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NOTIZIE DAI MUSEI

plenario, con tutti i soggetti proponenti, per la condivisione del Piano d'azione della Cets. Chiosa finale: in questa occasione si vedrà quanto i soggetti territoriali saranno in grado di proporre. G.B.

Corriere delle Alpi | 21 ottobre 2022

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Una farfalla sconosciuta scoperta sulle Vette «Valore straordinario del territorio del Parco»

scienza e natura La natura non smette mai di regalare sorprese e meraviglia. La "Busa delle Vette", nei pressi del rifugio Dal Piaz, è uno tra i luoghi più noti del Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi ed è stato ribattezzato "Busa delle meraviglie" dall'alpinista Severino Casara perché non cessa di stupire e di offrire nuove sorprese ai ricercatori che ne studiano la flora e la fauna. Proprio qui è stata scoperta una nuova specie di farfalla.Mai identificata prima d'ora, è stata battezzata Megacraspedus laseni, in onore del professor Cesare Lasen, primo presidente dell'area protetta. La scoperta è stata fatta da Giovanni Timossi, un entomologo che collabora da anni con il Parco delle Dolomiti Bellunesi, studiando soprattutto le falene e i microlepidotteri (ovvero le farfalle più piccole, con aperture alari di pochi millimetri).Durante alcuni monitoraggi condotti tra il 2016 e il 2018 per conto dell'ente di villa Binotto, ha raccolto due esemplari di una piccola farfalla che in seguito è risultata essere, ad un esame approfondito condotto sia sulle caratteristiche morfologiche che attraverso analisi genetiche, una specie sconosciuta alla scienza.La zona è quella di Busa delle Vette. Questa grande conca d'alta quota, scavata dall'azione di antichi ghiacciai e oggi occupata da pascoli e ghiaioni, è caratterizzata da una ricchezza floristica unica al mondo. Basti pensare che qui sono state raccolte per la prima volta ben tre specie di piante poi risultate nuove per la scienza: Minuartia graminifolia, Rhizobotrya alpina e Alchemilla lasenii. Adesso è stata individuata una nuova piccola farfalla notturna (ha un'apertura alare di poco superiore a 1 centimetro), battezzata dallo scopritore Megacraspedus laseni. Ne sono stati raccolti solo due esemplari, entrambi maschi, caratterizzati da ali bianche con lunghe frange lungo il margine.Le altre specie conosciute del genere Megacraspedus sono caratterizzate dal fatto che le femmine hanno ali di dimensioni ridotte (tecnicamente si dicono brachittere) che le rendono incapaci di volare. Le larve di questi insetti si nutrono delle radici o delle parti basali degli steli di diverse piante erbacee.«Questa scoperta», commenta il presidente del Parco Ennio Vigne, «testimonia ancora una volta lo straordinario valore naturalistico dei nostri territori ed evidenzia la necessità e l'importanza di approfondire sempre più le ricerche scientifiche, che sono una delle finalità istitutive dei Parchi nazionali e permettono, come in questo caso, di fare nuove scoperte anche in aree che sono studiate da decine di anni. La dedica del nome al professor Lasen», conclude il presidente dell'ente, «è un giusto riconoscimento al suo pluriennale impegno per lo studio e la salvaguardia della biodiversità delle nostre montagne».Raffaele Scottini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Corriere delle Alpi | 4 ottobre 2022

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"Museo fra le nuvole": con il rifugio chiuso un settembre in rosso I dubbi di Messner

Cibiana Sul monte Rite ha concluso la stagione estiva, a fine settembre, anche il "Museo fra le nuvole" di Reinhold Messner. E lo ha fatto con qualche preoccupazione. Da fine agosto, quando ha interrotto l'attività il rifugio Dolomites, gli arrivi in vetta sono infatti drasticamente calati. Soprattutto da parte degli italiani, e questo nonostante una puntuale campagna pubblicitaria. gestioni "contaminate"Si sa che in questi 20 anni di attività, il museo ed il rifugio, pur avendo gestioni separate, si "contaminano" in fatto di visitatori. In valle ci si chiede, pertanto, se la prossima estate, perdurando la crisi energetica che ha comportato la disattivazione del rifugio, Messner sarà interessato a dare continuità al museo, impegnato com'è a consolidare altre esperienze analoghe. Analoghi interrogativi si pongono a valle, dove il Taulà dei bos perderà, a fine mese, l'attuale gestore Federico Vicentini e le conseguenze potrebbero ripercuotersi negativamente sul "Campo base", l'altra sala allestita dal grande alpinista. Almeno per qualche mese, dunque, il Paese dei murales e di Messner rischia di rimanere senza due dei punti di riferimento dell'accoglienza: il Taulà, appunto, e, più di mille metri in alto, il rifugio; peraltro l'unico tra quelli alpini a rimanere aperto tutto l'anno, anche in presenza di due metri di neve. i "desiderata" di MessnerMessner ha sempre detto - anche l'ultima volta che è stato a Cibiana, ai primi di agosto - che non avrebbe nessuna intenzione di abbandonare il

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