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OLIMPIADI: GLI AGGIORNAMENTI

Corriere del Veneto | 1 ottobre 2022

p. 7, edizione Treviso-Belluno

Olimpiadi, il Cio prende le distanze «La pista da bob? Non essenziale» Lettera del Direttore Giochi: non è nel budget. Il Comitato di Cortina: «Stop al cantiere»

La risposta del Comitato Olimpico Internazionale alla lettera degli ambientalisti bellunesi è perfino secca: la pista da bob di Cortina non era essenziale nel progetto Milano-Cortina 2026, ogni decisione è stata presa dalle autorità locali, e non rientrerà nel budget olimpico. Ma visto che era prevista a prescindere dall’evento come infrastruttura turistica e sportiva, sarà usata per le gare, a posto così. Con distacco, se non scetticismo, passa la palla a Veneto, Lombardia, Coni e Comuni. E dà la spinta agli ambientalisti per tornare alla carica: «Ci siamo sentiti dire per mesi che, se oggi abbiamo le Olimpiadi invernali, è anche grazie alla pista da bob inserita nel dossier – afferma Marina Menardi, presidente del Comitato Civico Cortina - Da quanto apprendiamo, non è così, sarebbe stata fatta comunque. L’opera è finanziata ma i lavori non sono ancora iniziati, siamo in tempo per fermarli. Sono uno spreco, un danno per il territorio. La vuole solo Zaia, al Cio dell’impianto non importa». Sembrava che la questione fosse risolta con le parole del presidente del Cio Thomas Bach, in occasione di un riconoscimento ricevuto in Italia due settimane fa, ma ora la «Eugenio Monti» delle Dolomiti, la pista da bob più antica del mondo, simbolo delle Olimpiadi di Cortina del 1956, è di nuovo nell’occhio del ciclone. Il presidente della Regione è sempre stato molto netto nel difendere la riqualificazione e lo fa di nuovo: «Le Olimpiadi genereranno un Pil di un miliardo in Veneto e un miliardo di investimenti, pensiamo solo alla tangenziale di Cortina finanziata grazie ai Giochi. È un dare-avere, e credo che il bilancio sia assolutamente a favore dell’avere –risponde Zaia - Non siamo feticisti delle infrastrutture, il dossier presentato per la candidature prevedeva come punto di forza il bob, un’eccellenza dello sport, in un luogo storico». E comunque, ribadisce, «il Cio non mette soldi, tutti i finanziamenti sono dello Stato. Prendo atto che il Cio, davanti al restauro di un cadavere, pensa che sia meglio lasciarla lì così. Ci dicano se hanno soluzioni migliori, noi siamo qui ad ascoltare». Il sindaco di Cortina Gianluca Lorenzi concorda con lui: «Di questo passo, guardando solo il granello di sabbia rispetto al grande progetto e alla mole di investimenti che arriveranno a Cortina e nel Bellunese, non andiamo lontano». Tutto parte dalla lettera firmata da 1.260 cittadini di Cortina e dintorni inviata alla sede di Losanna a metà settembre, seguita da un sitin dei comitati a Roma nel giorno della visita del presidente Bach. La risposta è stata affidata a Christophe Dubi, Olympic Games Executive Director: «Costruire una nuova pista a Cortina non è un requisito per i giochi olimpici – scrive - Siamo stati informati dalle autorità locali che questo sarebbe stato un progetto turistico e sportivo, il quale sarebbe comunque andato avanti, anche senza i Giochi olimpici, e il Cio ha concordato che la pista sarebbe stata usata per i giochi olimpici per questioni di costi e sostenibilità, in quanto non avrebbe nessun senso avere un’infrastruttura del genere e poi andare altrove, e abbiamo concordato che questo progetto non sarebbe stato parte del budget previsto per i giochi olimpici invernali». E sottolinea l’importanza della sostenibilità di tutte le opere «economica, sociale e ambientale». Intanto sulle Olimpiadi del 2026 si sono posati gli occhi dell’anticorruzione: un protocollo d’intesa fra Anac e Procura di Venezia fissa una stretta collaborazione e scambio di informazione con l’obiettivo di intensificare la vigilanza sugli appalti e i contratti pubblici in preparazione dell’evento. Il presidente Giuseppe Busia e il procuratore capo Bruno Cherchi condivideranno indagini e informazioni per prevenire e contrastare eventuali infiltrazioni della malavita.

