Il Pellicano - Novembre 2022

Page 1

Periodico di FIDAS Vicenza • Associazione Donatori di Sangue della provincia
Vicenza ANNO LXI DICEMBRE 2022 Poste Italiane SpAspedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 22, DCB Vicenza
il pellicano
di

infoOrario dei centri trasfusionali - raccolta sangue (portare sempre documento di identità e tessera sanitaria nuova)

VICENZA tel. 0444 753910 – e-mail: centrosangue@aulss8.veneto.it

NOVENTA VICENTINA tel. 0444 755794 – e-mail: raccoltasangue.noventa@aulss8.veneto.it

SANDRIGO tel. 0444 756455 – e-mail: centrosangue@aulss8.veneto.it

LONIGO tel. 0444 431316 – e-mail: donazionesangue.ovest@aulss8.veneto.it

MONTECCHIO MAGGIORE tel. 0444 708310 – e-mail: donazionesangue.ovest@aulss8.veneto.it

VALDAGNO tel. 0445 423275-76 – e-mail: donazionesangue.ovest@aulss8.veneto.it

SANTORSO tel. 0445 571465

SCHIO tel. 0445 598132 – e-mail: cts@aulss7.veneto.it

THIENE tel. 0445 388467 – e-mail: cts@aulss7.veneto.it

ASIAGO tel. 0424 604321 – e-mail: cts.bassano@aulss7.veneto.it

BASSANO DEL GRAPPA tel. 0424 888701 – e-mail: cts.bassano@aulss7.veneto.it

MAROSTICA tel. 0424 888258 / 366 6538992 – e-mail: cts.bassano@aulss7.veneto.it

Orario di apertura al pubblico della Segreteria provinciale

Via F. Baracca, 204 - 36100 Vicenza Tel. 0444 965636 -

Dal LUNEDÌ al VENERDÌ dalle 9.00 alle 13.00 dalle 14.00 alle 18.00

SABATO dalle 8.30 alle 12.30

Programmazione 2023 invio articoli e foto per Il Pellicano da trasmettere a: pellicano@fidasvicenza.com 12 marzo 2023 16 luglio 2023 5 novembre 2023

il pellicano

Anno LXI n. 3 dicembre 2022

Redazione: Via Francesco Baracca 204 - Vicenza Tel. 0444 965636

Direttore editoriale: Chiara Peron

Direttore responsabile: Matteo Crestani Commissione “Il Pellicano”: Denise Canaglia, Matteo Crestani, Bruno Lazzarini, Simone Maschio, Luca Passuello, Pierfranco Rossi, Maria Beatrice Vezzaro

Autorizzazione del Tribunale di Vicenza n. 194 del 09.12.1965 Iscrizione al Roc n. 21052 del 02.05.2011

Progetto grafico ed impaginazione: Luca Baldazzi Copertina: Diego Menti

Stampa: Tipografia Peretti - Quinto Vicentino (VI) Tiratura: 20.000 copie Chiuso in redazione il 24.11.2022

A causa del Coronavirus potrebbero esserci delle variazioni rispetto a quanto indicato. Si prega eventualmente di rivolgersi alla segreteria Fidas Vicenza o al proprio Gruppo di riferimento.

sommario

Editoriale

Noi donatori di sangue abbiamo sempre davanti agli occhi la scena del paziente che riceve il nostro dono di Chiara Peron presidente provinciale Fidas Vicenza 4

In ricordo di Giancarlo Beria

Il trascinatore che ha fatto crescere Fidas Vicenza di Sergio Severi 5

L’intervista

A tu per tu con la dr .ssa Patrizia Dragone, direttore della Medicina trasfusionale dell’Ulss 7 Pedemontana di Matteo Crestani 6

Il personaggio

Scambio di idee su passato e futuro con il “connettivista” di Matteo Crestani 9

Salute e stili di vita Parole, parole, parole… di Angelo D’Onofrio, psicanalista 14 Miss Fidas Vicenza Samantha De Guio di Dueville è Miss per la Vita di Matteo Crestani 17

La testimonianza Martina, una giovane che ci mette la faccia donando il sangue di Matteo Crestani 20

Il medico risponde Benvenuto autunno! Piccola guida ai malanni di stagione di Elisa Cosaro medico di Medicina generale 22

La testimonianza

Il Treno dell’amicizia rivive nelle parole di uno dei suoi protagonisti di Matteo Crestani 24 Giochi Crucipuzzle, il labirinto, cruciverba, unisci i puntini 28

Patto Fidas Vicenza Admo Veneto Fidas Vicenza ed Admo Veneto assieme nel segno del dono di Matteo Crestani 30 Aido Vicenza

Il Sì alla donazione degli organi di Paola Beggio presidente Aido Vicenza 31

Vita di Gruppo

Zona Vicenza Città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32

Zona 4 34

Zona 5 37

Zona 6 39

Zona 7 42

Zona 9 47

Zona 10 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50

Zona 11 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53

Editoriale

Noi donatori di sangue abbiamo sempre davanti agli occhi la scena del paziente che riceve il nostro dono

Voglio rivolgere un pensiero a tutti i nostri donatori che ci hanno lasciato in questo 2022. In particolare, al cav. Giancarlo Beria, venuto a mancare nell’ottobre scorso. Giancarlo è stato presidente di Fidas Vicenza per oltre 20 anni: carattere forte e coinvolgente, con la sua tenacia e determinazione ha saputo far crescere l’Associazione in modo capillare su tutto il territorio vicentino. Doti apprezzate anche da Fidas Nazionale, che gli ha riconosciuto il ruolo di vicepresidente nazionale per ben due mandati. Grazie Giancarlo per quanto ci hai insegnato! E veglia sempre su di noi.

Cari amici donatori e soci onorari, è per me un piacere ritrovarvi per condividere con voi la ripresa della socialità della nostra Associazione. E quanto mi è piaciuto incontrarvi alle manifestazioni dei Gruppi in questi mesi.

La pandemia ci ha rallentati sotto tanti punti di vista, ma oggi possiamo guardarci negli occhi, sorriderci e stringerci forte. Abbiamo necessità di scambiarci messaggi propositivi , per superare l’alone grigio che ci gira intorno, fatto di fattori geo-politici ed economici che fortemente ci tormentano. Abbiamo bisogno di speranza, di andare oltre, di pensare che qualcosa di buono ci sia ancora, anche perché abbiamo figli, nipoti… e questi devono avere fiducia nel futuro, loro sono il presente ed il futuro.

I Responsabili associativi di Gruppi e Zone ogni giorno si sono adoperati per esprimere questa propositività attraverso la creazione di eventi, per coinvolgere noi tutti nella promozione del dono del sangue. Mai stanchi, sempre sul pezzo, un esercito di persone desiderose di trasmettere il valore del dono, fatto di benessere, sani stili di vita, controllo dello stato di salute, aiuto del prossimo. Siamo oramai in chiusura anche di questo 2022 e la bellezza degli eventi di cui potrete godere leggendo questa Edizione de “Il Pellicano” si è alternata con le questioni legate ai Centri trasfusionali. Già il 2021 ha evidenziato il tema della carenza dei medici , accentuato anche dal fatto che il

ruolo del medico trasfusionista oramai non è più appetibile, anche a causa dell’assenza di un percorso formativo specialistico. Si sta notando la difficoltà delle Ulss nell’assumere personale, difficoltà palesate dal fatto che le persone che partecipano ai concorsi sono sempre meno o proprio non ci sono. E, allora, ci si affida ai liberi professionisti, ma anche qui ci sono defezioni. Oggi si ricercano anche gli specializzandi delle Università, ma senza risultati. Il 2022 è iniziato con le aperture ridotte dei Centri trasfusionali, proprio a causa di questa carenza. Tanto se ne è parlato a livello nazionale, regionale e provinciale, ma di soluzioni concrete e visibili, nemmeno una. Il sistema trasfusionale italiano oggi sembra navigare senza punti di riferimento e con le mani legate. E noi Associazioni che cosa possiamo fare, se non il nostro?

Noi donatori di sangue abbiamo sempre davanti agli occhi la scena del paziente che riceve il nostro dono, dono che gli può essere solo trasfuso, grazie a chi è andato al Centro Trasfusionale a donare. Solo così lo può ricevere.

Se il sistema trasfusionale è in crisi, noi non possiamo permetterci di andargli dietro. Dobbiamo reagire e spronarci l’un l’altro a fare sempre meglio quello che già stiamo facendo bene.

Il 2023 ci presenterà nuove sfide: l’invito che faccio a tutti noi (donatori, Responsabili associativi, volontari) è di guardare sempre all’obiettivo, solo così, insieme, potremo raggiungere traguardi soddisfacenti, anche nel bel mezzo di una tempesta.

Un immenso GRAZIE a tutti voi donatori di sangue che ogni giorno contribuite con le vostre donazioni al benessere altrui.

GRAZIE a tutti i volontari, a chi presta servizio nei Centri trasfusionali della provincia, a tutti i Responsabili associativi di Fidas Vicenza. Colgo l’occasione per augurare a tutti Voi ed alle vostre famiglie un bel Natale e tanta serenità!

4 Anno LXI Dicembre 2022

In ricordo di Giancarlo Beria

L’immagine di Giancarlo Beria è nitida nella mia mente. Era uno straordinario trascinatore, un uomo dal forte carattere e carismatico, che ha saputo far crescere l’Associazione, sia in termini di donatori e donazioni, sia dal punto di vista organizzativo, implementando sensibilmente il numero di gruppi e di zone. Con Beria, quindi, Fidas Vi-

vicentino impegnato a 360 gradi nel mondo del volontariato e dello sport, anche attivamente, quale giocatore del Lanerossi Vicenza, è stato consigliere e probiviro della Fidas Nazionale, nonché volontario al Centro trasfusionale di Vicenza.

Il trascinatore che ha fatto crescere Fidas Vicenza

cenza è diventata più capillare nel territorio e rappresentativa della straordinaria generosità dei donatori berici.

Per quasi vent’anni Giancarlo Beria, dal 1987 al 2004, è stato presidente provinciale di Fidas Vicenza, che ha guidato con grande senso di responsabilità ed avendo ben chiaro l’obiettivo di far sì che l’Associazione diventasse un punto di riferimento per il mondo del volontariato vicentino. E ci è assolutamente riuscito.

I risultati di oggi sono in gran parte frutto del suo lavoro, che è stato propedeutico alle attività poste in atto dai presidenti che l’hanno succeduto.

Nel corso degli anni il cav. Beria, che è stato un

Nel corso del suo lungo impegno associativo, ha assunto importanti decisioni sul versante organizzativo, ma ha anche saputo rispondere ad importanti “appelli” alla generosità mossi dal Paese. Ne sono un chiaro esempio tre episodi: nel 1988 il viaggio a Roma, con una vera e propria “spedizione” di mille donatori ricevuti dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Nel 1990 e nel 1991, poi, non si può dimenticare la donazione collettiva di 90 donatori di sangue che hanno raggiunto la Sardegna con un aereo dell’Aeronautica Militare.

Giancarlo è stato interprete e protagonista anche di alcuni importanti cambiamenti, tra i quali il passaggio da Adosav a Fidas Vicenza e l’indimenticabile inaugurazione della nuova “Casa del donatore”, la sede di Fidas Vicenza in via Francesco Baracca a Vicenza, che nel 1996 diventa anche Sede Regionale dell’Associazione.

Gli impegni che hanno visto in prima linea Fidas Vicenza con la Presidenza Beria sono numerosi, ma non si può di certo scordare la donazione di una cucina completa ad una comunità umbra distrutta dal terremoto del 1997, così come la donazione, nel 1998, di un’ambulanza alla Sogit dell’Alto Vicentino.

La città di Vicenza, ma tutta la Fidas, con la perdita di Giancarlo Beria perdono un grande uomo, una persona che ha fatto e dato molto alla propria città, che resterà nel cuore di molti e che, senza alcun dubbio, resterà nel libro d’oro della solidarietà della nostra Associazione.

Grazie Giancarlo! ●

5 Anno LXI Dicembre 2022
1988 - Il presidente provinciale FIDAS Giancarlo Beria con il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga e Mariano Rumor

L’intervista

Dallo scorso 9 agosto la Medicina trasfusionale dell’Ulss 7 Pedemontana ha un nuovo direttore, la dr.ssa Patrizia Dragone. Originaria della provincia di Salerno e residente a Vicenza, la drs.ssa Dragone si è laureata con lode in Medicina e Chirurgia all’Università di Padova, dove

pia gestire con competenza la quotidianità ed affrontare con determinazione e serenità le sfide future”.

Come si contraddistinguono, per il carico di lavoro, le diverse zone in cui si compone l’Ulss 7 Pedemontana?

A tu per tu con la dr .ssa Patrizia Dragone, direttore della Medicina trasfusionale dell’Ulss 7 Pedemontana

ha conseguito anche la specializzazione in Ematologia generale, sempre con il massimo dei voti. Proprio all’Azienda Ospedaliera di Padova ha iniziato a fare esperienza, per passare all’Ospedale di Vicenza nel 1986, dove ha lavorato con incarichi di crescente responsabilità fino al 1993, quando si è trasferita al Servizio di Immunoematologia e Trasfusionale dell’ospedale di Bassano del Grappa, dove è rimasta fino al 2011, per tornare quindi al San Bortolo. Infine, dal novembre 2021 la dr.ssa Dragone era rientrata in Ulss 7 Pedemontana, per coordinare, in qualità di direttore facente funzione, l’unità operativa complessa di Medicina trasfusionale, che ora è stata chiamata anche formalmente a dirigere. Di seguito una breve intervista per comprendere quali sono le sue priorità e sensibilità…

Con quale spirito ha assunto il nuovo incarico a capo della Medicina trasfusionale dell’Ulss 7 Pedemontana?

“Rispondendo con una battuta: “perché mi piacciono le sfide…”. Alla Medicina trasfusionale dell’Ulss 7 da tempo è mancata una guida stabile e duratura. Spero di essere all’altezza di questo compito. Il mio principale obiettivo è riuscire a creare una squadra di professionisti coesa e preparata, che sap-

“Per quanto attiene alla raccolta del sangue e degli emocomponenti non ci sono sostanziali differenze per quanto riguarda l’attività di ciascun centro raccolta. Mediamente, in ogni sede sono programmate tra 30 e 36 donazioni per ogni giorno di apertura. Nel distretto 1 sono presenti i centri di raccolta di Bassano del Grappa, Marostica ed Asiago. Mentre nel distretto 2 sono presenti i centri di Schio e Thiene. In queste sedi le aperure sono stabilite secondo un calendario definito ad inizio anno. Diversa è la situazione dei Servizi trasfusionali, che vede per la sede di Santorso un consistente impegno derivante dal fatto

6 Anno LXI Dicembre 2022
Dr.ssa Patrizia Dragone, direttore Centro trasfusionale Ulss 7 Pedemontana

L’intervista

di essere il Centro unico di lavorazione per l’intero Dipartimento di Vicenza”. Qualche dato per comprendere l’attività?

