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PARALIMPIADI 2026
al rifugio Fuciade, da malga Ciapela ai Serrai di Sottoguda, da casera Prà di Toro al rifugio Padova. Con lo scopo di rendere fruibile il Patrimonio, dal punto di vista esperienziale e percettivo su larga scala secondo le esigenze e possibilità del visitatore, le amministrazioni territoriali e le associazioni dedicate ai temi dello sport, accessibilità e disabilità delle Dolomiti, con il coordinamento della Fondazione, hanno predisposto uno strumento in grado di agevolare la ricerca delle indicazioni riguardanti gli itinerari accessibili che permettano di immergersi in questo straordinario contesto: un'informazione congiunta, uniforme, dettagliata e dedicata ai valori universali del Bene.Attraverso la mappa interattiva è possibile dunque individuare nella cornice delle aree dei 9 Sistemi montuosi del Bene, 23 percorsi di diversa difficoltà, ognuno dei quali è dettagliato in un approfondimento tecnico.Morandini ricorda che il tema dell'accessibilità fisica, sensoriale e culturale del patrimonio è legato a quello della "democratizzazione della cultura". «L'accessibilità è infatti ormai vista come uno strumento per realizzare l'uguaglianza culturale e sociale ed alimentare la crescita intellettuale di un popolo in cui il fruitore è posto al centro dell'esperienza culturale» sottolinea. L'Organizzazione mondiale della Sanità stima che circa il 15% della popolazione globale vive con una qualche forma di disabilità. --francesco dal mas© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 14 Ottobre 2020
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Le Paralimpiadi una opportunità «Ma occorre essere attrezzati»
Francesco Dal Mas CORTINA Le Paralimpiadi, sul piano sportivo, saranno per Cortina ancora più importanti delle Olimpiadi: ai piedi delle Tofane si svolgerà il 70% delle gare. «Sono, dunque, un'opportunità irripetibile per fare della "regina delle Dolomiti" la capitale alpina dell'accessibilità» sottolinea il presidente regionale di Federalberghi, Marco Michielli. Condivide l'ingegner Stefano Illing, il primo a portare una carrozzina in cima al Lagazuoi. «Magari - sorride - incominciamo dai marciapiedi che hanno quasi tutti gli scalini, rendendo problematica la percorribilità non solo ai disabili e agli anziani, ma anche alle mamme con la carrozzina. E dopo pensiamo pure agli alberghi e agli impianti». L'altro giorno, in un convegno alla Fiera di Longarone, Michielli è stato perfino severo nel suo monito ai colleghi, da una parte, e agli amministratori pubblici, dall'altra. «Incominciamo da subito a presentare una città, l'intera valle, anzi diciamo pure l'area dolomitica nel suo complesso, a misura dei diversamente abili - insiste Michielli - e questo perché non è solo un dovere sociale, culturale e finanche morale, ma anche per ragioni economiche. Il cliente disabile, con la sua famiglia e gli accompagnatori, è tra i più affidabili».Michielli severo, si diceva. Lo è stato quando ha messo in guardia gli operatori turistici che lo ascoltavano. «Adesso Cortina non è ancora sotto i riflettori mondiali. Ma quando arriverà il momento ci saranno schiere di accompagnatori dei nostri amici paralimpionici che, muniti di macchina fotografica o di semplice smartphone riprenderanno tutto ciò che non va e lo lanceranno sui social: dal marciapiede rialzato all'ingresso alberghiero senza scivolo, al bagno tradizionale nella camera dell'atleta disabile, all'assenza di ascensori negli impianti. Siccome l'attenzione al diversamente abile fa cultura all'estero, suscita molta sensibilità, c'è il rischio che la più piccola disattenzione diventi motivi di critica, addirittura di diffamazione». I grandi eventi sportivi, e le Olimpiadi in modo particolare, sono formidabili momenti di amplificazione: di ciò che va ma anche di ciò che non va. «Bisogna, dunque, stare attenti e prepararsi per il meglio. Sia il privato che il pubblico - insiste ancora il presidente di Federalberghi -. Nulla si può sbagliare. E non si dimentichi che, come sui Giochi del 1956 Cortina ha campato praticamente fino ad oggi, noi dobbiamo lasciare in eredità ai nostri figli e nipoti un successo che dovrà significare il rilancio non