Corriere delle Alpi | 2 ottobre 2022

p. 12

Olimpiadi 2026 e grandi opere Veneto obiettivo per tutte le mafie

Enrico Ferro Padova Il Veneto delle Olimpiadi 2026, quello che insieme alla Lombardia maggiormente contribuisce al Pil nazionale. Ma anche la regione con il porto di Venezia, il cantiere della Pedemontana e quello dell'alta velocità Verona-Paddova. Una potenziale miniera d'oro per le organizzazioni criminali che mirano a infilarsi in questo ricco tessuto economico. È la cornice delineata dalla Dia di Padova (la Direzione investigativa antimafia) nella sua relazione semestrale. Meno "eclatanti manifestazioni di violenza", più interessi negli affari a basso rischio giudiziario. Il presupposto resta il controllo del territorio, certo. Ma soprattutto con la corruzione, il riciclaggio, l'avvicinamento di imprenditori in difficoltà per acquisirne gli asset, l'inquinamento dell'economia sana. L'ultima Relazione semestrale della Dia restituisce ancora una volta l'immagine di mafie tradizionali silenti e che non si limitano più al "saccheggio parassitario" della rete produttiva "ma

si fanno impresa". A livello nazionale, in 6 mesi, sono stati effettuati sequestrati per 165 milioni, confische per 108 milioni; 373 interdittive antimafia, 69 mila segnalazioni per operazioni sospette. C'è anche il Veneto in questi numeri. Una regione che storicamente è attraversata da numerosi fenomeni di criminalità organizzata: dalla mafia albanese a quella nigeriana, dalla Camorra alla 'ndrangheta, i clan romeni e bulgari, per finire con i traffici illeciti cinesi.faro sulle olimpiadiL'attenzione è altissima su tutto ciò che riguarda i prossimi giochi olimpici a Cortina del 2026. Il prefetto di Belluno Mariano Savastano ha sottolineato l'importanza del rafforzamento degli strumenti di prevenzione e il ruolo centrale del Gruppo Interforze individuato quale "cabina di monitoraggio del sistema di prevenzione".Proprio per rendere più efficace la rete dei controlli, è stata recentemente sottoscritta dall'Anac (l'autorità anti corruzione) e dalla Procura di Venezia un'intesa per una stretta collaborazione. L'accordo è finalizzato a intensificare la vigilanza sugli appalti e i contratti pubblici di servizi e forniture. geografia criminaleL'atlante criminale del Veneto disegna una distribuzione uniforme di tante organizzazioni, prevalentemente su tre province: Venezia, Verona e Padova. "La provincia di Venezia, ricco tessuto produttivo caratterizzato da un elevato tasso di industrializzazione e un importante flusso turistico rappresenta ormai da anni anche per la criminalità organizzata di tipo mafioso una valida opportunità per estendere i propri affari". La Dia ha individuato gruppi calabresi riconducibili alla cosca Grande Aracri ma anche nuclei riconducibili alla criminalità campana. E non si possono ignorare nemmeno gli ex della Mala del Brenta, che ciclicamente trovano nuovo vigore "traendo insegnamento anche dal modello mafioso imparato dagli esponenti della mafia siciliana con i quali erano venuti in contatto". Poi c'è Padova, dove l'interporto è un importante snodo per la movimentazione di merci e quindi un potenziale obiettivo per i gruppi criminali. "Con riferimento a Cosa nostra" scrive la Dia "già alcune investigazioni del passato avevano evidenziato la presenza di soggetti collegati a famiglie siciliane che riciclavano capitali attraverso investimenti immobiliari". Sul territorio padovano, evidenziano gli investigatori, si riscontrerebbe anche la presenza di sodalizi di matrice straniera attivi soprattutto nel settore degli stupefacenti ma, come emerso nel semestre in esame, operativi anche nello sfruttamento di manodopera.E nella semestrale della Dia finisce anche l'operazione che i carabinieri hanno svolto all'interno di Grafica Veneta, dove è stato scoperto "un sodalizio multietnico composto da 9 pakistani e 2 italiani". Scrivono gli investigatori dell'antimafia: "Le investigazioni hanno consentito di individuare un'organizzazione che sfruttava lavoratori stranieri i quali sebbene formalmente assunti con contratti di lavoro in aziende attive nel settore dell'editoria erano costretti a cedere ai caporali una parte della retribuzione". E poi c'è la tristemente nota provincia di Verona, dove le investigazioni concluse negli ultimi hanno evidenziano l'operatività della criminalità organizzata mafiosa, prevalentemente di tipo 'ndranghetista con la famiglia Giardino. Ma non mancano i segnali di presenza anche per quel che riguarda la criminalità organizzata pugliese, con la cellula mafiosa riconducibile al clan barese Di Cosola. --© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gazzettino | 2 ottobre 2022

p. 12, edizione Belluno

«Basta polemiche, la pista da bob si farà»

CORTINA D'AMPEZZO

«La pista da bob Eugenio Monti era, e deve tornare a essere, uno dei simboli dell'eccellenza internazionale di Cortina. Non c'è nessuna volontà di cementificare, né di alterare gli equilibri ambientali del nostro territorio». Così il sindaco Gianluca Lorenzi commenta le dichiarazioni del comitato civico, sulla lettera di Thomas Bach, presidente del Comitato olimpico internazionale, sull'impianto sportivo ampezzano.

