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PASSI DOLOMITICI
L’Adige | 7 ottobre 2022
p. 32
Si allunga la lista dei soggetti territoriali a cui il Brt non piace. Brunel: «Ci opporremo»
andrea orsolin FASSA L'Union di Ladins de Fascia rifila un secco no al Bus Rapid Transit, il sistema di trasporto pubblico che la Provincia ha proposto lungo la SS48 in previsione del 2026, anno olimpico. La presentazione del progetto alla popolazione della val di Fassa, nell'incontro che si è tenuto l'8 settembre scorso nella sede della Scuola Ladina di Fassa, non ha lasciato dubbi all'associazione. «Il Consei de l'Union di Ladins - dice senza giri di parole il presidente Fernando Brunel - intende opporsi chiaramente a questo progetto che porterebbe solamente più andirivieni ogni giorno dalle valli vicine e dalla città di Trento». Dopo i dubbi espressi dal procurador del Comun general Giuseppe Detomas, dal partito di Onda e dagli amministratori di Fiemme un'altra realtà ha esposto pubblicamente le proprie critiche. «Di traffico che incide negativamente sul turismo storico della val di Fassa ce n'è già abbastanza. Negli ultimi tempi la nostra valle durante la stagione turistica è diventata una "città" e il progetto del Brt non è adatto a un ambiente di montagna, anche dichiarato in parte patrimonio Unesco, e danneggia fortemente la nostra identità culturale ed economica». Il progetto consiste nel collegamento da Ora (interscambio con la ferrovia del Brennero) fino a Penia, passando per Cavalese, Predazzo, Moena e Canazei. Tre linee previste, corsie riservate per il passaggio dei bus, con l'allargamento della SS48 delle Dolomiti con una terza corsia e il posizionamento di 80 semafori all'entrata dei paesi per incentivare il servizio di trasporto pubblico rispetto a quello privato.«Oltre a tutto ciò - conclude Brunel - sono previsti parcheggi per le autovetture su 49 mila metri quadri di territorio, ben 5 ettari. È dovere dell'Union manifestare la propria opinione su un problema così importante dal momento che tra i suoi principali obiettivi ci sono la salvaguardia dell'identità ladina e della lingua e dunque anche dell'ambiente naturale. Con la scusa delle Olimpiadi e dei suoi finanziamenti la nostra valle potrebbe essere raggiunta con più facilità e rapidità, ma con grande aumento di traffico e consumo di un'altra fetta di verde del nostro territorio».
Corriere delle Alpi | 19 ottobre 2022
p. 16
Portali e telecamere per limitare le auto Dal 2024 mobilità green sui quattro passi
Francesco Dal Mas BELLUNO Dall'estate 2024 si salirà con la propria auto, sui passi dolomitici del Pordoi, del Campolongo, del Gardena e del Sella solo con la prenotazione online. I valichi diventeranno "Ztl", cioè zone a traffico limitato, e saranno raggiungibili soltanto se avranno parcheggi disponibili. È una delle tante novità del Protocollo di intesa tra i ministeri delle Infrastrutture e dell'Innovazione tecnologica, le Province autonome di Bolzano e Trento e la Provincia di Belluno, finalizzato alla costituzione della Dolomiti Low Emission Zone. La prima, vera azione di sostenibilità in preparazione di quelle che dovrebbero essere le prime Olimpiadi sostenibili, Milano Cortina nel 2026. Per allora, cioè nei prossimi tre anni, i tornanti delle statali che conducono ai passi saranno accompagnate dai primi, lunghi tratti di piste ciclabili e a valle dovrebbero materializzarsi i parcheggi scambiatori dove lasciare l'auto e salire sulle navette elettriche. Già per l'estate prossima saranno installati, all'inizio dei tornanti dei quattro passi, i portali digitali che permetteranno l'accesso in auto o in moto. Portali, però, che saranno operativi dall'estate 2024. L'obiettivo di questo sistema, la cui introduzione ha letteralmente entusiasmato i ministri Colao (digitalizzazione) e Giovannini (trasporti), è utilizzare al meglio le risorse digitali disponibili per monitorare il traffico sui passi, per gestirlo al meglio, abbassando, appunto, le emissioni di CO2 e riducendo la mobilità tradizionale a vantaggio di quella sostenibile.«In piena stagione turistica invernale come in quella estiva la grande affluenza di automobili produce un notevole inquinamento dell'ambiente», spiega il presidente della Regione, Luca Zaia. «Ci stiamo ponendo l'obiettivo di risolvere o quanto meno ridurre il problema senza pensare a una chiusura dei passi dolomitici che sono storicamente dei ponti tra le valli alpine». Nessuna chiusura dei passi, ma il contingentamento delle presenze proprio sì. «Questo progetto», precisa Zaia, «raccoglie la sfida di conciliare le esigenze dell'ambiente con quelle del territorio», prosegue.Sei le azioni previste dal protocollo, come spiega la vicepresidente Elisa de Berti, che ha partecipato alle trattative con Bolzano (capofila la Provincia) e Trento: regolamentazione del traffico con sistema digitale; creazione e digitalizzazione di aree di parcheggio di interscambio; rafforzamento del trasporto pubblico locale; incentivazione degli impianti di risalita; incentivazione della mobilità attiva; miglioramento della qualità della vita e dell'esperienza turistica. Questo
