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CONSORZI

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Di.Al.

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OSIAMO CAMBIARE!

23ESIMO MEETING DI.AL. ORGANIZZATO LO SCORSO DICEMBRE A COURMAYER. I PUNTI SALIENTI DELL’INCONTRO.

DI MARIA ELENA DIPACE

Un traguardo importante quello raggiunto da uno dei Consorzi più grandi del sud Italia lo scorso 1° dicembre: il 23esimo Meeting Di.Al.. Occasione centrale per tutti i distributori che ne fanno parte, per fare un bilancio e una analisi del mercato assieme ai partner dell’industria. Un bilancio che raccoglie una considerazione di Alessandro Capuano, Direttore Di.Al. - e protagonista della nostra intervista - che ci porta a riflettere su un aspetto preciso del ruolo del Consorzio: “nonostante

l’evoluzione del canale e, in generale, del grossista food&beverage, la nostra funzione credo resti sempre quello di fare da cassa di risonanza. Abbiamo il compito di dare voce alle differenti realtà periferiche, elemento questo che resta quindi il nostro primo focus ed è tutt’oggi un’attività trasversale e remunerativa”.

OPERATE IN UN CONTESTO MOLTO COMPLESSO MA ALTRETTANTO STRATEGICO PER L’INDUSTRIA.

Il Consorzio Di.Al. nasce a metà degli anni Novanta dall’intuiALESSANDRO CAPUANO, DIRETTORE DI.AL zione di un gruppo di

distributori della provincia di Caserta e Napoli supportati dal nostro primo direttore, Sergio Buonomo, il quale mise assieme idee e investimenti, con lo scopo di rappresentare una categoria emergente. In quegli anni c’era sicuramente l’esigenza di farsi riconoscere dalle industrie come unità integrata più che come singola ‘meteora’ imprenditoriale. Negli anni ci siamo evoluti passando da una realtà di provincia a un riconoscimento nazionale. Oggi il Consorzio è ben riconoscibile dagli addetti ai lavori, soprattutto grazie alla Presidenza di Vincenzo Caso, che ha rappresentato l’intera filiera nell’ultimo mandato anche come Presidente Italgrob.

QUANTI SOCI FANNO PARTE DEL CONSORZIO?

Attualmente la nostra base sociale è composta da 80 Associati dislocati per lo più nell’Area 4, con una forte presenza in Campania (su tutte le province), la Sicilia e la Basilicata. Da sempre siamo riconosciuti come il ‘Consorzio del sud Italia’ e i numeri non smentiscono affatto questo assioma, anche se negli anni abbiamo ottenuto buoni ingressi nelle Marche e nel Lazio cercando in ogni caso di restare ancorati a un discorso di filiera più ampio e strizzando un occhio al mercato nazionale, per poi confrontarlo con le evidenze più territoriali.

COM’È STRUTTURATO IL CONSORZIO?

La nostra attività primaria continua a essere quella di networking tra industria e distributori. Consideriamo il nostro ruolo come una sorta di ‘contenitore di idee’ messe nero su bianco attraverso gli accordi centralizzati che riserviamo agli Associati. Attualmente risulta difficile - e comunque non è nei nostri piani - creare una piattaforma fisica di commercio, stile GDO, ma al tempo stesso ci stiamo strutturando per crearne una virtuale abbastanza complessa. Per quanto riguarda i prodotti a marchio, abbiamo inserito nel 2017 nel nostro portafoglio una linea di Prosecco che ci sta dando ottimi risultati e nel 2019 abbiamo invece avviato un progetto sui vini biologici. All’orizzonte ci sono altre private label che inseriremo in assortimento, come ad esempio qualche specialità birraia.

QUALI SONO I VOSTRI PUNTI DI FORZA?

Senza dubbio la conoscenza del territorio unita a una fortissima padronanza dei dati statistici interni. Gestiamo infatti un complesso sistema di Data Warehouse che ci permette di analizzare, predire e controllare il lavoro dei nostri Associati.

23ESIMO CONVEGNO DI.AL.. COME NASCE QUESTO MEETING E COME SI È EVOLUTO NEL TEMPO?

Il meeting è senza dubbio il momento chiave del business della nostra associazione. Da sempre creiamo questo momento di aggregazione nel mese di novembre/dicembre come rendicontazione dell’anno commerciale e per strutturare le basi per il nuovo. E la presenza attiva da parte dei manager dell’industria, oltre che degli amministratori delle aziende associate al Di.Al., ci stanno dando ragione.

COM’È STATO COSTRUITO IL MEETING? CON QUALI OBIETTIVI E QUALE IL TEMA CENTRALE?