«LA VUOLE SOLO ZAIA»

«Al Cio non interessa che si costruisca la nuova pista di bob a Cortina, che non è necessaria per i Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026. Il Cio dice che, se gli enti pubblici italiani vogliono realizzare questo nuovo impianto, poi sarà opportuno usarla per le Olimpiadi, per ragione di costi», è la posizione del comitato civico. La presidente, Marina Menardi, ribadisce la sua posizione, ostile alla nuova struttura: «La pista di bob la vuole il presidente veneto Luca Zaia e al Cio, dell'impianto, non importa niente. E' un'opera inutile, costosa, ambientalmente insostenibile. La responsabilità presente e futura è tutta italiana, da Giovanni Malagò presidente del Coni a Zaia, passando per i sindaci ampezzani Gianpietro Ghedina e Gianluca Lorenzi». Nella lettera del Comitato olimpico si legge: «Il Cio è stato chiaro: costruire una nuova pista a Cortina non è un requisito per i Giochi olimpici».

OCCASIONE PER RIAFFERMARSI

La risposta di Lorenzi è altrettanto decisa: «Si continua a voler insistere su di un granello di sabbia, senza osservare e comprendere il disegno più ampio. Cortina ha nei Giochi 2026 l'occasione di riaffermarsi come una delle capitali degli sport invernali, senza impattare né sul territorio, né sulla comunità, generando un indotto economico senza precedenti negli ultimi decenni, riqualificando un'area che sfortunatamente versa in situazioni molto gravi e garantendo alla conca un'immensa visibilità e una straordinaria promozione verso gli amanti delle discipline invernali. Inoltre la pista da bob avrà anche una valenza di natura turistica, al termine delle Olimpiadi 2026».

«BASTA CON I NO»

Il sindaco riprende quindi il suo programma elettorale, che gli ha portato 1.044 voti, lo scorso 12 giugno: «Questa amministrazione, come promesso, pensa prima di tutto al bene della nostra comunità ed è per questo che, insieme alla Regione Veneto, sta vigilando

costantemente sulla corretta e sostenibile realizzazione delle opere necessarie per le Olimpiadi. Non è con i No a prescindere che si crea sviluppo territoriale. Non è con il rimanere fermi che salviamo la montagna, ambiente antropizzato e comunità culturale. Lo facciamo con un'attenta analisi e una progettualità che garantisca una crescita consapevole della fragilità del nostro ecosistema, garantendone da un lato la doverosa salvaguardia e dall'altro la creazione di rinnovati servizi per lo sport e il turismo, non scordandoci delle eccellenze e delle tradizioni che hanno reso Cortina famosa in tutto il mondo». Marco Dibona

Alto Adige | 6 ottobre 2022

p. 17

Pista di bob a Cortina L'Alto Adige contribuirà

BOLZANO Da tempo Cortina d'Ampezzo è in subbuglio. La vecchia pista di bob intitolata ad Eugenio Monti è una ferita di cemento nel territorio che non si è mai rimarginata: realizzata negli anni '50 per le precedenti Olimpiadi invernali è presto diventata un inutile e bruttissimo relitto. L'Alto Adige dovrebbe eventualmente contribuire a finanziare il progetto con il fondo per i Comuni di confine, al quale la nostra provincia contribuisce ogni anno con 40 milioni di euro. Ma è ormai chiaro che per il Comitato olimpico le gare possono anche essere svolte altrove. La Giunta provinciale prevede di coprire i prevedibili deficit economici della struttura ancora con i fondi per i Comuni di confine, ma non è ancora possibile dire a quanto ammonteranno questi costi, ha ammesso Kompatscher nella sua risposta a un'interrogazione del Team K.