“Per dare una misura della mole di lavoro, basti pensare che nel 2021 sono state sottoposte a frazionamento più di 43000 unità di sangue intero, congelate, più di 11000 unità di plasma da aferesi e prodotte 1500 unità di concentrato piastrinico. A questo si aggiunga l’attività di cessione del plasma all’industria, per la produzione di plasmaderivati. Non va poi dimenticata la gestione delle richieste trasfusionali e dei test immunoematologici urgenti, che viene garantita sia nella sede di Santorso che di Bassano del Grappa. Il Servizio trasfusionale di Bassano del Grappa, oltre a ciò, si fa carico delle richieste del presidio ospedaliero di Asiago e costituisce la sede di produzione del sierocollirio per l’Ulss 7 Pedemontana”.

L’organico della Medicina trasfusionale è sotto stress, ma quali numeri servirebbero per poter lavorare a regime?

“Per poter garantire continuità e serenità al lavoro mancano soprattutto medici e tecnici. Sarebbero necessari almeno cinque medici strutturati. La realtà, tuttavia, è molto lontana da questo standard minimo. Nel 2022 siamo riusciti a disporre, sia pure per un breve periodo di cinque unità che, tuttavia, già da metà novembre scorso sono state ridotte a tre figure, per cessazione volontaria di una unità e trasferimento ad altra unità operativa della seconda unità. Il 12 ottobre scorso si è svolto il concorso per dirigenti medici di Medicina trasfusionale, indetto da Azienda Zero, dal quale tutti speravano potesse emergere qualche nuova risorsa per risolvere la precaria situazione del prossimo anno. Purtroppo, però, al concorso non ha partecipato alcun concorrente per l’Ulss 7”. Come si è riusciti ad andare avanti fino adesso?

“Finora siamo riusciti a fronteggiare la situazione ricorrendo agli incarichi libero professionali, che comunque non garantiscono continuità al servizio, né la possibilità di programmazione, dal momento che queste figure rimangono nella nostra unità

operativa solo temporaneamente in attesa dell’ingresso in specialità o di una diversa collocazione lavorativa. Per quanto riguarda i tecnici la situazione è ugualmente impegnativa. A risentire di questa grave carenza è principalmente il Servizio trasfusionale di Santorso che dall’estate dello scorso anno ad oggi ha visto l’uscita per pensionamento di quattro unità.

Anche in questo caso nessuna soluzione è arrivata dall’ultimo concorso di Azienda Zero ed attualmente la situazione è stata parzialmente tamponata mediante l’assunzione di un tecnico con contratto a tempo determinato ed il trasferimento temporaneo di una seconda unità da altra unità operativa”.

Qual è l’approccio con i donatori e come si potranno migliorare l’afflusso ed i tempi d’attesa?

“Il rapporto con i donatori, la collaborazione con le associazioni e l’attività di raccolta costituiscono uno dei principali obiettivi del nostro lavoro. Il 2022 è stato in tal senso sicuramente un anno positivo. La presenza, sia pure temporanea di medici in numero adeguato, integrati da liberi professionisti preparati e motivati, ha consentito di garantire regolarmente le attività programmate nel rispetto dei tempi di attesa. I nostri interventi si sono concentrati nell’ottimizzare la fase di accettazione pre-donazione, anche mediante l’introduzione di strumentazione per l’automisurazione della pressione arteriosa, come è avvenuto a Bassano del Grappa, nel ripristinare e garantire un servizio di consulenza/informazione telefonica dove non regolarmente funzionante, nella gestione puntuale dei controlli dei donatori”. Come si spiega l’importante calo di donazioni che la pandemia ha determinato e lo strascico che pare non finire più?

“Sicuramente la pandemia ha allontanato dalla donazione una quota di donatori intimiditi dalla possibilità di esporsi ad un rischio infettivo ed ha temporaneamente ridotto il numero di donatori disponibili. perché quarantenati o colpiti dall’infezione stessa. Come conseguenza, nel 2020, anno

2022

7 Anno LXI
Dicembre

L’intervista

clou della pandemia, nel nostro Dipartimento si è registrato un calo delle donazioni, dovuto pressoché totalmente alla riduzione della raccolta di sangue intero (-5% rispetto al 2019). Calo che non ha inciso sull’autosufficienza, per effetto della contemporanea riorganizzazione delle attività sanitarie ed in particolare per la marcata contrazione dell’attività chirurgica. Nel 2021, dopo l’introduzione della vaccinazione anti-Covid ed il rientro progressivo dell’emergenza sanitaria, c’è stata un’importante ripresa delle donazioni che ha riportato la raccolta ai livelli pre-pandemici. Il calo che si sta osservando nell’anno in corso è correlato non tanto alla pandemia quanto alla riorganizzazione dell’attività di raccolta programmata per il 2022, resasi necessaria per effetto della carenza di medici. Nell’Ulss 7 si è decisa la chiusura di un centro raccolta un giorno alla settimana, non potendosi garantire la contemporanea apertura di quattro sedi come avveniva nel 2021”. Questa situazione desta preoccupazione nel territorio di sua competenza o si riesce, in autonomia, a coprire il fabbisogno? “Il calo della raccolta non desta alcuna preoccupazione in termini di autosufficienza

né nel territorio di mia competenza né per quanto riguarda la provincia di Vicenza. I dati di quest’anno confermano quanto già visto in precedenza. Nell’Ulss 7 solo il 50% delle unità di sangue intero raccolte vengono impiegate per soddisfare il fabbisogno trasfusionale dell’azienda; la rimante quota contribuisce all’autosufficienza provinciale e regionale”.

Con quali parole stimolerebbe chi è restio a donare in modo continuativo ad essere più puntuale e, soprattutto, come inviterebbe i giovani a diventare donatori?

“Ai donatori direi che la vita e la serenità di molti dipendono da un gesto semplice e grande al tempo stesso, che arricchisce sia chi lo riceve che chi lo compie. Per raggiungere i giovani dovremmo avvicinarci maggiormente al loro linguaggio, al loro modo di comunicare e di vivere la realtà. Una possibilità potrebbe essere quella di affidare i messaggi non tanto agli slogan, quanto ai racconti dei diretti interessati, sicuramente più emozionanti e coinvolgenti”.

Un suo auspicio per il nuovo anno… “Che le difficoltà del momento non ci limitino, ma diventino piuttosto un’opportunità”. ●

Prenota la tua donazione

8 Anno LXI Dicembre 2022
www.fidasvicenza.com

Il personaggio

Ama definirsi il “connettivista”, ma forse lo è davvero. Il prof. Claudio Ronco, numero uno tra i nefrologi mondiali, ci ha concesso un’intervista per far conoscere cosa c’è sotto la pelle dello scienziato. Senza dubbio un grande manager, che ha saputo realizzare grandi progetti per la propria vita, nonché per la città di Vicenza.

Come ha iniziato?

Scambio di idee su passato e futuro con il “connettivista”

Percorriamo assieme questo entusiasmante viaggio alla scoperta di un vicentino doc. Quando ha pensato di diventare medico? “Vengo da una famiglia di medici. E questo mi ha permesso di evolvere nel mio pensiero. Sono rimasto molto affascinato, poi, essendo appassionato di musica, da un pensiero dell’organista Albert Schweitzer, che riteneva fosse un grande privilegio, come medico, poter alleviare i dolori di una persona, perché il dolore rende l’uomo schiavo ancor più della morte”.

“Quando ero bambino, con degli amici ci siamo avventurati in una zona pericolosa dell’Altopiano di Asiago ed un ragazzo si era tagliato la femorale ed io, con la cinghia, sono riuscito a fermargli l’emorragia. Quello è stato il mio primo “intervento medico”. L’inizio vero è proprio, però, è stato con l’iscrizione a Medicina. Eravamo in 1700 iscritti e le lezioni erano complesse, in quanto le aule avevano una capienza ridotta”.

Com’è andata l’esperienza universitaria?

“Con i miei tre compagni di studio ho deciso di andare a vivere a Padova. Abbiamo studiato assieme e siamo arrivati lo stesso giorno, con entusiasmo, alla laurea. Mano a mano che gli studi proseguivano, però, mi rendevo conto che c’era molto che si poteva fare. Sognavo già a quel tempo di poter dare un contributo che rimanesse nella storia”.

Quando è nato l’innamoramento per la Nefrologia?

“In realtà si è trattato di un amore tardivo, perché sono sempre stato innamorato della Cardiologia. Ho provato a frequentare il reparto di Cardiologia a Padova, ma non essendoci posto mi hanno mandato in Nefrologia. Poi ho provato a fare la tesi in Cardiologia, ma non è stato possibile e mi hanno assegnato una tesi in Nefrologia. Al momento della specialità non c’era posto in Cardiologia e mi hanno destinato alla Nefrologia. Rientrato a Vicenza dovevo lavorare in Cardiologia, ma ugualmente sono stato assegnato alla Nefrologia, di cui a breve mi sono innamorato per la sua multidisciplinarietà”.

Oggi è conosciuto nel mondo come il connettivista, perché?

“La Nefrologia implica la conoscenza del linguaggio di diverse discipline, per poter mettere assieme dei progetti che abbiano una sostanza e sostenibilità. È un insieme di elementi in cui le diverse sfaccettature del progetto vengono prese in carico da un grande progetto multidisciplinare. E su que-

9 Anno LXI Dicembre 2022
Il prof. Claudio Ronco durante una partita di hockey ad Asiago

Il personaggio

sto concetto è nato l’Irriv, le cui radici sono in un libro di fantascienza che ho letto tanti anni fa. A bordo di un’astronave c’erano tanti scienziati, tra cui uno che metteva insieme le competenze di tutti gli altri ed era chiamato il connettivista”.

E l’esperienza americana?

“Il mio sogno è sempre stato quello di andare a studiare in America, ma diverse contingenze richiedevano che io lavorassi per potermi mantenere. Solo a trent’anni questo desiderio è diventato realtà, grazie ad una borsa di studio che mi ha permesso di andare a New York per tre anni. Ogni giorno è stato segnato da una conquista. Avevo compreso il modo di pensare degli americani ed acquisito il metodo scientifico e questo mi aveva consentito di fare un balzo importante nella Nefrologia internazionale. La prima volta in America ero preoccupato di fare il massimo dell’esperienza, pensando che non mi sarebbe più capitata una simile occasione”. In realtà, poi, ci è tornato molte altre volte… “Proprio così, anche invitato da loro. Nel 1996 sono tornato a fare il visiting professor a Washington e nel 1999/2000 il full professor of Medicine all’Università di New York, dove ho diretto il Renal research institute per due

anni. Un’esperienza che mi ha portato al limite della decisione di non tornare più indietro, in Italia. L’allora dg dell’Ulss 6 Vicenza, Antonio Petrella, è venuto a trovarmi assicuran-

10 Anno LXI Dicembre 2022
La clinicizzazione della Nefrologia di Vicenza, nel 2018 Il prof. Claudio Ronco ai fornelli, una delle sue passioni

Il personaggio

domi che mi avrebbe fatto fare il concorso di primario. Un grande finanziamento della Fondazione Cariverona mi permise di realizzare un nuovo reparto, ancora oggi straordinariamente moderno. E nel 2008, non senza difficoltà, è nato l’Irriv, International renal research institute of Vicenza, inaugurato nel 2012 dal prof. Umberto Veronesi e dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che pronunciò una frase significativa: non avete costruito un istituto di ricerca per fare ricerca, ma avete dato un vestito alla ricerca che già stavate facendo”.

Il più grande insuccesso, o la cosa che non è riuscito a fare?

“Penso sempre che si sarebbe potuto fare di più. A Vicenza abbiamo formato centinaia di medici di tutto il mondo, alcuni dei quali sono diventati professori ordinari nelle loro Università. Ciononostante, avrei voluto trasmettere ancor di più il mio entusiasmo, ma non è stato sempre facile con gli studenti italiani, così come con quelli che venivano da fuori. Posso dire di aver realizzato la gran parte degli obiettivi che avevo, anche se mi sarebbe piaciuto molto dar vita ad un centro di simulazione per insegnare agli studenti a mettere in pratica ciò che avevano imparato. Ostacoli burocratici, purtroppo, hanno impe-

dito che tutto ciò diventasse realtà. In pochi mesi, a Cincinnati, lo stesso progetto è stato realizzato”.

Nel 2018 è arrivato il titolo di professore ordinario dell’Università di Padova…

“Il primo problema che ho avuto quando mi sono confrontato con il mondo accademico è che ero al top del ranking per i titoli e le pubblicazioni. Per questo, però, la mia soddisfazione è stata grandissima, così come il rapporto con gli studenti, che prima non potevo avere, in quanto l’Università non voleva mandare studenti a Vicenza. Ancora oggi molti ragazzi mi scrivono per aggiornarmi su come sta progredendo la loro carriera”.

Il nostro Paese è lento?

“Il nostro Paese è stranamente lentissimo, fatto di burocrazia, ma ci sono molte persone in gamba che fanno delle cose meravigliose. È sorprendente, è inaspettato. La ricerca italiana all’estero, infatti, è piuttosto apprezzata, si caratterizza per una grande creatività e capacità di sintesi. Il nostro Paese è lento, tende a premiare la mediocrità, ma sorprendentemente germinano idee e ricerche molto belle. In America il sistema ti aiuta, da noi il sistema ti ostacola”.

Come sono i giovani di oggi?

“I giovani di oggi sono come l’aspetto econo-

11 Anno LXI Dicembre 2022
La squadra di medici nefrologi in dotazione al Dipartimento di Vicenza

Il personaggio

vita, ma la verità è che possono fare questo solo perché i genitori integrano le loro entrate”. È colpa delle famiglie, dunque…

“In buona misura. La gran parte dei genitori è cresciuta con il concetto che i loro figli sono tutti dei geni e che ogni colpa è di qualcun altro. In un sistema che non riconosce il merito, poi, viene indebolito il concetto che se fai vieni premiato. C’è una sorta di rassegnazione, per cui fare o non fare sembra essere la stessa cosa. Anche in un sistema becero come il nostro, però, alla fine si ottiene ciò che ci si prefigge. Ed in alcuni casi ci si riesce”. Ci sono state delle persone che le hanno fatto capire queste cose?

mico della società. Quelli bravi sono molto più bravi di come eravamo noi, per quelli scarsi vale esattamente il contrario. Noi eravamo una grande popolazione di studenti medi. I giovani d’oggi sono cresciuti in un ambiente non competitivo, dove mediocrità o bravura sono sostanzialmente la stessa cosa. Sono disposti a guadagnare meno, pur di avere del tempo libero. Potrebbe sembrare una scelta di

“Tutti noi incontriamo delle persone importanti, ma solo se lo vogliamo facciamo di loro dei mentori, altrimenti passano senza lasciare il segno. Io ho trovato alcune persone che mi hanno lasciato un segno, tra queste il primario Giuseppe La Greca. Era un barone, ma anche una persona illuminata, che mi ha indicato il percorso da seguire. Ho trovato un paio di persone in America, che sono diventate la mia ispirazione. Un giovane di Brasilia mi scrive ogni giorno, perché sogna di diventare come me. In Italia c’è

12 Anno LXI Dicembre 2022
Il prof. Claudio Ronco con una delle sue invenzioni, il Carpe Diem Il prof. Claudio Ronco con il prof. Umberto Veronesi, nel 2012, in occasione dell’inaugurazione dell’Irriv

Il personaggio

Cosa la emoziona, nella quotidianità?

“Tutto. Io sono un entusiasta. Nella cucina, nella musica, nello sport, nel condurre a termine una ricerca provo grande soddisfazione. In questi giorni è nata la mia prima nipotina. Le ho scritto un libro di favole, ho composto dieci ninne nanne, sto scrivendo un altro libro sulla musica. Mi emoziona tutto. Vedere che dei miei allievi stanno facendo delle cose importanti e mi considerano il loro papà scientifico, così come è emozionante, in America, trovarsi davanti ad una platea di 15mila persone che attendono che gli indichi il percorso da seguire nei prossimi cinque anni”.

È sempre riuscito a fare quello che le piaceva?

“Sì. Molti dicono che ho avuto fortuna, ed è vero. Ma ci sono tre treni della fortuna: tu sei in stazione ed il treno non passa mai; il treno passa e tu sei lì, per caso; poi c’è il treno della fortuna che tu aspetti e sei lì a prenderlo, quindi la tua determinazione ti porta ad avere fortuna. Ho avuto fortuna, ma non è mai caduta dal cielo”.

Un sogno nel cassetto…

“Il mio sogno era quello di suonare con una grande band. E ci sono riuscito, perché ho suonato con I Nomadi in Piazza dei Signori. Vorrei riuscire a suonare, però, come loro. Vorrei pattinare e giocare come i grandi

dell’hockey. Il mio vero sogno, infine, sarebbe che qualche persona, leggendo i miei libri, guardando la mia storia, capisse che si può fare. Questo è il sogno di lasciare un’eredità morale. Mio padre ha lasciato a me ed a mio figlio un’importante eredità. Spero di riuscire a fare altrettanto anche con la mia città, attraverso l’istituto che abbiamo costruito e che mi auguro non si interrompa. Non sarà semplice, perché ci vuole impegno e determinazione. Vicenza non è New York, le cose non arrivano se non le si fanno arrivare”. ●

13 Anno LXI Dicembre 2022
Il prof. Claudio Ronco in occasione del concerto con I Nomadi in Piazza dei Signori a Vicenza Il gruppo di medici nefrologi del prof. Giuseppe La Greca, con un giovane Claudio Ronco

Salute e stili di vita

Angelo D’Onofrio, psicologo e psicoterapeuta di formazione ed orientamento psicoanalitico. Già docente di Psicologia dinamica presso il Centro Ricerche Biopsichiche di Padova e coordinatore della sezione veronese “G. Guantieri” della Società Italiana di Medicina Psicosomatica dal 2014 al 2016, ha pubblicato diversi libri ed articoli su varie riviste.

Usi, sensi, funzioni per una parola sono infiniti. Dentro un discorso c’è quello che l’interlocutore vuol dirci, quel che pensa di dirci, quel che riesce a dirci, quel che noi pensiamo voglia dirci, quello che, in quel momento e con la nostra storia, siamo in grado di cogliere, ma ci può essere anche un altro voler dire, che sfugge a lui e a noi. Si passa, insomma, da un monosenso a un plurisenso.

to quotidianamente in attività di conversazione, è davvero centrale il problema della parola, di chi la dice e di chi l’ascolta, del significante e del significato, del modo di dire le parole e, infine, della differenza tra dire e parlare.

Si può, infatti, parlare, parlare senza dire assolutamente nulla, perché le parole sembrano quelle di un bel “libro stampato”. Così non viene fuori nulla di non previsto che abbia a che fare con le emozioni, cioè con la “carne viva”.

Parole, parole, parole…

Davanti al terapeuta c’è un groviglio di parole, pasticci di parole, di fatti, di emozioni. A lui spetta il compito di decifrare, con l’aiuto del paziente, il testo, che altrimenti rischierebbe di essere incomprensibile.

Perché ci si ammala? Che cosa si ammala? La persona? La sua storia? Il suo modo di raccontarla?.

Non è possibile, pertanto, un “intervento chirurgico”, chiamiamolo così, perché non sappiamo dov’è davvero “il male”: nella testa? Nel cuore? Sulla bocca? Dove?

Dare aiuto a chi? Una persona è un insieme di tante parti.

Per alcuni pazienti conta solo eliminare il sintomo, che denuncia il malessere; per altri lo stesso è, invece, un’occasione per andare più a fondo e cogliere l’opportunità del cambiamento implicito nel disturbo.

Insieme al testo, bisogna anche tener conto della voce che lo presenta, perché parole e voce sono inseparabili.

Per chi come me, psicoanalista, è impegna-

Insomma, viene rovesciato solo un fiume di parole che inondano e annegano l’altro.

Si può anche non parlare e, nello stesso tempo, dire molte cose.

Nel mio lavoro è importante il racconto del paziente, che racconta il suo “racconto”, seguendo un procedimento autologico, cioè descrive se stesso mentre descrive il fenomeno osservato.

È nel suo racconto, non certo nella cartella clinica o nella gabbia della diagnosi, che troviamo le sue emozioni testimoniate dalle croste che celano le cicatrici che, a loro volta, coprono ferite ed emorragie.

Il racconto del paziente è un testo plurimo, fatto di parole imbavagliate, e, in certi casi, liberate in altri, incastrate nel corpo, a volte capricciose, ingovernabili, anamorfiche…, ma quasi sempre parole “malate” come la malattia che provano a raccontare, ma anche parole che svelano oppure occultano. Occorre ascoltare con grande attenzione la costruzione del racconto, perché è lì che va individuato il vero significato del malessere, nelle zone buie della narrazione, nelle quali il paziente teme di entrare per non incontra-

14 Anno LXI Dicembre 2022

Salute e stili di vita

re i propri pensieri, sentimenti, fantasie che potrebbero metterlo di fronte ad aspetti di sé poco conosciuti o addirittura inaccettabili. Del proprio disagio il racconto del paziente non dice tutto, né lui sa tutto. Spesso anche quando sa, finge di non sapere o si rifiuta di sapere. Tutto allora va a collocarsi nel sintomo. La storia di un sintomo è una storia da ricostruire: il sintomo, comunque, è la soluzione migliore che il soggetto ha saputo trovare per risolvere il suo conflitto.

La malattia è il linguaggio per esprimere il proprio dolore. Dietro il “non posso” c’è il suo “non voglio”. Noi non possiamo renderlo capace del suo “non posso”; possiamo però aprire la porta al “non voglio”, possiamo aiutarlo a capire che ha dei conflitti che esamineremo insieme per capire di cosa si tratta. Non c’è una ricetta per ascoltare bene, non c’è un manuale che insegni “come ascoltare”. Dipende da noi, dal nostro orecchio, da come siamo dentro.

Ascoltare è un insieme di qualità che appartengono alla struttura di chi ascolta. Qualità

come prudenza, accortezza, coraggio del non senso, paradosso…

Bisogna prendersi del tempo per ascoltare bene, senza avere fretta e saper aspettare, anche se non si capisce tutto subito.

Ciascuno di noi ha tante storie da raccontare: l’infanzia, l’adolescenza, gli anni della scuola, il lavoro, gli amori, le malattie…

Dare una nuova storia alla propria vita non è un lavoro facile, anzi è spesso doloroso, faticoso, irto di contraddizioni; né è possibile un percorso più breve, una scorciatoia, che pure qualcuno tenta.

“Io sono così”: il definirsi (ad es.: sono fobico, sono anoressica…) è forse un modo per alleviare la tensione, identificandosi con una parte, ma non risolve il conflitto.

È come un filo rosso per ritrovarsi in caso di possibili smarrimenti.

Il paziente cerca nella stanza dell’analisi l’unità strutturale e, invece, capirà che quella stanza è il luogo nel quale si produce una pluralità di senso e anche una “pluralità” di se stesso.

15 Anno LXI Dicembre 2022

Salute e stili di vita

Il soggetto pensa di andare nella stanza dell’analisi per incontrare l’analista. In realtà quell’appuntamento è con se stesso, la sua storia, perché possa finalmente incominciare a pensare.

Il pensare può impaurire, perché costringe ad imparare qualcosa su se stesso.

Così chi racconta comincia a scoprire che non è tanto importante ciò che balza subito all’occhio, quel che si colloca al centro, ma ciò che rimane ai margini, ciò che fa da contorno.

Così da una trama apparentemente “senza senso” si può trovare “un senso nuovo alla trama”. Si realizza, pertanto, una nuova versione del passato, che ha imprigionato il paziente, ma che pure gli ha fornito la possibilità di giustificare tutto con il tornaconto (“se non fossi stato…”).

C’è chi vorrebbe subito le risposte, perché le domande pesano, procurano ansia e il non sapere inquieta.

Pertanto, è un “voglio sapere come eliminare il sintomo nel più breve tempo possibile”.

Il soggetto vuole, in realtà, un atto analgesico, in quanto il restar sospesi è intollerabile, ansiogeno.

La biografia costruita dal fato, quella fallimentare della vita già scritta, della strada obbligata da percorrere cede un po’ alla volta alla biografia della responsabilità personale.

La malattia è il punto di crisi di una biografia. Marcel Proust scriveva: “Sembra che la

Dona il sangue. Salvi una vita.

natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi. La medicina ha inventato l’arte di prolungarle”. Aveva ragione?

Lo stare empaticamente vicino al paziente in una relazione che consente scambi, esperienze, emozioni, lo aiuta a trovare, insieme a noi, le risposte al suo disagio, cosicché queste ultime non siano calate dall’alto né giungano attraverso consigli, perché con essi il problema si chiude, mentre il modo interrogante apre sempre nuove possibilità, lascia spazio a soluzioni che nascano proprio dalla maggiore libertà di movimento.

Così, se esiste un racconto del malessere, c’è pure un malessere del racconto: è proprio quest’aspetto, cioè il modo di raccontare, che ci aiuta a cogliere più e meglio il disagio del soggetto rispetto all’elenco dei sintomi, cioè al racconto del malessere.

Col tempo il paziente diventa un “narratore competente”, cioè impara a conoscere meglio se stesso, il suo passato riscoperto e rivisto, e pronto a guardare al futuro con i suoi progetti.

Quando il soggetto esce definitivamente dalla stanza dell’analisi ha sotto il braccio lo stesso volume di racconti della sua vita con il quale è entrato, ma vi ha aggiunto correzioni, ha rivisto e corretto qualche battuta o, magari, ha imparato a pronunciarla diversamente: un libro, di cui voleva disfarsi, e che adesso ha imparato a portare meglio, senza sentirsi troppo affaticato. ●

16 Anno LXI Dicembre 2022
www.fidasvicenza.com

Miss Fidas Vicenza

Samantha De Guio, classe 2002, di Dueville, è Miss per la Vita. La sua non è una fascia come tutte le altre. Non celebra, come da tradizione, il sorriso, l’intraprendenza, l’abilità di promuovere un abito esclusivo, ma esalta il valore più importante di ciascun essere: la vita. Con lei, che ha ricevuto la fascia messa a disposizione da Fidas

il tifo per me c’erano i miei parenti e la mia migliore amica. Vederli felici mi ha davvero riempito il cuore”.

Quali sono le difficoltà di conciliare gli impegni tra studio, lavoro e passerelle?

Samantha De Guio di Dueville è Miss per la Vita

Vicenza lo scorso 9 settembre nel “salotto” di Piazza dei Signori, cerchiamo di comprendere aspettative, progetti futuri e l’impegno al fianco dell’Associazione di donatori di sangue più rappresentativa della provincia berica. Come ci si sente ad indossare la fascia di Miss per la Vita?

“La serata del 9 settembre è stata un’emozione dopo l’altra ed il fatto di indossare la fascia Fidas è stato molto inaspettato. A fare

“Non è facile far coincidere lavoro, studio e passioni, ma bisogna essere in grado di organizzarsi e prendersi degli obiettivi. Fin da piccola sono stata abituata ad essere sempre in movimento e mi è servito molto, perché oggi riesco a dedicare il giusto tempo a tutto. Nella mia giornata, di solito, non manca mai il momento per allenarmi, per passare del tempo con la mia famiglia ed i miei amici. Inoltre, una delle mie passioni più grandi è la scrittura. Infatti, da poco più di due anni, dedico una mezz’oretta tutti i giorni a scrivere e questa cosa mi rende molto soddisfatta, perché so che nel futuro potrò rileggere tutte le avventure che passavo da giovane, le persone che ho conosciuto ed i sentimenti che provavo”.

17 Anno LXI Dicembre 2022
Chiara Peron, presidente Fidas Vicenza con Samantha De Guio, Miss per la Vita 2022

Miss Fidas Vicenza

Samantha, puoi parlarci un po’ di te?

“Samantha è una ragazza molto dinamica e produttiva. Cerca sempre di occupare ogni minuto della sua giornata con attività, lavori, hobby e passioni. Ho iniziato con le sfilate a settembre 2019 ed in poco tempo sono riuscita a coltivare moltissime esperienze e conoscere persone nuove. Il mondo dello spettacolo mi ha sempre affascinata e mi ha dato molte soddisfazioni. Fin da piccola ero attratta da questa realtà. Alle elementari, con mia mamma avevo scritto un libretto, perché la mia idea era quella di diventare scrittrice, alle medie mi sono immersa nel cinema ed ho provato a scrivere il copione di un film e, come se non bastasse, passavo alcune giornate a scrivere pezzi di canzoni. Nonostante tutto, non ho mai accantonato lo studio o il lavoro. Nel 2021 ho terminato le superiori e per un anno ho lavorato come impiegata in un ufficio paghe. È stata un’esperienza che mi ha fatto apprendere molto, ma al tempo stesso mi sono resa conto che ho bisogno di un lavoro dinamico e che mi permetta di crescere. A breve inizierò l’Università e sono molto positiva a riguardo”. Cosa porterai con te dall’esperienza appena conclusa di Miss provincia di Vicenza?

“È il terzo anno che partecipo a Miss provincia di Vicenza e, tra tutte le sfilate che ho fatto, l’essere in quel palco ed in quella piazza è una gioia unica. Da come si può capire mi porto sempre dietro un bagaglio di emozioni da questa avventura e consiglio a tutte le ragazze che vogliono mettersi in gioco di provare questa esperienza”.

