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L’interessante storia del Cavallo di Leonardo da Vinci
DI GIUSEPPE FRASCAROLI
Il cosiddetto “Cavallo di Leonardo” è un solo elemento di una più complessa statua equestre priva del suo cavaliere e prevista fusa in bronzo, progettata da Leonardo da Vinci tra il 1482 e il 1493 in onore a Francesco Sforza, primo duca di Milano. Di questo progetto il sommo artista effettuò soltanto un esemplare in creta, purtroppo andato distrutto. I disegni dei cavalli di Leonardo sono attualmente conservati nelle collezioni reali del Castello di Windsor, nel Regno Unito. Correva l’anno 1482 quando il Duca di Milano Ludovico Maria Sforza detto Ludovico il Moro, suggerì a Leonardo di creare il più imponente monumento equestre del mondo: un’opera scultorea dedicata a suo padre Francesco, fondatore del casato degli Sforza. L’ordinazione è confermata da una caparra per i costi della costruzione di un prototipo, pagata per incarico del Duca dal segretario e responsabile del patrimonio finanziario di corte, Marchesino Stanga. Il laboratorio di Leonardo, in Corte Vecchia, dove sorge attualmente Palazzo Reale, è stato dotato degli attrezzi e del materiale occorrente per la fusione dei modelli.
L’opera era imponente e difficoltosa, non unicamente per le grandi misure programmate della statua, ma altresì per l’intenzione di scolpire un cavallo in posizione rampante, nell’atto di abbattersi sul nemico.
Col tempo però, dopo studi approfonditi che dimostravano gli eccessivi problemi di equilibratura e stabilità del monumento, il progetto venne scartato. L’opera scultorea venne comunque riesaminata e riconsiderata in forme gigantesche, fino a quattro volte più grande del normale. Per questo ambizioso progetto, però, si dovette ridisegnare un cavallo al passo, con il destriero che avrebbe dovuto poggiare su tre zampe: entro il maggio 1491 Leonardo aveva preparato un secondo prototipo in argilla, in concomitanza con il matrimonio della nipote del duca con l’imperatore d’Austria. Leonardo, con l’esecuzione di quest’opera scultorea, voleva superare, offuscandole, tutte le antecedenti statue equestri, soprattutto quelle del suo maestro Andrea del Verrocchio e di Donatello, dedicate rispettivamente a Bartolomeo Colleoni e al condottiero e capitano di ventura italiano Erasmo Stefano da Narni, detto il Gattamelata. A dire il vero a Leonardo attirava più il cavallo che il cavaliere; il suo cavallo doveva essere più maestoso rispetto agli altri, doveva superare i 7 metri di altezza, un’ardua competizione mai sperimentata prima di allora. Proprio per questo il genio vinciano studiò dettagliatamente l’anatomia e le proporzioni del cavallo, facendo tantissimi disegni a matita e dedicando molto tempo sul progetto di quest’opera immensa che, per la sua fusione, avrebbe richiesto ben cento quintali di bronzo. L’enorme modello in creta, alto sette metri, venne presentato al pubblico nel 1493, provocando lo stupore unanime. A quel punto il modello doveva solo essere ricoperto da uno spesso strato di cera protettiva e dall’involucro in terracotta necessario per la fusione.
Tutto quanto era ormai predisposto per la realizzazione dell’opera, ma non erano più a disposizione le 10 tonnellate di bronzo occorrenti per la fusione, perché impiegate per la costruzione dei cannoni adibiti alla difesa del ducato di Milano dall’invasione dei francesi di Luigi XII.
All’arrivo dell’esercito francese nel capoluogo lombardo nel 1499, al comando di Gian Giacomo Trivulzio, implacabile nemico degli Sforza, l’artista dovette rifugiarsi a Mantova. Secondo la tradizione il modello, abbandonato a sé stesso nel Castello Sforzesco, venne utilizzato quale bersaglio dai balestrieri francesi, che lo ridussero in frantumi distruggendolo completamente.
In tempi successivi Leonardo si dedicò solo saltuariamente al progetto della statua, ma non la portò mai a termine.
Dovettero trascorrere cinque secoli prima che nel 1977 Charles Dent, un pilota statunitense, artista dilettante e collezionista d’arte, si entusiasmò all’idea di realizzare il sogno di Leonardo; ha quindi incontrato i migliori studiosi del Rinascimento, tra cui Sir John Pope-Hennessey, il prof. Frederick Hartt e l’italiano prof. Carlo Pedretti, uno dei massimi esperti mondiali della vita e delle opere di Leonardo da Vinci, per determinare se il progetto fosse fattibile. Quando ogni esperto ha confermato la fattibilità del progetto, Dent ha raccolto dati e foto e ha ufficialmente avviato la sua missione.
Dopo aver creato la “Leonardo da Vinci’s Horse Foundation (Ldvhf)” e dopo più di quindici anni di dedizione, riuscì ad ottenere la somma di denaro necessaria, pari a circa 2,5 milioni di dollari, per compiere l’imponente statua. Purtroppo Charles Dent non riuscì a vedere realizzato il proprio sogno, dal momento che morì nel 1994, prima che l’impresa fosse terminata, e ancora una volta il piano di studio progettuale era sul punto di essere abbandonato. Fortunatamente Frederik Meijer, proprietario di una catena di supermercati nel Michigan, finanziò il progetto, con la clausola però che si costruissero due cavalli: uno per Milano e uno per i Meijer Gardens, un parco naturale e artistico a Grand Rapids (Michigan), proprietà di Meijer, dove sono esposte copie delle statue moderne più famose.
Il piano di lavoro è proseguito fra molte problematiche e infine si è deciso di aggiudicare la direzione delle operazioni alla scultrice giapponese-americana Nina Akamu, nata nel 1955 a Midwest City, Oklahoma, che ha portato a termine l’opera. Innanzitutto, come primo modello, è stato realizzato un cavallo di dimensioni ridotte di circa 3 metri di altezza prima di giungere all’enorme scultura in creta di quasi 8 metri. È dal cavallo di argilla che sono stati ottenuti gli stampi dove è stato colato il bronzo fuso. Le sette parti in cui il cavallo era stato fuso giunsero il mese di luglio 1999 a Milano dove vennero assemblate. Dopo diversi dibattiti e discussioni, tra i vari siti proposti, la Fondazione Vinci’s Horse Foundation (Ldvhf), ha scelto l’Ippodromo Snai San Siro. Il cavallo, tra le statue equestri più grande al mondo e di dimensioni colossali (7,3 metri di altezza, posto su un basamento di 2 metri circa e 10 tonnellate di peso) è stato collocato nel settembre 1999 all’ingresso della tribuna secondaria dell’ippodromo. L’esemplare americano del Cavallo di Leonardo è stato posizionato nei Meijer Gardens il mese di ottobre 1999, ed è attualmente l’esemplare più rilevante della rassegna espositiva. Una copia di dimensioni ridotte, alta 2,5 metri, è stata poi devoluta nel 2001 alla città di Vinci e sistemata nella centrale piazza della Libertà. Dal 2001 il Cavallo di Leonardo è altresì l’immagine ufficiale del MIFF Awards, il Film festival internazionale di Milano, una mostra cinematografica che si svolge ogni anno nel capoluogo lombardo. Un’altra copia dell’opera scultorea di dimensioni ridotte è situata presso la falegnameria di “Opera Laboratori Fiorentini” a San Donnino, una frazione del comune di Campi Bisenzio, nella città metropolitana di Firenze.