Gazzettino | 6 ottobre 2022

p. 12, edizione Belluno

Olimpiadi: «Due miliardi di valore aggiunto»

I Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 potranno generare un valore aggiunto per due miliardi di euro, con un forte incremento dell'occupazione, quantificabile in 36mila unità, quando la macchina organizzativa del grande evento avrà completato il suo ciclo. Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente del Comitato olimpico nazionale italiano, intervenendo ieri ai lavori del Made in Italy Summit del Sole 24 Ore e Financial Times, in collaborazione con Sky Tg24. «Sono sempre stato il portabandiera dei grandi eventi sportivi. Tutti gli operatori sono felici quando questi arrivano nel nostro Paese», ha aggiunto Malagò. Entrando nello specifico dei Giochi invernali 2026, assegnati il 24 giugno di tre anni fa, il presidente del Coni ha specificato: «Per Milano Cortina, esempio fra le grandi manifestazioni sportive, abbiamo un valore aggiunto per 2 miliardi di euro. Parliamo di 36 mila occupati, quando andremo a regime. Ci sarà un gettito fiscale di mezzo miliardo di euro che portiamo nel sistema. Siamo a bordo del sistema dell'economia. In Italia siamo ritenuti una eccellenza nel mondo nell'organizzare questi eventi».

IL BRACCIO DI FERRO

La posizione espressa da Malagò rintuzza le critiche che si alzano nei confronti dei Giochi invernali 2026, in particolare all'impegno di spesa per l'organizzazione dell'evento e per la costruzioni di impianti sportivi e di infrastrutture, soprattutto stradali e di mobilità. Nel frattempo, dopo l'esito delle elezioni politiche del 25 settembre, si attende che sia definita la composizione del nuovo governo nazionale. Fra le molteplici aspettative e attese, che l'Italia riversa sul nuovo esecutivo, ci sono anche quelle degli sportivi e degli organizzatori: la Fondazione Milano Cortina 2026 deve avere, al più presto, il nuovo amministratore delegato, atteso da mesi, dal momento in cui fu chiara l'intenzione di sostituire Vincenzo Novari. Il fatto che lo sport sia un volano, che genera una forte crescita economica per il Paese, era già emerso lo scorso mese di maggio, a Roma, nel forum del Comitato Leonardo, in uno studio su sport e impresa, elaborato dalla università Luiss Guido Carli. Allora si disse che i Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 avranno un impatto complessivo sul Pil di 3 miliardi di euro, a fronte dell'investimento di un miliardo.

IL RAPPORTO LUISS

Dallo studio emerse che, dopo la battuta d'arresto per la pandemia, ora l'Italia può godere della disponibilità di nuove risorse finanziarie, con il piano Pnrr, ma anche con l'organizzazione di grandi eventi sportivi, come le Olimpiadi invernali 2026. Il rapporto Luiss simulò l'impatto economico dell'evento, attraverso l'analisi degli effetti moltiplicativi, attivati dalla fase di organizzazione e poi dallo svolgimento dell'evento. Si ipotizzò che l'evento possa determinare un aumento della domanda, per il comparto sport, corrispondente a un valore convenzionale di un miliardo di euro; le Olimpiadi produrranno un incremento di risorse di un miliardo 142 milioni di euro. I settori collegati direttamente o indirettamente al settore sportivo beneficeranno di maggiori risorse per un miliardo 26 milioni di euro. Infine, come sintesi, si rilevò che l'effetto diretto, indiretto e indotto genererà un impatto sull'intera economia di due miliari 901 milioni di euro.

Organizzare le Olimpiadi avrà inoltre un impatto sull'occupazione, determinato dall'incremento di domanda e quindi di produzione, per le imprese che forniscono il comparto sportivo. Allora si disse che, a fronte dell'impiego di un miliardo, potranno essere generate in Italia quasi 13mila nuove unità di lavoro. Un dato che ora viene quasi triplicato, nelle affermazioni di Giovanni Malagò. Nel forum di maggio intervenne il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Luigi Di Maio, pronto a sostenere l'organizzazione dei Giochi. Ora dovrà farlo qualcun altro. Marco Dibona

Gazzettino | 6 ottobre 2022

p. 12, edizione Belluno

Pista da bob: «È un'opera inutile, danni all'ambiente»

