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INTERVISTA Conserve Italia Pier Franco Casadio
INTERVISTA
PIER FRANCO CASADIO
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DIRETTORE COMMERCIALE HORECA CONSERVE ITALIA
Filiera Horeca. Un concetto che gli addetti ai lavori hanno sempre immaginato molto chiaro ed evidente a chi questo settore lo approccia da consumatore e non da operatore. Eppure, la pandemia ci ha fatto scoprire quanto questa realtà non sia poi così nota a tutti. Addirittura, gli stessi rappresentanti del Governo, quando si sono dovuti occupare dei ristori per il settore Fuori Casa, hanno completamente ignorato la categoria dei distributori ammettendo di non sapere del loro ruolo centrale all’interno della filiera horeca. Una filiera complessa, da immaginare come pezzi di un puzzle dove ciascun elemento deve trovare il giusto incastro per permettere all’intero sistema di funzionare. Ruoli chiave in questo delicato meccanismo sono quelli ‘interpretati’ dall’industria e dal distributore. Solo il perfetto connubio tra queste due ‘parti’ permette al ‘sistema Horeca’ di esistere. E ci sono aziende che di questa partnership ne hanno sempre fatto il loro punto di forza. Come nel caso di Conserve Italia, player di riferimento nel settore Fuori Casa. Abbiamo incontrato Pier Franco Casadio, storico direttore commerciale horeca dell’azienda per ripercorrere le tappe che hanno portato Conserve Italia a diventare un partner strategico per i distributori.
LEI RAPPRESENTA LA STORIA DI CONSERVE ITALIA NEL CANALE HORECA. COME SI È TRASFORMATA L’AZIENDA NEGLI ANNI?
Cominciamo col dire che la nostra presenza nel canale Horeca parte da lontano. Sia Yoga (primo succo nato in Italia nel 1946) che Derby erano presenti nei bar italiani già dai primi anni ’50. Con gli anni abbiamo maturato questa vocazione che ci ha portato ad avere formati, ricette e una struttura commerciale dedicata, sia di sell in che di sell out già a partire dagli anni’90. Questo processo ha coinvolto nel tempo anche i prodotti food con formati, ricette e brand dedicati al canale tra i quali spiccano Cirio Alta Cucina, Valfrutta Gran Chef e Jolly Colombani. Questa evoluzione non si è fermata, tanto che da un anno abbiamo creato un’unica divisione commerciale food e beverage in modo da sfruttare al meglio le sinergie del nostro ricco portafoglio prodotti e dare ai nostri clienti distributori l’opportunità di trattare marche italiane leader, da filiera controllata e certificata. D’altronde la nostra mission in quanto Gruppo cooperativo è quella di “valorizzare la materia prima agricola conferita dai nostri 14.000 soci agricoltori” e oltre il 90% dei nostri prodotti (escludendo l’ananas e qualche altro prodotto esotico) è di filiera. Italianità, filiera agricola, qualità controllata, prodotti dedicati al canale sia food che beverage, sostenibilità: tutti elementi che contribuiscono al nostro obiettivo, quello di essere una vera TOTAL HORECA COMPANY, italiana al 100%.
PER IL 2022 QUALI NOVITÀ PRESENTATE?
L’anno in corso ci vedrà consolidare i nostri recenti lanci, prodotti moderni e di grande qualità studiati per il consumatore di oggi. Non gusti nuovi che allargano un listino ma concetti innovativi ed esclusivi, come ad esempio DIFESA, un succo al gusto Ace-Passion Fruit che oltre alle vitamine A, C ed E vede tra gli ingredienti la vitamina D e lo zinco, elementi fondamentali per le nostre difese immunitarie. Li abbiamo proposti sia nella gamma Yoga che Derby Blue. DIFESA inoltre è un prodotto senza zuccheri aggiunti così come ci chiede il consumatore di oggi, così come sono senza zuccheri aggiunti anche altre due importanti innovazioni proposte da Yoga: i CENTRIFUGATI (mix di frutta, verdure e spezie) e i gusti PERA dell’Emilia Romagna IGP e PESCA NETTARINA di Romagna IGP, che fanno parte della linea L’Arte del 100% Frutta. Questo a dimostrazione che già dal 2017 con il lancio di questa linea, le nostre innovazioni sono tutte senza zuccheri aggiunti, quindi ben prima che si parlasse di sugar tax. Ma non ci fermeremo qui. Nel corso del 2022 ci saranno importanti innovazioni che interesseranno i brand Derby Blue e Valfrutta BIO, i nostri succhi biologici che nei gusti principali sono composti solo da materia prima italiana.
