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"I CAVALIERI DI FIDIA" DELL'ANTICA GRECIA

Decorazioni a bassorilievo del fregio occidentale del Partenone

DI GIUSEPPE FRASCAROLI

Fidia (Atene, 490 a.C. circa - Atene, 430 a.C. circa) è stato l’artista ateniese che meglio riuscì ad interpretare gli ideali dell’Atene periclea: il cantiere del Partenone, per il quale Fidia lavorò come sovrintendente, fu un grande laboratorio nel quale si formò la scuola degli scultori ateniesi attivi nella seconda metà del V secolo a.C. e tra i quali occorre almeno ricordare Agoracrito, Alcamene e Kolotes.

I “Cavalieri” realizzati da questo grande scultore, sono meravigliosi bassorilievi, in quel tempo colorati da tinte accese, che decoravano la parte superiore del fregio occidentale del Partenone, il celeberrimo tempio greco di ordine dorico che sorge sull’acropoli di Atene.

L’opera di Fidia è uno straordinario bassorilievo di marmo pentelico, alta circa 1 m, realizzata tra il 438 e il 432 a.C. oggi conservata al British Museum di Londra. È stata indicata dalla maggior parte degli studiosi come l’origine dell’arte Occidentale, l’incredibile mutamento da configurazioni statiche tipiche dell’arte egizia a figure dinamiche sembrano “vivere di vita propria”. Ciò che accomuna cavalli e cavalieri di questa scultura è proprio la dinamicità e l’energia che restituisce con grande precisione l’impeto e l’entusiasmo di quegli uomini nel partecipare alle Panatenee, le feste religiose che si tenevano ogni quattro anni in onore della dea Athena.

Fidia, in questo bassorilievo, è riuscito a restituire con grande rispondenza al vero la struttura anatomica dei destrieri in corsa e, benché ciò che è rimasto ai nostri tempi non sia altro che una parte dell’insieme scultoreo, l’efficacia viene comunque mantenuta, a dimostrazione della grande perizia dello scultore nell’esprimere con il marmo ciò che probabilmente aveva avuto modo di osservare precedentemente con i suoi stessi occhi.

La bravura dei cavalieri di tenere una postura sciolta e al contempo sicura è rappresentata con grande maestria nell’opera dell’artista ateniese. Essi, infatti, senza redini e privi di staffe, peraltro, quest’ultime non ancora presenti ai tempi di Fidia, non si tengono stretti al corpo del cavallo, ma con grande abilità variano le proprie movenze cercando di agevolare quelli dell’animale, al punto che il primo dei cavalieri è addirittura girato verso il concorrente che lo insegue.

Va precisato che, anche a quell’epoca, i cavalieri facevano uso di testiere, imboccature e redini per guidare più agevolmente l’animale, ma questi sono dettagli che l’artista ha evitato di inserire del bassorilievo mostrarono così un’immagine più immediata e dinamica dei cavalli e dei cavalieri. Fidia, con questa scultura, mostra una monta leggera e disinvolta riprendendo probabilmente lo storico e filosofo ateniese Senofonte, dal cui trattati affiora un marcato disdegno verso l’uso della forza, della frusta e delle punizioni nei confronti dei cavalli e in cui caldeggia invece movenze garbate e pazienti, proprio come quelle dei due uomini rappresentati nei “Cavalieri” nel fregio dorico della trabeazione del Partenone.

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