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Lambruschi reggiani alla tavola della Osteria di Scandiano

di Enzo Russo

Lambrusco reggiano e gastronomia i protagonisti della tavola

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L’ appuntamento con il Presidente dei vini Reggiani Davide Frascari è a Villa Valentini – San Donnino, Casalgrande (Re) – un’ antica e affascinante villa dell’700 in tipico stile emiliano situata in un parco di 8 mila mq circondato da 15 mila ettari di vigneto lambrusco e altrettanti ettari di pereto. E’ un’oasi dove la Natura è ancora intatta grazie al contributo dell’uomo che ha saputo proteggerla da qualsiasi speculazione.

E’ qui che il Presidente ci aspetta per farci vedere l’estesa tenuta ma anche per parlare di come è andata la vendemmia nel suo insieme.

«La vendemmia 2017 si caratterizza come una delle vendemmie più scarse degli ultimi 100 anni, questo fenomeno ha colpito tutta l’Europa e in particolare il nostro territorio. A livello Europeo si stima un calo produttivo di circa 30 milioni di ettolitri. Nel

distretto del Lambrusco, tra Reggio Emilia e Modena, abbiamo avuto un calo del 27% , più alto nella nostra Provincia dove ha toccato il 33%.

Il calo produttivo è stato generato da tre fattori, il primo, quello meno rilevante è stato quello della minore quantità di germogli atti a diventare uva, il secondo fattore, il più critico è stato il gelo e la brina di aprile e il terzo è stata la siccità e il clima torrido estivo che ha gravato soprattutto nella zona pedo-collinare. Quindi le Cantine della collina hanno avuto un calo del 40% per tutta una serie di fenomeni che si sono sommati. Mentre in generale si conferma la buona qualità, un dato molto importante, perché certifica le caratteristiche intrinseche delle varie tipologie del Lambrusco. Forse ci sarà un po’ di carenza di acidità, però i polifenoli e le altre caratteristiche della famiglia dei Lambruschi si sono mantenute ad alti livelli».

Sarà una qualità pagante che aiuterà le aziende a recuperare il calo di produzione: «I mercati stanno manifestando una certa euforia perché il calo produttivo, inevitabilmente innalzerà i prezzi. Il vino da tavola generico è quello che ha subito l’incremento di prezzo e di conseguenza anche i vini dop e igp aumenteranno. Gli aumenti sono considerevoli, perché un Lambrusco sfuso passa dai 4 euro ettogrado a circa 6,80 di quest’anno. Questi aumenti preoccupano tutto il mondo produttivo perché il rischio è che il consumatore si orienti verso altre bevande. E’ chiaro che stiamo parlando di tutti i vini e quindi non abbiamo il timore che il consumatore opti per altri vini ma che si indirizzi verso la birra o altro. E’ un rischio che tentiamo di arginare mettendo in campo tutti gli strumenti possibili».

Il Lambrusco è un mito che fa parte del vostro territorio da sempre, intere generazioni sono cresciute lavorando nei campi di vigneti, ha dato e sta dando lavoro a migliaia di persone ed è certamente una delle più importanti fonti di reddito del territorio. Certamente quest’anno il clima è stato inclemente e il brioso e spumeggiante Lambrusco ha pagato un Da sinistra Stefano Oleari, Erica Vioni, Erika Sartori, Davide Frascari e Franco Oleari

conto salato, ed è proprio per questo motivo che bisognerebbe dare maggior risalto alla bontà e genuinità promuovendolo e abbinandolo con un altro punto di forza che è la gastronomia, un settore che esprime molte eccellenze, come per esempio il Parmigiano Reggiano, formaggio conosciuto in tutto il mondo e ahimè anche il più imitato.

