla testa del cavallo inclusa è di 3,52 metri; l’altezza sino alla testa di Marco Aurelio è di 5,85 metri. Il luogo originario della collocazione è sconosciuto, ma verosimilmente, come riferiscono diverse fonti, tra cui il famoso archeologo e collezionista d’arte del Settecento Carlo Fea, si trovava davanti al Palazzo Laterano e nel 1538 fu trasferita in piazza del Campidoglio; qui rimase fino al 1990, quando fu spostata nell’antistante Palazzo dei Conservatori, dove si trova tutt’ora, per proteggerla dal deterioramento dovuto agli agenti atmosferici. Il 19 aprile del 1997, sul piedistallo di piazza del Campidoglio è stata collocata una copia identica della statua, senza però il rivestimento con il sottilissimo strato d’oro dell’originale.

Marco Aurelio siede sul suo cavallo a capo scoperto e con il volto incorniciato da una folta barba. Non indossa l’armatura e le gambe sono scoperte: non portando con sé armi, la statua non rammenta un’azione di guerra. È vestito con una tunica e un pesante mantello appartenente alla divisa solenne dei generali romani, detto paludamentum, che, fermato sulla spalla destra con una spilla a disco, ricade in avanti e ampiamente dietro la schiena. Ai piedi non porta scarpe patrizie, ma calzari militari leggeri fissati con nastri annodati. Le staffe non sono originarie: all’epoca romana non erano in uso in Occidente. Le staffe, infatti, inventate in India nel II secolo d.C. (forse anche prima) furono introdotte in Europa nell’Alto medioevo ad opera degli Avari, popolo della steppa che occupò l’attuale Ungheria al tempo in cui essa fu abbandonata dai Longobardi. il cavaliere siede su un sottosella decorato di stoffa o feltro.

La straordinaria rilevanza storica e artistica di questo monumento è dovuta al fatto che quasi tutte le statue bronzee dell’Età Antica sono state distrutte, a partire dalla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, per ottenere metallo da impiegare per altri scopi, tra cui pezzi di artiglieria. Sono quindi giunte sino a noi solamente una ventina circa di statue bronzee dell’antichità. Di queste, solo quattro sono in bronzo dorato e la statua di Marco Aurelio fa parte di questo limitato gruppo; le altre sono l’Ercole del Foro Boario, noto come Ercole capitolino, i Bronzi dorati da Cartoceto di Pergola e i Cavalli di San Marco.

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