Archivi di Alessandro Canestrelli, figlio del fotografo di scena di tanti film dell’attore.
La mostra è allestita nel foyer del “Gran teatro di MagicLand”, il parco divertimenti a Valmontone più grande del Centro Sud Italia guidato dall’amministratore delegato Guido Zucchi, diventato il “Gran Teatro Alberto Sordi”, il primo del Lazio dedicato al grande attore, in occasione del 20° anniversario della sua scomparsa per omaggiarne la carriera e le origini valmontonesi. Pietro Sordi, padre dell’Alberto nazionale, nacque e visse proprio a Valmontone. All’interno del teatro da 800 posti Igor Righetti ha inaugurato anche un piccolo monumento in travertino con un bassorilievo dorato raffigurante il vigile Otello Celletti, interpretato da Sordi nel 1960, disegnato dal maestro Giuseppe Raffa e realizzato da Aurart di Massimo Palombo, immagine simbolo dell’”Alberto Sordi Family Award”, riconoscimento internazionale ideato nel 2017 da Righetti che ha assegnato, tra gli altri, ai premi Oscar Colin Firth, Hellen Mirren e Robert Moresco, a Gina Lollobrigida, Mark Strong e Matt Dillon. All’inaugurazione della mostra e del teatro sono intervenuti, tra gli altri, gli attori Vincenzo Bocciarelli, Daniele Foresi e Luca Graziani, il rapper Luca Mezzosangue, l’attivista animalista Daniela Martani, l’organizzatrice di eventi Francesca Piggianelli l’astrologo Jupiter, il direttore della fotografia candidato al David di Donatello Gianni Mammolotti, il produttore cinetelevisivo Max Filippini, l’imprenditrice Mariastella Giorlandino, il fotografo delle celebrità Alessandro Canestrelli (figlio del fotografo di scena di tanti film di Alberto Sordi), Carlo Filippo Livignani e gli influencer Lorenzo Castelluccio, Valerio Fiore, Suami Lisciani, Flavio Salerno e Rafaela Dos Santos. Di grande suggestione la performance dell’illusionista Heldin dedicata ad Alberto Sordi. L’inaugurazione si è conclusa con il taglio della torta artistica a forma di libro con la copertina del volume “Alberto Sordi segreto” realizzata dal maestro pasticcere Enrico Maggi e le decorazioni floreali della flower designer Cristina Pizzuti. La mostra resterà aperta fino al 30 giugno.
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Nella foto a sinistra, Igor con con l'imprenditrice Mariastella Giorlandino Al centro, con la torta Qui sopra, con l'amministratore delegato di MagicLand Guido Zucchi
by Silvia Giansanti
FranCesCa marIa GIUlIano
“laPrImavoltaCHeHoInContrato Paolo BonolIsèstataUnaForteemoZIone”
Dopo qualche mese dal casting di “Avanti un altro!”, riceveva chiamate di continuo da un numero fisso e credeva che fosse la banca per presunti problemi con la carta di credito. E invece no, dietro quel numero qualcuno voleva comunicarle che era stata presa per far parte della trasmissione di Paolo Bonolis. E pensare che al casting –come dice lei stessa - si era rivelata un disastro. Che donna! Chi l'avrebbe mai detto che più avanti avrebbe rubato persino la scena a Brad Pitt con un cortometraggio? A volte la vita può riservare davvero tante sorprese. Da sei anni è nel cast di “Avanti un altro!” e spera di poter crescere con il suo personaggio molto amato dal pubblico. Viva le curvy!
Francesca, raccontaci com'è avvenuto il tuo ingresso nel mondo dello spettacolo. “In maniera del tutto casuale. Nel 2017 alcuni amici mi hanno fatto sapere che la produzione di 'Avanti un altro!' cercava una donna stile anni '50. Non pensavo di essere all'altezza e avevo paura di fare una figuraccia. Però ci ho provato ugualmente. Mi sono resa conto al casting che non sapevo né cantare, né ballare e né recitare. Non è stata proprio una passeggiata. Sono stata un disastro, ma credo che il mio modo di sdrammatizzare, tra una battuta e l'altra, abbia colpito qualcuno. A volte un sorriso può portare le cose dalla tua parte”.
