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TREND/ESTERO Niente (o meno alcol siamo inglesi
TREND/ESTERO
NIENTE (O MENO ALCOL), SIAMO INGLESI
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I CONSUMI DI BEVANDE DEL REGNO UNITO SI STANNO SPOSTANDO – COMPLICI LE PREOCCUPAZIONI PER LA SALUTE E L’AMBIENTE – VERSO OPZIONI CON MINORE GRADO ALCOLICO E PIÙ SOSTENIBILI
DI ANNA MUZIO
Sempre un passo avanti. Spesso le tendenze
di costumi e consumi, anche quelli food & beverage, passano da Londra prima di
arrivare da noi. Se sarà ancora così, anche nel post Brexit, si vedrà. Intanto però abbiamo ritenuto utile partire con l’esplorazione dei mercati esteri per GBI proprio dal Regno Unito, che resta uno dei mercati più vivaci del Continente.
Cosa bevono dunque i britannici? Una delle tendenze recenti più forti è la richiesta di abbassare il grado al-
colico. Secondo la società di ricerche IBIS World, a spingerla inizialmente è stata la maggiore attenzione verso la salute, seguita poi dal cambiamento dell’atteggiamento nei confronti dell’alcol, dall’invecchiamento della popolazione e dalla popolarità delle bevande analcoliche.
SENZA ALCOL ORA È ALL RIGHT Il filone low ABV (alcohol by volume) o alcol-free ha portato a una piccola rivoluzione nei menu dei più raffinati bar londinesi, ma anche nei pub, da sempre
roccaforte della tradizione: alcuni propongono ormai varie opzioni di birra senza alcol alla spina (come quelli della catena BrewDog). L’offerta di mocktails è ormai talmente accettata che il termine, derisorio (mock=finto), è andato in soffitta e ora si parla semplicemente di spirits-free
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drinks o no-proof drinks. E ormai non ci si vergogna più di chiedere un Virgin Colada o un Dry Old Fashioned, neppure al mitico Connaught Bar.
LARGO AL LOCAL
Sarà per via della Brexit, delle difficoltà logistiche degli ultimi due anni e dei cambiamenti climatici, ma anche sul fronte beverage si preferisce bere locale. Tra i distillati,
largo al whisky single malt e ai liquori cremosi anche nella stagione calda, proposti con ghiaccio: di questi ultimi compaiono le prime versioni free from, a base
vegetale senza latte. Avanzano anche i vini locali, inglesi e gallesi. Si tratta di rossi leggeri, per ora, con una vendemmia 2019 considerata “la migliore di sempre”. E intanto si lavora alle bollicine.
SOSTENIBILE
Dopo avere colonizzato la ristorazione, le logiche di stagionalità, qualità degli ingredienti e delle lavorazioni,
SECONDO IL GOVERNO BRITANNICO, NEL PERIODO 2020-2021 È AUMENTATO IL CONSUMO DI VINO E ALCOLICI RISPETTO AL 20192020 (RISPETTIVAMENTE +8,9% E +7,3%) MENTRE SIDRO E BIRRA SONO DIMINUITI (RISPETTIVAMENTE -16,7% E -14,0%). TALI ANDAMENTI SAREBBERO LEGATI AL FATTO CHE LA BIRRA E IL SIDRO SONO ACQUISTATI PIÙ SPESSO NEL FUORI CASA, QUINDI SONO STATI PIÙ COLPITI DALLE CHIUSURE PER COVID
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COSA BEVONO I BRITANNICI
100,9
13,5
61
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI SOFT DRINKS
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI
VINO
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI
BIRRA 7,9
45,8
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI
SPIRITS
(15+ ANNI)
LITRI PRO CAPITE ANNUI DI ACQUA MINERALE
Fonti: Statista, uk.gov, alcoholchange.org.uk, Kirin Beer University
chilometro e spreco zero arrivano anche in altri ambiti del fuori casa. A partire dalla materia prima, che si vuole certificata e sostenibile, passando per il riutilizzo di ingredienti di scarto e finendo nei tanti “orti urbani” annessi ai bar dove si coltivano erbe e aromi.
NUOVI FORMATI
La pandemia ha lanciato formati alternativi come la Bag in Box da 2,5 litri e le bottiglie da 500 ml. Ma anche la moda dei cocktail in bottiglia che, ora che i locali sono aperti, continua con l’invito di molti dei bar più “in” a portarsi i
loro cocktail più popolari a casa, acquistandoli in ne-
gozio oppure online. Una nuova occasione di business per locali e distributori.
VECCHI AMORI E RICERCA DEL NUOVO
L’amore degli inglesi per i vini passiti non tramonta, del resto li hanno inventati loro. Continua anche la passione più recente per i vini rosé. Allo stesso tempo, una maggiore conoscenza porta alla ricerca di vitigni inusuali e vini da Paesi non tradizionalmente vocati.