«E’ fondamentale. Tutto ciò che è sulla tavola viene dalla terra, sono filiere diverse, ma nascono dallo stesso punto e si ritrovano sulla tavola. E’ chiaro che ci sono dei parallelismi e abbinamenti che sono fondamentali. E proprio qua in Emilia dove c’è una storia, una tradizione della nostra cucina nasce spontaneamente l’abbinamento con il Lambrusco. Però bisogna specificare che si parla di una famiglia di vitigni che nel territorio di Modena e Reggio Emilia sono caratterizzati da una differenza. Modena tende a vinificare il mono vitigno, mentre da noi, a parte i colli di Scandiano e Canossa, abbiamo il Reggiano Lambrusco doc che si distingue per il mix di diverse componenti della famiglia dei Lambruschi. Nella storia delle varie cantine questa composizione ha fatto sì che le diverse varietà caratterizzassero il vino dandogli una identità ben specifica».

Oggi abbiamo degustato alcuni Lambruschi, tra cui delle eleganti bollicine di spumante, abbinati a piatti della vostra tradizione gastronomica, come il Culatello con gnocco fritto, tocchetti di Parmigiano Reggiano, Cappelletti in brodo e costine di maiale. Tutto buono, appetitoso e soprattutto con i giusti abbinamenti. E’ questo il messaggio con cui intendete promuovere il territorio e farlo conoscere in tutte le sue varie eccellenze.

«La storia del nostro territorio nasce principalmente dall’agricoltura e questo non dobbiamo dimenticarlo. E’ molto importante perché i nostri vini e la cucina reggiana sono un importante volano della nostra economia, ma soprattutto sono due settori che il mondo ci invidia».

Ristorante osteria in scandiano

Abbiamo degustato alcuni piatti della cucina locale reggiana abbinata ad alcuni buoni Lambruschi. Ne parliamo con i titolari, i fratelli Simone e Andrea Medici, due giovani ristoratori ben preparati e con le idee ben chiare su i prodotti che usano a chilometro zero.

«L’antipasto lo abbiamo preparato con il Culatello di Zibello e mignon di gnocchi fritti abbinandolo alle bollicine Spergola dell’azienda Ajano, metodo charmat; come primo piatto i Cappelletti in brodo di cappone abbinandoli al Lambrusco “Pra di Bosso”

oggi siamo a Scandiano in questa villa signorile del 1400 dove si svolgono manifestazioni, convegni e matrimoni. Il punto di forza è il ristorante che propone sempre piatti della tradizione che fanno parte del nostro territorio, rivisti e corretti come vuole la moderna cucina».

Simone e Andrea Medici: piatti della tradizione rivisti come vuole la cucina moderna

della cantina Casali e come secondo delle Puntine di maiale nostrano cotte sottovuoto in cotica accompagnate da verza saltata e marmellata di arance abbinandole al Lambrusco di Puianello». Perché questi abbinamenti? «La Spergola ha la capacità di essere spumantizzata e poi per la nota un po’ aromatica si sposa perfettamente con lo Zibello; il Lambrusco “Pra di Bosso” con i tannini attira i cappelletti; con le puntine abbiamo preferito il Lambrusco di Puianello perché un po’ più sostenuto».

I piatti serviti fanno parte della tradizione: «Fanno parte della tradizionale cucina reggiana, sono i più richiesti dalla clientela. La nostra famiglia ha una storia trentennale nel campo della ristorazione, in cucina c’era stata la nonna e la mamma, poi negli anni ‘90 siamo subentrati io e mio fratello che abbiamo fatto la scuola alberghiera a Salsomaggiore. E

Le aziende vinicole e i vini

Stefano Oleari, oggi abbiamo degustato un vino prodotto dalla Tenuta Aljano, la Spergola brut metodo charmat Brina d’Estate, molto interessante l’abbinamento proposto. Quali sono le sue caratteristiche? «La Spergola si caratterizza per una spiccata acidità rendendola molto particolare e quindi molto adatta ad essere vinificata come spumante. Sprigiona profumi di fiori e frutta, si caratterizza nel farsi bere perché è fresco, giovane e si esprime molto bene con i salumi, fritture. Ottimo come aperitivo».

