3 minute read

“Ritratto di Filippo IV di Spagna a cavallo” di Diego Velázquez

DI GIUSEPPE FRASCAROLI

Uno degli artisti più rappresentativi dell’epoca barocca, considerato uno dei principali rappresentanti della pittura spagnola, oltre che uno dei maestri della pittura universale, fu lo spagnolo Diego Rodríguez de Silva y Velázquez, noto come Diego Velázquez (Siviglia, 1599 – Madrid, 1660).

Il “Ritratto di Filippo IV a cavallo” fu dipinto intorno al 1635, con tecnica a olio su tela, di cm 301 × 314, e conservato nel Museo del Prado di Madrid.

Velázquez era stato incaricato di dipingere una serie di cinque ritratti equestri della famiglia reale che sarebbero andati al Salón de Reinos nel palazzo del Buen Retiro a Madrid (ex Museo dell’Esercito). Tra questi dipinti le opere di maggior successo furono il ritratto del principe Baltasar Carlos a cavallo e il lavoro trattato in questa pagina.

L’opera riproduce nello schema compositivo quella di Tiziano Vecellio del 1548, anch’essa conservata al Museo del Prado. Il monarca, rappresentato di profilo e con cappello piumato, indossa una mezza armatura di acciaio azzurrato (trattamento riservato all’acciaio per proteggerlo e abbellirlo), con fregi e punte in oro, gregüescos marroni, stivali di camoscio, fascia color carminio le cui estremità fluttuano nel vento; nella mano destra stringe con veemenza il bastone del comando e con la sinistra tiene le redini del destriero. L’atteggiamento del cavaliere è naturale, rappresentato con grande equilibrio, seduto su una sella riccamente rifinita, nello stile della monta spagnola, in nobile postura. Il cavallo impennato, focoso e vivace, ha un manto baio, con criniera e coda lunghe e caratteristicamente nere. Anche qui, come nel cavallo di Tiziano, la gualdrappa è riccamente ornata con finiture dorate riprese anche nel montante, nella capezzina, nel sovracapo sovrastato da un elemento decorativo, nel pettorale e nelle staffe.

La figura del re è posta in altezza, per poter meglio raffigurare il paesaggio di fondo con una prospettiva di ampio respiro, comune nelle opere di Velázquez. Sulla sinistra è visibile il tronco di una quercia, e in lontananza si apre un panorama che l’artista conosce bene: la foresta di El Pardo a Madrid e oltre, la Sierra de Guadarrama. Caratteristico è poi il cielo di Velázquez, che occupa quasi la metà della tela, con i suoi caratteristici toni blu, bianchi e grigi. Questo ritratto che l’artista fece del re Felipe IV fu usato come modello dallo scultore toscano Pietro Tacca quando realizzò la statua equestre del re a Firenze tra il 1634 e il 1640. Si presume che il dipinto ricevuto da Tacca per consultazione sia la versione ridotta dell’originale del Prado conservato a Palazzo Pitti a Firenze. La statua, inizialmente ubicata nel Palacio del Buen Retiro a Madrid, durante la configurazione della nuova Plaza de Oriente nel 1843, fu qui spostata per collocarla al centro della piazza, ad est dal Palazzo Reale.

This article is from: