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ESTATE 2020: UN PRIMO BILANCIO PER LE DOLOMITI

Corriere delle Alpi | 2 Ottobre 2020

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L'estate della montagna «Sono mancati gli stranieri»

Francesco Dal Mas CORTINA A giugno c'erano albergatori che non volevano neppure aprire. I più fiduciosi speravano in un taglio del fatturato del 50%. A fine settembre?«Tiriamo un sospiro di sollievo», ammette Roberta Alverà, presidente degli albergatori di Cortina. «Non è andata così male e, per la verità, solo in città abbiamo ancora una decina di ambienti aperti, che dunque lavorano, e che non chiuderanno se non a fine ottobre. E non tutti».Si dirà, Cortina è Cortina. Bene, ad Arabba ci sono alberghi ancora aperti e quassù al Pordoi - ammette Osvaldo Finazzer, che gestisce due strutture - continuano ad arrivare turisti, perfino motociclisti, anche stranieri. «In paese, ad Arabba, non ci lamentiamo di settembre», confessa Leandro Grones dell'Olimpya, «e noi come altri chiuderemo solo ai Santi». Da Auronzo a Misurina si trovano ancora strutture aperte, allo stesso modo in Comelico - precisa Davide Zandonella Necca - nonostante il Covid.«Il mese di giugno è partito molto lentamente, con pochi alberghi attivi», spiega Alverà. «Nella prima settimana di luglio il 90% delle strutture ha aperto, fino alla fine di agosto, quando molti hanno cominciato a chiudere nuovamente, in anticipo, compresi quelli di piccole dimensioni, che invece solitamente interrompono l'attività i primi di settembre. L'ultimo scampolo di ottobre si consumerà con una decina di hotel aperti. Da inizio stagione il calo del fatturato è stato in media di circa il 38%, ma ci sono hotel a 5 stelle che sono arrivati a -60% sullo stesso periodo del 2019».Gli hotel con clientela italiana hanno retto, seppur con difficoltà rispetto al 2019. Chi, invece, conta sugli stranieri, ha registrato qualche difficoltà in più.«Nelle Dolomiti bellunesi, fino ai primi 20 giorni, il mese di settembre è andato bene, complice il bel tempo», conferma infatti il presidente di Federalberghi Belluno Walter De Cassan. «Ma di certo non ha risollevato le sorti della stagione, anche perché alcuni alberghi già il 6, massimo il 13 di settembre, aveva chiuso i battenti. Da inizio stagione abbiamo risentito del calo drastico, se non dell'assenza, dei turisti stranieri, un problema che si ripresenterà in inverno».De Cassan come Alvera, e come tutti i loro colleghi guardano avanti. Al prossimo inverno. Nonostante tutto Alverà è fiduciosa. «Arrivano parecchie richieste di informazione, talune si traducono anche in prenotazioni. Noi siamo ai livelli di un anno fa, ma se superiamo indenni il mese di ottobre, cioè l'inizio dell'eventuale pandemia, potremo essere fiduciosi, perché gli italiani hanno tanta voglia di tornare in montagna, questa volta a sciare. Nonostante il maltempo di queste ore, ai piedi delle Tofane si sente parlare ancora in tedesco, in inglese. Insomma ci sono villeggianti d'oltralpe». «Sono quelli che possono arrivare in auto, mentre ci mancano del tutto», sottolinea Alverà, «i turisti degli aerei, dai russi ai giapponesi, dagli arabi ai cinesi, agli statunitensi, che poi sono quelli che animavano i grandi alberghi».È pur vero che, turisti a parte, tanti alberghi hanno usufruito in questi mesi delle presenze cospicue di chi lavora per i Mondiali di sci, impianti e strade, e che riempiono esercizi sia di Cortina che del Cadore e che - ammette de Cassan -, qui come in altri paesi della provincia, rappresentano una provvidenziale integrazione. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 2 Ottobre 2020

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Tre Cime e Misurina, estate con meno trasgressioni

AURONZO Estate sicura alle Tre Cime. A dirlo sono i Carabinieri forestali di Auronzo, che hanno tracciato un bilancio sull'andamento della stagione turistica post Covid 19 con riferimento anche all'attività svolta a Misurina.«Rispetto al passato», riferisce il comandante della stazione di Auronzo, Gianpietro Fedon, «sono stati fatti passi da giganti sul tema della tutela dell'ambiente ma è necessario proseguire ancora in questa direzione per cercare l'equilibrio di un turismo ancora più sostenibile. La montagna dolomitica è un ambiente fantastico, ricco di biodiversità ed ecosistemi unici al mondo, e come tale va tutelata. In base alle osservazioni raccolte dalle pattuglie è emerso che quest'anno l'attenzione verso l'ambiente è stata maggiore. Se è vero che in certi casi sono state rinvenute mascherine e bottiglie di plastica abbandonate lungo i sentieri, è anche vero che questi atteggiamenti sono stati comunque condannati dalla maggior parte della gente, il che fa ben sperare per il futuro. Le problematiche maggiori si sono registrate nel prevenire, ed in certi casi reprimere, i campeggi abusivi, l'abbandono di rifiuti anche di piccole quantità, l'attività di percorsi con mezzi motorizzati lungo i sentieri alpini, la gestione dei cani spesso lasciati liberi, il danneggiamento della flora spontanea e la raccolta funghi. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta nel limitare il fenomeno delle ebike lungo i sentieri alpini e lungo la strada panoramica delle Tre Cime che, è bene ricordarlo, è percorribile solo a piedi».Complessivamente, nel corso dell'estate, nell'area tra Misurina e le Tre Cime, sono state elevate 81 sanzioni: 52 per campeggio abusivo, cinque per viabilità vietata su strade silvopastorali, una per mancato controllo di animali, un'altra per raccolta vietata di piante ed infine ventidue per raccolta irregolare di funghi. Le pattuglie dei Carabinieri forestali hanno inoltre effettuato un continuo monitoraggio di rifugi e bivacchi, con un numero complessivo di venti controlli al fine di verificare il rispetto

dei protocolli di sicurezza, sia da parte dei gestori e sia degli avventori.«La quasi totalità dei turisti», ha concluso Fedon, «ha dimostrato apprezzamento nel vedere le pattuglie dell'Arma impegnate in ambienti montani e rurali».I dati riguardano agosto, mese nel corso del quale si sono alternati servizi di controllo giornalieri, mattutini e serali, per presidiare una delle zone più preziose e al tempo stesso frequentate del territorio dolomitico bellunese. --Dierre© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Adige | 3 Ottobre 2020

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“Il Covid, letale per il turismo”