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Forse ti ha aiutata il fisico esplosivo.
“Diciamo che c'è molta difficoltà ad imporre immagini come la mia, anche se negli ultimi tempi le curvy sono di moda. A tal proposito vorrei ringraziare la Sdl Tv, Sonia Bruganelli, Paolo Bonolis, gli autori Marco Salvati, Stefano Jurgens, Christian Monaco e Carmine D'Andreano. Molto probabilmente se non fosse stato per loro, questo personaggio non avrebbe avuto seguito, magari avrebbero preso le solite magre, chissà. Probabilmente hanno visto in me qualcosa di particolare, visto che questa è per me la sesta edizione. In più finora sono stata ospitata in tante trasmissioni televisive, sia in Rai che a Mediaset. Sinceramente non mi aspettavo tutto questo”.
Cosa svolgevi prima?
“Nell'ambito dello spettacolo ho fatto qualche comparsa in alcuni film e contemporaneamente ero una semplice ragioniera che si occupava di prestiti e mutui, pur non avendo un posto fisso. Forse è stato meglio così, perché, forse, non avrei mai lasciato un posto sicuro per fare un salto nel vuoto. 'Avanti un altro!' è stata una salvezza”.
Cosa ricordi della prima volta in cui hai incontrato Bonolis?
“Una forte emozione che si è protratta nel tempo. Seguivo Paolo ai tempi di 'Bim Bum Bam', quando ero una bambina e frequentavo le elementari. Ancora oggi mi impappino davanti a lui”.
Faresti un reality?
“Non penso di essere pronta. Farei solo il Grande Fratello”.
Che cosa ti ha insegnato in questi anni la tv?
“Mi ha insegnato ad essere me stessa. La trasmissione attuale mi ha avvicinato alle persone diversamente abili che partecipano come ospiti. Mi sono così sensibilizzata su queste tematiche della disabilità”.
Chi ti diverte di più tra Bonolis e Laurenti?
“E' una miscela esplosiva di allegria. Vanno a braccio, sono spontanei nella conduzione. E' una cosa incre-
dibile. Troppo forti!”, Cosa ti manca di più nella vita?
“Mia mamma che ho perso due anni fa. In questo la riconferma in 'Avanti un altro!' è stata davvero terapeutica. Ero in simbiosi con lei, avendomi cresciuta da sola, tra mille sacrifici. E' andata via a soli settantadue anni, ma ne dimostrava di meno. Era una donna piacente e attiva, ma un ictus l'ha stroncata. Si è lasciata andare”.
E' stata contenta di questo tuo ingresso nel mondo dello spettacolo?
“Molto. Era fiera quando la gente mi riconosceva al supermercato”.
Cosa sogni professionalmente nel futuro?
“Che possa portare avanti il mio personaggio e che possa crescere sempre più. Mi piace donare un sorriso agli italiani. Amo la satira tipo 'Striscia la Notizia', la vita è strana non si sa dove ti può condurre”. Cosa ti ha portato questo personaggio?
“A recitare in un cortometraggio, una storia di un'anoressica e una bulimica. Si parla quindi di disturbi alimentari. Questo lavoro è stato presentato fuori concorso a Venezia e un mese dopo al Festival del Cinema di Roma. Nel 2020 a Matera ha ottenuto poi un riconoscimento molto importante. Ho avuto così un'esperienza come attrice nel ruolo di una bulimica. Tutto questo mi ha consentito non solo di avere un enorme successo in Italia, ma anche all'estero. E' successo che, senza volerlo, alla premiere del film a Venezia, ho rubato la scena sul red carpet a Brad Pitt. Sono finita addirittura sulla CNN, tutto il mondo ha parlato di me, incredibile! Ho messo in ombra i divi americani. E' stata davvero un'esplosione casuale. Ormai sono del parere che più cerchi le cose, più non le trovi e viceversa. Era il 2019. Ho avuto questa ondata di popolarità prima del covid. A settembre dello stesso anno ho aperto la Fashion Week di Milano e poi mi ha voluta anche Magalli nella sua trasmissione con lo stesso abito del red carpet, scollato e trasparente. Un insieme di cose meravigliose”.