Partiamo dal tema centrale che è poi il volano di tutto ciò che abbiamo presentato: “Osiamo Cambiare”. Questo è

il claim che abbiamo scelto per raccontare il nostro percorso. Lo scenario economico/sociale che stiamo vivendo ci ha messo davanti a scelte che cambieranno, si spera in meglio, il mondo della distribuzione. I principali Economics ci segnalano aumenti vertiginosi delle materie prime che porteranno al riconsiderare la spesa media delle famiglie italiane e, soprattutto nella prima parte dell’anno, assisteremo a un’inflazione senza precedenti. Questo ci porterà a rimettere in discussione tutte le politiche di distribuzione, come la logistica, il credito e, non ultimo, il roll-over degli acquisti in magazzino.

ENTRIAMO NEL MERITO DEI DATI PRESENTATI. QUAL È LO STATO DI SALUTE DEL COMPARTO?

Gli analisti continuano a individuare l’Italia come il paese che si riprenderà prima dalla pandemia. Per quel che riguarda il nostro comparto, nonostante Confcommercio abbia evidenziato una flessione dei consumi nel fuori casa, possiamo confermare che Distribuzione e Pdv hanno reagito molto bene nei periodi in cui non ci sono state grosse restrizioni. Riprendere i numeri a cui i PDV erano abituati e, di riflesso, anche a cui erano abituati i nostri distributori, è la sfida per il prossimo futuro.

COME SONO I RAPPORTI CON L’INDUSTRIA E COSA AVETE CHIESTO LORO?

Si lavora a quattro mani con l’industria per studiare insieme le giuste strategie. A loro chiediamo garanzie maggiori sulla gestione dei forecast di produzione e, soprattutto, di rivedere gli obiettivi di crescita in volume con relativi target. Ci siamo trovati in difficoltà in alcuni periodi dell’anno per le differenti rotture di stock, che si sono amplificate in qualche caso per la mancanza di trasportatori. Inoltre, gli aumenti imminenti non potranno garantire un numero incrementale di volumi.

BILANCIO DI QUESTO MEETING A COURMAYEUR?

Abbiamo presentato diversi dati di mercato, rimarcando la questione degli aumenti imminenti ma abbiamo toccato anche punti molto delicati grazie al nostro partner Cribis D&B (società che fornisce servizi per la gestione del credito) che ha presentato un nuovo ed evolutivo corso che metteremo a disposizione dei nostri associati. Infine, ci stiamo strutturando per un nuovo progetto, molto ambizioso: una piattaforma di dropshipping, presentata ufficialmente per la prima volta durante il Meeting, che ci proietterà in una più moderna era distributiva. Dobbiamo viaggiare di pari passo con la tecnologia e cavalcare i cambiamenti che ne derivano. Solo in questo modo possiamo pensare di continuare la nostra attività rimanendo centrali nella scelta dei punti vendita Horeca.

GREEN ECONOMY / PNRR

QUANDO IL VERDE È 4.0

RINNOVO DEL PARCO VEICOLI, STRUTTURAZIONE DELLE RETI INFORMATICHE E RAZIONALIZZAZIONE DELLE CONSEGNE: IL GREEN NEW DEAL IMPONE UN RIPENSAMENTO AL MODUS OPERANDI DEI DISTRIBUTORI

DI ALBERTO GEROSA

C’è una pioggia di soldi che sta per entrare nelle tasche dei grossisti. Tutti i grossisti? No, solo quelli che sapranno assecondare la svolta green fortemente caldeggiata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza/Pnrr, sforzo economico di oltre 191 miliardi di euro finalizzato a traghettare l’Italia verso la sostenibilità e la digitalizzazione. Alcune cifre? 1 miliardo di euro per sostenere progetti e attività inerenti le energie rinnovabili e le batterie. 741.320.000 euro per lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica. 424 milioni di euro stanziati per il rinnovo di flotte bus e per i treni verdi. Ebbene, come aver accesso alle sovvenzioni previste? Innanzitutto svecchiando il proprio parco veicoli. In attesa della rivoluzione dell’idrogeno, alla quale il governo