Erika Sartori, imprenditrice agricola e amministratore della Cantina Puianello ci parla del Bardi-Lambrusco Reggiano doc: «E’ un vitigno autoctono che abbiamo pensato di vinificare come mono vitigno, una scelta aziendale per sperimentare una tipologia di Lambrusco rispetto al Lambrusco tradizionale della nostra zona. Il sapore è speziato con profumi intensi che lo differenziano dalle altre tipologie. Il Lambrusco Reggiano doc viene invece fatto con le uve Salamino Maestri. Il vitigno Bardi nasce nella zona di Campegine». In abbinamento alle puntine di maiale si è dimostrato generoso con il palato. Francesco Gherpelli, vice presidente della Casali Viticultori, l’azienda più antica del distretto del Lambrusco, risale al 1900: «Pra di Bosso è il Lambrusco Reggiano dop più conosciuto dell’azienda. Viene fatto con tre uve, il Salamino, Maestri e Malbo Gentile. Dal colore rosso rubino, sprigiona profumi e fragranze intense. Si abbina perfettamente a salumi, carni alla brace o arrosto. Con i primi piatti si accosta con delicatezza».

Diventa assaggiatore di vino

Il corso per Assaggiatori di Vino di 1° Livello inizierà il 15 gennaio a Verona ed è aperto a tutti, anche a chi è privo di qualsiasi esperienza, ed è valido per il conseguimento del Diploma di “Assaggiatore di Vino” (riconoscimento giuridico D.P.R. 8/7/1981 n. 563) e conseguente iscrizione all’Albo Nazionale degli Assaggiatori di Vino ONAV.

Il corso è articolato in 18 lezioni teorico-pratiche (due a settimana) il lunedì e il mercoledì della durata di circa 2 ore ciascuna.

Durante il corso saranno degustati oltre 60 Vini. Dopo le 18 lezioni è prevista la sessione d’esame con una prova teorica e una pratica con la degustazione di 5 Vini.

Per info ed iscrizioni: Francesco GALEONE (Delegato) 3397195010 Antonio MONACO (Segretario) 3382435580 verona@onav.it - www.onav.it Quota di partecipazione: € 410, € 305 per giovani 18/23 anni

Modalità di iscrizioni: versare €145, €40 giovani 18/23 anni

con bonifico bancario su c/c n. IBAN: IT87C0200859960000103011564 intestato a: ONAV Sezione Verona Causale: (Nome e Cognome partecipante), Iscrizione Corso 1° Livello Verona 2018, copia del bonifico va inviata via e-mail a: verona@ onav.it

Il SALDO di € 265 DEVE avvenire prima dell’inizio del Corso con bonifico bancario e la ricevuta deve essere consegnata la sera della prima lezione.

di Enzo Russo

Nuova Peugeot 3008 un Suv sicuro e sportivo

La nuova Peugeot 3008 150 c.v. è un Suv solido e d’effetto per le scelte di design, sia all’esterno sia all’interno. Ha un abitacolo spazioso per 5 persone, dove i particolari sono stati studiati nei dettagli. I comandi a tastiera della console sembrano quelli di un aereo, il bel quadro strumenti rialzato digitale 12,3 pollici, il posto di guida rialzato da subito la sensazione di dominare la strada, dove il volante di piccola taglia tagliato in alto e in basso contribuisce notevolmente a prendere confidenza con la guida anche sportiva. I francesi non si sono risparmiati nel progettare la nuova Peugeot 3008. In alto, al centro sopra lo specchietto retrovisore ci sono i comandi per spostare la retina per dare più luminosità all’abitacolo e renderlo panoramico per chi viaggia dietro oppure per aprire il tettuccio, una vera chicca per le vacanze estive. Al centro della plancia c’è il monitor multi touch da 8” per gestire il ricco sistema di infotainment. Sotto ci sono i pulsanti per scegliere le differenti funzioni del sistema. Il bagagliaio è ben sfruttabile con buona cubatura che può aumentare se si ribaltano gli schienali.

La trazione è anteriore, ma in caso di fondi difficili il guidatore può contare sull’Advanced Grip

Control, un sistema che include pneumatici M+S, assistenza nelle discese più ripide e si avvale di 5 modalità d’utilizzo: Normale, Neve, Fango, Sabbia ed ESP OFF, selezionabili attraverso la pratica rotella sul tunnel centrale. Sotto il cofano della 3008 pulsa un cuore 2.0 BlueHDI da 150 CV abbinato ad una trasmissione manuale a 6 marce, che garantisce prestazioni briose: un’accelerazione da 0 a 100 km/h coperta in 9,6 secondi ed una velocità massima di 207 km/h.