vuol dire che, una volta analizzati i flussi (l'estate prossima), dovrebbe essere possibile introdurre in tempo reale Ztl temporanee, magari usando un sistema di prenotazione del transito.De Berti informa che 30 giorni prima dalla firma del protocollo sarà costituito un comitato tecnico che redigerà un piano delle attività e raccoglierà i dati sul traffico veicolare per individuare le misure da mettere in campo, creare una rete di punti di ricarica di veicoli elettrici, ottimizzare e ampliare la rete di parcheggi con parcheggi scambiatori. I tecnici proporranno anche soluzioni per regolare i flussi di traffico anche attraverso l'introduzione di limitazioni come zone a traffico limitato o tariffe.«Avere un monitoraggio che parte dalla georeferenziazione dei livelli di traffico è una cosa che ancora mai nessuno ha fatto. Significa avere flussi ben codificati, valutare le potenzialità di parcheggi scambiatori finalizzati al massimo sfruttamento di un'intermodalità che comprenda nel progetto di mobilità ogni possibilità dal il trasporto pubblico fino agli impianti di risalita», conclude Zaia. «È un lavoro importante che si rivelerà un vero plus in funzione dei Giochi Olimpici invernali del 2026».Da due anni, ad Arabba e presso gli altri Comuni di valle, nonché sui passi, sono collocate videocamere che hanno registrato i flussi di traffico per capire l'origine e la destinazione degli automobilisti. Ed è anche sulla base di queste rilevazioni che si è proceduto agli altri passaggi. Intanto un'ultima notizia: l'Enel - fa sapere il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones - sta implementando lungo Pordoi e Campolongo le linee per portare in quota le centraline per auto elettriche. --© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere delle Alpi | 19 ottobre 2022
p. 16
Parcheggi e navette elettriche Un progetto da 30 milioni di euro
l'intervista «Vogliamo portare la mobilità dolce sui passi dolomitici»: è l'impegno di Daniel Alfreider, vice presidente della Provincia di Bolzano, che da Corvara coordina il progetto "Zona a basse emissioni delle Dolomiti". Conferma i 30 milioni per l'implementazione di questo progetto, di cui 5 milioni solo per la digitalizzazione? «Per il progetto, supportato dal Ministero per l'Innovazione tecnologica, sarà previsto un impegno di circa 30 milioni di euro. Ringrazio i ministri Giovannini e Colao che si sono dimostrati entusiasti del progetto e ci hanno assicurato un sostegno indispensabile. Ma da qui si parte per altre mete. E per ulteriori stanziamenti, da parte del prossimo Governo».Anche ieri, sul Falzarego e sugli altri passi sono proseguite le corse d'auto, con l'eco che s'infrangeva sulle rocce anche a due, tre chilometri di distanza. Basta, no?«Basta sì. Ma la situazione della mobilità nelle Dolomiti deve essere risolta in modo globale e transnazionale. Oltre alle infrastrutture adeguate, con un maggior numero di trasporti pubblici, ci stiamo concentrando soprattutto sulla digitalizzazione e sulla sensibilizzazione, affinché il passaggio alla mobilità dolce abbia successo».Lei non vuole chiudere i passi, neppure a giorni o a ore. Ma se i passi diventeranno Zona a traffico limitato, almeno un certo contingentamento si farà. A partire dalla prossima estate?«No, semmai dal 2024. Lo verificheremo sulla base della implementazione del progetto dall'estate 2023. Ma, attenzione. Il progetto non prevede solo accessi contingentati ai passi, ma prima ancora parcheggi scambiatori a valle, piste ciclabili accanto alle strade che portano ai valichi, soprattutto navette elettriche per il trasporto pubblico. Dipende anche dalle risorse a disposizione».Un accordo quasi storico tra Bolzano e Trento con Belluno e Venezia? «Le nostre comunità se lo meritano. In vista delle Olimpiadi ma non solo. Anzi, immagino che sarà il primo di tanti accordi, perché le nostre valli hanno molto da condividere».Volete applicare sui passi il modello Braies?«Qualcosa di simile. Ossia, la regolamentazione del traffico con un sistema digitale simile appunto all'accesso al Lago di Braies prenotabile online, la creazione e la digitalizzazione dei parcheggi per il transito, il potenziamento del trasporto pubblico locale, la promozione degli impianti di risalita, la promozione della mobilità attiva e il miglioramento della qualità della vita. Ci vorrà del tempo, perché non operiamo su un territorio limitato come Braies. E ci vorrà la partecipazione, soprattutto la condivisione della nostra gente, delle comunità. Nulla faremo a prescindere dalla loro condivisione». --Fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA
Corriere del Trentino | 19 ottobre 2022
p. 6
«Passi, creare un Grande Fratelloper rilevare il traffico in quota» Accordo tra Veneto, Trentino, Alto Adige e ministeri
TRENTO L’immagine è stata coniata dal governatore veneto Luca Zaia: «Vogliamo creare un Grande Fratello in grado di raccogliere i dati sul traffico veicolare sui passi dolomitici». E tratteggia il senso del protocollo d’intesa tra le Province di Trento e di Bolzano, la Regione Veneto, la Provincia di Belluno e i ministeri delle infrastrutture e dell’innovazione tecnologia per la regolamentazione del traffico sui passi del giro del Sella, che ieri è stato approvato da tutti gli enti coinvolti.