DUE ANNI DIFFICILI QUELLI ALLE SPALLE. COME HA REAGITO LA CATEGORIA DEI DISTRIBUTORI? I PIÙ VIRTUOSI, CHE CAMBIAMENTI HANNO FATTO NEL LORO MODO DI LAVORARE?
Abbiamo vissuto – e in un certo senso ancora viviamo – un periodo estremamente complicato che ha coinvolto tutta la filiera. Non possiamo dimenticare che nel 2020 il canale Horeca è tornato ai valori di 18 anni prima, dopo che aveva
raggiunto e superato il 33% del valore totale dei consumi food e beverage. Anche il 2021, caratterizzato da continui stop and go, ha visto un recupero solo parziale del fatturato perso. Inevitabilmente tutti gli operatori del canale, aziende di produzione e di distribuzione così come i punti vendita ne hanno sofferto. Chi ha dimostrato però maggiore flessibilità organizzativa è riuscito a difendersi più efficacemente. Mi spiego meglio: nei periodi di chiusura dei pubblici esercizi ci siamo concentrati maggiormente, grazie alla nostra squadra di sell out, sui negozi di prossimità che durante i vari lockdown hanno visto migliorare le loro performance commerciali. I distributori che ci hanno seguito in questo percorso ne hanno beneficiato. Sono poi tornate in auge modalità di distribuzione come l’asporto e il delivery, e in questo caso sia i nostri prodotti beverage, in gran parte monodose, che i prodotti food adatti a qualsiasi preparazione, dalla pizza alla cucina, hanno facilitato il lavoro dei nostri clienti.
IL 2022 È PIENO DI TENSIONI SU PREZZI, TRASPORTI, APPROVVIGIONAMENTI… COSA STA SUCCEDENDO? E QUALE È IL VOSTRO APPROCCIO?
Grazie per la domanda! C’è bisogno di fare chiarezza perché il rischio che le aziende di produzione passino per insensibili in un momento ancora di grande fragilità per il settore fuori casa, c’è ed è tangibile. Tuttavia, bisogna anche dire che gli aumenti sono generalizzati e vanno a colpire tutti, comprese le nostre produzioni. Se si pensa che rispetto a dicembre 2020, cioè a un anno fa, il costo del Pet per produrre le bottiglie è aumentato dell’84%, che il vetro per le bottiglie è difficile da reperire e con un aumento significativo dei costi. E ancora, le cellulose per produrre carta e cartone hanno subito rincari tra il 60% e il 70%. A questi si aggiungono i costi dell’energia schizzati letteralmente alle stelle; e sono solo alcuni esempi. A completare la “tempesta perfetta” le materie prime agricole, complici le gelate primaverili e la siccità estiva, hanno subito incrementi medi del 40%, oltre a carenze significative di molti prodotti. Noi di Conserve Italia abbiamo deciso di tenere un comportamento responsabile e di assorbire una parte significativa di questi aumenti consapevoli del periodo difficile che il canale sta attraversando, ma è indispensabile un patto di filiera Horeca per cui distributore e punti vendita non applichino dei moltiplicatori di costo tali che, una volta riversati sul consumatore finale, rischino di portare il sistema al collasso e di penalizzare fortemente la ripresa dei consumi.
LA PANDEMIA HA ACCENTUATO L’ATTENZIONE SU TEMI FONDAMENTALI COME LA SOSTENIBILITÀ.
IN CHE MODO LA VOSTRA AZIENDA STA SPOSANDO QUESTI TEMI?
