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Chardonay dalla California

California, sei Chardonnay per non dimenticare

Non si può dire che il 2017 sia stato un anno facile per la California, colpita dai peggiori incendi che si sono registrati da diversi anni a questa parte. Le immagini delle

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foreste, delle cittadine e dei vigneti distrutti da fiamme all’apparenza inarrestabili hanno fatto il giro del mondo suscitando una vasta commozione.

Per chi ama il vino, sapere che queste immani distruzioni hanno colpito una regione che è fra i pri

Beringer, Wente, Crane Lake, Francis Ford Coppola e Robert Mondavi: abbiamo testato alcuni dei vini importati nel nostro Paese. Un modo concreto per aiutare un Paese devastato dagli incendi

mi produttori al mondo, la culla della vitivinicoltura statunitense con profondi legami con l’emigrazione italiana ed europea, ha avuto un effetto ancora più pesante. Basti pensare che il vino impatta sull’economia Usa per quasi 220 miliardi dollari nel 2017 dando lavoro direttamente a circa un milione di persone. L’85% di questa ricchezza viene prodotto dalla sola California, in gran parte nella Napa Valley diventata anche una importante meta turistica. I titoli di cronaca parlano da soli, delineano l’impatto dei

roghi più devastanti che la Napa ricordi: 41 vittime, 40.000 sfollati, 5.700 proprietà distrutte, più di 86 mila ettari bruciati. Migliaia di persone hanno visto drasticamente cambiare la loro vita nel giro di qualche ora.

Gli incendi sono arrivati al termine di una ondata di caldo estivo che aveva già comportato la contrazione della produzione: il raccolto totale è stato di 4 milioni di tonnellate, solo in lieve calo rispetto ai 4,03 milioni di tonnellate del 2016, con la maggior parte le perdite derivanti dall’ondata di caldo estivo nelle contee di Sonoma, Napa e Mendocino. Queste aree rivestono una grande importanza dal punto di vista qualitativo, ma pesano per circa il 12% del volume di produzione complessivo: il grosso proviene dalla Central Valley. A distanza di qualche settimana, l’impatto degli incendi sull’industria californiana del vino è stato meno grave del previsto: la vendemmia era stata quasi completamente effettuata nelle tre contee prima dell’avvio dei primi focolai. Fra l’altro, il ritorno delle piogge nell’inverno e nella primavera scorsi avevano interrotto una siccità lunga quasi cinque anni, ricostruito le falde e permesso alle piante di crescere e lavorare senza gli stress del recente passato. Prima che gli incendi cambiassero il sentiment generale sulla produzione californiana le stime dei produttori sulla qualità di cabernet sauvignon, mer

lot, zinfadel, sauvignon blanc e chardonnay erano improntate all’ottimismo, con un’aspettativa di alta qualità.

Tannico, il più importante sito di e-commerce italiano del vino, si è impegnato per evitare che alle distruzioni del fuoco si unisse, per i produttori californiani, anche un crollo nelle vendite dovuto più che alla natura proprio al sentiment negativo sui vini della West Coast applicando uno sconto non simbolico per incentivare gli acquisti. A questa iniziativa si è unito il nostro giornale che presenta in queste pagine una degustazione di sei Chardonnay in listino su Tannico e offrendo visibilità alla “Rebuild Wine Country”, un’associazione no profit che sta raccogliendo fondi per ricostruire le case andate bruciate nelle contee di Napa, Solano, Mendocino e Lake: obiettivo 5 milioni di dollari: « Attualmente – spiega Ariel Jackson - stiamo concentrando la maggior parte delle nostre energie sulla comunicazione del progetto e sulla raccolta di fondi durante la fase di pulizia ambientale. Dopo, inizieremo a ricostruire le case!».

Nelle pagine successive troverete le indicazioni per partecipare anche voi a questa gara di solidarietà: un piccolo impegno da parte di tutti noi dopo che, nel passato anche recente, l’Italia è stata beneficiaria dell’appoggio e del supporto di migliaia di persone

nel mondo a seguito dei disastri ambientali che hanno contraddistinto a nostra storia recente.

Ed eccoci ai vini degustati. L’invito del nostro magazine è quello di sostenere la California comprando una bottiglia del suo vino:

Wente Chardonnay Morning Fog 2015 Famiglia storica della vitivinicoltura californiana attiva in vigneto sin dal 1883. Morning Fog (nebbia del mattino) è il riferimento alla nebbia che dal Pacifico risale la costa dalla baia di San Francisco alla Livermore Valley. Questo fenomeno quotidiano modera il clima e permette di produrre uno Chardonnay molto ben bilanciato. La famiglia Wente ha storicamente sempre lavorato sul proprio patrimonio vegetale, arrivando a produrre propri cloni di chardonnay che poi sono stati utilizzati da gran parte dell’industria locale. Ciascun vigneto viene raccolto e lavorato separatamente, il che massimizza la qualità e aggiunge un’elegante complessità al vino. Questo vino fermenta, per cinque mesi, in botti di rovere americano, ma metà della massa fa soltanto acciaio. La quercia fornisce sentori di vaniglia e migliora la sensazione in bocca mentre l’acciaio conserva i sapori di frutta naturalmente insiti in questo Chardonnay cui viene aggiunto un 2% di Gewürztraminer . Al naso l’impatto è davvero incredibile tanto è ricco, complesso, con note di mela verde, di ananas e cedro. Leggere sensazioni fumé che poi si ritrovano al palato che, pur cremoso, mantiene una sua brillante freschezza. Finale minerale con note di vaniglia e spezie dolci. Appagante e molto invitante. In degustazione: 98/100