«dolomiti low emission zone»: questo il progetto alla base della strategia comune tra territori. Articolato in obiettivi e azioni: vale a dire, la regolamentazione del traffico con un sistema digitale prenotabile online (simile a quello del lago di Braies), la creazione e la digitalizzazione dei parcheggi per il transito, il potenziamento del trasporto pubblico locale, la promozione degli impianti di risalita, la promozione della mobilità attiva e il «miglioramento della qualità della vita e dell’esperienza dolomitica per i turisti e gli escursionisti». Sarà predisposto un piano di attività e istituito un comitato tecnico che dovrà raccogliere i dati relativi al traffico veicolare, individuare misure immediate, promuovere l’integrazione della mobilità privata e pubblica con gli impianti di risalita esistenti, promuovere l’ottimizzazione e valutare l’eventuale ampliamento della attuale rete di parcheggi per i veicoli privati. Ancora, il comitato dovrà promuovere la progettazione e la realizzazione di una rete uniforme e integrata di punti di ricarica per veicoli elettrici, individuare gli interventi di progettazione sulla viabilità realizzabili nel periodo 2023-2024, proporre soluzioni per ottimizzare e regolare i flussi di traffico e per la realizzazione di un sistema di controllo della velocità. Infine, promuovere la realizzazione di un’interfaccia di informazione e gestione digitale dei flussi di traffico e dei parcheggi. «Questa intesa si rivelerà vitale per le nostre dolomiti» è stato il commento dell’assessore Roberto Failoni. Mentre il collega altoatesino Daniel Alfreider ha guardato avanti: «Ci stiamo concentrando sulla digitalizzazione».
Corriere del Veneto | 19 ottobre 2022
p. 5, edizione Treviso-Belluno
Passi dolomitici assediati Il piano con Ztl e «tariffe d’uso» Nuovi parcheggi scambiatori Ztl ambientale e tariffa d’uso Monitoraggio digital dei flussi Tempi stretti per le Olimpiadi 2026 I valichi sono «al limite della loro capacità», piano d’intervento da 30 milioni
Martina Zambon Venezia Belli da mozzare il fiato. In alta stagione congestionati dal traffico al punto da togliere, letteralmente, il respiro. Sono quattro fra i passi dolomitici più belli. E sul Pordoi, il Gardena, il Sella e il Campolongo si spalancheranno occhi digitali, un «Grande Fratello» per dirla con il presidente della Regione Luca Zaia che ieri ha presentato il protocollo firmato dal Veneto con due ministeri, Infrastrutture e Innovazione Tecnologica, e con le Province autonome di Bolzano e Trento, insieme alla Provincia di Belluno. Non solo monitoraggio però, il piano Marshall per salvaguardare i valichi più belli delle nostre montagne, è articolato tanto da puntare alla «Dolomiti Low Emission Zone», vale a dire Dolomiti, zona a basse emissioni. Un piano per salvare l’aria pulita tagliando le emissioni di CO2 «attraverso la riduzione della mobilità tradizionale in favore di una mobilità sostenibile». Non si parla ancora di «blocchi dei passi» ma nel protocollo, fra le tante misure, figurano, significativamente, anche espressioni come «Ztl» e «tariffe d’uso», modi per ridurre il traffico sui passi. L’orizzonte di applicazione del piano che vale 30 milioni di euro è vicino, quasi immediato, perché vicini sono i Giochi olimpici invernali del 2026 che, spiega Zaia, «ci troveranno pronti anche sotto questo profilo». I «ponti» tra le valli alpine, soprattutto quelli che abbracciano il massiccio del Sella e che collegano la Val Gardena, la Val Badia, la Val di Fassa e Fodom restano cruciali ma, con i benefici di un clamoroso successo turistico arrivano anche le magagne, inclusa una saturazione delle strade d’accesso ai passi che il protocollo definisce già oltre «il loro limite di capacità». Oltre ai firmatari del patto, sono coinvolti anche i Comuni di Canazei (Tn), Livinallongo del Col di Lana (Bl), Corvara in Badia (Bz) e Selva di Val Gardena (Bz) e l’obiettivo, che ricalca quello dell’accordo di Parigi, è di ridurre le emissioni di CO2 del 55% entro il 2030 e il totale azzeramento per il 2050. Come si fa ad avere i «flussi veicolari codificati» auspicati da Zaia? Anche con l’adozione di una regolamentazione del traffico sulle strade dei passi attraverso l’introduzione di un contingentamento e di una «Ztl ambientale» che consenta di regolare il traffico in zone sensibili come quelle delle Dolomiti, non va dimenticato, patrimonio Unesco. Insomma, per la viabilità dolomitica attorno al Gruppo del Sella è in arrivo una vera rivoluzione. Proprio per avere una cornice normative in cui agire, si istituisce la «Low Emission Zone», che crea i presupposti normativi per una regolamentazione del traffico. Anche attraverso un monitoraggio hi-tech che sfrutti al meglio il digitale. Un monitoraggio in grado di regolamentare il traffico, la creazione di parcheggi scambiatori con il conseguente rafforzamento del trasporto pubblico e l’incentivazione degli impianti di risalita. La proposta è di Bolzano ma è stata accolta da tutti i soggetti coinvolti. Un tema spinoso, quello dei passi dolomitici intasati all’inverosimile e su cui, anche in Veneto, si discute da tempo. Ora si passa all’azione con un piano biennale che individua in ogni Provincia, in ogni Comune coinvolto referenti precisi che lavorino insieme fin da subito. «Si tratta - ha detto ieri Zaia a margine dell’incontro di giunta - di un accordo strategico per il monitoraggio innovativo del traffico sui passi dolomitici, che potrebbe portare a una sua regimentazione e alla realizzazione di parcheggi scambiatori su asfalto e impianti di risalita». Il punto di partenza per il progetto è una presa d’atto: «I passi dolomitici in alcuni momenti dell’anno arrivano al collasso. - ha detto Zaia - C’è il tema dell’attesa in strada ma anche dell’inquinamento».