Il tema della sostenibilità meriterebbe un capitolo a sé, in primo luogo perché nel 2021 abbiamo pubblicato il nostro ottavo Report di Sostenibilità. Cito solamente alcuni interventi, a partire dal riutilizzo degli scarti di produzione. Oltre 50.000
tonnellate di sottoprodotti recuperati ogni anno nei nostri stabilimenti sono destinati all’alimentazione zootecnica o alla produzione di energia, ad esempio nell’impianto a biogas dello stabilimento di Pomposa (FE), uno dei più grandi d’Europa mentre, sempre parlando di energia, tutta la produzione a marchio Valfrutta avviene grazie all’utilizzo di energia eolica. Siamo molto sensibili a non sprecare l’acqua, elemento sempre più prezioso. I sistemi di recupero e riciclo interno consentono una riduzione dei consumi nei nostri stabilimenti fino all’80%, mentre in tema di packaging abbiamo avviato da anni un processo di riduzione del peso delle bottiglie in pet che ci ha fatto risparmiare oltre 3.500 tonnellate di plastica negli ultimi 5 anni, così come l’utilizzo di contenitori in Tetra Recart composti per l’86% da fonti vegetali.
QUALI SONO I VOSTRI OBIETTIVI A MEDIO E LUNGO TERMINE?
Noi non proponiamo al mercato commodities, ma prodotti italiani, di marca, con ricette e formati studiati per questo canale e con un’attenzione maniacale per la qualità e il controllo; cito un esempio legato alla nostra linea di punta Valfrutta BIO. Il nostro laboratorio centrale di San Lazzaro, che ogni anno svolge più di 11.000 controlli, è in grado di rilevare anche la minima traccia di residui di fitofarmaci presenti in una materia prima che in questo caso viene rispedita al mittente e non inserita nelle nostre ricette; questa attenzione è posta su ogni prodotto. Tutti questi processi che vanno dalla semina, al controllo in campo, alla produzione e stoccaggio fino al confezionamento e al prodotto finito, meritano di essere conosciuti perché dietro vi sono persone, tecnologia, capacità e inventiva. Il nostro principale obiettivo è portare cultura sui nostri prodotti. A breve la nostra Accademia dell’Horeca, una piattaforma virtuale dove sarà possibile conoscere tutto quello che sta dietro al prodotto finito e che in gran parte dei casi non è noto. Solo grazie alla cultura potremo, insieme ai nostri partner della distribuzione e a chi gestisce i punti di consumo dare valore a prodotti di grande qualità, provenienza italiana, trasparenza e sostenibilità, fedeli alla nostra mission e ai 14.000 agricoltori che ogni giorno coltivano queste preziose materie prime con grande dedizione e passione.
IL DISTRIBUTORE INVISIBILE
LA GESTIONE DEI MAGAZZINI: BALLARE DA SOLI NON È BELLO!
IL COVID-19 STA DICENDO CHE È NECESSARIO RIVEDERE LE MODALITÀ ESECUTIVE DI MOLTI PROCESSI DATI PER CONSOLIDATI E IMMUTABILI NEL TEMPO; UNO DI QUESTI RIGUARDA LA GESTIONE DEL MAGAZZINO
DI FEBO LEONDINI
In un mercato sempre più dinamico, in cui i concorrenti sono anche modelli distributivi alternativi al grossista, la migliore risposta consiste nell’aumentare contemporaneamente efficienza ed efficacia; vale a dire offrire maggiori servizi a costi inferiori rispetto alla situazione attuale. Compito di questa rubrica è quello di invitare a riflettere sull’operatività dell’azienda attraverso l’analisi di alcuni processi fondamentali. Il primo di questi riguarda il magazzino. In questa sede lo studio si limita ad analizzare le componenti strutturali di una gestione del magazzino. In particolare, gli aspetti da evidenziare sono riconducibili a tre grandi aggregati:
• Fisici • Procedurali • Gestionali
ASPETTI FISICI
L’analisi degli aspetti fisici vuole evidenziare i vincoli di sostenibilità, di costo, opportunità e di efficienza delle strutture esistenti. Per quanto riguarda la sostenibilità, basta ricordare lo spreco di territorio conseguente alla frammentazione delle costruzioni. Già oggi, nel settore più in espansione durante la pandemia, si stima che per 1 mio di vendite on-line siano necessari 1.250 mq di magazzini, con una proliferazione insostenibile del processo di cementificazione.