Un percorso appassionante. Com’è è stato il rapporto con le altre concorrenti?

“Fin da subito sono entrata in sintonia con una ragazza ed è stata un vero angelo, perché mi ha aiutata a truccarmi. Altre ragazze le avevo già viste negli anni passati o ad altre sfilate e sono tutte davvero simpatiche. Per come sono fatta io caratterialmente cerco sempre di andare d’accordo con tutte e se posso sono la prima ad aiutare”.

Quali sono adesso i tuoi obiettivi futuri?

E il tuo grande sogno?

“In questo momento faccio molta fatica a vedermi nel futuro. Per molto tempo sono stata indecisa tra due facoltà che mi davano la possibilità di diventare insegnante o lavorare nell’ambito del giornalismo. Ad oggi, penso di aver trovato una facoltà che mi permetta di scegliere tra entrambe le mie idee e mi sto riferendo a Scienze politiche. Sono

18 Anno LXI Dicembre 2022
I rappresentanti di Fidas Vicenza con Miss per la Vita

Miss Fidas Vicenza

pronta ad intraprendere questo percorso perché, anche se può sembrare strano, dopo un anno di lavoro la voglia di tornare a studiare è tanta. Il mio sogno è di fare più esperienze possibili nel mondo dello spettacolo e della moda e, magari, prima o poi si apriranno delle possibilità”.

Come pensi di poter veicolare l’immagine di Fidas Vicenza, in particolare tra i giovani?

“Al giorno d’oggi i giovani sono molto attratti dai social e dalla tecnologia e la maggior parte delle volte si fanno influenzare da ciò che vedono e leggono. Per poter incrementare il numero di donatori a mio avviso è necessario puntare su questi canali e diffondere il più possibile le conoscenze. Per facilitare tutto ciò secondo me è importante far capire ai giovani l’importanza della donazione ed invogliarli a compiere gesti utili al prossimo”. Hai mai pensato di diventare donatrice di sangue?

“La verità è che ho sempre avuto il terrore degli aghi, ma per problemi legati alla mia salute sono costretta ad effettuare le analisi del sangue più volte all’anno. Nel 2019,

infatti, ho scoperto di avere i livelli alti del colesterolo e in più sono un po’ anemica, perciò devo tenermi monitorata. In compenso, posso dire che mio papà ha donato il sangue per alcuni anni e fin da piccola mi ha sempre trasmesso il suo entusiasmo”.

Nella nostra società la bellezza è spesso relegata alla semplice apparenza, quanto pensi sia importante, soprattutto nel mondo delle sfilate, distinguersi per la propria personalità?

“Nel mondo delle sfilate l’aspetto fisico è molto importante, ma secondo me non è tutto. Di ragazze belle ce ne sono molte, ma quelle che si notano davvero sono quelle in grado di distinguersi per la propria personalità. Mi è capitato in vari concorsi di vedere ragazze che mentre sfilavano si sentivano davvero sicure di sé, ma nel momento della presentazione si notava la loro preoccupazione nel parlare davanti ad un pubblico. Proprio per questo sono del parere che questo genere di eventi a volte possa essere utile a superare delle difficoltà nell’aprirsi. E poi, come dico sempre, un sorriso fa davvero la differenza”.

19 Anno LXI Dicembre 2022
Le Miss elette nell’ambito di Miss provincia di Vicenza

La testimonianza

L’entusiasmo della vita. La voglia di metterci la faccia, di essere in prima linea con il proprio impegno, di dare il buon esempio, ma senza troppo vantarsene. È l’identikit di Martina Giovanna Chichierchia, poco più che maggiorenne e già convinta donatrice di sangue. La sua storia è accomunata a quella del papà Michele, presidente della Zona 4 di Fidas Vicenza, che

vani, spesso accusati di non avere ideali e di molto altro…

Come hai deciso di diventare donatrice di sangue?

Martina, una giovane che ci mette la faccia donando il sangue

lo scorso marzo ha celebrato un importante traguardo: la 150a donazione di sangue. Ed al suo fianco c’era Martina, braccio a braccio, nel vero senso della parola, per effettuare la prima donazione. Con lei ripercorriamo le

“La scelta di diventare donatrice è dipesa innanzitutto dall’essere vissuta in casa con due donatori, i miei genitori, che mi hanno mostrato quanto importante fosse intraprendere questa strada per aiutare altre persone. In parte è dipeso dal vedere il costante impegno che mio padre metteva non solo nell’andare a donare ma anche nell’entrare nell’ambito dirigenziale di quello che è il mondo della Fidas. Infine, sicuramente da una mia propensione, più o meno innata, nel voler far star bene gli altri, qualsiasi siano le modalità”.

Quanto ha influito la “carriera” di donatore di tuo padre nella tua scelta?

“Inevitabilmente la “carriera” di papà ha influito su quella che è oggi la mia visione della donazione, senza di lui probabilmente non avrei avuto gli strumenti, almeno inizialmente, per avvicinarmi a questo mondo alla mia giovane età. È stato un esempio fondamentale per quello che è ad oggi questa scelta di vita”.

Cosa significa per una giovane ragazza essere impegnata su questo fronte?

“Essere impegnata su questo fronte significa comprendere maggiormente una realtà poco conosciuta in generale, ma soprattutto dal mondo giovanile. Fare la donatrice significa anche interessarsi a quelle che sono le problematiche che gli ospedali vivono a causa della mancanza di sangue e comprendere il ruolo importante che ognuno di noi ricopre”.

In che modo suggeriresti ai tuoi coetanei di seguire le tue orme?

“Il modo in cui suggerirei ai miei coetanei di donare è mostrando loro quante vite possono essere salvate con un loro gesto, quanto una semplice mattinata passata nei centri per le donazioni possa cambiare la condizio-

20 Anno LXI Dicembre 2022

La testimonianza

ne medica di altre persone. Mostrare loro che donare alla fine è un gesto semplice”. Più cuore o ragione nel diventare donatori di sangue?

“Io penso più cuore. È lui che mi ha spinto dove sono ora, nel prendere questa decisione. Aiutare gli altri non può che riempirti il cuore di gioia, lasciarti una sensazione positiva, di contentezza per il gesto compiuto. La ragione è per altri campi”.

E quando diventerai “grande”, troverai ancora il tempo?

“Non posso esserne sicura, ma sicuramente ci proverò. Potrei anche allontanarmi da Vicenza, ma questo non mi impedirà di voler dare una mano attraverso una donazione. La solidarietà è un valore che mi risulta molto familiare ed ignorarlo non sarebbe da me”.

Come convinceresti a donare chi ha paura dell’ago?

“Ognuno ha le proprie paure, inevitabilmente. Anche a me non fa impazzire avere un ago in vena, tuttavia la consapevolezza dell’importanza di quanto stai facendo, porta via ogni minimo dubbio. Io tendenzialmente cerco di pensare ad altro, non guardare e fila tutto liscio. La paura è qualcosa su cui bisogna lavorare per essere poi pronti ed evitare problemi durante la donazione. Per quanto la salute altrui sia importante, lo è anche la nostra”.

Come ci si sente dopo aver effettuato una donazione di sangue?

“Dopo aver donato ci si sente un po’ svuotati, deboli e non al meglio. Tuttavia, la consapevolezza che arriva dopo ti rincuora e ti fa apprezzare quel momento. Mentre sei al ristoro, recuperando le forze, e ripensi a quanto appena fatto, non puoi non essere grata per avere la possibilità di renderti utile per gli altri”.

Tre motivi, per cui… “donare sangue significa salvare una vita”…

“Il primo motivo è che, soprattutto in seguito alla pandemia, negli ospedali c’è carenza di sangue, tale condizione fa sì che il nostro gesto risulti essenziale per salvare qualcuno.

Il secondo motivo è che il sangue è la nostra linfa vitale e la mancanza di esso, a causa di problemi o in seguito ad incidenti, può risultare mortale. Il terzo motivo è che più persone donano maggiore è la possibilità di trovare abbastanza sangue dello stesso gruppo sanguigno e così salvare una vita”. ●

21 Anno LXI Dicembre 2022

Il medico risponde

Con l’abbassamento autunnale delle temperature diventano frequenti i casi di malanni di stagione, dalle più lievi sindromi simil-influenzali, caratterizzate da malessere, febbre, tosse, raffreddore e mal di gola, ai quadri clinici più impegnativi della bronchite e della polmonite. Queste ultime, necessariamente, di precipua gestione medica.

Benvenuto autunno! Piccola guida ai malanni di stagione

Nella maggior parte dei casi, fortunatamente, si tratta di affezioni che riguardano le alte vie respiratorie e che vanno identificate e gestite in modo adeguato, soprattutto in epoca di pandemia da Covid19.

Le vie aeree superiori del nostro organismo, normalmente, sono in grado di opporre una buona difesa nei confronti degli agenti esterni attraverso una serie di meccanismi di barriera, fra cui un rivestimento di ciglia vibratili e la produzione di muco in grado di intrappolare gli agenti esterni nocivi (germi, polveri, particelle di varia natura) e di veicolarli all’esterno del corpo.

La riduzione delle temperature ambientali durante la stagione fredda viene spesso imputata come causa principale di queste forme di malessere, ma è davvero così? Ad oggi nessuno studio clinico ha correlato il freddo esterno con una maggior incidenza di forme simil-influenzali e di altri tipi di affezioni stagionali, sebbene le temperatu-

re molto ridotte possano in una certa quota debilitare il nostro organismo. Fra i fattori causali più comuni vanno considerati, invece, gli ambienti chiusi poco areati, gli sbalzi termici, il riscaldamento artificiale ed il sovraffollamento, tutti aspetti che favoriscono la proliferazione dei germi più comunemente causa di questi quadri clinici. In particolare, l’aria secca svolgerebbe un ruolo di disseccamento delle mucose delle vie aeree che sarebbero meno efficienti nella produzione di muco e, conseguentemente, meno protette. In queste condizioni i virus, causa del 90% di queste forme infettive, sopravvivono più facilmente e possono diffondersi sia per via diretta, da persona a persona, sia indirettamente tramite la contaminazione delle superfici degli oggetti con si entra in contatto.

Per questo motivo, come abbiamo ampiamente imparato e reso automatico nel periodo pandemico, i semplici e classici accorgimenti di lavaggio delle mani e copertura della bocca e del naso nel momento della tosse e degli starnuti, molto possono fare per limitare la diffusività delle forme infettive stagionali. Anche l’arieggiamento delle stanze, l’umidificazione delle stesse e l’igiene delle superfici sono fondamentali. Cosa fare quando l’infezione è in atto? È importante ricordare che gli agenti infettivi in grado di determinare un’infezione delle alte vie aeree, come ricordato, sono i virus (di gran lunga la causa più comune) ed i batteri. Le forme cliniche di queste

22 Anno LXI Dicembre 2022

Il medico risponde

patologie comprendono tutto quel corteo di sintomi che nel linguaggio quotidiano definiamo “influenza”: febbre, anche piuttosto elevata (può raggiungere e superare i 39°C!), intense artromialgie diffuse (sensazione di “ossa rotte”), raffreddore, cefalea, mal di gola, tosse, talvolta secca, altre volte catarrale e sintomi gastrointestinali. Solo il vostro medico potrà indicarvi e discernere con maggior probabilità fra la causa virale e quella batterica, ma, soprattutto in fase iniziale, è consigliato utilizzare degli accorgimenti generali e dei farmaci sintomatici: riposo, abbondante idratazione, dieta leggera, farmaci antipiretici e/o antiinfiammatori e farmaci sintomatici “da banco” per poter alleviare le manifestazioni cliniche più fastidiose. Va rimarcato che anche la febbre svolge un importante ruolo nella eliminazione degli agenti infettivi, pertanto, in assenza di situazioni di fragilità (per età e/o patologie concomitanti), la febbre può essere ben tollerata dagli adulti sani. Gli antibiotici, invece, non hanno alcun ruolo nell’eliminazione degli agenti infettivi virali, semplicemente perché sono creati per eliminare i batteri, non i virus! Il fatto che, apparentemente, l’assunzione dell’antibiotico porti a guarigione del quadro cli-

nico in circa 72 ore è da ascrivere non tanto all’effetto del farmaco, quanto piuttosto al fatto che normalmente la fase acuta delle infezioni virali dura di per sé 3-4 giorni e poi va a migliorare progressivamente e spontaneamente. Vi sono, infine, i casi particolari di soggetti fragili per loro natura (bambini molto piccoli o anziani) o per patologia, che meritano sempre un contatto con il medico e per i quali talvolta, anche nella consapevolezza dell’infezione virale in atto, vengono prescritti gli antibiotici. In questi casi la somministrazione viene decisa per impedire una sovrainfezione batterica, cioè un’ulteriore infezione, questa volta causata da batteri, facilitata da un sistema immunitario e da un organismo più delicati, meno in grado di difendersi, che potrebbe determinare forme gravi di infezioni disseminate (setticemie).

In conclusione, quindi, per la maggior parte delle persone in buona salute, sentito il medico di Medicina generale per l’opportuna valutazione del caso specifico, concediamoci il “lusso” di poter star male per qualche giorno, aiutando il nostro organismo a superare l’infezione in modo adeguato e razionale e, per quanto riguarda l’influenza vera e propria, vacciniamoci. ●

Ricordiamo a tutti i donatori che è possibile recarsi ai centri raccolta sangue soltanto indossando la mascherina chirurgica.

La mascherina personalizzata Fidas Vicenza potrà essere utilizzata in sicurezza in tutte le altre circostanze.

23 Anno LXI Dicembre 2022

La testimonianza

Tra pochi mesi potremo dire che sono trascorsi ben quarant’anni dal “patto di sangue” stretto con gli amici della Fidas Leccese. A far rivivere quei giorni, di intensa emozione, dal 25 al 28 marzo 1983, ci ha pensato il donatore di sangue Nereo Costa, di Camisano Vicentino, che nel Treno dell’amicizia ha viaggiato ed ha suggellato

Il Treno dell’amicizia rivive nelle parole di uno dei suoi protagonisti

quegli istanti di vita in uno scritto, pervenuto alla redazione de Il Pellicano dal presidente del Gruppo Fidas di Camisano Vicentino, Roberto Pegoraro.

da incidente stradale, si trovò, dopo tante ore di coma, nella sala rianimazione dell’ospedale di Gallipoli. Una goccia del suo sangue si sveglio, si guardò attorno e vide accanto a sé altre gocce uguali a lei, ma che avevano un profumo diverso. Incuriosita, chiese a quella che le stava accanto: “Ma tu chi sei? Da dove vieni?”. Questa rispose: “Sono Donata e vengo da Vicenza, dal Nord dell’Italia”. “Ma come hai fatto a venire quaggiù, nel Sud?”, chiede Graziata. E Donata: “Allora ti racconto tutto. Con moltissime altre gocce che scorrevano nelle vene di 750 vicentini sono partita il 25 marzo 1983, per andare quattro giorni in Puglia. Mi chiamo Donata perché, appunto, mi sono donata a te per salvarti”. “Grazie, amica mia”, disse Graziata, “mi fai ora venire in mente che c’ero anch’io quei giorni in terra salentina. Sono stata testimone di tutto. Qualche giorno dopo mi sono svegliata qui in ospedale, messa tanto male. Avevo perso quasi tutto il mio sangue, mi hanno iniettato il tuo e mi hai salvato la vita. Ma dimmi un po’, Donata, come mai siete venute qui da noi?”. “Vedi”, rispose Donata, “noi 25 anni fa abbiamo pensato che non era giusto restare sempre nel corpo della stessa persona e abbiamo deciso di uscire dal nostro involucro per andare nel corpo degli altri. Il nostro corpo è uno, ma c’è qualcosa di invisibile, qualche filo sottile che ci unisce gli uni con gli altri e si forma un unico spirito. E poi, se amiamo vivere, perché non cercare di prolungare la vita ad altri?”.

