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Red carpet
Senza ombra di dubbio, Alcide Boaretto, di Padova, è un fotografo (non professionista) di valore e talento. Coltivate anche sull’affetto e amore incondizionato per gli strumenti tecnici della Fotografia [Oggetti d’affezione: su questo stesso numero, da pagina 26], le sue doti sono soprattutto indirizzate e declinate in un particolare verso della fotografia applicata alla cronaca, diciamo così mondana, nella propria spettacolarità. Da anni e anni, Alcide Boaretto partecipa alle cerimonie pubbliche del Cinema, affascinato dal mondo dello star system che celebra se stesso e si offre al pubblico in maniera incondizionata.
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È specialmente questo il valore della sua Fotografia, che dagli istanti effimeri della cronaca potrebbe (dovrebbe?) avere tempo e modo di rappresentare uno spaccato appariscente della socialità (dello spettacolo) dei nostri tempi, in proiezione verso il futuro, quando riguarderemo indietro avendo bisogno e necessità di testimonianze visive coerenti e rappresentative di un’epoca.
In questo senso, la condizione “non professionale” di Alcide Boaretto compone i tratti dell’autentica differenza... profondamente emblematica, prima che rappresentativa. A conti fatti, svincolata da equilibri, esigenze e compromessi che -inevitabilmente- condizionano certa fotocronaca, che dipende anche da occorrenze e urgenze giornalistiche di ciascuna testata, la sua Fotografia sui red carpet del Festival de Cannes (imminente prossima edizione, dal diciassette al ventotto maggio) e del Film Festival di Venezia (nell’ambito della Biennale; prossima edizione dal trentuno agosto al dieci settembre) è coerente con i ruoli che i protagonisti interpretano per l’occasione: in tacito accordo con il proprio mondo di riferimento e verso il pubblico, per il quale tutto viene allestito e svolto con copioni mai messi in discussione.
Dunque, a conti fatti, Alcide Boaretto è Fotografo in rispetto e ossequio al suo essere Pubblico. Dunque, ad altrettanti conti fatti, la sua azione-reazione coincide con i propositi e la proposta di queste clamorose messe-in-scena.
Ovviamente, per svolgere al meglio il proprio impegno fotografico, altrettanto svincolato da logiche di qualsivoglia “redditività di impresa”, Alcide Boaretto
Aleksey German jr
Sharon Stone
Sofia Resing
Sean Penn, Dylan Penn, Hopper Penn e il cast del film Flag Day
Sharon Stone Delphine Wespiser
Poppy Delevingne
Spike Lee Giorgina Rodríguez Benjamin Biolay
Michael Covino Guest sul red carpet
Maja Malnar Izabel Goulart
Bella Hadid Nibar Madar agisce con dotazioni fotografiche di peso e spessore, diciamo consistenti, non soltanto in percezione fisica: autorevoli reflex Nikon sempre di ultima generazione, dotate di una vasta gamma di obiettivi, dalle focali grandangolari (usate di meno) a quelle intensamente tele, alle quali Alcide Boaretto riserva amore particolare. Non c’è risparmio di energie fisiche, né di vincoli economici. A conseguenza del quale “risparmio” e dei quali “vincoli economici”, sappiamo per certo che la sua presenza sui red carpet e, nel caso di Cannes, anche agli appuntamenti mondani più esclusivi, non passa certamente inosservata.
Attenzione: questi red carpet sulla Costa Azzurra e in Laguna sono altro rispetto a quello, per esempio, delle assegnazioni di premi e riconoscimenti, a partire dagli Academy Award (Oscar), di Los Angeles. In California, il Cinema celebra la propria identità mercantile, magari contorcendosi su se stesso. A Cannes e Venezia -e, da qualche stagione, anche a Roma-, più che in altri Festival di contenuti più profondi (per esempio, Locarno Film Festival), non contano tanto i film, quanto le interpretazioni, in un modo curioso. Ovvero, ogni figurante della Scena non è ammirato e osservato in base alle proprie capacità recitative, ma per la spettacolarità della propria proposizione esuberante, in quanto Personaggio pubblico ammirato e, perfino, idolatrato.
In questo senso, non dovremmo essere affatto lontani dal Vero, quando rileviamo che l’eccitazione del pubblico, in misura di autentico isterismo, non si basa su alcuna competenza cinematografica individuale. Ovverosia, tra il pubblico che si accalca dietro le transenne a protezione del red carpet, e a sua evidenziazione e accessibilità visiva e fotografica, pensiamo che nessuno sia minimamente consapevole del Cinema in quanto linguaggio espressivo, ma tutti si accontentino del vedere da vicino Personalità spettacolari: ribadiamo, senza distinguere tra loro le capacità recitative o di regia di nessuno.
Comunque, alla fin fine, la pantomima è definita e definitiva. Gli attori, ma specialmente le attrici, si propongono e offrono all’adorazione del pubblico concedendo ciò che consapevolmente tutti sappiamo piacere (per esempio, non mancano mai “mutande al vento”, evidenziate da mise sofisticate, preziose e volontariamente complici).
Per paradosso, ma neppure poi tanto per paradosso, immaginiamo che le star, coscienti di tutto, non soltanto di molto, siano consapevoli della presenza di Alcide Boaretto: delegato e inviato a rappresentare l’essenza spettacolarizzata del Cinema.
Alcide Boaretto... archetipo. ■ ■