Da qui, spiega ancora, l’idea di creare un «Grande Fratello in grado di raccogliere dati sul traffico veicolare, nell’ottica di promuovere anche l’integrazione della mobilità privata con quella pubblica. Con le nuove tecnologie siamo convinti che si possa evitare una chiusura di fatto dei passi, allargando anche le maglie sul fronte della prenotazione».
Alto Adige | 20 ottobre 2022
p. 23
Traffico sui passi, patto con Trento e Veneto
Bolzano Per realizzare una gestione comune della mobilità sostenibile per i passi dolomitici, le Province circostanti e la Regione Veneto stanno facendo fronte comune. I passi diventeranno una «Zona a basse emissioni delle Dolomiti». Per il progetto di base verrà stipulato un accordo tra le Province di Bolzano, Trento, Belluno e la Regione Veneto con i ministeri competenti.«La Provincia di Trento e la Regione Veneto, e quindi tutte le parti coinvolte, hanno approvato il progetto di base nelle rispettive giunte. Ciò getta le basi per un ulteriore lavoro congiunto per la mobilità sostenibile sui passi dolomitici», riferisce soddisfatto l'assessore provinciale alla Mobilità Daniel Alfreider, che ringrazia per la collaborazione i rappresentanti delle Province e della Regione Veneto, nonché il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e il ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao.Le sei azioniIl progetto «Zona a basse emissioni delle Dolomiti» proposto dalla Provincia di Bolzano sarà attuato principalmente attraverso sei azioni, ovvero la regolamentazione del traffico con un sistema digitale simile all'accesso al Lago di Braies prenotabile online, la creazione e la digitalizzazione dei parcheggi per il transito, il potenziamento del trasporto pubblico locale, la promozione degli impianti di risalita, la promozione della mobilità attiva e il miglioramento della qualità della vita e dell'esperienza dolomitica per i turisti e gli escursionisti.La situazione della mobilità nelle Dolomiti deve essere risolta in modo globale e transnazionale. «Oltre alle infrastrutture adeguate, con un maggior numero di trasporti pubblici, ci stiamo concentrando soprattutto sulla digitalizzazione e sulla sensibilizzazione, affinché il passaggio alla mobilità dolce abbia successo», ha sottolineato Alfreider.I partner coinvoltiNel progetto sono coinvolti anche i Comuni di Selva, Corvara, Canazei e Livinallongo del Col di Lana. Si stanno valutando misure per i passi Gardena, Sella, Pordoi e Campolongo. Luca Zaia, presidente del Veneto, ha parlato di «un accordo strategico per il monitoraggio innovativo del traffico sui passi dolomitici, che potrebbe portare a una sua regimenta- zione e alla realizzazione di parcheggi scambiatori su asfalto e impianti di risalita». I passi dolomitici in alcuni momenti dell'anno vanno al collasso». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Dolomiten | 20 ottobre 2022
p. 21
Dolomitenpässe: Grundsatzprojekt beschlossen
Ladinia/Ladinien Die Dolomitenpässe sollen mit einem nachhaltigen Mobilitätsmanagement eine „Dolomiten Low Emission Zone“ (Umweltzone) werden. Das dafür notwendige Grundsatzprojekt nach der Genehmigung durch das Trentino und das Veneto alle Beteiligten beschlossen, teilt das Landespresseamt mit. Partner bei dem Projekt sind die autonomen Provinzen Bozen und Trient, die Provinz Belluno und die Region Venetien sowie die zuständigen Ministerien in Rom. Mobilitätslandesrat Daniel Alfreider dankt den Vertretern der Provinzen und der Region Veneto und auch dem Minister für Infrastrukturen und nachhaltige Mobilität, Enrico Giovannini, dem Minister für technologische Innovation und digitalen Wandel, Vittorio Colao, für die bisherige Zusammenarbeit. Umgesetzt werden soll das vom Land Südtirol vorgeschlagene Vorhaben „Dolomiten Low Emission Zone“ über insgesamt 6 große Aktionen, und zwar die Verkehrsregelung mit einem digitalen System ähnlich dem digital buchbaren Zugang zum Pragser Wildsee, die Erstellung und Digitalisierung von Parkplätzen zum Umsteigen, die Potenzierung des öffentlichen Personennahverkehrs (ÖPNV), die Förderung der Aufstiegsanlagen, die Förderung aktiver Mobilität und die Verbesserung der Lebensqualität und des DolomitenErlebnisses für Urlauber und Ausflügler. „Die Mobilitätssituation in den Dolomiten muss umfassend und länderübergreifend gelöst werden. Wir setzen neben der geeigneten Infrastruktur mit mehr öffentlichen Verkehrsmitteln vor allem auf Digitalisierung und Sensibilisierung, damit der Umstieg auf sanfte Mobilität gelingen kann“, betont Alfreider. Mit eingebunden werden sollen laut Alfreider auch die betroffenen Gemeinden Sëlva/Wolkenstein, Corvara, Cianacei/Canazei und Fodom/Buchenstein/Livinallongo del Col di Lana.
Ins Auge gefasst werden Maßnahmen für das Jëuf de Frea/Grödner Joch, das Jëuf de Sela/Sellajoch, für Pordou/Pordoijoch und für Ciaulunch/Campolongopass.
