Tecnica
Il “giusto movimento” Criteri storici per stabilire la scelta dei tempi musicali nel Settecento DI LUCIO GOLINO
Lucio Golino Lucio Golino è diplomato ai Conservatori di Trento e Bolzano in clarinetto, musica corale, strumentazione per banda e composizione. Trasferitosi a Vienna, frequenta la ‘Universität für Musik und darstellende Kunst’, diplomandosi in Direzione d’orchestra ed in Direzione di coro con il massimo dei voti. Dal 1996 al 2003 dirige il celebre coro dei Wiener Sängerknaben, conducendolo con successo in numerose tournèe internazionali. Ha diretto concerti nella Carnegie-Hall di New York e nelle maggiori città degli USA, in Canada, alla Philharmonie di Berlino, al Gewandhaus di Lipsia, al Musikverein di Vienna e nei maggiori centri culturali europei, in Sudafrica (Cape-Town, Durban, Johannesburg, Pretoria) ed in Giappone. Ha diretto l’Orchestra della Radiotelevisione austriaca al Konzerthaus di Vienna.
(PARTE TERZA) Esaminato da vicino in cosa consistesse il concettobase di tempi naturali, passiamo ora al secondo dei criteri a cui ci si riferiva nel 18° secolo per la ricerca del “giusto movimento” in musica: la “classe” di notazione. Prenderemo quindi in esame le “diciture di tempo”, ossia quelle denominazioni aggiuntive (Allegro, Andante ecc.) che costituivano il terzo dei suddetti criteri (e che noi oggi chiamiamo superficialmente “indicazioni” di tempo; cfr. prima parte dell’articolo). Ricorderemo altri importanti elementi per la scelta del “giusto movimento”, come lo stile compositivo o il luogo d’esecuzione e concluderemo accennando al concetto particolare di “mouvement” ed all’idea di esecuzione musicale “logicamente corretta”. 2) I valori minimi di rilievo - la “classe” di notazione Oltre che dalla natura del segno che indicava un tempo più “pesante” o più “leggero”, la velocità della battuta era da ricercarsi nel tipo di valori minimi di rilievo all’interno del movimento musicale stesso1. C. PH. E. BACH 1759: “Il grado di velocità deriva sia dal contenuto del pezzo musicale in sé, sia soprattutto dai valori delle note e dalle figure più rapide che questo contiene. Facendo attenzione in questo senso, si cercherà di non affrettare eccessivamente il tempo nell’Allegro, così come di non rendere troppo sonnolento l’Adagio.”2 JOH. PHIL. KIRNBERGER/J. A. P. SCHULZ 1776: “In riferimento al genere di note in essi contenute, i tempi di danza, i quali presentano sedicesimi e trentaduesimi, avranno un movimento più lento di quelli, che con lo
1. Escluse le note di abbellimento, i tremoli d’arco, le tirate ecc. 2. C. Ph. E. Bach, Versuch über die wahre Art, das Clavier zu spielen, 1759, 1^ parte, 3. capitolo “Dell’esecuzione”, § 10, pag. 121.
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