Questa considerazione pone le basi per l’analisi dei costi sulle opportunità delle strutture, e cioè se l’immobile sia un asset necessario all’attività di impresa. Sul punto vanno ricordate due caratteristiche che stanno diventando sempre più importanti: la localizzazione degli immobili, quasi sempre in zone di scarso valore commerciale e nullo residenziale, e la dinamica discendente dei valori per mq, a causa sia dell’onda lunga della crisi del 2008 che delle dinamiche puntuali di quella in corso. Il fatto è che, stante quanto sopra, potrebbe diventare più profittevole affittare spazi per la logistica on line rispetto allo stoccaggio di F&B, e a quel punto sarebbe l’intero modello di business ad essere messo in discussione. Ultimo punto riguarda l’efficienza delle strutture esistenti: troppo grandi per essere riconvertite, troppo piccole per poter adottare piattaforme di meccanizzazione operativa delle procedure. Solo a titolo di esempio, l’installazione di un livello minimo di magazzino automatico richiede un BEP (breakeven point), per un distributore beverage, di circa 20 mio di fatturato; 6 volte le dimensioni dell’azienda media del settore.
ASPETTI PROCEDURALI
Questi aspetti discendono in via diretta dalle dimensioni. Se, infatti, è vero che la tecnologia ha notevoli livelli di scalabilità, è altrettanto vero che esistono dei limiti minimi, al di sotto dei quali tutto diventa impossibile. L’adozione
di piattaforme di meccanizzazione delle operazioni di
logistica, o di efficientamento delle rotte di consegna, richiede dimensioni minime e, soprattutto, un approccio culturale completamente diverso dal “so io come si fanno i lavori”.
ASPETTI GESTIONALI
Le caratteristiche gestionali sono quelle che, da un lato consentono un maggior grado di libertà, dall’altro richiedono una pesante revisione critica dei processi operativi
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sottostanti. In fondo, parlare di gestione significa affrontare gli aspetti legati sia all’efficienza che all’efficacia dell’agire aziendale. Il punto è che entrambi questi costitutivi procedurali sono stati fortemente influenzati dall’avvento della digitalizzazione intesa non tanto come automazione di funzioni date, bensì come rimodulazione operativa basata sulla collaborazione Uomo-Macchina; e il magazzino è il luogo dove maggiormente questa interazione si palesa. Se il concetto di rovesciare il flusso Uomo verso Merce in Merce verso Uomo è ormai storia della logistica, e richiede investimenti ancora proibitivi, una via promettente è migliorare le condizioni generali di lavoro del personale consentendo, indirettamente, vantaggi di efficienza e di efficacia.
CONCLUSIONI
Il Covid-19 da un lato ha accelerato il processo di cambiamento, dall’altro ha chiarito che l’HoReCa non è una filiera, ma un ecosistema. Quest’ultimo punto è importante perché permette di interpretare il cambiamento in un’ottica evolutiva (ecosistema) e non meccanicistica (filiera). Pertanto, tornando dalla ‘biologia alla Distribuzione’, la digitalizzazione dei processi come mezzo per migliorare i risultati aziendali a costi inferiori richiede uno sforzo culturale articolato su due livelli: il primo riguarda la volontà di rivedere criticamente quanto avviene in azienda, il secondo richiama la necessità di sviluppare processi collaborativi utilizzando sia i Consorzi, che Italgrob, quale unica federazione riconosciuta della categoria.
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AZIENDE/KIMBO AL SERVIZIO DEI PROFESSIONISTI DEL FUORI CASA
CHI È KIMBO E QUAL È LA SUA AMBIZIONE PER IL 2022?
Per Kimbo il mondo del fuori casa ha una rilevanza notevole. L’azienda ha infatti recentemente ristrutturato la propria organizzazione Commerciale per presidiare al meglio i canali Ho.Re.Ca, OCS & Vending, il Canale delle Farmacie, e i Clienti Direzionali (Autogrill, De Longhi, Bar Atlantic). Segmenti ad alto tasso di innovazione in cui Kimbo crede molto, come commenta Roberto Ciapparelli, a capo della Business Unit: “L’ambizione di Kimbo è vincere guadagnando quote di mercato, generando crescita profittevole e creando un team motivato e aperto al cambiamento con approcci specifici per ogni canale, rivolgendoci al mercato con professionalità e dinamicità, fornendo servizi e formazione agli addetti ai lavori ed esplorando nuove opportunità e sinergie fuori dalla nostra comfort zone”.
Secondo Kimbo, qual è il ruolo del caffè nella ristorazione?