solo dell'Ampezzano per di tutto il Bellunese». Successo che passerà, appunto, anche per l'abbattimento di ogni barriera architettonica, sia materiale che mentale. «Ho faticato a rendere accessibile la funivia del Falzarego, ma ci ho tenuto a farlo - dichiara Illing - perché ho creduto che fosse un segno di civiltà». E un contributo alla civiltà è anche la riqualificazione degli alberghi. Ne conviene Roberta Alverà, presidente degli albergatori di Cortina. «È una sensibilità - rassicura - che sta crescendo da almeno tre anni, da quando cioè è iniziata la preparazione dei Mondiali ed è stata lanciata la candidatura olimpica. I nuovi alberghi vengono tutti progettati secondo il concetto dell'accessibilità per tutti. Nelle ristrutturazioni, invece - ammette Alverà -, la progettazione impatta a volte dei problemi irrisolvibili perché le strutture rendono impossibile allargare una camera o un bagno, installare uno scivolo all'ingresso, abbattere un muro di troppo». Però, assicura la presidente, la volontà c'è tutta. E se anche nelle strutture più storiche sarà impossibile adattare tutte le camere all'accoglienza di ospiti diversamente abili, vi è tuttavia la disponibilità ad attrezzare alcune camere con relativi bagni. E se il presidente Michielli assicura che da parte dello Stato e dell'Europa vi sono tutti i finanziamenti possibili, la sua collega di Cortina conferma che gli operatori del settore stanno già facendo ricorso ai bandi in campo. «Se dopo l'emergenza pandemica Cortina potesse già offrire un biglietto da visita rassicurante al mondo dei diversamente abili, potrebbero davvero aprirsi interessanti prospettive di accoglienza, ancora prima delle Olimpiadi - va a concludere Alverà -. Sempre ricordando che questo mondo è quello che si fidelizza di più». Il presidente regionale degli impiantisti, Renzo Minella, conferma dal canto suo che anche gli operatori
del settore puntano, nella riqualificazione di funivie e telecabine, all'accoglienza dei disabili. Anzitutto perché hanno anche loro il diritto di godere del creato, della sua bellezza. E anche perché altre organizzazioni, dal Cai alla Fondazione Dolomiti Unesco stanno preparando sentieri da poter percorrere in carrozzina. --
Corriere delle Alpi | 14 Ottobre 2020
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Ghedina: «Stop alle barriere grazie a un pool di esperti»
CORTINA Non si dica che Cortina è inaccessibile ai disabili. Il sindaco Gianpietro Ghedina mette le mani avanti, citando il caso della funivia Lagazuoi. «Grazie ai privati, in questo caso, chi è in carrozzina, anche se non accompagnato, può in autonomia arrivare sino lassù, in rifugio, e godersi il panorama stupendo sulle Dolomiti».Tante le difficoltà a muoversi per i diversamente abili in città. «La montagna rende tutto più difficile, ma proprio per questo», ammette il sindaco, «il nostro impegno è maggiore. Nelle progettazioni pubbliche stiamo inserendo strutturalmente le agevolazioni architettoniche non solo per chi vive in carrozzina, ma anche per gli stessi anziani che hanno difficoltà a muoversi. Non c'è albergo nuovo che nasca con qualche barriera. Ci sono camere accessibili comodamente ai disabili; se non tutte, almeno una quota. Abbiamo incaricato degli esperti a studiare l'eliminazione di qualsiasi difficoltà alla deambulazione in città, lungo le strade ed i marciapiedi».Il sindaco evidenzia quanto si sta facendo per l'accessibilità ai Mondiali di sci che diventano, in questo senso, un esempio, con interventi presso tutti gli impianti. E in preparazione dei Giochi 2026 si andrà oltre. Lo stadio del ghiaccio che, tra l'altro, verrà riqualificato per il curling, disporrà di tutti gli ascensori possibili, oltre che di pedane che facilitino la deambulazione. «Le paralimpiadi», sottolinea Ghedina, « hanno pari dignità delle altre. E in questo senso ci stiamo muovendo. Con un supplemento di lavori, perché Cortina ospiterà di fatto il 70% delle gare paralimpiche» .Il sindaco dice di non avere dubbi: questa diventerà la capitale alpina, a livello mondiale, del turismo dei diversamente abili. «Sarà mio impegno», assicura, «far arrivare il popolo delle carrozzine fino alle quote più alte, con gli impianti e anche sui sentieri». -- F.D.M.