Corriere del Trentino | 20 ottobre 2022
p. 3
Passi, Dolomiti «a emissioni zero» Dal 2024 spazio a e-bike e navette L’esperienza di Dolomitesvives Dopo le polemiche nessun limite Vertice Failoni-Alfreider sull’accordo interregionale. Zaia spinge: in quota solo prenotando
TRENTO Roberto Failoni e Daniel Alfreider parlano all’unisono: «Si tratta di un accordo storico» sottolineano l’assessore trentino al turismo e il collega altoatesino alla mobilità. Che ieri hanno colto l’occasione della seduta del consiglio regionale a Bolzano per sedersi attorno al tavolo e confrontarsi sui contenuti dell’intesa sulla regolamentazione del traffico sui passi Dolomitici, già firmata digitalmente dalle Province di Trento e Bolzano, dalla Regione Veneto, dalla Provincia di Belluno e dai ministri Enrico Giovannini e Vittorio Colao. Obiettivo: costituire la «Dolomiti low emission zone», per fare in modo che i passi del giro del Sella siano alleggeriti da una pressione del traffico individuale «che oggi — osserva Alfreider — rende quel territorio fragile invivibile per residenti e turisti». A prendersi la ribalta, nelle prime ore dopo l’approvazione dell’accordo da parte di tutti i soggetti coinvolti, è stato il governatore veneto Luca Zaia. Che prima ha annunciato il «Grande fratello per raccogliere i dati sul traffico sui passi». E poi ha anticipato altri dettagli del piano di Province, Regioni e ministeri: «Dal 2024 — ha scritto in un post su Facebook — si salirà in auto sui passi del Pordoi, del Campolongo, del Gardena e del Sella solo prenotando online; i valichi saranno raggiungibili soltanto se avranno parcheggi disponibili». E ancora: «Entro le Olimpiadi 2026 i tornanti dei valichi saranno corredati di ciclabili e parcheggi scambiatori a valle, con navette per la salita. Nessuna chiusura dei passi, ma piuttosto un contingentamento delle presenze: questa è la sfida per tutelare un ambiente fragile introducendo una nuova forma di mobilità ed evitando il traffico sulle montagne più belle del mondo». Da parte loro, Failoni e Alfreider si mostrano un po’ più prudenti sulle iniziative che saranno messe in campo nei prossimi anni. Indicando le tappe certe. «La nostra intenzione — sottolinea l’assessore trentino — è di partire dal 2023 con le prime azioni digitali». Che prevedono il «monitoraggio completo dei passaggi» utilizzando in primo luogo le stazioni di controllo già installate. «Se riusciremo — aggiunge Failoni — inizieremo a installare anche qualche colonnina per la ricarica dei veicoli elettrici». E si programmeranno iniziative per incentivare la salita in quota in bici su corsie dedicate. Viste le pendenze, soprattutto con le e-bike. Nel frattempo, si lavorerà per creare aree di parcheggio e interscambio nel fondovalle: zone di sosta «digitalizzate» che si interfacceranno con il sistema di regolamentazione del traffico in quota. Anche questo modulato digitalmente. Da qui partiranno «autobus a impatto zero» precisa Failoni. E l’intero sistema coinvolgerà anche gli impianti di risalita, che saranno collegati ai parcheggi. Negli accordi tra Province, Regione e ministeri le soluzioni puntano anche più in alto. Con le prospettive di zone a traffico limitato, limitazioni al traffico o tariffe d’uso. «Ma le decisioni sulle azioni che saranno messe in campo — chiarisce l’assessore trentino — saranno valutate, dati alla mano, con le amministrazioni coinvolte, ma anche con i territori. La nostra volontà è riuscire a dare risposte concrete alla mobilità dei turisti, ma anche ai residenti delle zone interessate e agli operatori economici, individuando le soluzioni migliori. Intanto, è fondamentale aver raggiunto l’obiettivo di un accordo di programma». «Il nostro — gli fa eco Alfreider — vuole essere un approccio propositivo. Non si tratta solo di pensare al blocco del traffico. Ma di trovare soluzioni: oggi c’è troppa pressione dovuta al traffico individuale su una zona fragile». E questo traffico compromette la qualità di vita di chi in quelle zone risiede, peggiorando anche l’esperienza di coloro che, durante le proprie vacanze, salgono sui passi per ammirare paesaggi unici. Per Bolzano, non una «prima»: le regolamentazioni al traffico già sperimentate per l’accesso al lago di Braies — preso d’assalto in tutte le stagioni — hanno già fatto scuola. «Ma sia chiaro: se da una parte — sottolinea l’assessore altoatesino — ci sono le misure di contingentamento, dall’altra non va dimenticato lo sforzo di sensibilizzazione. Quello che abbiamo voluto mettere in pratica con l’accordo siglato è un ventaglio di provvedimenti a 360 gradi, che va dai parcheggi scambiatori fino alle iniziative per incentivare un cambio di mentalità». Un accordo che, fa notare Alfreider, segna un passaggio importante anche nel rapporto tra territori confinanti: «Questa intesa — dice — è nata da una collaborazione senza confini. Le Province di Trento e Bolzano e la Regione Veneto hanno lavorato insieme. E hanno trovato a Roma due interlocutori estremamente sensibili, vale a dire i ministri Enrico Giovannini e Vittorio Colao. Senza di loro non sarebbe stato possibile trovare una linea così unitaria su una strategia condivisa per il futuro dei nostri territori in quota».