Proponiamo, di seguito, il racconto integrale di Nereo Costa, scritto in treno durante il viaggio di ritorno, e letto a tutti i vicentini mediante gli altoparlanti, dalle cui parole traspare tanto amore, ma anche un grande senso di responsabilità, che accomuna i donatori più convinti nel corso della loro vita dedicata alla solidarietà.

“Graziata, una giovane ragazza leccese colpita

“Cara Donata”, rimarcò Graziata, “resto con la bocca aperta ad ascoltarti! Cosa mi hai fatto capire! Ma perché non siete venute qui prima d’ora?”. “Vedi, noi abbiamo scoperto ciò, ma ti assicuro che non è stato facile buttare via il nostro egoismo, il fatto che prima pensavamo solo al nostro corpo, solo ai nostri interessi. Non è stato facile capire che non dobbiamo pensare solo ai soldi, alla casa, al vestito, ma che ci sono tante altre cose che ci possono dare migliori soddisfazioni. Accorgersi degli

24 Anno LXI Dicembre 2022

La testimonianza

altri è come svegliarsi un mattino e scoprire l’aria, che è sempre esistita. E poi, credi che non abbiamo sudato per abbattere quel muro di razzismo che ha separato per tanti anni il Nord dal Sud dell’Italia? Abbiamo sempre visto il sudista come un nullafacente o uno che ruba, facente parte di una razza inferiore, perché solo noi del Nord eravamo bravi e belli; perché anziché parlare con loro li evitavamo, non penetrando così mai nei loro occhi e nei loro cuori, per vedere come sono fatti dentro, che sono uomini come noi, con la stessa nostra natura umana, mortali come noi e fatti dentro come noi”.

“Senti, Donata, dal momento che mi hai detto tutte queste cose, mi vuoi dire le tue impressioni sui giorni che hai trascorso in terra pugliese?”. “Certo, Graziata, ti dico tranquillamente che ho passato dei giorni commoventi. Quante volte ho dovuto inghiottire quel nodo che mi saliva in bocca per trovarmi, senza sapere il perché, con le guance bagnate di lacrime. Mi guardavo attorno, diventavo rossa, ma poi ho capito che non dovevo vergognarmi di piangere, perché piangono le persone che vivono la propria vita dal di dentro. Com’è stato bello regalare un distintivo,

un pieghevole o una penna ad un bambino. Com’è stato bello strappare un sorriso dalla bocca di un duro vecchietto, reso malfidente dalla guerra, dalle dominazioni, dalla povertà. Com’è stato commovente dimostrare a quella vecchietta che ci guardava dalla finestra che esistono centinaia di persone che si interessano anche di lei. Com’è stato piacevole venire a contatto con la gente della strada, stringere loro la mano, baci e abbracci, fare loro un sorriso. Nessuno aveva insegnato a Francesco, un ragazzino di sette/otto anni, che era solo in mezzo a noi, a dirci “benvenuti”. Ti dico, cara Graziata, che solo ora ho capito com’è accogliente la gente salentina, com’è buona e generosa, come sa donare agli altri quello che ha, così penso ora saprà donare anche il sangue, come l’abbiamo donato loro noi vicentini sul posto. Non l’hanno mai fatto prima, perché nessuno glielo aveva loro insegnato”. “E a te, cara Graziata, così rimasto impresso di quei giorni?”. “Io, cara Donata, ho provato tante emozioni e sensazioni, che non riesco a descrivere con le parole. Penso mi sarà difficile raccontare qualcosa ai non presenti. Mi commuovevo solo a pensare che 750 vicentini sono venuti da noi per dimostrarci la loro

25 Anno LXI Dicembre 2022

amicizia e la loro fratellanza. Il “canto del donatore”, che i vicentini cantavano a squarciagola e con tanto entusiasmo, mi penetrava nelle ossa, mi faceva vibrare e mi infondeva quel bruciante desiderio di diventare come loro. Avrei voluto abbracciarli tutti, dire loro grazie. A volte non mi sembrava vero tutto quello che accadeva, mi sembrava di sognare. Cara Donata, mi sentivo un brivido che mi attraversava tutta quando arrivavano gli staffettisti con in mano il sigillo dell’amicizia tra Nord e Sud. Arrivavano di corsa, come avessero il fuoco ai piedi, protesi in avanti come quando si sta tagliando un traguardo, come avessero in mano una fiamma di vita e d’amore, che non deve mai spegnersi. E poi, quante persone parlavano con il cuore in mano. Ed erano le persone, vicentini o pugliesi, che hanno scoperto un significato della vita, che hanno delle mete e che fanno dei sacrifici per raggiungerle, che hanno imparato l’arte di amare e che si danno da

fare per insegnarla ad altri. Abbiamo offerto agli ospiti tutto quello che avevamo, nella nostra semplicità, abbiamo fatto loro capire, umilmente, che abbiamo bisogno di loro, che impareremo da loro. Mi sono detta: “come mai non ci siamo chieste prima perché da noi muoiono tante vite senza sangue? Perché abbiamo finora barattato la vita scambiando il sangue col denaro? Perché non abbiamo finora avuto il coraggio di denunciare certi mercanti di sangue, certe irregolarità fatte sulla pelle delle persone malate e bisognose?”. “Beh, cara Donata, tutto si matura al momen-

26 Anno LXI Dicembre 2022
La testimonianza

La testimonianza

to giusto! Importante è diventare consapevoli ogni giorno di qualcosa. In quei giorni i fratelli vicen tini ci hanno aperto gli occhi e davanti a noi brilla ora una luce nuova. Pensi, cara Donata, che i vicentini saranno stati contenti di tutto quello che abbiamo fatto per loro? “Certo, non è mancato nul la! Doni, manifesti, fanfa

no come colombe. E poi, ti assicuro, Graziata, che qualche disguido dovuto alla difficoltà di organizzare migliaia di persone, è già stato dimenticato, perché i vicentini ricordano solo le cose belle”.

ziata, e sai il perché di tutto questo? Siamo ora gemelle. Il mio sangue è il tuo sangue, la mia vita è la tua vita, se stai bene tu sto bene anch’io, se soffri tu soffro anch’io”. “Che bello! Che bello! Non ci sono più distinzioni di razza, di cultura, di colore della pelle. Il triste passato che ci divideva è stato dimenticato. Cammineremo ora insieme vero un mondo sempre pieno d’amore”. ●

27 Anno
LXI Dicembre 2022

Giochi

Crucipuzzle

Trova le parole. Al termine apparirà una frase.

Il Labirinto Il Labirinto difficile

28 Anno LXI Dicembre 2022

Unisci i puntini Cruciverba

ORIZZONTALI 2. Teli di spugna - 12. Unità di misura del diamante - 14. Piccolo parassita 15. Balbetta ma solo all’inizio - 16. Associa gli alpini - 17. Il mitologico figlio di Procne e Tereo - 19. Alessandro per gli amici - 20. Riduzione Orario Lavoro 21. Fatto favoloso, leggenda - 23. Automatic Identification System - 25. Pietra per molare - 26. Sistemare, depositare - 28. Off-the-Shelf (sigla) - 30. Il Piazzolla solista e compositore argentino - 31. Uccello brasiliano del genere Crotophaga 32. Nell’arco e nelle frecce - 34. La cerca il poeta - 36. Un... triangolo di penne 37. Fondo di botte - 38. Falciare il grano - 40. Le vocali di metrica 42. Si dice scherzosamente a un’amica burlona - 45. Educava i figli dei signori 46. Completa, non toccata - 47. Le ripete il capopopolo! - 48. Vicario in breve49. Lo sente alla gola il commosso - 50. Nell’ode e nel poema - 51. Una cifra non precisata - 52. Accecata dalla collera - 54. Cortile agricolo - 56. Uno che sa tagliare 58. Girlfriend in a __ : brano di The Smiths - 60. Cardinale d’oriente... 62. È il capoluogo del dipartimento del Calvados in Normandia - 63. Creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni - 64. Donna colpevole 66. American English Institute - 68. Un peccato capitale - 69. Articolo femminile 70. Strumento musicale a fiato - 72. Blocchetto di assegni - 74. L’amico che vediamo solo noi.

VERTICALI 1. Redivivi, indenni - 2. Attrezzi agricoli - 3. Lo precedono in salotto 4. Consociazione Turistica Italiana - 5. La nona lettera dell’alfabeto greco 6. Chiudono bottega - 7. Assessment delle Competenze Aziendali - 8. Non lo fa chi è buono - 9. Altari d’altri tempi - 10. Delude chi chiede - 11. Prigione, carcere - 13. Ione dotato di carica negativa - 15. Boccaporto, tombino - 18. Le vocali in bilico - 20. Una parte del binario - 22. Foro al centro - 24. Riducono la carreggiata - 25. Comunicato stampa - 27. Il Cantona, francese che è stato una stella del Manchester United - 29. Ha per capitale Damasco - 30. Sigla sulle batterie - 33. Un metallo tenero - 35. Lo accarezza colui che medita - 39. Si appende davanti alla finestra - 41. Decorazioni fatte con ago e filo - 43. Azienda Territoriale Energia e Servizi - 44. Un tipo di tessuto lavorato - 45. Trampoliere di palude - 47. Chi lo conquista poi comanda - 48. Via urbana di piccole dimensioni 49. Simbolo chimico del sodio - 51. Si fa con una fune - 53. La fine della festa 55. Fu re di Giuda - 57. Prima di Cristo - 59. La cronaca di fatti spiacevoli 61. Un astuccio per oggetti sacri - 64. Una sigla da CD - 65. Angolo in breve 67. International Animal Rescue - 70. Simbolo del curio - 71. Due di voi - 73. La giurista meno giusta.

Crucipuzzle

Trova le parole. Al termine apparirà una frase.

29 Anno LXI Dicembre 2022 Giochi
ACUTI ALCUNE BEFFATORI CAFONI CCT CDV CELERINO CETI DOSSI ETERNE ETTI FIAT FIOCA GALLIA RESTIA RICREARE RIPA SALVAGUARDATI SAM SVOLTE TAP TELI TIC TROTTOLE TUMULO UFF VIE GAP GESU GRATUITE INDIGNATA ITA LEO LIDI MEC NELSON PULA QLE
RATEIZZAZIONE

Patto Fidas Vicenza Admo Veneto

“Il diritto alla vita non è una cosa su cui fermarsi a discutere. È un diritto irrinunciabile e che va riconosciuto a tutti. E, purtroppo, ci sono circostanze in cui ciascuno di noi ha bisogno degli altri per non vedere interrotta la propria esistenza. Le Associazioni del dono, in piena sintonia e collaborazione con le Aziende sanitarie

Per diventare donatore di midollo osseo occorre avere un’età tra i 18 ed i 35 anni, un peso corporeo di almeno 50 kg e godere di buona salute.

Una volta deciso di diventare donatore di midollo osseo è sufficiente seguire una semplice procedura, che prevede un prelievo di sangue, che verrà tipizzato, cioè verranno estratti dallo stesso i dati genetici, indispensabili per verificare la compatibilità con un paziente. Tali informazioni vengono poi inserite nel Registro nazionale, collegato con tutti i Registri internazionali.

Fidas Vicenza ed Admo Veneto assieme nel segno del dono

del territorio, svolgono un ruolo determinante in tal senso. Fidas Vicenza, così come Admo Veneto, però, possono fare ben poco senza l’altruismo dei volontari, il cui ruolo è determinante sotto tutti i punti di vista”. Con queste parole la presidente provinciale di Fidas Vicenza, Chiara Peron, commenta il patto sottoscritto lo scorso 24 settembre con Admo Veneto, alla presenza della presidente Mara Rosolen, per sensibilizzare i donatori di

Il donatore diventa effettivo solo nel caso di compatibilità con un paziente: l’adesione formale, firmata all’atto del primo prelievo, ha valore di impegno morale.

Soddisfatta dell’accordo la presidente di Admo Veneto, Mara Rosolen: “Poter contare sull’impegno di un’Associazione come Fidas Vicenza, rappresentativa dei donatori di sangue del territorio, e con un importante peso a livello regionale, è per noi motivo di grande soddisfazione. Auspichiamo che questo patto possa dare i suoi frutti, per il bene di tante persone che attendono una donazione di midollo

30 Anno LXI Dicembre 2022
Il momento della firma del patto tra la presidente di Fidas Vicenza, Chiara Peron e la presidente di Admo Veneto, Mara Rosolen

Il dono è un atto di amore e di solidarietà, sia che si tratti di sangue, midollo o organi. Chiunque può fare una scelta personale per una sola tipologia di donazione, quella che sente più affine al proprio animo, ma il più delle volte il Donatore non sceglie e le fa tutte proprie. Perché lo fa? Forse per

Il Sì alla donazione degli organi

un semplice atto di altruismo o perché l’atto della donazione lo fa sentire bene e in pace con sé stesso. Alla fin fine si tratta di benessere ed è incredibile come un atto così semplice possa portare beneficio proprio a tutti, riceventi e donatori.

Per la donazione degli organi le cose si complicano un pochino, perché l’atto della donazione coinvolge un momento difficile ed estremamente delicato della vita di una persona. Sono anni che incontro e parlo con le persone proprio per capire come l’animo umano reagisca e viva l’attesa di questo momento. C’è chi in modo molto diretto e sereno rilascia la propria volontà alla donazione affermando che altri potranno beneficiare del suo dono e chi, invece, è titubante e si chiede se sia la cosa giusta da fare per il proprio corpo. E poi c’è chi non ne vuole assolutamente sentir parlare, non perché non sia generoso, ma perché il solo pensiero di dover fare una scelta lo spaventa. E voi? A quale scenario vi sentite più affini? Siete spavaldi e sicuri di voi oppure vi nascondete e appena vedete un volontario

Aido fate gli scongiuri? Provate a pensarci e parlatene con i vostri cari, sia nel bene che nel male. Ho incontrato tante storie e situazioni diverse, ma in tutte c’è un filo conduttore ed è il ruolo della famiglia. Rilasciare la volontà alla donazione non è qualcosa che riguarda solo noi, ma interessa tutto il nucleo familiare. La firma che viene apposta per dire Sì è un grande dono per chi riceverà una parte di voi, ma prima di tutto lo è per i vostri cari, perché li sollevate da una scelta importante. Ho incontrato genitori che vivranno tutta la vita con il dubbio di avere fatto la cosa giusta, perché il loro figliolo non aveva espresso la volontà in vita, così come ho incontrato genitori fieri del loro ragazzo, perché lui aveva deciso in vita di farsi dono, dimostrando un animo tanto generoso. Voi cosa desiderate per le persone che tanto amate? L’atto della donazione è ciò che vi determinerà come persona.