Il nuovo Suv è un concentrato di tecnologia che vuol dire sicurezza e comodità.

Leggera, nonostante una massa di circa 1.400 kg, la 3008 è agile: i cerchi da 18 “ e le coperture 225/55 rendono l’auto dinamica senza nulla togliere al comfort di marcia.

Suv, il mantra del mercato auto è questo. Tutti vogliono auto a guida alta, spaziose e in grado di affrontare strade sterrate. E la Peugeot 3008 si è vestita come un elegante Suv. Una svolta che la rende più aggressiva e sportiva. L’abbiamo provata per andare in Sicilia, tre persone, bagagli con il cane da 40 kg, un metro e venti disteso, alloggiato nel bagagliaio con lo schienale destro ripiegato. E’ stato un viaggio comodo anche per il cane che ha potuto distendersi e approfittare del tettuccio aperto senza disagi. Un bel viaggiare in assoluta sicurezza e comodità, dove tutto ha corrisposto alle aspettative: un ottimo impianto frenante, aria condizionata, tenuta di strada, consumi 16 Km/litro. Silenziosa e quel brio che rende piacevole e scattante la guida. Sembra quasi di stare su una sportiva, sensazione portata anche dall’assetto davvero giusto, uno sterzo diretto molto funzionale. Piacevole anche il cambio, preciso. Se in autostrada il piede destro inizia a lamentarsi ci si può affidare al Cruise Contro Adattivo, uno dei numerosi sistemi di assistenza alla guida presenti

L’elegante Jeep Grand Cherokee un concentrato di tecnologia

La Jeep Grand Cherokee è un grande ed elegante suv dal designer moderno che la rende slanciata e attraente nell’insieme. E’ pratica e maneggevole, sia in città sia nei percorsi misti, in autostrada e adatta anche nei percorsi più impegnativi. Su strada mostra una buona capacità di assorbire le sconnessioni del terreno. Nei percorsi di montagna viene fuori la grinta e la potenza del motore, la buona tenuta di strada permette di affrontare le curve e i sorpassi con sicurezza che deriva anche dall’ottimo impianto frenante. Ma è nei lunghi percorsi autostradali che la Jeep esprime il meglio: è rilassante comoda, silenziosa e la guida non è per niente stanchevole. Riesce a dare un bel senso di sicurezza. In più è molto tecnologica

La Grand Cherokee 3.0 V6 Turbo Diesel, 250 c.v., cambio automatico a 8 rapporti, colpisce subito per l’innegabile imponenza, è lunga 482 cm., larga 194, alta 180 cm, pesa in ordine di marcia kg, 2447 e la capacità del bagagliaio è litri, 457 e con sedili ribaltati1554.

E’ una vettura lussuosa, che offre un abitacolo confortevole, un salotto, cinque persone viaggiano molto comode e possono godersi il viaggio in tutta tranquillità.

Mettersi al volante della Grand Cherokee è come mettersi nella cabina dell’aereo. Tutta la strumentazione è a portata d’occhio e di mano, c’è tutta la tecnologia per fare un viaggio sicuro. Al centro della plancia lo schermo da 8,4” consente di accedere, con una grafica pulita, al sistema multimediale Uconnect e ai menù di gestione dell’assetto della vettura. Si va dal navigatore all’ infotainment, dagli ausili alla guida alla guida in fuoristrada, come il Selec-Terrain, ad esempio, consente di scegliere la modalità di guida più adatta al fondo stradale, mentre la trazione integrale intelligente sceglie su quale ruota trasferire motricità. Il pacchetto offroad offre la possibilità di variare l’altezza da terra delle sospensioni pneumatiche, con una escursione di 7 centimetri, da 20,5 a 27,5, ma anche di impostare il Selec-Speed Control, che permette di regolare la velocità in salita e in discesa senza toccare i pedali, ma intervenendo sulle leve cambio al volante con una precisione davvero notevole.