PRIMIERO Com'è andata quest'estate post lockdown causa Covid-19? Ne abbiamo parlato con alcuni operatori turistici, che ci hanno anche anticipato alcune novità per l'inverno. Renzo Boschetto , guida alpina e direttore della Scuola di Alpinismo e Scialpinismo Aquile di San Martino e Primiero, spiega: «In luglio le guide alpine hanno lavorato con il freno a mano tirato. In agosto c'è stato il pienone negli alberghi soprattutto nelle tre settimane centrali e le richieste per le escursioni sono state tantissime con numeri caotici. A settembre si è tornati alla normalità e il bilancio è positivo. Di negativo, la chiusura fino all'8 agosto della strada per la Val Noana che ci ha fatto perdere più di un mese per l'attività di canyoning. Tutto sommato, con le problematiche con cui siamo partiti, non è andata neanche malissimo, lo scopo era portare a casa la stagione dando tutti i servizi, ma il guadagno sarà per la prossima stagione». Mariano Lott e Roberta Secco , gestori del rifugio Rosetta, il più frequentato delle Pale di San Martino grazie anche alla possibilità di raggiungerlo con gli impianti di risalita, specificano: «La stagione ha avuto alti e bassi. È partita lentamente e un po' alla volta gli escursionisti sono aumentati, però il turismo si è caratterizzato per un mordi e fuggi, concentrato nel fine settimana e congestionato tra il 10 e il 25 agosto. Il meteo non ci ha favoriti, con un tempo intermittente che ha lasciato spazio a grandi esodi con il sereno, che ha significato per noi rifugisti ritmi non sostenibili a causa delle norme Covid e del temperamento indisciplinato della gente. Nonostante tutto, siamo riusciti a far rispettare i regolamenti. Non possiamo nascondere che il calo c'è stato, circa un 40% nei pernottamenti e la mancanza degli stranieri soprattutto extraeuropei ha pesato. Il nostro asso nella manica, il Palarondatrek, è riuscito a mantenere una presenza soddisfacente dei Paesi Bassi. Insomma, ce l'abbiamo fatta, ma che fatica». Anche gli impianti di risalita Colverde Rosetta hanno registrato un calo del 40% a giugno, ma già ad inizio luglio si arrivava ad un -30% per poi attestarsi a fine stagione attorno ad un -10-12%. Lo conferma il presidente della società, Giacobbe Zortea , nonché assessore comunale con delega al collegamento funiviario San Martino-Passo Rolle che commenta: «L'estate è andata tutto sommato bene. Ora pensiamo all'inverno. Per evitare le code agli sciatori, stiamo definendo con la Provincia le linee guida, ma già come Consorzio impianti installeremo tre casse automatiche, una in Tognola, una alla partenza della Colbricon Express e una in centro a San Martino presso l'Apt in modo da permettere a tutti coloro che acquisteranno i ticket online di passare a qualsiasi ora a ritirare lo skipass, così ridurremo le code alle casse e quindi assembramenti inopportuni». Buone notizie anche in prospettiva del collegamento funiviario San MartinoPasso Rolle: «Le notizie fresche sono che per dicembre dovrebbero arrivare le autorizzazioni definitive dal Servizio Valutazione di Impatto Ambientale che aveva rallentato il procedimento chiedendo ulteriori specifiche». Per quanto riguarda il fondovalle, Antonella Brunet , assessore al turismo del Comune di Primiero San Martino di Castrozza, aggiunge: «Con i comitati, Apt e Primiero Iniziative abbiamo organizzato il programma giornaliero Dolomiti Montagna Attiva: un successo con circa 2000 utenti, 1200 dagli alberghi e 800 dagli appartamenti. Il turista non ha sentito più di tanto il bisogno degli eventi soprattutto perché sapeva che non ci sarebbero stati. Io ritengo comunque vadano mantenuti, soprattutto quelli che richiamano le nostre tradizioni, ma sono convintissima che noi dobbiamo creare emozioni, il cliente è cambiato, le cerca, vuole essere accompagnato e il programma proposto ne è stata la conferma: l'orto yoga, le albe, le passeggiate serali con le lanterne alla scoperta dei paesi assieme all'accompagnatore di mezza montagna hanno avuto più successo di tante altre cose. Ora dobbiamo organizzare un programma per l'inverno in questa direzione, aperto a tutti, affinché sia un'offerta di territorio. Ci stiamo già pensando».

Trentino | 10 Ottobre 2020

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«In Primiero ha retto soltanto il turismo degli appartamenti»

raffele bonaccorso PRIMIERO SAN MARTINO Luci (poche) ed ombre (parecchie) hanno riguardato la stagione estiva da poco conclusa in tutto l'ambito turistico di Primiero, San Martino di Castrozza, Vanoi e Mis. Se è andata piuttosto bene la ricettività nell'extra alberghiero, con le case d'affitto che l'anno fatta