I volontari Aido sensibilizzano quotidianamente i cittadini, affinché prendano coscienza del proprio io più intimo e siano in grado di fare una scelta. Non è sempre facile e le porte chiuse in faccia sono tante, ma non si molla.

Questi problemi non riguardano solo la donazione degli organi, ma anche quella del sangue e del midollo. Ed ecco perché si esce sempre più spesso insieme, perché, uniti, possiamo lanciare un messaggio universale ancor più forte. Sono davvero tanti i gruppi comunali Aido che collaborano con i gruppi Fidas; è una collaborazione importante nata da cittadini che credono profondamente nel valore del dono e della vita. ●

31 Anno LXI Dicembre 2022
AIDO Vicenza
moduli
si può
sull’App Aido
su App Store e Google Play e sul sito web aido.it attraverso SPID e firma digitale. aido.it News ed Eventi Iscrizione Area Riservata Scarica la nostra App, rimani in contatto con noi e quando lo desideri esprimi il tuo Esprimi il tuo consenso sulla nostra App Scarica l’App: Scarica l’App di AIDO per ricevere contenuti esclusivi riguardo il benessere e la salute. Puoi farlo liberamente senza alcun obbligo. E quando lo desideri, potrai anche esprimere il tuo Sì alla Donazione di Organi, Tessuti e Cellule aido.it #ilpercorsodiunsì #giornatanazionaledelsì #iodicosì
Per un trapianto ci vuole una donazione. Per una donazione ci vuole un semplice Sì L’obiettivo di AIDO è il Sì alla Donazione di Organi, Tessuti e Cellule,
che oltre con i tradizionali
cartacei
esprimere
disponibile

Vita di gruppo

ZONA Vicenza Città

G RUPPO M ADONNA D ELLA PACE

La donazione di sangue, un gesto semplice di speranza

Dopo due anni di restrizioni dovute al Covid, domenica 18 settembre, a seguito della tradizionale celebrazione religiosa di ringraziamento, con l’ufficialità di vari labari, ci siamo riuniti per premiare i nostri donatori, che con un gesto apparentemente semplice riescono a dare speranza a chi è meno fortunato di noi. In questa giornata sono state consegnate varie

benemerenze, tra le quali tre croci d’oro a Sabrina Pretto, Francesco Segalin e Carlo Marchesan, per aver raggiunto le 80 donazioni (per le donne) e 100 (per gli uomini). Ringraziamo questi donatori e tutti coloro che, con assiduità, continuano la loro opera di altruismo. Auspichiamo, inoltre, che possa essere da incentivo anche per i giovani che abbiano voglia di mettersi in gioco per il prossimo. ●

Vita di gruppo

Vince il cuore

Sabato 8 ottobre abbiamo presenziato, con un nostro punto informativo, alla partita solidale di calcio tra USD Altair, Azienda Ulss 8 Berica e Vigili del Fuoco,

ZONA Vicenza Città

G RUPPO SAN P IO X

al campo sportivo USD Altair di Vicenza, nel quartiere di San Pio X. La manifestazione è iniziata alle 14 con la presentazione di tutte le squadre di calcio e

32 Anno LXI Dicembre 2022

Vita di gruppo ZONA Vicenza Città

pallavolo comprendenti complessivamente 450 giovani atleti. Tanti genitori, fratelli ed amici da tutta la provincia erano presenti alla sfilata delle squadre giovanili immortalata da foto di rito.

Questa è stata un’occasione per raccogliere promesse di donazione intervistando sulle gradinate le persone presenti.

Con nostra soddisfazione, abbiamo riscontrato che un promettente donatore ha già prenotato la sua prima donazione.

Per il prossimo anno, se la partita verrà riproposta, parteciperemo all’evento consegnando a tutti i partecipanti una cartellina con materiale promozionale sensibile del dono del sangue, per avere un ritorno di promesse.

Al nostro gazebo è venuta a farci visita l’assessore all’istruzione, edilizia scolastica, rapporti

Ci ha dato molta soddisfazione anche la dirigenza dell’USD Altair, rappresentata dal presidente Nicola Maccà e dal coordinatore della manifestazione Antonio Tognato, che ci hanno fatto visita al gazebo ed invitati a cena.

Vicini “di casa” del nostro gazebo come si soul dire Il Gruppo AIDO 3 di nuova costituzione.

Vincitore del torneo è stata l’USD Altair, il ricavato di 1.680 euro è stato devoluto al reparto Pneumologia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza.

Le nostre attività nel quartiere ora si sono concluse, ci stiamo concentrando sulla riorganizzazione della chiamata associativa in collaborazione con la sede provinciale. Stiamo utilizzando una metodologia di classificazione del promettente donatore, dell’aspirante donatore e del donatore attivo, memorizzando le loro esigenze ed informazioni personali,

sto metodo ci permette di conosere e fidelizzare il soggetto che si sente protetto ed

Anno LXI Dicembre 2022
Assessora Tolio e volontari al gazebo partita vince in cuore ottobre 2022 Presentazione squadre partecipanti al torneo

ZONA Vicenza Città Vita di gruppo

Il gruppo Vicenza Centro-Riviera in festa!

Domenica 2 ottobre si è svolta la festa del Gruppo Vicenza Centro-Riviera, con oltre centro tra donatori e familiari, tra le quali il consigliere provinciale Mariano Morbin, in rappresentanza di Fidas Vicenza ed il presidente di Zona Claudio Ambrosini. Abbiamo a lungo atteso questa festa, che è stata la prima dopo la fusione tra il Gruppo di Vicenza Centro ed il gruppo di Campedel lo, anche perché dopo due anni di chiusure e distanziamento sociale si sentiva l’esigenza

di ritrovarsi e di celebrare l’impegno costante dei donatori, che lo scorso anno hanno messo a segno quasi mille donazioni.

La festa si è aperta con gli interventi del presidente Galvanetto, che ha fatto il punto sulla situazione donazionale del Gruppo, del consigliere Morbin e del presidente Ambrosini; tutti e tre hanno rimarcato l’importanza di continuare ad andare a donare e di andarci più spesso, nonché l’importanza di trovare giovani donatori per consentire quel ricambio generazionale necessario anche, e soprattutto, nel mondo della donazione di sangue. Sono seguite le consuete premiazioni dei donatori che si sono distinti ed il pranzo, che ha rappresentato l’occasione per ringraziare tutti i volontari e donatori per la loro straordinaria opera. ●

50 anni di ricordi e progetti per il futuro

Il Gruppo donatori sangue di Costabissara-Castelnovo si è ritrovato domenica 16 ottobre nella chiesa parrocchiale di Co-

stabissara per festeggiare l’importante traguardo del 50° anno di attività. Dopo la santa messa, i rappresentanti dei

34 Anno LXI Dicembre 2022
G RUPPO COSTABISSARA ZONA 4
G RUPPO V
C ENTRO - R
ICENZA
IVIERA

Vita di gruppo ZONA 4

donatori di sangue del territorio si sono reca ti al monumento del donatore, alla presenza delle istituzioni locali, per deporre una corona in ricordo dei donatori defunti. Un pensiero particolare è stato rivolto al cav. Giovanni Rizzi, fondatore e presidente del gruppo Fidas di Costabissara/Castelnovo per ben 28 anni. La festa è proseguita con il consueto pranzo annuale, un momento di confronto impor

È stata l’occasione per premiare 21 donatori che con grande generosità effettuano periodicamente la donazione di sangue al centro trasfusionale. Meritano un plauso, in particolare: Marco Berra e Paolo De Rossi premiati per le 120 donazioni effettuate, Claudio William Fontana per le 85 donazioni, Mirco Rossetto per le 65 donazioni e Francesca Marchesini che ha raggiunto il risultato di

35 Anno LXI Dicembre 2022

Una testimonianza importante, nel segno del dono

di Paolo Zin

Giovani protagonisti, lo scorso 15 ottobre, in occasione della cena promossa dal Gruppo Fidas di Creazzo, al salone delle opere parrocchiali di San Nicola, dove si sono ritrovati i ragazzi del territorio di età compresa tra i 18 ed i 30 anni. Un grazie di cuore da parte del direttivo Fidas Creazzo va, in particolare, a Michele, che ha raccontato la sua storia testimoniando quanto sia importante ciò che ognuno di noi può fare donando anche solo tre o quattro volte all’anno un po’ del proprio tempo ed un po’ del proprio sangue per chi, come lui, ne ha bisogno. Oggi, fortunatamente, Michele sta bene ed è riuscito a sconfiggere la malattia, ma ha voluto essere portavoce per tutti coloro che, invece, tuttora vivono nella sofferenza e che, grazie alla donazione di sangue, possono avere una speranza di una vita sana e, spesso, aspettare il momento del trapianto.

Il Gruppo Fidas Creazzo ringrazia tutti coloro che hanno preso parte a questa cena ed invi ta ognuno di loro a divulgare l’importanza del dono ad amici e parenti.

Con l’occasione, si ricorda che il Gruppo di Creazzo sarà presente ai Mercatini di Natale

che si svolgeranno domenica 11 dicembre in piazza del Comune a Creazzo.

Ci aspettiamo di vedervi numerosi e come-ne e per condividere questo prossimo evento

36 Anno LXI Dicembre 2022
ZONA 4
Vita di gruppo
RUPPO C
G
REAZZO

Cinquant’anni e non sentirli

A cura della Redazione

Cinquant’anni. Un grande traguardo per il Gruppo Fidas di Caldogno ed i suoi donatori, che è stato solennizzato la scorsa domenica 11 settembre. Nella splen dida cornice di Villa Caldogno, alla presenza della giunta comunale e della presidente pro vinciale di Fidas Vicenza, Chiara Peron, si è svolta la festa per celebrare i cinquant’anni del Gruppo. La serata si è aperta con i saluti del presidente del Gruppo di Caldogno, Gian Luigi Da Roit, che ha ringraziato i presenti per le donazioni fatte in questi anni.

Non si è potuto fare a meno di rivolgere un pensiero anche ai donatori che ci hanno lasciato ed ai presidenti che hanno accom pagnato il Gruppo in questi cinquant’anni.

In particolare, sono stati ricordati il primo presidente di Fidas Caldogno, Giancarlo Dal Toso, fondatore del Gruppo, ed i successivi presidenti: Osvaldo Breccia, Bartolo Gollin e Roberta Covolo.

Nel suo intervento di saluto, il sindaco di Caldogno, Nicola Ferronato,ha pronunciato parole di gratitudine e vicinanza, sottolineando l’importanza del donare per salvare vite. Infine, la presidente di Fidas Vicenza, Chiara Peron, è salita sul palco per congratularsi con i padroni di casa e, portando il ringraziamento di tutta la provincia, ha premiato il Gruppo di Caldogno con una targa.

-

ne tra donatori e familiari e l’atmosfera festosa è stata allietata dalla musica del complesso dei Babata. La serata è poi culminata in canti e danze spensierati e la gioia nei volti degli invitati sono senza dubbio di buon auspicio per il futuro del Gruppo.

Lunga vita a Fidas Caldogno e ci auguriamo di vivere altri cinquant’anni come quelli

37 Anno LXI Dicembre 2022
5
Vita di gruppo ZONA
G RUPPO C ALDOGNO

Spente 58 candeline, all’ombra dei 360 donatori attivi

A cura della Redazione

Domenica 18 settembre, nella splendida cornice di Villa Valmarana Bressan a Vigardolo, il Gruppo Fidas di Monticello Conte Otto, dopo due anni di pausa, causa pandemia, si è ritrovato per festeggiare i donatori di sangue e, con l’occasione, anche il 58° anno di fondazione. Presenti alla cerimonia oltre al sindaco di Monticello Conte Otto Damiano Ceron, anche la consigliera Luisa Segato per Fidas Vicenza, il presidente Moreno Pento per Fidas Zona 5 ed i rappresentanti dei Gruppi ad essa collegati.

In questa occasione il presidente Fidas di Monticello Conte Otto, Flavio Corà, ha presentato all’assemblea una relazione sull’andamento del Gruppo basata sui dati degli ultimi anni. In particolare, il presidente ha sottolineato che, sostanzialmente, il Gruppo ha mantenuto nel corso degli ultimi dieci anni lo stesso rapporto tra donatori e donazioni. Sono, infatti, circa 360 i donatori iscritti e circa 600 le donazioni annue che vengono effettuate. Anche il numero dei nuovi donatori si mantiene ai livelli degli anni precedenti. “È un buon risultato - ha affermato il presidente Corà - considerando come nel tempo siano cambiate sia le modalità di dono e le abitudini dei donatori. Nonostante la possibi-

lità di autoprenotarsi la donazione, modalità promossa e creata da Fidas Vicenza, in tanti aspettano ancora la nostra chiamata per recarsi a donare. È importante che il donatore sia consapevole della scelta fatta e se la salute lo permette di recarsi a donare con regolarità. Due, tre donazioni all’anno non impegnano molto tempo pensando anche a chi dalla parte opposta aspetta questo prezioso gesto”. Nella relazione esposta dal presidente Corà, particolare attenzione è stata posta alla propaganda del dono del sangue, che il Gruppo si impegna ad effettuare con il gazebo al mercato del sabato a Cavazzale e l’incontro con i ragazzi della scuola media Don Bosco, in collaborazione con il gruppo Aido locale, nonché attraverso la “Marcia del donatore di sangue”, cavallo di battaglia dell’Associazione, che nella prossima edizione del 2023 compie ben cinquant’anni, oltre alla presenza costante in numerosi altri eventi del territorio comunale e non solo, a testimonianza di quanto sia importante donare.

La relazione si è conclusa con la presentazione del bilancio da parte della vicepresidente del Gruppo, Cinzia Anna Facci.

Con l’occasione, sono stati premiati i donatori di sangue che nell’ultimo biennio si sono distinti per numero di donazioni effettuate. In particolare, Sergio Pelizzer, per aver raggiunto il traguardo delle 100 donazioni, premiato con la croce d’oro, nonché la segretaria e consigliera Raffaela Rossato, prima e finora unica donna attiva ad aver raggiunto le 150 donazioni, premiata con una particolare targa a ricordo.

