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“Cavallo trattenuto da schiavi” di Théodore Géricault

DI GIUSEPPE FRASCAROLI

Il quadro con il “Cavallo trattenuto da schiavi” è un olio su tela di cm 48 x 60 realizzato da Jean-Louis André Théodore Géricault (Rouen, 1791 – Parigi, 1824) nel 1817 circa e conservato al Museo delle Belle Arti di Rouen. Quest’opera resta a dimostrazione della riflessione operata inizialmente dall’artista, prima di accostarsi all’arte romantica, sui grandi classici della storia dell’arte. Il quadro appare ispirato alle composizioni classiche di Nicolas Poussin e di Jacques-Louis David, alla cui arte Géricault si era accostato fin da quando si recava al Louvre, ma che prende un nuovo spazio nella sua strenua e tenace ricerca artistica quando il pittore si recò a Roma nel 1816. La rievocazione del mondo antico idealizzato all’insegna dell’ordine e della chiarezza, messa a punto dai grandi pittori Poussin e David, costituisce la chiave di accesso per Géricault alle antichità di Roma, che ebbe l’opportunità di studiare fino al 1817, quando tornò a Parigi.

Alla corsa dei cavalli Barberi, (i Barberi sono i cavalli da corsa il cui nome deriva da Barberia, il territorio dei Berberi, ovvero il Marocco, l’Algeria, la Tunisia e la Libia, terre da cui provenivano gli animali migliori) del carnevale romano, a cui l’artista presenziò nel 1817 appena prima del suo ritorno in Francia, seguirono molteplici studi che dovevano essere utilizzati per una nuova e grande composizione. Il dipinto ricava da queste ricerche l’idea di rappresentare la tensione tra la potenza del cavallo e la forza dei giovani schiavi che cercano di trattenerlo. La scena è ambientata all’aperto, con un cielo luminoso macchiato da bianche nuvole. L’atmosfera immobile e statica, la calma “olimpica” di questo scenario, come anche gli schiavi nudi a destra che trattengono il cavallo per la coda e le figure dei due uomini che cercano di contenerne l’impeto e il furore abbassandogli la testa, sono un esplicito omaggio all’arte classica. Le larghe pennellate stese con veloce esecuzione, che creano in modo velatamente compendiario le forme in piena luce e cadenzano in profondità il paesaggio collinare sullo sfondo, sono peculiari della tecnica pittorica di Géricault, che si discosta dalla chiarezza, dalla logica e dall’ordine degli autentici artisti classicisti, come Nicolas Poussin e Jacques-Louis David.

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