da padrone, altrettanto non è possibile dire per la ricettività alberghiera; anche se non è ancora possibile avere il quadro completo della stagione estiva, in quanto i dati di settembre non sono ancora consolidati, arrivi e presenze registrati dal mese di giugno a quello di agosto risultano con percentuali di calo in linea con quelli delle altre località di montagna del Trentino. Il punto lo abbiamo fatto con il presidente dell'Apt, Antonio Stompanato, Dunque presidente, i numeri dell'estate non sorridono? Nei primi tre mesi estivi si è registrato un -20% di arrivi e -23% di presenze per quanto riguarda il mercato italiano, mentre se prendiamo come riferimento i mercati stranieri, a causa delle note restrizioni legate alla pandemia da Covid 19, si arriva purtroppo ad un 70% di arrivi in meno da oltre confine, con un calo di presenze straniere che si attesta al -77%. Se gli olandesi non hanno rinunciato alle vacanze in quota, tornando a visitare i rifugi alpini dell'Altopiano delle Pale, attirati soprattutto dalle proposte Dolomiti Palaronda Trek e ferrata, a mancare in toto sono stati ad esempio gli americani, che da qualche anno percorrevano il territorio in quota attraverso l'Alta Via n° 2 delle Dolomiti o sceglievano la nostra località per partecipare ai corsi formativi della Music Academy International di New York, organizzati dal borgo di Mezzano. La lettura unitaria di questi dati ci porta a registrare per ora, nel complessivo, un calo di arrivi e presenze intorno al 25%. Si tratta di dati certamente molto diversi da quelli delle stagioni pre-Covid, ma che comunque risultano apprezzabili se consideriamo gli scenari ben più catastrofici che venivano ipotizzati durante la delicata Fase 2.Quali le caratteristiche di questo turismo "diverso" ?Possiamo dire che in effetti il tipo di vacanza è cambiato: dopo un giugno pressoché inesistente, a causa delle aperture ritardate di strutture e impianti di risalita, il mese di luglio ha mostrato la tendenza da parte degli ospiti ad organizzare vacanze di breve durata, concentrate soprattutto nei fine settimana, visto che i periodi di ferie erano stati anticipati obbligatoriamente nel periodo del lockdown. Per fortuna il mese di agosto ha regalato una boccata di ossigeno importante, tanto da far segnare per il comparto alberghiero addirittura un incremento dell'1% negli arrivi e un calo per quanto riguarda le presenze limitato all'8%, in parte comunque previsto a causa della chiusura di alcune strutture ricettive su San Martino di Castrozza gestite da grosse catene commerciali caratterizzate da una capacità ricettiva importante.Andiamo alle case in affitto.Per quanto riguarda l'extra alberghiero invece, ed in particolare gli alloggi ad uso turistico, il trend è stato da subito evidentemente positivo, grazie al ritorno di molti ospiti abituali ma anche di molti turisti che hanno scelto le Valli di Primiero e Vanoi per la prima volta, privilegiando appunto la soluzione in appartamenti privati. Su settembre il feedback degli operatori è stato comunque positivo, con flussi legati anche in questo caso ai weekend.Cosa si prevede per la prossima stagione invernale?In attesa dei dati definitivi, in queste settimane ci siamo messi al lavoro per confrontarci con tutti gli attori coinvolti nel prodotto invernale. Con l'inverno alle porte attendiamo il varo dei tanto attesi protocolli provinciali, in modo da avere gli strumenti necessari per poter compiere i prossimi passi ed elaborare un'offerta che metta al primo posto la sicurezza. Siamo consapevoli che in inverno i numeri degli ospiti stranieri pesano maggiormente sul totale del nostro ambito turistico e risultano fondamentali soprattutto in alcuni periodi che tradizionalmente vengono meno scelti dalle famiglie italiani (da dopo Sant'Ambrogio a Natale e il mese di gennaio); per questo motivo Apt si sta confrontando in maniera assidua con Trentino Marketing per mettere appunto assieme una strategia valida per mantenere costanti rapporti di confronto e interscambio con i principali player dei paesi dell'Est Europa e non solo che negli ultimi anni hanno trainato i numeri dell'inverno, in particolare sul tema sci. Sul fronte del prodotto turistico, come già fatto per l'estate, lo sforzo che l'Apt metterà in campo sarà quello di stimolare e coordinare gli operatori locali affinché la destinazione possa proporre un'offerta organizzata, vicina alle esigenze degli ospiti e rispettosa delle norme di sicurezza che ci accompagneranno presumibilmente anche durante tutta la stagione invernale.