La giornata si è conclusa con un buffet conviviale offerto a tutti i presenti. ●

38 Anno LXI Dicembre 2022 Vita
ZONA 4 ZONA 5
di gruppo
G
RUPPO MONTICELLO CONTE OTTO

Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano

Il 16 ottobre scorso a Montegaldella il locale Gruppo Fidas ha festeggiato i 60 anni di fondazione insieme agli amici dell’Aido. È stata una giornata iniziata con la santa messa celebrata dal parroco uscente, don Gabriele Falcone. Nell’offertorio, oltre al pane e al vino, è stato portato all’altare un cuore di rose ed una rosa spezzata, simbolo che donare la vita a qualcuno è il gesto più generoso che esista al mondo e che da una vita spezzata un’altra vita può nascere. Sono state presentate alcune tessere dei donatori di sangue, simbolo di appartenenza ad un’Associazione che opera in servizio e solidarietà a favore dei malati e di chi ha più bisogno e le Medaglie e diplomi di donatori benemeriti, riconoscimento di costanza ed impegno disinteressato e gratuito verso i malati, ai quali è rivolto ogni nostro dono. Hanno presenziato all’anniversario, oltre al direttivo del Gruppo Fidas di Montegaldella, l’amministrazione comunale di Montegal

della, rappresentata dal vicesindaco Fabio Perilongo, i rappresentanti dei Gruppi della nostra Zona 6 ed il vicepresidente provinciale di Fidas Vicenza, Luca Passuello. Successivamente, si è svolto il pranzo alla villa “Il Rovere” a Castegnero (Vi), dove è stato possibile festeggiare con gioia ed in condivisione questo importante traguardo. Sono stati premiati i donatori che si sono distinti per il numero di donazioni, salutati anche dai presidenti che hanno preceduto l’attuale. È stato importante ricordare a tutti i donatori ed alle donatrici presenti l’importanza della donazione del sangue e del volontariato, che va oltre la premiazione che si può ricevere: ogni donatore è anzitutto il primo portavoce e testimone del valore dono nelle comunità, affinché si condivida e si sensibilizzi sempre di più la nostra società a donare non solo una parte di sé, il sangue, ma anche il nostro tempo, per dedicarlo alle persone che soffrono e che ne hanno bisogno. Anche il gruppo Aido,

39 Anno LXI Dicembre 2022 Vita
ZONA 4 ZONA 6
di gruppo
G
MONTEGALDELLA
RUPPO

Vita di gruppo ZONA

rappresentato dal presidente di Montegaldella Lorenzo Quaranta, ha ribadito l’importanza del dono, riportando alcuni dati significativi sui trapianti nella regione Veneto. In questa occasione sono stati eletti, inoltre, due nuovi componenti del direttivo: donatori giovani che hanno dato la loro disponibilità a portare avanti l’importante messaggio della donazione di sangue, soprattutto tra i coetanei.

Il Gruppo Fidas di Mongtegaldella ringrazia le persone che hanno partecipato con gioia ed entusiasmo a questo importante traguardo, con la speranza di ricevere presto nuove promesse di donazione, ricordando un importante messaggio di Madre Teresa di Calcutta: “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facciamo l’oceano avrebbe una goccia in meno”. ●

40 Anno LXI Dicembre 2022
6

Un sabato di festa

Lo scorso 22 ottobre il Gruppo Fidas Villaganzerla-Castegnero, insieme ai donatori ed agli amici, ha festeggiato il suo 41° anno di fondazione. Durante la festa, organizzata per la prima volta di sabato, anzi

Inoltre, abbiamo avuto l’onore di premiare l’impegno e la costanza del nostro donatore, nonché ex-Presidente Gianpietro Turato che nel 2021 ha raggiunto quota 200 donazioni, diventando un esempio concreto per la nostra comunità. Con l’impegno di mantenere vivo il messaggio del Dono e la speranza di trasmetterlo a più persone possibili, ringraziamo tutti i partecipanti ed i donatori. ●

ché di domenica, ci hanno ac compagnato le parole di Franz Kakfa: “Nessun regalo è troppo piccolo da donare, e nemmeno troppo semplice da ricevere, se è scelto con giudizio e dato con amore”, la consegna delle bene merenze, tra cui due croci d’oro e la musica del DJ.

Nonostante il Gruppo giunga negli “anta” e le donazioni sia no in calo, è stato motivo di orgoglio da parte nostra vede re una maggiore presenza dei soci donatori e, soprattutto, dei premiati alla cena rispetto agli anni precedenti.

41 Anno LXI Dicembre 2022
6
Vita di gruppo ZONA

Gruppo e comunità vivono insieme l’impegno del dono

Lo scorso 25 settembre, il Gruppo di Calvene ha festeggiato i donatori di sangue dopo due anni di stop forzato, causa pandemia.

donazioni all’anno effettuate. Durante la giornata dedicata ai donatori, la mattina, è stato organizzato un momento di incontro con i giovani del paese con cinque ragazzi che hanno deciso di diventare donatori di

Durante il pranzo sociale sono stati premiati i donatori benemeriti: negli ultimi due anni ben 25 donatori hanno raggiunto una benemerenza, tra i quali due con la croce d’oro. La bellezza di Gruppi come quello di Calvene è il calore che trasmettono i donatori ed il senso di comunità, molto importante e radicato nel nostro territorio. È bello organizzare e far parte di queste comunità. ●

Dal dono all’opera… il passo è breve

Romilda Dal Prà

In occasione della Giornata del Sì, Fidas ed Aido Chiuppano hanno organizzato una serata di sensibilizzazione al dono, magistralmente presentata da Tiziana De Rossi.

Dopo aver parlato delle finalità delle nostre Associazioni, la parola è passata al sindaco di Chiuppano, Giuseppe Panozzo, da sempre sensibile al dono, tanto da aver voluto che Chiuppano fosse tra i primi Comuni ad ade-

42 Anno LXI Dicembre 2022 Vita di gruppo ZONA 7
ZONA 7

rire ad “Una scelta in Comune”.

Don Loris Gasparella ha proseguito con parole di vicinanza ai donatori ed ai volontari che in ogni campo si mettono a disposizione per aiutare chi ha bisogno.

Gianni Marini, in rappresentanza di Aido provinciale, ha portato i saluti dell’Associazione.

La serata è proseguita con una novità che è stata molto gradita ai presenti, un invito all’opera, “Un trono vicino al sol” dell’Aida di Giuseppe Verdi, presentato dall’amica e donatrice Monica Bassi, che ha raccontato come è nata l’opera, come si è sviluppata, svelando anche alcune curiosità legate alla sua creazione. Un racconto avvincente, che ha catturato l’attenzione dei presenti per due ore. Alla fine in tutti è nato il desiderio di partecipare ad una rappresentazione di Aida, anche in chi l’ha già vista, proprio per gustarla al meglio, dopo questa serata.

Con i saluti e l’invito a diventare donatori e ad aiutare a portare avanti l’impegno di queste Associazioni, la serata si è conclusa con una bicchierata in allegria. ●

G RUPPO L UGO DI V ICENZA

61 anni e sempre in prima linea con generosità

Il Gruppo Fidas di Lugo di Vicenza ha recentemente festeggiato il 61° anno della fondazione. Dopo la santa messa, i rappresentanti del Gruppo e gli ospiti hanno proseguito i festeggiamenti al ristorante,

dove sono stati premiati i donatori che si sono distinti per il proprio impegno. Ospite d’onore Federico Cattelan, donatore di sangue e di midollo osseo che è risultato compatibile con una bambina francese, di cui per motivi di

43 Anno LXI Dicembre 2022 Vita di gruppo ZONA 7 ZONA 7 G
RUPPO C HIUPPANO

privacy, non si conosce l’identità. Ma poco importa, ciò che ci interessa di più, infatti, è che Federico sia riuscito a fare la donazione con la speranza di aiutare il prossimo, indistintamente da chi possa essere.

Gruppo di Lugo di Vicenza ed un plauso ai nostri giovani, colonna importante per il nostro futuro. ●

2022:

per

Fidas

Marano,

tante iniezioni… di fiducia

L’anno oramai al termine è stato complesso, perciò ci presentiamo alla comunità maranese, ed a tutti i nostri soci, con un programma annuale forte, incalzante e pure divertente.

Abbiamo deciso di puntare sulla continuità di quei progetti che negli anni precedenti hanno dato riscontri positivi. Inoltre, sfruttando le maggiori possibilità offerte, soprattutto in estate, dalla diminuzione dei rischi covid-correlati, recuperando buona parte delle attività che negli ultimi 24 mesi avevamo dovuto preimpostare per poi riporle in qualche cassetto.

Innanzitutto, abbiamo voluto essere più

visibili, dare un chiaro segnale della nostra presenza a Marano Vicentino, con una sede in Piazza. Siamo a due passi dalla chiesa parrocchiale e dal Municipio, all’interno di una palazzina totalmente dedicata a servizi in ambito sociale.

Più comodi, più vicini, più contattabili. Anche se solitamente ci piace essere noi ad andare dove i nostri concittadini si radunano in gruppo, a raccontare chi siamo e ad invitarli a far parte della nostra storia.

Abbiamo per questo organizzato anche nel 2022 alcuni “gazebo”.

Siamo stati presenti nela principale fattoria didattica del territorio, durante le aperture

44 Anno LXI Dicembre 2022
ZONA 7
Vita di gruppo
ZONA 7

Vita di gruppo ZONA 7

speciali domenicali, in un supermercato che annualmente ci ospita in almeno un’occasione, nei luoghi dei principali eventi estivi ed autunnali. Sempre in divisa ufficiale, che per noi comprende anche il sorriso ed un pensierino per i più piccoli.

Inoltre, abbiamo cercato di far divertire molto e di integrare nella nostra grande famiglia i donatori già in organico, senza mai escludere dalla partecipazione tutte le altre persone. Ad esempio, a luglio, col ritorno in grande stile, dopo gli anni di restrizioni a causa del-

45 Anno LXI Dicembre 2022

Vita di gruppo ZONA

grosso con la luna piena.

A giugno, invece, abbiamo proposto una visita alle aree circostanti la Diga del Vajont. Una giornata intensa e riflessiva, a contatto con la natura nella sua forma più potente. E con le infinite risorse ed i limiti della natura umana.

A settembre si è finalmente potuto celebrare l’evento più atteso: il nostro 55° anniversario, più volte rimandato. Si sono alternati momenti artistici con finalità sociale (lo spettacolo musicale in auditorium di Monica Bassi e Massimo Santacatterina, in collaborazione col Gruppo Impegno Sociale GIS, che supporta le autonomie e la qualità di vita delle persone con diversabilità); momenti di commemorazione della strada fatta finora (la santa messa e la deposizione dei fiori di fronte al monumento Fidas); momenti conviviali con il grande pranzo collettivo a Scaldaferro e la consegna dei riconoscimenti a quei donatori che più di altri hanno saputo dare loro stessi.

Abbiamo portato molte persone a conoscere la nostra Associazione, anche gli appena maggiorenni, che hanno ricevuto a casa i nostri riferimenti con un invito a venire a

vedere chi siamo e cosa facciamo, affinché ci avvertano come una presenza vicina, permeante e quotidiana.

In primavera abbiamo deciso di collaborare con altri enti ed aziende nel permettere all’associazione Marano Solidarietà di acquistare il nuovo pulmino per trasporto anziani ed ipomobili.

Attualmente possiamo dire di essere un gruppo con oltre 980 donatori attivi, tra i quali parecchi giovani; abbiamo una proiezione annuale di donazioni pro capite di circa 1,6. Sappiamo che ci sono alcuni gruppi che riescono ad ottenere una maggiore costanza dai propri soci e a questi facciamo i complimenti.

L’alto numero di donatori, però, ci sta spingendo anche quest’anno verso un miglioramento dei precedenti record. Il totale di donazioni nell’anno solare va via via lievitando dal 2015, ed anche il 2022 si concluderà quasi certamente in positivo, probabilmente sfiorando le 1450 unità.

Ogni cosa che abbiamo fatto è stata fatta con impegno, ma come sempre non è venuta perfetta. E il nostro obiettivo è far sì che i donatori presenti e futuri ci sentano sempre vicini. ●

46 Anno LXI Dicembre 2022
7

gruppo

Marcia dei 5 campanili in forte ripresa

Grande partecipazione e tanto divertimento per l’edizione 2022 della tradizionale Marcia dei 5 Campanili svoltasi lo scorso 16 ottobre. Il Gruppo Fidas di Montebello-Zermeghedo era presente con il punto ristoro all’esterno del castello di Montebello Vicentino, dove il marciatore poteva trovare pane con olio di oliva e, da quest’anno, anche pane con miele, che è stato molto apprezzato soprattutto dai visitatori di fuori paese, in aggiunta a quanto fornito dagli organizzatori della manifestazione. Questa manifestazione è stata ripresa da Bianca, che con Renzo ha ben pensato di ridarle vita dopo tanti anni di sospensione. E, visto ii numeri dei partecipanti, che ha superato di molto quota mille, sembra che l’idea di ripartire sia stata decisamente vincente, anche perché i partecipanti aumentano anno dopo anno.

Ringraziamo tutti coloro che ci hanno immortalati nelle foto, anche con gli amici a quattro zampe, che abbiamo contribuito a rifocillare con punti di abbeveramento lungo il percorso. Foto molto apprezzate, che sono state postate anche nella nostra pagina Facebook, in quanto mettono in evidenza il lavoro di squadra ed il nostro impegno ad essere presenti per divulgare e far conoscere l’importanza di donare il sangue. Ringraziamo, in particolare, quanti ci dedicano del tempo per ricevere le dovute informazioni su questo importante gesto che fa il donatore di sangue e compilano la promessa di donazione auspicando che possa presto tradursi in un costante impegno nel segno del dono. Sarete tutti benvenuti nel nostro Gruppo Fidas e farete parte di questa grande famiglia di donatori di sangue. ●

47 Anno LXI Dicembre 2022
G
Vita di
ZONA 9

Un 51° di fondazione in allegria

Prendo in prestito questo pensiero scritto per noi da Dino Magnabosco e lo ringrazio: “il 51esimo anniversario di fondazione del nostro Gruppo diventa oggi motivo di festa ed occasione d’incontro per creare consapevolezza della donazione di sangue, volontaria, intenzionale, anonima e gratuita, permettendo ai servizi sanitari di reperire le unità di sangue, plasma o piastri-

con il contributo dei propri donatori, acquisi sce così un alto valore sociale, perché: donare il sangue è donare la vita!

È stata una bella serata, lo scorso 29 ottobre, quando a celebrare il 51° di fondazione c’erano davvero tante persone, tra cui i consiglieri provinciali di Fidas Vicenza, Sergio Severi e Bruno Cosaro, i sindaci Dino Magnabosco e Luca Albiero, con Theo Piazza, presidente di Zona 9, autorità ed ospiti, ma soprattutto con tanti donatori e donatrici che sono la fonte di vita per molte persone.