Corriere del Trentino | 20 ottobre 2022
p. 3
Gli ecologisti invocano più coraggio «Ora si punti sulla mobilità pubblica»
Trento Un po’ di coraggio e la volontà di puntare in modo deciso sul trasporto pubblico. Sulla questione del contingentamento del traffico nei passi è questo il percorso suggerito da Franco Tessadri, presidente trentino di Mountain Wilderness Onlus che però commenta: «Quello che non ha funzionato fino ora tra le Provincie di Trento e Bolzano e la Regione veneto non c’è stato un lavoro in sintonia. La cosa principale è avere un piano di mobilità comune. Ora ognuno si fa il suo ma se non c’è una volontà unitaria delle Regioni confinanti non si arriva da nessuna parte». La speranza è che l’accordo di ieri inverta la rotta. Insomma la strada di regolare l’afflusso di auto nei passi è giusta, cosi come l’idea di applicare una nuova regolamentazione. Ma l’obiettivo per Tessadri dovrebbe essere più ambizioso: «Bisogna partire subito con l’intensificazione del servizio pubblico, e avere il coraggio di chiudere le strade». Togliere le auto private è la meta da raggiungere alla lunga, evitare di ingolfare i passi è l’obiettivo immediato. Per arrivarci serve una visione condivisa della mobilità pubblica, «compresi gli impianti di risalita. Questo non è la scusa per farli ovunque, ma si devono sfruttare gli esistenti. E banalmente abbiamo bisogno di un trasporto pubblico cadenzato. Senza una legislazione che impedisce di usare il mezzo privato e è necessaria l’trattività del mezzo pubblico». E la situazione nelle valli più turistiche, come la Val di Fassa rende la questione impellente secondo Tessadri: «Ho sempre rimarcato il fatto che per la Val di Fassa bisogna sposare una grande infrastruttura ferroviaria. Per questa però ci vogliono anni e soldi. Serve quindi un lavoro culturale sull’uso del mezzo pubblico. Se partiamo con un servizio cadenzato su gomma possiamo ottenere risultati migliori: un bus sostituisce cinquanta macchine». Ma la questione dell’accesso alle dolomiti passa anche da un altro aspetto, come ricorda la collega della Mountain Wilderness altoatesina, Silvia Simoni: «È lodevole cercare di limitare il traffico, che ora è insostenibile. Ma non c’è un problema solo di numeri, ma anche di rumore. E il tema del rumore è indipendente dalla quantità di automobili sui passi dolomitici, nella misura in cui passano veicoli ad alta emissione sonora. Mi riferisco a moto a cui è stato tolto il silenziatore alla marmitta e alle auto sportive. Secondo noi, alle iniziative di riduzione del traffico dovrebbero essere affiancate politiche di controllo del traffico stesso. Bisognerebbe tenere d’occhi sia le sonore, sia la velocità: i dati dicono che il rumore è legato a questa. Basterebbe far rispettare il codice della strada».
L’Adige | 21 ottobre 2022
p. 19
Passi dolomitici e limiti alle auto Anche il ministero firma l'intesa Ex Sit, si allarga l'area pedonale
L'orizzonte è ancora abbastanza lontano, si parla del 2024 per andare a regime. Ma questo è il primo passo concreto, con un timing previsto e con qualche ipotesi concreta di finanziamento. Le Province di Trento e Bolzano, ma anche il Mims (ministero per la mobilità sostenibile) e quello per la Transizione digitale, hanno siglato il protocollo sui passi dolomitici. Il nome è di quelli altisonanti ed evocativi quanto basta, perché si parla di "Costituzione della Dolomiti Low Emission Zone". Ma il nocciolo è che i territori - e il governo - si impegnano a mettere in campo una serie di iniziative per liberare i passi dall'assedio di motori. Come? Per step successivi: prima il controllo dei flussi di traffico con mezzi digitali, poi l'incentivo alla mobilità sostenibile, attraverso zone di intermodalità - parcheggi a valle, in sintesi - e navette per portare i turisti in quota e attraverso piste ciclabili, che vista la pendenza si immagina possano essere usate soprattutto per le e bike. L'obiettivo è quello di far respirare luoghi bellissimi ma spesso resi invivibili dal traffico. Perché passo Sella toglie il fiato, quando ci si arriva. Non serve essere amanti delle vette per capirlo. È di una bellezza disarmante. Per questo ci vanno in tanti, spesso in auto, spesso in moto. Serve porre un limite, altrimenti si rischia che la folla e soprattutto lo smog tolgano fascino. «Dopo tanti anni dal primo accordo, ora si passa ad un accordo di programma - osserva l'assessore al Turismo Roberto Failoni, che al progetto ha lavorato assieme a i colleghi Daniel Alfreider e Elisa De Berti - adesso si può iniziare a lavorare sui tempi e sui finanziamenti, perché ci sono certezze. Chiaro che molto diventerà operativo nel 2024, ma altri aspetti, come la digitalizzazione, potranno essere operativi già nel 2023. Quel che è importante è che si è riusciti a fare sintesi tra le esigenze di tutti: dei turisti, degli operatori economici e di chi vive quelle zone».Il protocollo prevede di procedere appunto per passi successivi e soprattutto dice chi deve fare cosa: entro 30 giorni dalla firma dovrà essere nominato un comitato tecnico che, entro 60 giorni, prevederà un piano annuale e chiarirà come monitorarne gli sviluppi. Si dovrà inoltre prevedere un piano biennale, e si dovranno quantificare gli investimenti necessari a concretizzarlo. Si dovrà partire dalle informazioni sui intensità e frequenza dei flussi, da monitorare in modo digitale con nuove stazioni di monitoraggio oltre alle 12 esistenti e si dovranno indicare le iniziative da mettere in campo nel 2022 e nel 2023 sul fronte della mobilità sostenibile (incremento del trasporto pubblico, promozione del trasporto a fune, ampliamento della rete di
parcheggi a valle, realizzare una rete di punti di ricarica per veicoli elettrici. La seconda fase (l'orizzonte è 2023 - 2024) prevede di individuare quali infrastrutture realizzare, come piste ciclabili, parcheggi di valle, e soprattutto prevede soluzioni per ottimizzare il traffico: il protocollo parla chiaramente di Ztl o tariffe d'uso. Quanto alle risorse, si punta ai finanziamenti europei.Se questo protocollo porterà ad una soluzione sul modello Braies, è presto per dirlo. Di sicuro ora c'è un certo entusiasmo. Per il ministro Enrico Giovannini la "Low Emission Zone" rappresenta «uno strumento nuovo e innovativo per attivare una strategia di mobilità sostenibile, oltre che per perseguire una regolamentazione dei flussi di traffico in maniera digitale. Si tratta di un contributo importate per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto al 1990». «Attraverso l'attuazione del piano di mobilità dei passi dolomitici viene lanciato un approccio innovativo e per affrontare le grandi sfide del traffico e la gestione dei flussi di mobilità, non solo in montagna ma ovunque in Italia, grazie alla replicabilità delle piattaforme digitali», conferma invece il ministro Vittorio Colao.
