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Statua equestre di Gattamelata di Donatello
DI GIUSEPPE FRASCAROLI
La “Statua equestre di Gattamelata” è un monumento bronzeo realizzata da Donatello, uno dei tre padri del Rinascimento fiorentino, assieme a Filippo Brunelleschi e Masaccio. La statua è collocata in piazza Sant’Antonio a Padova. Costruita tra il 1446 e il 1453 per onorare il condottiero e capitano di ventura Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, al servizio prima della Repubblica di Firenze, poi dello Stato Pontificio ed infine della Repubblica di Venezia, a cui rimase sempre fedele e da cui ottenne la carica di Capitano Generale fino alla sua morte avvenuta a Padova nel 1443. La statua misura cm 340x390, con lo zoccolo di base di cm 780x410.
Si tratta della prima grande statua equestre fusa in bronzo dai tempi antichi ed una delle prime sculture dell’epoca moderna non integrato ad altre strutture architettoniche: l’opera si presenta infatti come forma indipendente, che si rapporta nello spazio solamente con il suo volume, senza altri limiti e può essere ritenuta la prima scultura commemorativa equestre su modello classico dopo gli esemplari romani. A questa statua si ispirò Andrea del Verrocchio per la realizzazione, tra il 1480 e il 1488, del monumento equestre di Bartolomeo Colleoni, ubicato a Venezia in Campo San Zanipolo.
Con questa statua Donatello con molta perizia riesce ad ottenere un’unione tra una solenne idealizzazione, e un meraviglioso realismo, che trasmettono all’insieme la particolare intensità espressiva. Sia il cavallo che il condottiero sono infatti rappresentati con caratteristiche psicologiche che conferiscono contenuti semantici alla statua. Il Gattamelata monta in sella al suo cavallo in modo austero fiero, deciso e in nobile postura coperto da una raffinata armatura di rappresentanza, efficacemente decorata e rifinita. L’aspetto è quello di un uomo in età matura che nella mano destra stringe con veemenza il bastone del comando attribuitagli dalla Repubblica di Venezia, e con la sinistra tiene le redini del destriero. Una lunga spada con ampia impugnatura pende poi dal fianco sinistro. La raffinata armatura è dotata di corazza per il busto, ginocchielli e lunghi speroni. Il cavallo è robusto e vigoroso con le zampe aperte al passo. L’arto anteriore sinistro è sollevato e lo zoccolo appoggia su di una sfera. A questo proposito bisogna ricordare che all’interno della statua bronzea si usava introdurre un’armatura in ferro che veniva stabilmente fissata alla base. Ma una zampa sollevata avrebbe messo a rischio l’equilibrio del gruppo scultoreo: per questo Donatello scelse la soluzione della sfera, in questo caso rappresentante una palla di cannone. La sfera, inoltre, si adegua correttamente con le linee curve del cavallo.
La figura del cavaliere è decisamente frontale mentre il cavallo volge leggermente il muso a sinistra. Anche l’espressione dell’animale infonde il suo carattere esuberante, controllato con mano leggera ma ferma dal condottiero.
Il Gattamelata è senza elmo e la sua immagine comunica in questo modo l’ingegno del comandante e non la violenza devastatrice di un militare spronato da una forza superiore: lo scultore preferì rappresentare in questo modo il vigore e la fermezza tramite l’espressione del viso e il portamento del corpo.
La struttura dell’intera statua è soppesata su esatti rapporti geometrici. Il gruppo scultoreo, nel suo insieme, può essere inserito in un quadrato e la linea costituita dal bastone del comando e dalla spada tracciano una diagonale perfetta, mentre la massa corporea del cavallo forma un triangolo rettangolo. La strategia dell’uso di forme così ordinate e regolamentate conferisce al monumento equestre chiarezza, precisione compositiva e razionalità.