FARCORO 1 2021

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Repertorio

Maria Maddalena ELABORAZIONE DI GIORGIO VACCHI Nell’ambito delle manifestazioni per i cinquant’anni dell’Aerco è importante ricordare il lavoro compositivo di Giorgio Vacchi, fondatore dell’associazione e a lungo suo presidente. Per questo mi è stato chiesto di scegliere una sua elaborazione per la rubrica “Repertorio” del numero odierno. Una scelta difficile: impossibile essere obiettivi nella mia particolare posizione. Dopo lunghi ripensamenti ecco allora “Maria Maddalena”. Si tratta di una ballata popolare di argomento religioso ritrovata nel 1980 a Monghidoro (nell’appennino bolognese) in un periodo in cui gli studi etnomusicologici e la ricerca sul campo erano vivacemente al centro del dibattito culturale. Fu grazie alla scoperta di melodie come queste che nacque l’interesse di Vacchi per i canti popolari di contenuto sacro. Si trattava di un ambito sicuramente meno esplorato rispetto ad altri filoni come quello dei canti di lavoro o partigiani. Le fasi successive della ricerca riportarono alla luce molto altro materiale di questo tipo che, assieme ad alcuni canti semipopolari, andrà poi a costituire la base per un lavoro discografico a tema: “O Santa Madre” inciso dal Coro Stelutis nel 2005 e contenente elaborazioni di brani di argomento religioso ritrovati nel bolognese. Maria Maddalena fu inizialmente (nel 1982) elaborato da Vacchi per coro a quattro voci virili nella tonalità di do minore e dedicato al coro locale di cui era membro il ricercatore indicato nella nota. L’informatrice alla cui straordinaria memoria dobbiamo questa e moltissime altre melodie è Maria Grillini, personaggio importante per la comunità di Monghidoro tanto da essere soprannominata dai compaesani “la cantante”. La traccia originale è ascoltabile accedendo all’archivio CCS del Coro Stelutis (https://www.corostelutis.org/formlogin.php). La versione che qui pubblichiamo è l’adattamento per coro a quattro voci miste in mi minore utilizzata attualmente dal coro Stelutis. Protagonista del canto è la Santa Maria Maddalena, una delle figure sacre più presenti nei canti di tradizione orale. Le sette strofe sono formate da due versi settenari

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ciascuna, il primo piano e il secondo tronco, dei quali l’iniziale viene ripetuto tre volte. La terza, la sesta e la settima strofa sono concluse da una frase in dialetto. Nel suo complesso il canto tratteggia un dialogo tra la Santa ed il Cristo in cui si possono individuare un Narratore (strofe 1 e 2), Gesù (3, 5, 7) e Maria Maddalena (4 e 6). La melodia, semplice e solenne allo stesso tempo, si muove nell’ambito di una scala di mi minore armonica. Nella trascrizione dall’originale registrato, all’interno di un metro generale in 4/4, notiamo, in corrispondenza dell’ultimo verso di ogni strofa (batt. 6, 14 e 21) una battuta “zoppa”, in 3/4, sicuramente legata al fatto che tale verso è tronco. Tale caratteristica rimane anche nell’elaborazione corale come d’abitudine per Vacchi, sempre estremamente rispettoso dell’espressività popolare e delle sue peculiarità. Nell’elaborazione possiamo distinguere quattro sezioni: la prima ha una fase iniziale di tipo omoritmico (batt. 1 - 4), seguita da una seconda fase, ritornellata, (levare di batt. 5 – batt. 8) pur sempre sostanzialmente omoritmica ma un po’ più articolata contrappuntisticamente. In questa prima sezione la melodia è sempre affidata ai soprani e “drammaturgicamente” corrisponde agli interventi del Narratore. Da batt. 9 fino a batt. 15 abbiamo la seconda sezione, realizzata in un contrappunto più libero, dove la melodia passa ai tenori. Si tratta delle strofe attribuite alla voce di Cristo in cui tutti gli altri settori del coro vocalizzano. Da batt. 16 fino a batt. 22 identifichiamo la terza sezione scritta in uno stile quasi imitativo, con entrate in successione. Coinvolge solo tre solisti che danno voce agli interventi della Santa, in dialetto. Questa sezione si alterna due volte con la precedente fino all’arrivo della quarta e ultima (Finale). Questa, quasi come una coda, prevede la ripetizione dell’ultima strofa del brano e della terza frase della melodia, con un ritorno alla scrittura omoritmica della prima sezione.


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