Corriere delle Alpi | 14 Ottobre 2020
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De Pellegrin: «Le Dolomiti accessibili possono essere un volano per il turismo»
L'intervista «I turisti diversamente abili sono 80 milioni tra Europa e e Usa. Le Paralimpiadi, di cui poco si parla, possono essere l'occasione per trasformare Cortina, le Dolomiti e l'intera provincia di Belluno in un territorio senza limiti». Chi teorizza e cerca di praticare il turismo accessibile e inclusivo verso ogni forma di disabilità è il plurimedagliato paralimpico Oscar De Pellegrin.Basta riuscire a convincere gli albergatori, gli impiantisti e i Comuni ad abbattere le barriere?«È già importante, ma non basta. Bisogna progettare e costruire alberghi, impianti, rifugi, sentieri che siano concepiti come accessibili a tutti. Eviterebbero, fra l'altro, spese supplementari per successivi adeguamenti».Quando lei si ferma a Cortina entra e si sposta autonomamente negli alberghi?«Si, ma sono pochi. Anzi pochissimi. Non so se siano cinque in tutto. E il problema, in ogni caso, è rendere accessibile tutta la città».Compresi gli impianti di risalita.«Beh, mi lasci dire che gli ultimi impianti, quelli realizzati da Vascellari, sono un gioiello unico al mondo. Sulla Marmolada io arrivo tranquillamente sul ghiacciaio senza chiedere aiuto a nessuno. Una meraviglia. E altrettanto accade qui a Cortina. Ma Vascellari ha avuto l'umiltà di interpellare noi diversamente abili».È accaduto anche per i Mondiali di sci.«Sì, ma troppo tardi per interventi davvero compiuti. Comunque il parterre dell'arrivo delle gare di sci sarà a misura di disabili. Mi auguro che per tempo si facciano avanti anche gli organizzatori delle Olimpiadi».Lei ha messo a disposizione anche la sua Assi Onlus. Avete idee anche per la pista da bob? Quella per forza di cose sarà off linit per voi.«No, in quella pista gareggeranno anche i paratleti, che oggi vanno a fare allenamento ad Innsbruck. Si dice che la "Eugenio Monti" fungerà da Centro federale per 20 anni dopo le Olimpiadi. Immagino che qui potranno allenarsi anche i ragazzi edi giovani con disabilità. Nessuno, comunque, ci ha ancora interpellato».Le Paralimpiadi...«Lei che scrive di Olimpiadi perché non le presenta con pari dignità».Mea culpa.«L'ho affermato in più occasioni. Le Paralimpiadi vengono troppo spesso sottintese, ignorate quindi. Senza dubbio la grande opportunità dell'organizzazione delle Paralimpiadi Milano-Cortina nel 2026 dovrebbe essere una spinta in più per collaborare, sviluppare e costruire una cultura imprenditoriale e sociale volta a migliorare la fruibilità del territorio e delle sue bellezze».Forse perché il turismo non apprezza i diversamente abili.«Eppure rappresentiamo una potenzialità enorme: siamo 80 milioni. Se facessimo conoscere al mondo intero che le Dolomiti sono a portata di carrozzina, si aprirebbero prospettive di mercato interessanti. Solo qualche altro numero. Da Fonti dell'Unione Europea, il turismo accessibile valeva 80 miliardi e, ad oggi, tra Europa e Stati Uniti le persone su sedia a rotelle sono 70 milioni, senza contare le altre tipologie di disabilità. Un settore, quello del turismo accessibile, con un altissimo tasso di fidelizzazione e si prospetta che nel 2050 i turisti interessati dal