Con l’occasione, è stata consegnata la croce d’oro a Michele Casella, per le sue 100 donazioni, ed il direttivo ha augurato a chi continua a donare, anche oltre le 100 donazioni, che la voglia e l’entusiasmo non vengano mai a mancare. ●

48 Anno LXI Dicembre 2022
9
Vita di gruppo ZONA
G RUPPO
-Z ERMEGHEDO
MONTEBELLO

Trial a San Pietro Mussolino nel segno dei giovani

Lo scorso 30 ottobre, accompagnati da una bellissima giornata, un folto gruppo di giovani ha preso parte al Trial San Pietro Mussolino. Anche tra il pubblico, accorso per l’evento, naturalmente c’erano molti giovani, che hanno assistito alle performance delle ragazze che si sono cimentate in percorsi complessi con la moto, dove volontà e forza fisica hanno dato vita

ad imprese impossibili. Benché il gazebo Fidas fosse posizionato un po’ in disparte, soprattutto per ragioni di sicurezza, abbiamo raccolto ben sei promesse di donazione. Una bella foto con tutte le atlete, con la campionessa mondiale Emma Bristow e l’italiana Andrea Sofia Rabino, che ha vinto la gara di San Pietro Mussolino, ha suggellato questa bella e movimentata domenica di trial. ●

49 Anno LXI Dicembre 2022
ZONA 9
Vita di gruppo
G RUPPO SAN P IETRO M USSOLINO

Sport e promozione del dono vanno a braccetto

Il 25 Settembre durante l’ “Antica Sagra del Rosario” a Trissino abbiamo partecipato alla marcia “Camminando in Compagnia” con il nostro Gazebo allestito a promuovere la donazione del sangue. Nella bellissima cornice della “Grotta di Lourdes” e il panorama sulla valle tra un panino e una bevuta abbiamo offerto la nostra consulenza e i gadget a coloro che erano interessati a diventare donatori. Con diverse promesse di donazione compilate e con la speranza che si concretizzino, l’intento è sempre quello di sensibilizzare e trovare persone che con un semplice dono aiutino chi ne ha più bisogno. ●

Vita di gruppo

50 anni di Fidas Mossano

A cura della Redazione

Il 2 ottobre i donatori di sangue di Mossano hanno potuto finalmente festeggiare il 50° anniversario di fondazione del loro Gruppo,

ZONA 10

nato nel maggio del 1970. Finalmente, appunto, perché da due anni la festa veniva rimandata, per i motivi che oramai tutti conosciamo.

50 Anno LXI Dicembre 2022
Vita di gruppo
ZONA 9
G G RUPPO MOSSANO

Vita di gruppo ZONA 10

Ora, però, con la fine delle restrizioni, il direttivo si è adoperato per l’organizzazione del grande evento nella struttura polifunzionale “Don Sergio Pagani” di Ponte di Mossano. Il programma prevedeva la sfilata di tutti i labari dei Gruppi Fidas, del Comune di Barbarano-Mossano ed altre associazioni del paese, fino al monumento del donatore per la deposizione di un vaso floreale a ricordo dei donatori defunti, per poi celebrare la santa messa e finire in palestra con il pranzo egregiamente curato dal comitato festeggiamenti della parrocchia di Ponte di Mossano. Un numeroso gruppo di donatori e simpatizzanti ha completato nella maniera migliore il quadro della festa, onorata della presenza del sindaco Cristiano Pretto e del vicesindaco Giorgio Fracasso, oltre a tre rappresentanti del gruppo Fidas leccese, sezione di Corsano, con cui Fidas Mossano è gemellata dal 2017, nonché i rappresentanti di tutte le associazioni di Mossano.

Sono stati tanti i momenti emozionanti della giornata, iniziando dalle premiazioni di oltre 30 donatori benemeriti, che con il numero delle loro donazioni hanno ricevuto diplomi e medaglie, lo scambio di omaggi con i gemelli pugliesi, con i quali si è creato un legame davvero forte ed ancora più toccan-

te la testimonianza di uno dei presenti, che proprio in questo periodo sta ricevendo trasfusioni di sangue e che ha voluto ringraziare i donatori per il loro generoso operato.

Cinquant’anni di storia del Gruppo non sono facili da raccontare, ma sicuramente sono state tante le cose fatte dai direttivi passati in questo lungo periodo e l’attuale presidente Mauro Fracasso ha voluto ricordare tutti i suoi predecessori che con i loro consiglieri hanno guidato per questo mezzo secolo i donatori di sangue di Mossano: Sergio Vidale, Giacomo Zordan, Antonietta Crestale, Giuseppe Cantarella e Gianbattista Schiavo. Due monumenti posati, le gite, le feste annuali, le marronate d’autunno sono solo alcune delle cose da ricordare, ma soprattutto il sangue donato in tutti questi anni va ricordato perché è stato, è e sarà sempre il vero fattore trainante e motivo di esistenza dei gruppi Fidas: migliaia di sacche tra sangue, plasma e piastrine devono rendere orgogliosi i mossanesi che in questi 50 anni hanno così dimostrato una grandissima generosità.

L’augurio è che il Gruppo, con i suoi donatori possa continuare a lavorare, perché è certo che il sangue è un bene di cui si avrà sempre bisogno, come sempre si avrà bisogno di persone generose disposte a donarlo. ●

51 Anno LXI Dicembre 2022

50 anni di intensa attività per il Gruppo Fidas di Sossano

A cura della Redazione

Il Gruppo Fidas di Sossano, il 2 ottobre scorso ha festeggiato il 50° anniversario di fondazione. Sono stati 50 anni di intensa attività, 50 anni di completo altruismo, 50 anni di traguardi raggiunti.

Ci siamo ritrovati davanti al Monumento al Donatore, con autorità e gagliardetti da vari Paesi vicini e lontani, e la Banda comunale San Michele Arcangelo di Sossano e, con l’esecuzione del Silenzio, abbiamo proceduto alla benedizione di una targa in ricordo di questo importante traguardo.

Con la Banda ed i gagliardetti in corteo per le vie del paese ci siamo recati nella chiesa parrocchiale per la santa messa di suffragio, con la partecipazione della presidente provinciale Chiara Peron, la quale si è complimentata per il bellissimo traguardo raggiunto. In questi 50 anni sono state donate più di 22.000 sacche di sangue, anche quest’anno siamo in leggero aumento, ma si potrebbe fare molto di più, due donazioni all’anno si potrebbero tranquillamente fare. Poi il presidente Manuele Cenci ha ricordato i direttivi ed i presidenti che l’hanno preceduto, Teobaldo Castagna, Raffaele Sbicego, Sergio Targon, ed Olimpia Casarin. Se siamo arrivati a questo

importante traguardo è anche merito loro e di tutti i donatori che ci hanno lasciato. Hanno preso la parola, quindi, il sindaco Enrico Grandis, Il parroco don Andrea Lupato ed il vicepresidente provinciale di Fidas Vicenza Luca Passuello, che hanno elogiato il lavoro svolto in questi 50 anni dal Gruppo e ci hanno spronato a continuare su questa strada. Durante il pranzo c’è stata l’occasione di premiare alcuni donatori benemeriti, che hanno raggiunto importanti traguardi di donazioni. Dodici con il Diploma per le 15 donazioni, sette con la Medaglia di bronzo per le 25 donazioni, quattro con la medaglia d’argento per le 35 donazioni, nonché Giancarlo Menardi e Francesco Zarantonello con la medaglia d’oro per le 50 donazioni, Massimo Soccol e Valentino Varotto con il distintivo d’oro per le 65 donazioni e Franco Benatello con una targa per le sue 85 donazioni.

A tutti premiati il nostro grazie sincero, ma il nostro grazie è rivolto anche a tutti i donatori e donatrici indistintamente.

Augurando a tutti una buona salute per continuare a donare per altri 50 anni, e con l’invito a tutti di coinvolgere famigliare e amici a farsi donatori. ●

52 Vita di gruppo ZONA 10
G RUPPO S OSSANO

Diventare donatori di sangue è facile

Il centro Fidas Lonigo ricorda che possono donare tutte le persone dai 18 ai 65 anni che abbiano un peso corporeo di almeno 50 kg e godano di buona salute. È possibile prenotare una donazione (ovvero per i nuovi donatori una visita di idoneità) chiamando il numero 0444 431316 o inviando

una mail a: lonigo@fidasvicenza.com. Si ricorda che è altresì possibile prenotare la donazione in modo semplice e veloce, oltre che dal programma J.ads (https://assdona. aulss8.veneto.it/fidas), tramite l’app “Donatori Vicenza” disponibile nel Play Store per Android ed App Store per iPhone. ●

53 Anno LXI Dicembre 2022
11
Vita di gruppo ZONA

Volontari e donatori uniti per il dono del sangue

Il Gruppo Fidas di Lonigo ha preso parte, lo scorso 11 settembre, alla Festa dello Sport, con un proprio gazebo informativo. All’evento hanno partecipato numerosi volontari e membri del direttivo, che hanno distribuito i volantini della Fidas e raccolto adesioni per diventare donatori.

Il Gruppo ha sfilato con i labari della Fidas tra le vie del centro, prendendo parte alla

preghiera di benedizione in Piazza Garibaldi con il corteo che si è poi spostato, insieme alla banda, fino al Parco Ippodromo, in cui è stato presente il nostro stand fino al tardo pomeriggio, grazie all’impegno dei volontari.

È stata una bella domenica, in compagnia dei nostri amici e sostenitori ed una bella iniziativa, che ha rappresentato ancora una volta l’attaccamento del Gruppo alla cittadinanza ed agli eventi presenti nel territorio; seguiranno ulteriori manifestazioni in cui saremo presenti in prima fila per promuovere le donazioni presso il Centro. Un’altra importante iniziativa realizzata dal Gruppo di Lonigo sono le pubblicità installate nelle fermate degli autobus nei pressi di Lonigo, per incentivare le persone a prendere contatti e venire a donare il sangue al fine di poter dare ancora più visibilità alla Fidas nel territorio. ●

Il responsabile dell’ufficio stampa di Fidas Vicenza, Matteo Crestani, è disponibile per Gruppi e Zone per la redazione di articoli e comunicati stampa.

Per qualunque esigenza inviare una mail a: ufficiostampamc@gmail.com

54 Anno LXI Dicembre 2022
ZONA 11
Vita di gruppo
G RUPPO L ONIGO

Caro Neris, resterai sempre nei nostri cuori…

Il Gruppo Fidas di Lonigo è triste nell’annunciare la scomparsa, lo scorso 21 settembre, del caro Neris Zanini: un nostro prezioso amico, consigliere e volontario a cui tutti noi eravamo legatissimi per la sua simpatia e gentilezza.

Da 15 anni Neris era un punto fermo del Gruppo: sempre presente alle nostre riunioni, ma soprattutto al centro trasfusionale, in cui faceva parte dei preziosissimi volontari ed era un riferimento per tutti noi e per i donatori, che accoglieva con la sua spontaneità ed empatia che lo contraddistinguevano.

Vogliamo ricordare Neris come una persona buona e disponibile; metteva sempre a proprio agio i donatori, anche quelli che per la prima volta venivano a donare, trasmettendo la sua voglia di vivere e riuscendo a

strappare un sorriso con una battuta o un gesto carino a tutti coloro che passavano per il Centro donazioni. Alle gite organizzate dal nostro Gruppo era lui l’animatore del viaggio ed era sempre in prima fila nella distribuzione del ristoro. Caro Neris, non ci sono addii per noi, ovunque tu sei resterai sempre nei nostri cuori. ●

APP DONATORI VICENZA

PROCEDURA PER L’ATTIVAZIONE ED INSTALLAZIONE

Effettua l’ACCESSO a “J .ads” con le tue credenziali, che dovrai avere per attivare l’App Dopo aver fatto l’accesso, clicca sull’icona che trovi in alto a destra e ti sarà inviata una e-mail (alla mail precedentemente dichiarata) con la procedura per scaricare l’App

• Procedi con l’installazione dell’App in base al modello del tuo telefono .

• Finita l’installazione, entra nell’App con il tuo codice fiscale in MAIUSCOLO e la password appena scelta Appena effettuato l’accesso, scegli il CENTRO TRASFUSIONALE preferito e aggiorna i tuoi dati di contatto .

• Da ora potrai prenotare, spostare e cancellare la tua prenotazione in totale autonomia Attivando il servizio si dichiara di non ricevere più l’SMS di promemoria della donazione, che verrà invece inviato tramite notifica. Per la procedura completa e le video guide visita www.fidasvicenza.com Suggeriamo di procedere con la procedura di attivazione dell’App da un computer fisso.

QR Code che rimanda alla guida del donatore sul sito

4 10

PROCEDURA 2 7 8

Dopo essere entrati nel sito “fidasvicenza .com”, cliccare sul pulsante rosso “PRENOTA LA TUA DONAZIONE” che collega al programma “J .ads” dei Centri Trasfusionali . Se viene utilizzato Internet Explorer potrebbe aprirsi una finestra: “Continua nel sito web (scelta non consigliata) per procedere” A questo punto cliccare sulla frase per procedere ugualmente

Inserire nella casella “UTENTE” il proprio CODICE FISCALE in MAIUSCOLO, lasciando libera la casella “PASSWORD”, quindi cliccare su “ENTRA” .

Compare ora la scritta “La password non è stato impostato: primo di continuare impostore la password”, cliccare sul pulsante “OK”

Inserire, come da istruzioni, nel campo “NUOVA PASSWORD” la password desiderata e confermarla nel campo “CONFERMA PASSWORD” (Ricordarsi la password inserita per le successive prenotazioni!)

5

Compare ora una finestra dove viene chiesto di inserire il cellulare e/o l’e-mail o di confermare i dati se sono già presenti e corretti Cliccare su “AGENDA”, quindi selezionare il “PUNTO PRELIEVO” (es . CENTRO PREL VICENZA) . Selezionare il tipo di donazione ed il periodo in cui si è disponibili (es 1-SANGUE INTERO LUNEDì-SABATO) .

Selezionare il giorno desiderato nel calendario e cliccare su “INSERISCI Nuova Prenotazione” in corrispondenza de la fascia oraria più comoda; appare una finestra con i dati del donatore, quindi cliccare su “CONFERMA” .

PRENOTA ONLINE LA TUA DONAZIONE 3 9

La prenotazione è stata memorizzata, se si desidera spostarla o cancellarla, cliccare l’icona delle due freccette contrapposte o del cestino (ultima casella dopo il nome del donatore).

55 Anno LXI Dicembre 2022 Vita
ZONA 11
di gruppo
GRUPPO LONIGO
Per uscire dal programma, cliccare la “X” rossa posta in alto a destra (logout) 1 6

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.