«Al Comitato olimpico internazionale non interessa che si costruisca la nuova pista di bob a Cortina d'Ampezzo, che non è necessaria per i Giochi olimpici invernali Milano Cortina 2026. Il Cio dice che, se gli enti pubblici italiani vogliono realizzare questo nuovo impianto, poi sarà opportuno usarla per le Olimpiadi, per ragione di costi». È la lettura che il comitato civico Cortina fa della risposta del 28 settembre, firmata da Christophe Dubi, direttore esecutivo dei Giochi olimpici, alla lettera inviata dal comitato lo scorso 16 settembre, firmata da 1.260 cittadini, contrari al rinnovo della storica pista Eugenio Monti. La presidente del comitato Marina Menardi ribadisce quindi la sua posizione, contro la nuova struttura: «È un'opera inutile, costosa, ambientalmente insostenibile. La responsabilità presente e futura è tutta italiana». Menardi riporta quindi un passaggio della lettera del Comitato olimpico internazionale: «Per quanto riguarda la pista da bob, il Cio è stato chiaro nella sua posizione: costruire una nuova pista a Cortina non è un requisito per i Giochi olimpici. Il Cio ha già discusso la situazione con i comitati delle varie candidature ai tempi dell'assegnazione a Milano-Cortina. È inoltre stato portato all'attenzione dal comitato coordinatore con le autorità locali, dopo il voto. Siamo stati informati dalle autorità locali che questo sarebbe stato un progetto turistico e sportivo, il quale sarebbe comunque andato avanti, anche senza i Giochi olimpici. Date queste circostanze, il Cio ha concordato che la pista da bob sarebbe stata usata per i Giochi, per questioni di costi e sostenibilità, in quanto non avrebbe nessun senso avere un'infrastruttura del genere e poi andare altrove».

Corriere delle Alpi | 12 ottobre 2022

p. 28

Olimpiadi, Padrin cala il carico sui ritardi «Sul territorio non c'è traccia di nulla»

CORTINA È un vero e proprio grido di allarme quello che arriva dal convegno organizzato da Dolomiti Show a Longarone Fiere per fare il punto su come il Bellunese si sta preparando per le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2026. Il carico lo ha messo proprio il presidente della Provincia, Roberto Padrin, che ha trasformato il suo intervento di saluto alle autorità riunite anche per presentare la candidatura del Veneto a capitale europea dello sport 2024, in un appello a fare presto: anzi, verrebbe da dire, un appello a fare qualcosa.Padrin non le manda a dire«Ci sono enormi preoccupazioni su come si sta lavorando per questo grande evento», ha esordito Padrin, «sul territorio non si vede nulla, non ci sono segnali che ci ricordino che fra tre anni e mezzo ci sono i Giochi olimpici. E non è stato ancora nominato l'amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina che deve organizzare le Olimpiadi: è tutto fermo». Anche Dino Ponchio, presidente del Coni veneto, non ha mancato di sottolineare che «Milano - Cortina deve calarsi di più nel tessuto vero della Regione. C'è tanto lavoro da fare e noi come Coni siamo pronti a dare una mano, con la nostra esperienza, con i nostri volontari». Gli enti locali e il mondo sportivo stanno facendo i conti intanto con la crisi dell'energia e con le bollette stratosferiche, altro tema affrontato gioco forza nel corso del convegno. «Abbiamo bisogno di aiuto», ha aggiunto Ponchio, « le società sportive sono come gli altri comparti dell'economia, hanno il diritto di essere aiutate perchè altrimenti non ce la faranno: stanno già chiudendo molti impianti e non parlo solo delle piscine o dei palaghiacci ma anche dei piccoli campi di calcio». Ma per Padrin la crisi non si risolve se non si va alla radice del problema, se non si combattono gli speculatori dell'energia: «Non si può andare avanti solo a forza di aiuti economici, che poi alla fine paghiamo tutti».Lo sport non si fermaIn tutto ciò, e in attesa di cosa succederà con le Olimpiadi, gli eventi sportivi non si fermano, anzi il prossimo anno ci saranno importanti appuntamenti come i mondiali di canoa ad Auronzo e molti altri, piccoli e grandi. Se la Fondazione Milano - Cortina è ferma, non lo è invece la Fondazione Cortina, a Longarone fiere con il presidente Stefano Longo. «Stiamo organizzando le tre gare di Coppa del mondo di sci alpino a gennaio, due gare di Coppa del mondo di snowboard, le prove paralimpiche, lo scialpinismo a Cortina, dove finora non si erano mai organizzato gare per questo sport. Questa è la parte ordinaria della nostra attività. Poi c'è la parte straordinaria, quella delle Olimpiadi e della paralimpiadi. Stiamo martellando tutti i colleghi della Fondazione Milano Cortina, abbiamo incontrato anche di recente il commissario Sant'Andrea, abbiamo messo a disposizione la nostra sede per tutte le associazioni di Cortina. Siamo pronti? Non siamo prontissimi se penso alle tante cose che ci sono da fare, per

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