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di Adriano Prosperi

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di Luca Fracassi

di Luca Fracassi

RICORSI STORICI

IMPARARE DALLE EPIDEMIE

Recurrences of history Lessons from past epidemies

di ADRIANO PROSPERI

Epidemie e pestilenze appartengono alla collisione tra storia umana e storia naturale. Quali sono le caratteristiche peculiari di questa attuale “peste”, causata come in molti altri casi da un incongruo rapporto tra specie, quella umana e alcune animali?

1Si è trattato della prima PANDEMIA DA GLOBALIZZAZIONE. Il virus si è diffuso nel mondo in tempi brevissimi, percorrendo le distanze con la velocità dei jet. Invece la Yersinia pestis della Peste Nera viaggiò con le pulci infette e i topi che la nutrivano alla velocità delle navi genovesi tra il Mar Nero e l’Italia,

seguendo le date degli approdi, da 2 quello nel porto di Messina nel 1347. A toglierle i caratteri globali hanno subito provveduto le divisioni politiche ed economiche delle nazioni. Alcuni governanti ne hanno NASCOSTO o ritardato la notizia o NEGATO e sminuito l’impatto. E sono ricomparsi gli appelli di intellettuali noti (“la peste non esiste, è un’invenzione del potere”) e le de3 nunzie di untori. A fronte del disordine internazionale e dei conflitti c’è stata l’inattesa

DOCILITÀ dei popoli nel piegarsi al distanziamento e alla chiusura (lockdown). Quella degli italiani ha stupito tutti. Scarsa l’aggressività diffusa e la liquefazione dei vincoli interpersonali.

Nel passato le epidemie scatenavano invece la disgregazione di famiglie e società, l’abbandono dei malati, la ricerca esasperata di un godimento immediato della vita. Tucidide per la peste di Atene, Villani e Boccaccio per la peste nera, Manzoni per la peste di

Milano hanno registrato manifestazioni simili. In realtà anche nella pandemia attuale, fuga dal pericolo e abbandoni

Adriano Prosperi, professore emerito della Classe di Lettere e Filosofia, Scuola Normale Superiore (© Scuola Normale Superiore)

di vecchi e malati non sono mancati, mascherati dall’intervento del potere pubblico con la chiusura nei reparti di emergenza o nelle “residenze assisti4 te”. Così la morte è stata silenziata. CONSEGUENZE ECONOMICHE e CULTURALI: sono profonde e le stiamo cominciando a scoprire dopo i tanti messaggi di incoraggiamento che ci siamo scambiati come novelle narrate a bambini impauriti… La conflittualità economica e sociale solita a scatenarsi dopo le epidemie non si è ancora manifestata ma lo farà. Ricordiamo nel ’300 le “jacqueries”, la rivolta dei Ciompi, la trasformazione dei comuni in signorie, o nel ’600 la spaventosa caccia a streghe e stregoni, a ebrei e giudaizzanti. 5 Last but not least, la minaccia della SECONDA ONDATA. Le epidemie hanno sempre ritorni successivi dopo la crisi iniziale. La Yersinia pestis ricomparve di continuo dal ’300 in poi. Contiamo sul vaccino, ma intanto, nel prepararsi a una difficile ripartenza, si è notato il persistere di una scarsa attenzione al tema scuola e cultura. Per un Paese come l’Italia, unificato grazie alla scuola, la questione era invece più urgente che altrove. Per non parlare della prospettiva di un sistema mondiale più coeso e realmente globalizzato. La gerarchia delle grandi potenze ha subìto una scossa mentre l’ordine internazionale e molti assetti interni appaiono desueti e da rivedere.

Epidemics and pestilences are linked to the collision between human and natural history. What are the peculiar characteristics of this current “plague”, caused, as in many other cases, by an incongruous relationship between species, humans and animals? 1 This was the first PANDEMIC IN GLOBALISATION.

The virus spread around the world travelling distances at jet speed. The “Yersinia pestis” causing the Black Plague, on the other hand, travelled with infected fleas on rats at the speed of Genoese ships between the Black Sea and Italy, spreading all over Europe from the port of Messina in 1347. 2 National political and economic responses diminished global aspects. Some rulers even HID or delayed the news or DENIED and belittled the impact. Once again forgotten slogans were repeated by well-known intellectuals (“there is no plague, it is an invention of the establishment “) just like a renewed reporting of infectors. 3 Face to international disorder and conflicts there was an unexpected DOCILITY by people in accepting social distancing and lockdown. In the past, epidemics triggered disintegration of fami-

lies and society, abandonment of the sick, exasperated search for immediate enjoyments. Thucydides, Villani, Boccaccio and Manzoni have recorded similar manifestations. In reality, even in this current pandemic such episodes were not lacking: escape from danger and abandonment of the old and sick, veiled by the intervention of the authorities with the closing of emergency departments or nursing homes. 4 The ECONOMIC AND CULTURAL EFFECTS are deep. The economic and social conflict that usually follows an epidemic has not yet manifested itself but it certainly will. In the 14th century there were the “Jacqueries”, the transformation of municipalities into lordships; in the 17th century the frightening persecutions of witches, Jews and Judaizers. 5 Last but not least, the threat of a SECOND WAVE.

Epidemics have always had subsequent returns after the initial crisis. We count on a vaccine, but while preparing for a difficult restart, there was scarce attention to the matters of school and culture. Not to mention the perspective of a more cohesive and truly globalised world system.

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