Alto Adige | 21 ottobre 2022
p. 22
Passi dolomitici, una zona a basse emissioni
BOLZANO I passi dolomitici diventeranno una «zona a basse emissioni». In seguito all'approvazione di mercoledì, il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, e dell'Innovazione, Vittorio Colao, hanno firmato un Protocollo d'Intesa con le Province autonome di Bolzano e Trento, la Provincia di Belluno e la Regione Veneto. La firma riguarda l'attuazione del Piano di mobilità sostenibile dei Passi Dolomitici, in particolare la costituzione della "Dolomiti Low Emission Zone" nell'area geografica intorno ai Passi Gardena, Campolongo, Pordoi, Sella e nelle valli circostanti della Val Gardena, Val Badia, Val di Livinallongo e Val di Fassa.In questo modo si creano i presupposti per forme di regolamentazione del traffico, anche attraverso sistemi digitali, in un ambiente sensibile come le Dolomiti, riconosciute dall'Unesco come Patrimonio dell'umanità. Inoltre ne gioverà anche il trasporto intermodale, incoraggiando l'uso dei mezzi pubblici e dei mezzi ecologici a due ruote al posto dell'auto privata. La soddisfazione di Giovannini per la tanto attesa firma è palpabile: «Ora abbiamo uno strumento nuovo e innovativo per attivare una strategia di mobilità sostenibile, oltre che per perseguire una regolamentazione dei flussi di traffico in maniera digitale. Si tratta di un contributo importante per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto al 1990», spiega. Attraverso lo strumento della "Low Emission Zone" sarà possibile attivare le cinque principali azioni previste dal Piano di Mobilità Sostenibile: la regolamentazione del traffico con un sistema digitale e innovativo; la creazione e digitalizzazione di aree di parcheggio di interscambio; il rafforzamento del Trasporto Pubblico Locale; l'incentivazione della mobilità attiva e integrazione della mobilità a fune; il miglioramento della qualità della vita e dell'esperienza turistica. «Viene lanciato un approccio innovativo, per affrontare le grandi sfide del traffico e la gestione dei flussi di mobilità, non solo in montagna ma ovunque in Italia, grazie alla replicabilità delle piattaforme digitali», ha concluso il ministro Colao.
Corriere delle Alpi | 21 ottobre 2022
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Gli operatori turistici contro la ZTL sui passi: l’assalto è a fondo valle
BELLUNO Anche la firma ministeriale alla "Ztl" sui Passi Dolomitici, intorno al Sella, mentre arriva la contrarietà degli operatori turistici. I ministri delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, e dell'Innovazione tecnologica e transizione digitale, Vittorio Colao, hanno firmato - come uno degli ultimi atti del governo Draghi - il Protocollo d'Intesa con le Province di Bolzano, Trento e di Belluno e la Regione Veneto per l'attuazione del Piano di mobilità sostenibile dei Passi Dolomitici che prevede la costituzione della "Dolomiti Low Emission Zone". Per Giovannini rappresenta «uno strumento nuovo e innovativo per attivare una strategia di mobilità sostenibile, oltre che per perseguire una regolamentazione dei flussi di traffico in maniera digitale. Si tratta di un contributo importate per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 rispetto al 1990».«Attraverso l'attuazione del Piano di Mobilità dei Passi dolomitici viene lanciato un approccio innovativo e per affrontare le grandi sfide del traffico e la gestione dei flussi di mobilità, non solo in montagna ma ovunque in Italia, grazie alla replicabilità delle piattaforme digitali», conferma il ministro Colao.Cinque gli obiettivi del Piano: la regolamentazione del traffico con un sistema digitale e innovativo; la creazione e digitalizzazione di parcheggio di interscambio; il rafforzamento del trasporto pubblico locale; l'incentivazione della mobilità attiva e integrazione della mobilità a fune; il miglioramento della qualità della vita e dell'esperienza turistica. «Non si capisce questo accanimento contro i passi», interviene criticamente l'albergatore Osvaldo Finazzer, coordinatore del Comitato di oltre 70 operatori turistici, «quando ad essere presi d'assalto sono soprattutto i fondovalle. Per i parcheggi scambiatori non ci sono aree disponibili e sui valichi gli spazi sono risicati per le aree di sosta. Quindi il numero delle prenotazioni sarà imitato. Quanto, poi, alle piste ciclabili, ci vorranno lunghi anni e consistenti
