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Whistlejacket di George Stubbs

DI GIUSEPPE FRASCAROLI

George Stubbs (Liverpool, 1724 – Londra, 1806) è stato un pittore inglese celebrato soprattutto per i suoi dipinti di cavalli, di cui catturò le forme e la natura con notevole comprensione e sensibilità. Autodidatta, Stubbs apprese le sue abilità indipendentemente da altri grandi artisti del XVIII secolo come Reynolds o Gainsborough. Dopo un inizio come ritrattista, nel 1754 si recò a Roma, dove il suo studio dell’antichità probabilmente informò il disegno classico di molte delle sue composizioni, con le loro curve eleganti, i profili piacevoli e le allusioni alla scultura in rilievo. Al suo ritorno in patria da questo breve soggiorno, per quasi due anni Stubbs fece studi anatomici in una fattoria isolata del Lincolnshire, e scrisse un libro che divenne uno studio modello di anatomia animale: “The Anatomy of the Horse”, pubblicato nel 1766: un’opera dove l’anatomia equina era indagata con grande lucidità e notevole afflato artistico e creativo e che fu molto apprezzata.

La sua opera più famosa è “Whistlejacket”, il dipinto di un cavallo rampante, commissionato dal secondo Marchese di Rockingham.

Whistlejacket; un’opera olio su tela di cm 292×246,4 realizzata nel 1762 circa e conservato nella National Gallery di Londra. Whistlejacket era uno stallone castano, con criniera e coda color lino, ritenuto essere la colorazione originale della razza araba selvatica. Era un cavallo da corsa purosangue partorito nel 1749 presso lo stallone di Sir William Middleton, 3° Baronetto al castello di Belsay nel Northumberland, e prende il nome da un rimedio per il raffreddore contemporaneo contenente gin e melassa.

Il cavallo di razza è raffigurato a grandezza naturale nel momento in cui sta per impennarsi, su uno sfondo verde con aggiunta di marrone chiaro monocromatico che ne potenzia il rilievo plastico, ne accentua la magnificenza e gli attribuisce una sensazione di eccellente monumentalità.

L’anatomia è resa con straordinaria accuratezza, mediante uno studio esatto del corpo equino, la cui padronanza George Stubbs acquisì dopo anni di pratica. Whistlejacket, in particolare, mostra un capo affusolato e moderatamente piccolo, orecchie piuttosto piccole e curve, una corporatura robusta e una buona struttura del collo, che appare minimamente arcuato, anche perché la testa e lo sguardo sono rivolti verso lo spettatore: il mantello è sauro e lucente, e le narici sono grandi e vibranti, al punto che il cavallo sembra iniziare un nitrito. Stubbs, insomma, descrive il cavallo con accuratezza anatomica, precisandone accuratamente la muscolatura e alcune vene che emergono dalla parte epiteliale e superficiale della pelle. L’occhio lucido e inquieto, e l’appena visibile ferratura degli zoccoli, delineati con sottile pennellata, rammentano la condizione di un cavallo appena addomesticato. Una specie di impeto e veemenza invade l’animale, che esprime il “sublime dinamico” in natura, controllabile dall’uomo in maniera solamente effimera.

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