già sta pensando (lo stesso Pnrr prevede ben 910 milioni di euro per la ricerca a riguardo), la frontiera della mobilitazione eco-friendly delle merci è quella dell’elettrico. In verità c’è già chi ha pensato di dotarsi di auto e furgoni elettrici, in particolare quei distributori che consegnano nei centri storici delle grandi città. Senza contare che esiste già un ampio ventaglio di imprese specializzate nella logistica esterna, che mettono a disposizione veicoli elettrici a noleggio. Anche a lungo termine. Così, in attesa dei fondi previsti dal Pnrr e che verranno fissati dai decreti attuativi, anche i grossisti poco strutturati o capitalizzati possono effettuare le loro consegne su veicoli elettrici, spesso personalizzabili con i loro loghi e insegne. Dimostrando così a coloro che non mettono piede in azienda (dove non di rado già sono all’opera pannelli fotovoltaici, muletti e transpallet elettrici) che il loro impegno per la transizione ambientale non è solo a parole. Il ‘collo di bottiglia’ sta nel fatto che per il momento la stazza dei veicoli elettrici rimane ampiamente sotto i 30 quintali; ma l’industria dell’automotive si sta adeguando celermente, come dimostra l’ “e-Lkw”, l’autoarticolato da ben 40 tonnellate che già percorre in lungo e in largo le strade della Germania per conto del colosso della Gdo Aldi.

LA TRANSIZIONE DIGITALE

La rivoluzione green non si esaurisce però nell’adeguamento del trasporto su gomma (ancora padrone della logistica, nonostante gli investimenti su rotaia) a standard più sostenibili. La transizione ecologica va infatti di pari passo con quella digitale: lo dimostrano i quasi 13 miliardi di euro (inclusi gli interventi sulle PA) stanziati dal Governo per quest’ultima. Si tratta d’altronde di un processo inarrestabile, avviato già da tempo con la fatturazione elettronica e che ha già consentito ingenti risparmi in termini di materiali, spazi e risorse. Lo strumento, messo a punto dal Mise è il Piano Nazionale Transizione 4.0 (erede del piano Industria 4.0), capitolato che si basa sulla legge di bilancio 2021, prevede un credito d’imposta finalizzato all’innovazione tecnologica delle imprese. Coloro che intendono usufruirne possono scaricare il relativo modello di comunicazione dal sito del Mise. Certo, affinché la transizione delle imprese avvenga in maniera fluida sarà giocoforza che il processo vada di pari passo con lo svecchiamento delle strutture statali, in primis delle pubbliche amministrazioni: è proprio a questo che mira la task-force di 1.000 professionisti (vere e proprie “squadre di pronto intervento Pnrr”, dagli

esperti giuridici ai geometri agli informatici), selezionati dal Ministero per la PA per supportare regioni e province con l’obiettivo di intervenire sul territorio velocizzando procedure, appalti, autorizzazioni, progetti e investimenti. Difficile immaginarsi che questo nel futuro prossimo possa rendere marginale/superfluo il ruolo del commercialista. La tendenza è comunque quella di una progressiva semplificazione, della quale GBI non mancherà di tenere costantemente aggiornati i propri lettori. Metteranno le mani sui soldi allocati dal Pnrr le imprese che sapranno strutturare le proprie reti informatiche e, soprattutto, capaci di renderle interconnesse con quelle delle altre aziende della filiera. D’altronde, Amazon ce l’ha insegnato: il mercato si conquista se le informazioni sono un’unica cosa con le merci, circostanza oggi a portata di mano grazie alla IoT - Internet of Things. Si potrà così razionalizzare il meccanismo delle scorte (cui tuttavia andrebbe dedicato uno studio a parte) e soprattutto delle consegne: chi non conosce infatti il fenomeno dei viaggi a vuoto dei camion, che spesso in mancanza di una schedule ben definita coprono lunghe distanze scarichi per garantire spazio sufficiente alla merce del primo cliente utile? Ma non è tutto. L’implementazione delle reti favorirà la trasparenza (oggi più che mai irrinunciabile) e avvicinerà le aziende a quel Graal dell’approccio sostenibile che è l’economia circolare. Sì, perché a cosa serve una logistica green se la produzione supportata da quella logistica non lo è? E rimanendo in ambito distributivo, quanti sono oggi i grossisti che mobilitano merci sostenibili con bancali altrettanto green, come ha fatto Eurodisplay Design in Progress adottando per i suoi espositori riciclabili i pallet Palm Sb in legno certificato Fsc? Certo, in un simile processo di razionalizzazione l’amministrazione pubblica dovrà fare la sua parte, ripensando per esempio la viabilità alla luce delle esigenze della logistica del giorno d’oggi. Ztl, aree C e simili restrizioni mettono a dura prova il rifornimento di locali come bar, ristoranti, pub e discoteche, almeno fino a quando non verranno introdotte soluzioni attualmente allo studio come le consegne effettuate da droni o addirittura dai taxi volanti. No, non è Blade Runner. È il domani, a separarlo da noi c’è solo una montagna di permessi da parte dell’autorità europea per la sicurezza nel volo...

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA VA DI PARI PASSO CON QUELLA DIGITALE: LO DIMOSTRANO I QUASI 13 MILIARDI DI EURO STANZIATI DAL GOVERNO

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