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CONCORSO DI IDEE PER BIVACCHI
processi geologici della Terra e degli ambienti marziani. Uno dei siti più significativi è il Bletterbach con le sue splendide esposizioni verticali, come spiega Matteo Massironi, docente dell'Università di Padova e referente scientifico della scuola. «Un luogo che ha molte analogie con le piane alluvionali di Marte, tanto che spesso porto lì gli astronauti a fare allenamenti. Nella settimana di studio non abbiamo avuto dubbi: le formazioni rocciose e le strutture sedimentarie del Bletterbach sono molto simili a quelle di Marte che ci vengono comunicate da Perseverance e Curisoity, i due rover della Nasa che ci stanno trasmettendo le informazioni sul pianeta». L'indagine è avvenuta attraverso la raccolta dei dati geologici e geomorfologici del territorio, affrontando mappatura e studi analogici utilizzando tecniche di addestramento innovative: dall'applicazione teorico-pratica mediante i software del Museo all'analisi dei dati delle immagini recuperate con le speciali telecamere multispettrali dei droni, che permettono di analizzare la composizione chimica delle rocce. Le analisi si sono concentrate su altri elementi che si vedono spesso su Marte come i fenomeni periglaciali, legati alle morfologie e a quello che è avvenuto successivamente al ritiro dei ghiacciai, come il trasporto dei detriti, i depositi alla base dei versanti e le antiche frane di grandissime dimensioni scatenate dal ritiro dei ghiacciai. «Le immagini orbitali - prosegue Massironi - hanno dato informazioni su forme che assomigliano molto a quelle che si possono trovare sulle Dolomiti, così come in tutto l'arco alpino, anche se il "ghiacciaio di roccia" (un ghiaccio morto che continua a fluire) che si trova a San Pellegrino è il più grande d'Europa». I laboratori del Museo sono serviti per lavorare utilizzando la tridimensionalità e la realtà virtuale, che ha consentito agli studiosi di entrare sia tra le pareti del Bletterbach ricostruite che su Marte. Da parte dei docenti l'esperienza è stata ritenuta altamente formativa e l'ospitalità ottima, tanto che la volontà è quella di ripeterla. «Abbiamo mostrato ai futuri geologi planetari quello che solitamente sono abituati a vedere dalle immagini orbitali. Un giorno lavoreranno nelle agenzie spaziali che hanno come obiettivo l'esplorazione degli altri pianeti o faranno da supporto alle missioni dei rover e si potranno ricordare di quanto appreso in questa settimana».
L’Adige | 21 ottobre 2022
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Il vincitore progetterà Fiamme Gialle, Renato Reali e Aldo Moro
PREDAZZO I bivacchi "Fiamme Gialle", "Renato Reali" e "Aldo Moro", situati - i primi due - nel gruppo delle Pale di San Martino e sul Coston dei Slavaci, nella catena del Lagorai, verranno ricostruiti.Forma e composizione dei nuovi fabbricati saranno l'esito del concorso di progetto presentato ieri mattina nella Scuola alpina della Guardia di Finanza di Predazzo.Un concorso - spiega la Sezione Cai Fiamme Gialle - ideato nel 2020 in occasione del centenario della fondazione della Scuola Alpina proprio per consentire la più ampia partecipazione di professionisti e per poter sviluppare più progetti, in modo da raggiungere nella fase finale un'elevata qualità progettuale.Le indicazioni sono quelle di creare un nuovo bivacco che non stravolga le funzioni contenute nella sua definizione, cioè di rifugio di emergenza e occasionale, che rispetti le normative attuali, in un corretto inserimento ambientale, privilegiando sistemi di costruzione sostenibili, contenendo i costi per la realizzazione e per la manutenzione nel tempo.L'obiettivo è di non snaturare l'attuale tipologia costruttiva, di non cambiare la destinazione d'uso e di realizzare una struttura che preservi l'originaria funzionalità.I vincitori si occuperanno della progettazione di tutti e tre i bivacchi, gestiti dalla sezione del Club Alpino Italiano istituita nella Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo.Le strutture in questione sono il bivacco "Fiamme Gialle" (3005 metri di altitudine), 9 posti, collocato sulla spalla sud del Cimon della Pala, nel gruppo delle Pale di San Martino, concesso gratuitamente nell'agosto del 1967 (e inaugurato l'anno successivo) dalla Fondazione "Camillo Berti" su interessamento dell'allora Maggiore Carlo Valentino, presidente della sezione; il bivacco "Renato Reali" (a quota 2650 metri s.l.m.), 6 posti letto, inaugurato il 19 luglio 1970 in territorio del Comune di Taibon Agordino (Belluno) e nel 1995 spostato di alcune centinaia di metri, nell'allora Comune di Tonadico (oggi Primiero San Martino di Castrozza); il bivacco "Aldo Moro" (2600 metri s.l.m), posto nel 1980 sul Coston dei Slavaci, sulla catena del Lagorai, intitolato al politico che era solito soggiornare nella sua abitazione di Bellamonte.Vista la vetustà delle strutture e i relativi problemi tecnici si è deciso per la loro sostituzione, "nel rispetto dei requisiti di sicurezza, comfort e compatibilità ambientale, coerenti con lo stato dell'arte raggiunto per tali manufatti", creando "un gruppo di lavoro che rappresenti al meglio il territorio, come avvenuto per la realizzazione dei bivacchi originari".Buona parte delle spese concorsuali saranno sostenuti da enti territoriali come i comuni di Primiero San Martino di Castrozza e Predazzo, la Magnifica Comunità di Fiemme, il Bim dell'Adige e del Brenta.La fase realizzativa dei nuovi bivacchi e la rimozione degli esistenti verrà invece finanziata dalla Provincia Autonoma di Trento. A.O.