Corriere del Trentino | 10 Ottobre 2020

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Un’estate da dimenticare: settore in calo del 30% Anche agosto in negativo

TRENTO Le ultime previsioni, a luglio, lasciavano presagire una ripresa del movimento turistico almeno fino agli sgoccioli dell’estate. Così è stato. Ma non è bastato nemmeno agosto a risollevare una stagione partita in ritardo, continuata accumulando una serie di segni negativi che, messi a sistema, consegnano un quadro inesorabilmente in flessione. Sui tre mesi estivi, il Trentino ha perso il 30% degli arrivi e il 33% delle presenze nelle strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere rispetto al periodo da giugno ad agosto nel 20192020. Si stimano quindi 1.295.599 arrivi e 5.599.537 presenze. Un dato che pesa sul bilancio economico degli ultimi due trimestri per il comparto turistico: in tutto si perdono 276 milioni di indotto. Non certo positivo la fotografia che emerge dai dati sulla stagione estiva rielaborati da Istat e presentati ieri dall’associazione albergatori ed imprese turistiche (Asat). «Una stagione di cui non possiamo certo dirci soddisfatti, ma sarebbe stato difficile fare meglio», il commento della vicepresidente di Asat, Maria Emanuela Felicetti, è un commento rassegnato ai limiti imposti dalla pandemia. Anche agosto, mese trainante, non è riuscito a sfilarsi di dosso il segno meno: il bilancio finale vede un -12% di presenze e arrivi giù dell’8%. Un dato che va letto alla luce della decisione di una struttura ogni 10 di non riaprire dopo il lockdown. Unico dato positivo del mese delle ferie è l’aumento del 5% degli arrivi di connazionali in Trentino. Un segnale positivo dal turismo di prossimità, che presenta però un’altra faccia della medaglia: arrivi e presenze stranieri scendono a picco (rispettivamente del 41% e del 43,9%). «La crescita è dovuta anche al bonus vacanza

nazionale e a quello provinciale. Pur non essendo stato un successo, a qualcosa è servito», continua Felicetti. Anche se, precisa il direttore Roberto Pallanch, «è andato a vantaggio soprattutto delle strutture più grandi». Con la stagione invernale finita in anticipo di un mese a marzo, gli albergatori hanno finalmente trovato in agosto una boccata d’ossigeno. Piccola, se si considerano tre mesi di stop totale, seguiti da un giugno nero — va detto: con ordinanze restrittive ancora in vigore — e da un luglio comunque fiacco. Tanto per ricordare alcuni numeri usciti negli scorsi mesi, a giugno le presenze sono calate del 75% e gli arrivi del 71, mentre luglio ha visto un calo di un quarto degli arrivi (-28%) e del 37,6% delle presenze. Pesa soprattutto l’assenza di clientela straniera: i flussi dall’estero — sia arrivi che presenze — rispetto alla stagione estiva 2019 sono più che dimezzati. Altri dati vedono un incremento delle strutture extra-alberghiere, anche se ad agosto l’hotel è stato scelto più che in altri mesi (la flessione è stata solo del 5,8%). Lo stato di salute del settore ricettivo, insomma, non è al massimo della forma. Nessuno escluso. Anche se le località di lago soffrono più di quelle alpine. Nell’ultimo semestre (marzo-agosto) si contano 3.586.343 presenze in meno negli hotel del Trentino rispetto agli stessi mesi del 2019, dimezzate rispetto allo scorso anno. Tradotto in euro: un mancato introito di 424 milioni per il comparto, sulla base di cui si stimano 210 milioni di mancato ricavo alberghiero. Come si evince anche leggendo il prospetto occupazionale: da marzo a luglio si è infatti perso il 29% delle assunzioni, con significa 7.151 contratti stipulati in meno. Da qui parte il ragionamento in vista dell’inverno. «Parola d’ordine: sicurezza sanitaria. Sarà il biglietto da visita per attirare turisti sul territorio», spiega il direttore, che parla poi dell’impegno per la ripartenza del settore wellness, tra i settori dell’hôtellerie più svantaggiati dal Covid. Tra le misure per limitare i contagi all’interno delle strutture, la vicepresidente Felicetti parla di una verifica sanitaria costante. «Stiamo già pensando a tamponi e sierologici da fare ciclicamente durante la stagione ai nostri dipendenti». Alcune soluzioni organizzative e digitali per il settore alberghiero saranno esposte a Hotel fiera, a Bolzano dal 19 al 22 ottobre.

