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Intervista a ELENA VALLORTIGARA, Carabiniere scelto dell’Arma dei Carabinieri e campionessa italiana di salto in alto
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Come ti senti quando fai sport?
Mi sento libera, soprattutto di testa. Da atleta passo la maggior parte del mio tempo a prendermi cura di me, che sia dal fisioterapista, con il cibo, il sonno ecc., qualsiasi azione si riflette sul mio benessere. Ma l’allenamento è proprio il mio momento, lascio tutto fuori, indipendentemente da quello che sta succedendo, a livello personale o generale. Muovermi per me è un’esigenza che penso non si spegnerà mai, perché è tra le cose che mi fa stare meglio in assoluto.
Ti hanno mai detto che non ce l’avresti fatta?
Mi è stato consigliato di prendere altre strade, nel momento in cui erano già tanti gli anni di problemi e pensare di tornare ad alto livello cominciava davvero ad essere un miraggio. Mi è stato detto comunque da persone che mi vogliono bene, ed è un’opzione che ho considerato, ma qualcosa dentro di me mi diceva di provare ancora. Sono felice di aver seguito i miei pensieri, ma ringrazio coloro che per il mio bene psicofisico mi ci hanno fatto riflettere ancora di più. Tendo ad ascoltare e a prendere in considerazione solo i commenti di chi mi conosce davvero e mi vuole bene, per questo non ricordo nemmeno se qualcun altro mi abbia mai detto che non ce l’avrei fatta.
Chi è/sono la/le persona/persone che ti ha/hanno sostenuta in particolare?
La mia famiglia, il mio Gruppo Sportivo, come dicevo prima, sia la Forestale che i Carabinieri, e i miei amici. È stato fondamentale avere uno stipendio in questi anni perché se anche i miei risultati si sono fermati, così non è stato per il mio impegno. Chi pratica sport sa quanto sia dispendioso, soprattutto quando ci sono infortuni di mezzo. Inoltre, mi sono trasferita varie volte, cercando il posto migliore per allenarmi, e senza il supporto economico non sarebbe stato possibile. Ricordo tante telefonate con la mia famiglia e i miei amici, soprattutto nei momenti più bui. Anche loro mi hanno aiutata molto a conoscermi meglio.
Come concili la tecnica con la passione? Quale delle due predomina di più?
Tendo ad essere molto precisa, ma alla fine prevale sempre la passione, l’istinto. Senza quello non sono io, non riesco a saltare quando devo pensare troppo alla tecnica. In allenamento sono molto concentrata sui miei movimenti ma in gara tutto deve venire
naturale, è appreso quindi fluido. Devo sempre lasciare spazio al mio desiderio, alle mie sensazioni
A cosa pensi l’attimo esatto prima di saltare?
A dire il vero non penso a niente. Sono totalmente concentrata sulla rincorsa quando mi preparo a saltare, ma appena prima di partire stacco la mente e parto. È un momento particolare, non saprei come descriverlo perché è come se tutte le mie percezioni si sospendessero, soprattutto in gara. È quasi magia per me, mi sento fortunata a vivere queste emozioni, che spesso do per scontate, essendoci così abituata, ma che conservo e conserverò per sempre perché davvero uniche
Data dell'intervista: 16/04/2020 Modalità di realizzazione: e-mail Intervistatori: Alion Aliraj, Andrea Consolati Istituto: Liceo Antonio Rosmini Rovereto Classe: 1 Sezione: EM Scienze applicate