L’abbiamo provata in Valle d’Aosta, dove le salite e i tornanti si fanno sentire e poi in Emilia a fare un tuffo tra i vigneti di Lambrusco e a Maranello facendole sentire i “ruggiti” della Ferrari. Due percorsi molto diversi che hanno messo in evidenza la versatilità della Jeep Grand Cherochee che con i suoi 250 c.v. ben distribuiti sulle 8 marce, si adatta a qualsiasi tipo di strada, di clima e di percorso. I consumi, considerando la mole e i cavalli, sono in linea: in autostrada, tenendo un piede leggero, 11 km con un litro, in città e nel misto 6,5/7 lt.

L’Italian Wine Journal per la ricostruzione della California

Già a pagina 10 di questo numero vi abbiamo raccontato delle distruzioni in California legate all’eccezionale ondata di incendi che ha sconvolto la patria del vino a stelle-e-strisce. Come già fatto in precedenti catastrofi – dal terremoto in Cile a quelli in Centro Italia – il nostro Magazine ha deciso di sostenere tutte quelle iniziative che possono contribuire a rendere meno pesante la situazione dei sopravvissuti a queste catastrofi.

Il primo suggerimento è quello di comprare vini californiani: Tannico, e molti distributori anche non in line, hanno in catalogo diversi prodotti. E’ la strada che abbiamo scelto anche noi per realiz- zare il servizio di apertura del nostro magazi- n e . Avrete così la possibilità di ampliare le vostre conoscenze e di contribuire al conto economico dei produttori.

Chi vuole impegnarsi per aiutare la ricostruzione delle contee della California distrutte dagli incendi può contattare l’associazione Rebuild Wine Country che vuole

mettere nuovamente un tetto sopra la testa degli sfollati. Si possono fare donazioni online: https://www. youcaring.com/victimsofwinecountryfires-979025) oppure tramite assegno a:

Habitat for Humanity of Sonoma County 3273 Airway Dr Ste E

Santa Rosa, CA 95403 Causale: Ricostruisci Wine Country/Rebuild Wine Country

Contatti: telefono (707) 681-5664 Email: contact@rebuildwinecountry. org

Website: rebuildwinecountry.org Twitter: @rebuildwinecountry

Direttore responsabile: Beppe Giuliano email: boss@euposia.it telefono +39 045 591342 Vicedirettore: Nicoletta Fattori email: fattori@euposia.it telefono +39 045 591342

Redazione e Degustazioni (dove inviare i Campioni): Via Luigi Negrelli, nr 28 37138 Verona tel. fax. 045.591342 email: desk@giornaleadige,it

Enzo Russo Caporedattore Enogastronomia email: desk@giornaleadige.it

Hanno collaborato a questo numero: Filippo Ciardi, Carlo Rossi, Giulio Bendfeldt, Magda Beverari, Daniela Scaccabarozzi, Zeno Sorus Impaginazione: Delmiglio email: redazione@delmiglio.it telefono: 045 6931457 Copertina: Archivio Santa Margherita

Concessionaria per la pubblicità: Fantasia Edutainment SRLS-Verona email: fantasiaverona@gmail.com

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La nuova bandiera dell’ “ITALIAN HEALTHY FOOD”

Latte a Qualità Verificata

Prodotti creati in regime di qualità superiore, secondo regole più ferree della Legge: per il benessere animale, la sicurezza alimentare e la tutela ambientale. Le vacche, poi, vengono alimentate anche con semi di lino, fonte di Omega 3.

Con il nuovo Disciplinare Qualità Verificata anche i formaggi potranno riportare il logo QV

VALDOBBIADENE PROSECCO SUPERIORE “52” SANTA MARGHERITA: Prosecco a Valdobbiadene dal 1952

Il 1952 è l’anno di inizio del nostro percorso legato al Prosecco Superiore Valdobbiadene D.O.C.G. Ecco perché, quando abbiamo raggiunto l’espressione più raffinata di una storia, di un territorio e di una passione che dura da 60 anni, abbiamo pensato che il suo nome potesse essere uno solo: 52.

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