Corriere delle Alpi | 19 Ottobre 2020

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Turismo, un anno molto difficile ma agosto ha tenuto sulle Dolomiti

BELLUNO Anche ieri, ai piedi delle Tre Cime, almeno 300 auto di escursionisti stranieri, in gran parte tedeschi. «I rifugi sono tutti chiusi, ma loro, imperterriti, sono saliti a godersi il tramonto» riferisce Tatiana Pais Becher, sindaco di Auronzo, «fino alla Forcella Lavaredo, rientrando a piedi praticamente col buio». Aperti gli alberghi a Misurina, alcuni anche ad Auronzo, diversi a Cortina. La stagione estiva, dunque, non è finita. Come dire che il turismo in provincia di Belluno non soccombe al covid. Resiste, anche se con qualche difficoltà. La prospettiva, purtroppo, è quella dell'incertezza. «Numerose le manifestazioni d'interesse per la prossima stagione invernale, ma le conferme non arrivano» fa sapere Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi. Da gennaio ad agosto, gli arrivi negli alberghi sono stati 322.439, le presenze un milione e 195.784. Ovviamente le tre stelle sono state quelle più frequentate, con 208 mila arrivi e 729 mila presenze. Le 5 e le 4 stelle hanno registrato 70 mila arrivi e 284 mila presenze. Nel mese di agosto la clientela straniera non ha inciso più che tanto negli hotel più stellati, se non con 67 mila presenze, contro le 227 mila degli esercizi a tre stelle. Sempre nei primi 8 mesi di quest'anno gli arrivi negli esercizi complementari sono stati 212.264, le presenze un milione e 157.515. Tutto in rosso: i campeggi con 54.164 arrivi e 279.649 presenze, gli agriturismi con 7252 arrivi e 27.183 presenze; altre sistemazioni con 65.155 arrivi e 164.942 presenze. Solo gli alloggi hanno tenuto: 85.692 arrivi e 685.741 presenze.Facciamo un po' di somme. Da gennaio ad agosto gli arrivi sono stati complessivamente 534.703 e le presenze 2 milioni e 353.299. Gli arrivi degli stranieri sono stati soltanto 153.301 con 626.415 presenze. Fino a giugno il settore piangeva lacrime amare; si pensi che ad aprile, il mese più nero, gli arrivi italiani sono stati soltanto 562 e quelli stranieri 52. A luglio, invece, si è ricominciato a respirare. Gli arrivi sono stati 116.353, ma, si badi, nello stesso mese del 2019 se ne contavano 180.833: un calo, dunque, del 35%. Le presenze, purtroppo, sono risultate in calo ancora maggiore: 460.636 contro le 659.105. Il motivo? Semplice: sulle Dolomiti non c'erano stranieri, non tanto per paura del contagio, bensì della quarantena. Le presenze extra Italia, infatti, sono state 214.801 nel luglio 2019, mentre si sono fermate a 65.136 nel mese di luglio quest'anno.Stranieri, dunque, in calo del 70%, con grave crisi dei campeggi e soprattutto degli alberghi dalla clientela d'oltralpe. In agosto, finalmente, un sospiro di sollievo. «È stato un vero boom - commenta Roberto Padrin, presidente della Provincia - che, per la verità, ci fa essere un po' meno pessimisti per il futuro, per la stessa stagione dello sci. Gli italiani hanno riscoperto la montagna, ma come vedremo, gli stranieri cominciano a non essere di meno. Non abbiamo ancora i dati di settembre e, ovviamente, di ottobre, ma i nostri amici tedeschi e dell'est si sono riaffacciati. Almeno quelli che possono arrivare con l'auto». Agosto, dunque: 170.230 arrivi contro i 204.134 dell'anno precedente (-16,6%), e addirittura 806.013 presenze, poco più di 50mila in meno rispetto al 2019 (-6,4%). Tra luglio ed agosto, dunque, il calo dei turisti si è dimezzato. Erano italiani, perché gli stranieri sono comunque mancati per una percentuale del 55%.«Però - osserva Padrin - siamo in fase di recupero, ancorché gli ultimi sviluppi non ci inducono a stare sereni». Il presidente cita l'esempio di ieri, con ulteriori arrivi nelle località più blasonate, perfino nei rifugi che hanno avuto l'ardire di rimanere aperti. L'altopiano del Cansiglio ha ospitato tante auto quante ne raccoglie nelle domeniche di piena estate. --Francesco Dal Mas

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