GIOVANNA IOELE, PRIMA DI BERNINI GIOVANNI BATTISTA DELLA PORTA SCULTORE (1542-1597)

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DELLA PORTA PERITO PER LA RACCOLTA DI ANTICHITÀ DI LORENZO FRAGNI

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le «teste di metallo»49, spera nello stesso mese di poter far visita al duca di Parma e conclude ricordando di salutare «il virtuoso horefice et altri amorevoli dell’arte disegnatoria». A quale orefice Guglielmo si riferisse dandogli anche l’appellativo di «virtuoso» non è noto. Di certo dovette trattarsi di un artista che in quel momento lavorava a Parma per Ottavio Farnese e che Guglielmo può aver conosciuto a Roma. Il più lodato fra gli orefici dal Della Porta fu Antonio Gentili da Faenza suo allievo, ma non abbiamo notizie di lavori di oreficeria o numismatica eseguite per il duca di Parma e Piacenza50. Alessandro Cesati detto il Grechetto condivise con Giovan Giacomo Bonzagni la carica di incisore della zecca papale e a partire dal 1554 ebbe accanto Federico Bonzagni51. Riaperta la zecca di Parma da Ottavio Farnese per i coni delle monete fu chiamato il Cesati52. A lui prodigarono lodi nomi autorevoli come Vasari e Michelangelo53 ma non può essere quel «virtuoso orefice» citato dal Della Porta poiché nel giugno del 1574, in una lettera, già si parla del Cesati al passato54. Sappiamo che Federico Bonzagni fu spesso a Parma per incidere i conii delle medaglie di Pier Luigi e Ottavio Farnese richiamato anche da Margherita d’Austria moglie di Ottavio e che morì a Parma (e non a Roma) nel maggio 158855. Una lettera inedita di Federico del 27 marzo 1573 indirizzata al duca Ottavio ci conferma il suo legame con la corte di Parma, nella lettera è citato anche un certo «Andrea orefice» già al servizio del duca:

49

Sulla vendita di statue in bronzo di Guglielmo Della Porta al duca di Parma: jestaz 1995, pp.

49-67. Sui medaglisti che lavorarono per Ottavio Farnese uno studio specifico è quello di marini 1913, pp. 145-159. Più in generale sugli artisti che lavorarono per Ottavio Farnese cfr. de grazia 1992, pp. 265-275; meijer 1988. Su Antonio Gentili da Faenza: gramberg 1960, pp. 31-52; grigioni 1988, pp. 84-118; cipriani 1999, pp. 180-182; dickerson III 2008, pp. 25-72: 37-39; kuberskypiredda 2013, pp. 103-127. 51 balbi de caro 1980, vol. 24, pp. 229-231 e bibliografia; pigorini 1872, pp. 8-13; armand 1879, pp. 102-103. Cesati lavorò fra il 1530 e il 1564 per Paolo III, Pier Luigi Farnese, Alessandro e Ottavio Farnese. calveri 2000, pp. 349-354. 52 balbi de caro 1980, vol. 24, p. 230. 53 vasari 1568 (1967), vol. 5, pp. 385-386. Da una minuta non datata del cardinal Farnese al Commendator Cornaro in Cipro si legge: «Tra gli miei più cari servitori, et de’ quali io mi vaglio maggiormente et con più soddisfattione è M. Alessandro Cesati, un giovane molto virtuoso et molto intendente di gioie et di disegno». ronchini 1864, p. 4. L’attuale collocazione archivistica è ASP, Epistolario scelto, b. 23, fasc. 11. 54 La lettera, datata 5 giugno 1574, fu scritta da un certo Scaramuccia ad Ottavio Farnese ed è citata in ronchini 1864, p. 10, nota 5. 55 Come si apprende dal compromesso stipulato dai tre nipoti in data 22 ottobre 1588: ASR, Trenta Notai Capitolini, uff. 19, b. 19, cc. 458-460 cfr. pollard 1970, p. 481; spinosa 1996, p. 284; marini 1913, p. 161, nota 1. 50


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