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di Nicola Maggi

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di Luca Biagiotti

di Luca Biagiotti

ARCHITETTURE RESILIENTI

AL PADIGLIONE ITALIA IN VETRINA ANCHE LE ESPERIENZE PISANE

Resilient architectures Pisa at the Italian Pavilion

L’11 maggio aprirà i battenti la 17esima Biennale Internazionale di Archidi NICOLA MAGGI tettura di Venezia. COMUNITÀ RESILIENTI è il tema scelto per il Padiglione Italia dal suo curatore, Alessandro Melis. Architetto e docente universitario, Melis lavora dai primi anni Duemila intorno ai concetti di resilienza e sostenibilità ambientale, come per il progetto elaborato con lo studio “Diner&Diner” per il Polo della memoria San Rossore 1938 dell’Università di Pisa.

Comunità resilienti è il tema che ha scelto per il Padiglione Italia. Perché?

“Vogliamo rimettere in gioco la città come strumento per il benessere della comunità. Parlare di resilienza significa operare senza compromettere la capacità dell’uomo e delle comunità di avere le necessarie risorse biologiche, sociali ed economiche per adattarsi. Oggi ci sentiamo ripetere che la città è il ‘problema’, in quanto primo fattore di generazione di emissioni di CO2. Questo è vero. Ma la città è anche la ‘soluzione’ perché il problema vero è il modo in cui noi la concepiamo. Parlando di comunità resilienti stiamo dicendo che a noi il ragionamento sulla città interessa nella misura in cui essa è uno strumento per risolvere i problemi della comunità e non il contrario”.

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Un interno del Polo San Rossore 1938 (foto di Alessandro Gonnelli)

Nel Padiglione Italia, Pisa sarà rappresentata nei comitati scientifico e consultivo, ma anche in una specifica sezione, quella su Peccioli.

“Sì, nel comitato scientifico transdisciplinare abbiamo chiamato dall’Università di Pisa Michela Passalacqua, prorettrice e ordinario di Diritto dell’Economia, lo scienziato Guido Tonelli e Daniela Ciccarelli, ricercatrice di Botanica, dalla Scuola Superiore Sant’Anna il climatologo e fisico Roberto Buizza. Tra i curatori di alcune sezioni ci saranno gli architetti pisani Margherita Baldocchi e Alice Maccanti, mentre nel Comitato con-

sultivo avremo anche Stefano Renzoni, storico dell’arte e consulente della Fondazione Pisa e di Palazzo Blu, e Stefano Sodi, docente all’Istituto di Scienze Religiose. Per quanto riguarda Peccioli, rappresenta a tutti gli effetti una comunità resiliente. Quando nessuno voleva affrontare temi come la gestione dei rifiuti, qui si dimostrò che i problemi possono portare a soluzioni creative ed innovative. La discarica è diventata un laboratorio di ricerca che potrebbe, un giorno, portare anche al suo superamento, perché le risorse che genera sono reinvestite in innovazione tecnologica, in sostenibilità e in arte e architettura, tre settori cardine della resilienza delle comunità, in linea con l’AGENDA 2030”.

Tra le prove di comunità resiliente, il Polo della memoria San Rossore 1938 dell’Università di Pisa è un altro passo riuscito.

“Si potrebbe quasi dire che la mia idea delle comunità resilienti nasca proprio con questo Polo a cui ho iniziato a lavorare nel 2007 e da cui sono nate le mie prime pubblicazioni sul tema della resilienza, uscite nel 2013. Il Polo, di fatto, è il frutto di quella che in Inghilterra si chiama Practice-based Research. Un tema importante non ancora affrontato fino in fondo in Italia. In questo, il Polo della memoria ha rappresentato un vero Urban Living Lab”.

Che cosa lo caratterizza?

“L’elemento che lo caratterizza è la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Il più importante è l’aspetto ambientale. Le soluzioni adottate in questo edificio sono frutto di anni di ricerca di altissimo livello per capire come realizzare un sistema di riscaldamento basato su pozzi geotermici in un contesto geologico particolare come quello, che è sabbioso e in una zona sismica. Questo ha rappresentato un caso di studio fondamentale e replicabile. C’è poi l’aspetto strutturale, che si intreccia con il concetto di resilienza della comunità e gli aspetti sociali, centrali nel Padiglione Italia. L’unico modo per rendere le comunità veramente sostenibili è puntare

del Polo San Rossore 1938 (foto di Mauro Fiori) Una visione prospettica dell’interno

su strutture versatili, in grado di adattarsi a necessità future in scenari non previsti. Il Polo ex Guidotti è stato progettato pensando che oggi è un’Università, ma che tra 20 anni potrebbe essere qualsiasi altra cosa, ipotizzandolo come un artropode: ha un esoscheletro altamente performante dal punto di vista sismico e termico, ma che rende l’interno riconfigurabile in qualsiasi momento. In passato ciò non veniva fatto e per questa ragione abbiamo oggi città che non rispondono più ai nostri bisogni, ma che generano i problemi che ben conosciamo. Da qui la necessità di ripensarle”.

Alessandro Melis is the curator of the Italian Pavilion at the 17th Biennial of Architecture: the theme Resilient Communities is based on his studies carried out during the design of the new 1938 San Rossore Memory Pole of the University of Pisa: in this structure he gave shape to his strong commitment to a culture of sustainability deeply permeating society, in terms of both citizens and business education. The Pavilion will also host Peccioli Laboratory where the problem of sustainability will be directly addressed, thus demonstrating that creative and innovative solutions can be found out, if problems are strategically faced.

A l e s san dro Melis

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