Crane Lake Chardonnay 2015 Crane Lake è uno dei (sessanta) brand della Bronco Wine Company, erede di una cantina fondata nel 1906 da Giovanni Franzia, ligure di Vado che nel 1893 aveva attraversato l’Atlantico per fare fortuna. Attraversando il “secolo americano” - la famiglia Franzia è diventata il più grande proprietario di vigneti in California, ben 40mila acri, ha stretto legami con Ernst e Julio Gallo, ha visto entrare ed uscire nel proprio capitale colossi dell’economia americana, si è quotata in borsa,

sino a ritrovare negli Anni Settanta nella BWC una proprietà nuovamente ed integralmente di famiglia con Joseph S. (appena rientrato dal VietNam dove aveva servito come marine), John e Fred T. Franzia: la nuova generazione ha portato il business di famiglia ai livelli più alti – un miliardo di bottiglie complessivamente vendute - rilevando diversi brand da altri gruppi multinazionali e diversificando il portafoglio in America Latina ed in Europa, con un forte impegno per la riduzione dei gas serra.

Crane Lake è una linea di varietali con uve di proprietà della Central Valley. Immediato, diretto, l’impatto olfattivo dove emergono subito le note di frutta gialla, di tropicale, e banana. Chardonnay quasi scolastico, con note di vaniglia e leggera tostatura. Il palato è fresco, coerente, torna la frutta tropicale che si fonde con sensazioni più aromatiche, incenso e balsamico.

In degustazione: 95/100

Beringer Chardonnay Founders’ Estate 2015 Nel 1869 Jacob Beringer, da Mainz in Germania, dopo aver lavorato per Charles Krug pensò bene di trasferirsi nel Nuovo Mondo per creare in California la prima industria del vino. Sbarcato a New York ci mise sei anni per arrivare in California ed acquisire assieme al fratello Frederick 215 acri nella Napa Valley. Da allora, sino alla consacrazione poco più di un secolo dopo, di miglior Cabernet sauvignon e miglior Chardonnay al mondo, Beringer è cresciuta ed oggi è amministrata dal pronipote del fondatore, Jacob pure lui.

Le uve di questo chardonnay sono selezionate in vigneti ubicati lungo la North Coast (Mendocino) e il delta di San Francisco. La vicinanza alla costa del Pacifico porta ad escursioni termiche molto accentuate. All’olfatto è immediato e potente: profumi di frutta gialla, di fiori, di cedro e pera. Il palato è fresco, invitante e molto coerente. Si ritrovano la frutta, la purea di pera, la vaniglia. Il finale è lungo, molto equilibrato. Invita ad una seconda beve con una piacevolezza lontana dagli stereotipi sul legnoso vino californiano. In degustazione: 97/100

Fran is Ford Coppo a Russian River Chardonnay Director’s Cut 2015 Il grande

regista americano dal 2006 assieme alla moglie Eleonor si è lanciato nella produzione di vino raggiungendo significativi risultati in termini di qualità. Questo chardonnay nasce nella valle del Russian River, una delle zone premium per questo vitigno in California, e affina otto mesi in barrique di legno francesi, di cui il 40% di primo passaggio. Cremoso al palato, sorprende al naso con profumi di vaniglia, spezie, frutta a pasta bianca come pera e pesca, note più tropicali e di banana. Coerente in bocca, con finale sapido e di mandorla. In degustazione: 94/100

Ro ert Mondavi Chardonnay Private Selection 2014 Giù il cappello davanti ad uno dei grandi nomi dell’enologia mondiale: figlio di immigrati marchigiani, Robert entrò nel business di famiglia dopo essersi laureato alla Stanford University per poi, assieme al fratello, puntare con decisione alla produzione di vini di qualità in Napa Valley in grado di competere con le migliori produzioni europee. Missione compiuta e status di leader acquisito nel mondo anche attraverso le sue joint venture, famosa quella col Barone di Rothschild. Nel 1997, al “Grand european wine jury” il suo Chardonnay riserva venne eletto migliore del mondo. Nel 2002 la Repubblica italiana lo premiò con l’Ordine al Merito, cui fece seguito la Legion d’onore francese.

I vigneti sono nella Central Coast per questo chardonnay che si presenta con un olfatto molto vitale e fresco dove immediati sono i profumi di pesca, lime, e mela granny. Al palato tornano note fruttate di agrumi, ancora la mela e note più verdi di fieno, Finale di mandorla, molto appagante.

In degustazione: 94/100

Ro ert Mondavi Chardonnay Woodbridge 2014 Profumi vegetali all’olfatto e fiori bianchi; la frutta è tropicale con banana e vaniglia. Impatto alcolico importante al palato; il palato è molto caldo e cremoso. Tornano le note di frutta tropicale, con vaniglia e mandorla. Riempie la bocca, ma tende a sparire in fretta. Pensato per un pubblico statunitense, ed all’uso importante dei legni, di questo eccezionale lotto in degustazione è lo chardonnay che impressiona di meno un winelover europeo. In degustazione: 93/100

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