finanziamenti per realizzarle».Gli assessori degli enti locali del Veneto, Trentino e Alto Adige, Elisa De Berti, Roberto Failoni e Daniel Alfreider insistono che «gli obiettivi perseguiti dal Piano sono in primo luogo il miglioramento della qualità della vita dei residenti e preservare il delicato equilibrio ecologico dell'ambiente dolomitico ma anche migliorare l'esperienza turistica dei visitatori».Sono invece di avviso opposto albergatori, rifugisti e ristoratori che lamentano, nel contempo, il mancato coinvolgimento da parte delle amministrazioni. «Con il Protocollo le parti coinvolte nel progetto», si legge invece in una nota, «intendono promuovere e rafforzare la più ampia collaborazione finalizzata a rafforzare il coordinamento della mobilità a livello interprovinciale e interregionale, che riguarda anche i Comuni dell'area intorno al Sella, per la valorizzazione dei Comuni stessi e dei territori circostanti, anche in chiave di sostenibilità». -- Fdm© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gazzettino | 21 ottobre 2022
p. 11, edizione Belluno
Traffico ecologico sui passi del Sella: protocollo firmato
I ministri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, e dell'Innovazione tecnologica e transizione digitale, Vittorio Colao, hanno firmato il protocollo con le Provincie autonome di Trento e Bolzano, la Provincia di Belluno e la Regione Veneto per l'attuazione del piano Mobilità sostenibile dei Passi dolomitici, che prevede la costituzione della Dolomiti Low Emission Zone nell'area geografica intorno ai passi di Gardena, Campolongo, Pordoi (nella foto), Sella e nelle valli circostanti della Val Gardena, Val Badia, Val di Livinallongo e Val di Fassa. Con l'attuazione del progetto e l'istituzione della Low Emission Zone, si creano i presupposti per forme di regolamentazione del traffico, anche attraverso sistemi digitali, in un ambiente sensibile come le Dolomiti, riconosciute dall'Unesco patrimonio dell'umanità, e per favorire il trasporto intermodale incoraggiando l'uso dei mezzi pubblici e dei mezzi ecologici a due ruote al posto dell'auto privata. Per il Ministro Giovannini la Low Emission Zone rappresenta «uno strumento nuovo e innovativo per attivare una strategia di mobilità sostenibile, oltre che per perseguire una regolamentazione dei flussi di traffico in maniera digitale». «Attraverso l'attuazione del Piano di mobilità dei passi dolomitici viene lanciato un approccio innovativo e per affrontare le grandi sfide del traffico e la gestione dei flussi di mobilità, non solo in montagna ma ovunque in Italia, grazie alla replicabilità delle piattaforme digitali, conferma il ministro Colao.
Corriere del Trentino | 21 ottobre 2022
p. 6
«Passi dolomitici, più vicini agli obiettivi 2030»
TRENTO «La Low Emission Zone rappresenta uno strumento nuovo e innovativo per attivare una strategia di mobilità sostenibile, oltre che per perseguire una regolamentazione dei flussi di traffico in maniera digitale». Lo afferma il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini, all’indomani della firma del protocollo d’intesa con le Province autonome di Trento e Bolzano, la Provincia di Belluno e la Regione Veneto per l’attuazione del piano «Mobilità sostenibile dei Passi dolomitici». Il progetto prevede la costituzione della « dolomiti Low Emission Zone» nell’area geografica attorno ai Passi di Gardena, Campolongo, Pordoi, Sella e nelle valli di Fassa. Il ministro Giovannini guarda al futuro: «Si tratta di un contributo importante per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione del 55% delle emissioni climalternanti entro il 2030 rispetto al 1990». Con il protocollo sarà infatti possibile attivare le cinque principali azioni previste dal Piano di mobilità sostenibile, ossia la regolamentazione del traffico con un sistema digitale e innovativo, la creazione e digitalizzazione di aree di parcheggio di interscambio, il rafforzamento del trasporto pubblico locale, l’incentivazione della mobilità attiva e integrazione della mobilità a fune e, non ultimo, il miglioramento della qualità della vita e dell’esperienza turistica. «Un accordo storico», lo ha definito, mercoledì subito dopo la firma del protocollo, l’assessore provinciale al turismo Roberto Failoni. L’idea dell’assessore e del collega altoatesino, Daniel Alfreider, è quella di partire nel 2023 con le prime azioni digitali che prevedono «il monitoraggio completo dei passaggi» utilizzando in primo luogo le stazioni di controllo già installate, poi si punta a realizzare nuove colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Ma sono solo alcune delle iniziative messe in campo. La riduzione del traffico porterà a grandi benefici anche in termini turistici. Vanno in questa direzione le iniziative per incentivare la salita in quota in bicicletta e in particolare con l’e-bike. Il progetto costerà complessivamente circa 31 milioni e 772mila euro, di cui 5 milioni e 542mila euro per la digitalizzazione. Nella delibera di giunta approvata martedì sono inseriti i singoli costi: 1,2 milioni per la regolamentazione del traffico con sistema digitale, 3,9 per la creazione e digitalizzazione di aree parcheggio interscambio, 10 milioni e 960mila euro per il rafforzamento del trasporto