“Il caffè a fine pasto è il ricordo che rimarrà impresso nella memoria del consumatore una volta terminato il pranzo o la cena fuori casa. Purtroppo, nella maggior parte dei casi questo ricordo non è sempre positivo. Noi di Kimbo, al contrario, cerchiamo di offrire al consumatore un caffè di alta qualità anche al ristorante. È proprio questa una delle nostre mission, che viene perseguita attraverso l’innovazione tecnologica della macchina Caffitaly e il prodotto di alta qualità in capsula, sia nella versione monodose che bidose, a disposizione dei professionisti.” Spiega Francesca Capolongo - Channel Marketing Manager AFH. Kimbo pensa proprio a tutto, mettendo a disposizione dei professionisti gli strumenti giusti. Grazie alla macchina Caffitaly, semplice e immediata nell’utilizzo con le sue pratiche capsule, sarà possibile realizzare fino a 4 caffè contemporaneamente garantendo ai clienti di gustare un perfetto espresso anche al ristorante.
Quali innovazioni di prodotto avete pensato per il fuori casa?
Tra gli ultimi lanci sul mercato la bevanda Kimbo Sparkling Coffee, frizzante e al gusto caffè 100% arabica: nuova, fresca e rigenerante, ideale per rendere ancora più speciale la pausa, l’aperitivo al bar o per un momento di piacere on-the go. Sempre parlando di novità, l’azienda propone Kimbo Coffee Spirits, un liquore di caffè 100% Arabica pensato per chi è alla ricerca di un’alternativa al solito amaro di fine pasto, da servire rigorosamente freddo e con ghiaccio. Nei prossimi articoli dedicati a Kimbo ulteriori dettagli per approfondire insieme all’azienda il canale del fuori casa e scoprire le tante opportunità pensate per i professionisti.
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Media Partner
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AMANTI DEL VERO BURGER GOURMET ALL’ITALIANA? ALLORA NON POTETE PERDERE LA FINALISSIMA DELLA 4° EDIZIONE DI BURGER BATTLE ITALIA, IL TALENT CHE OGNI ANNO INCORONA IL RE DELL’HAMBURGER PERFETTO! È TEMPO DI BURGER BATTLE
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Appuntamento per tutti al Beer&Food Attraction di Rimini, dove per l’occasione sarà allestito un vero e proprio street food village di 300 mq con diversi food truck per assaggi, area live cooking per momenti di formazione dedicati al mondo food e, naturalmente, il 28 marzo, la finalissima live della Burger Battle. I sei Chef vincitori delle tappe del Tour svoltesi da nord a sud Italia, si sfideranno tra loro cucinando per una giuria di esperti.
I FINALISTI
STEFANO DI VIRGILIO (VINCITORE TAPPA DI PESCARA)
MARISA FILIPPINI (VINCITRICE TAPPA DI CUNEO) SARA RITROVATO (VINCITRICE TAPPA DI REGGIO CALABRIA) GIULUI REIBALDI (VINCITORE TAPPA DI SALERNO) VALERIO RICCIARDI (VINCITORE TAPPA DI FROSINONE) ERCOLE FRUSONE (VINCITORE TAPPA DI RIMINI)
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Per l’occasione ogni chef dovrà presentare una ricetta dal suo menù o crearne una ad hoc, mentre nella finalissima gli sfidanti affronteranno una prova a sorpresa, battezzata “Out of the box”. Gli Chef dovranno improvvisare un burger gourmet utilizzando alcuni dei prodotti messi a disposizione da una scatola misteriosa che scopriranno pochi minuti prima della finalissima. Lo scopo? Stupire la giuria con una ricetta fuori dagli schemi per una vera gara a colpi di burger! L’evento è realizzato da Pastridor, marchio del gruppo Lantmännen Unibake, secondo gruppo europeo nel settore della panificazione; Develey per le sue salse dal gusto inconfondibile e Pizzoli lo Specialista italiano delle patate da tre generazioni. In collaborazione con Warsteiner, la birra premium pilsner tedesca dal 1753; Baldi Food azienda multicanale nei settori carni e foodservice; Kikkoman; il Picchio; Iotti frigoriferi e cucine e Assitecnica. Appuntamento a Rimini per assistere alla spettacolare sfida e assaggiare il migliore Burger Gourmet 2022!
QUANDO:
LUNEDÌ 28 MARZO
DOVE:
PRESSO STAND 005 HALL A5 C5 DELLA FIERA DI RIMINI
COME:
VIENI ALLO STAND AD ASSISTERE ALLA FINALISSIMA!
Organizzato da:
#TiSalsaLaVita
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