CHIè FranCesCa marIa GIUlIano
e’ nata a Cannes da genitori italiani il 15 aprile sotto il segno dell'ariete. Caratterialmente si definisce determinata e leale. nel tempo libero ama prendersi cura di sé. adora la pasta e tifa per la roma. non possiede animali domestici. Il 2017 è stato l'anno fortunato della sua vita. le piacerebbe vivere nelle isole Canarie. e' single. Ha esordito nel 2017 in “avanti un altro!”, dove tutt'oggi interpreta la miss anni '50 con il suo aspetto formoso e retrò. e' stata ospitata in diversi programmi televisivi. nel passato ha fatto delle comparse in alcuni film e nel 2019 è arrivato il cortometraggio “Push – out” sui disordini alimentari e che ha avuto un riscontro a livello mondiale.
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Tra i malesseri, si parla molto di depressione. Quali sono i campanelli d’allarme per un genitore?
“Se parliamo di Depressione maggiore e di Disturbi bipolari, questi hanno una componente costituzionale e familiare, con un’età di insorgenza tra i 16 e i 18 anni. In queste situazioni, data la presenza spesso anche in altri membri della famiglia del disturbo dell’umore, i genitori dovrebbero già avere delle conoscenze per poter intervenire alla prima comparsa dei sintomi più gravi. La depressione reattiva invece, è in notevole aumento e ha manifestazioni diverse: umore depresso, un vuoto interiore con sentimenti di incapacità e inutilità, stanchezza fisica e mentale. Inoltre, sono presenti: la sensazione di sentirsi attoniti e incapaci di pensare, problemi di attenzione e concentrazione, tensione emotiva e bisogno di distrarsi con i dispositivi elettronici. Infatti, smartphone, tablet e videogiochi sono psicostimolanti, procurano un’agitazione che è preferita al “nulla” dell’appiattimento emotivo, che tanto terrorizza gli adolescenti. In alcuni casi, si ha un ritiro, i ragazzi si chiudono nella propria stanza e non vogliono più uscirne. Oggi vengono chiamati “hikikomori” per l’analogia con un disturbo psicologico dei giovani giapponesi. In altri casi, si ha un’inversione del tono dell’umore, ovvero i ragazzi diventano agitati, non dormono a causa dell’insonnia depressiva, fanno sempre più tardi con una grave compromissione del ritmo sonno-veglia. Naturalmente, l’abuso di alcol, droghe, farmaci e anche il gioco d’azzardo, possono essere alcuni effetti secondari delle sindromi depressive non curate”.
Quali secondo lei, le ragioni più profonde?
“I disturbi depressivi possono avere varie ragioni: avere origine nell’infanzia in caso di malattie gravi nei primi anni di vita, di lutti, malattie di genitori, emigrazione e anche catastrofi naturali o guerre. Esistono però, i cosiddetti “microtraumi cumulativi”, situazioni in cui il trauma non è stato intenso prolungato nel tempo ed ha così impedito il normale sviluppo emotivo e psicologico del bambino. Situazioni di incuria, di mancanza di affetto e di attenzioni; di ipercuria con un atteggiamento controllante e ossessivo nei confronti del bambino, che ne ha limitato l’autonomia e minato la sicurezza; svalutazione e mancato riconoscimento delle qualità; un’eccessiva severità che terrorizza e umilia; un’eccessiva permissività che non permette alla personalità del bambino di organizzarsi sotto la guida attenta di un genitore che dia regole e le faccia rispettare, che sappia dire i no necessari. Negli adolescenti e nei giovani che non abbiano avuto traumi personali o familiari, osserviamo fenomeni diversi a se-
conda se frequentino ancora la scuola o siano già laureati. Tra gli adolescenti in età scolare a causa della depressione, non riescono o non vogliono più proseguire gli studi. Sappiamo che l’abbandono scolastico è una vera e propria piaga sociale. Inoltre, lasciata la scuola non riescono a trovare lavoro, aggravando così la loro condizione di disagio. La mancanza di lavoro colpisce anche i giovani laureati che, se non hanno la possibilità economiche per proseguire la loro professionalizzazione, ad esempio con Master o corsi di specializzazione, per cui hanno ancora minori possibilità di inserirsi nel mondo lavoro, nonostante un buon titolo di studio”.
Quali possono essere gli strumenti migliori per aiutare i ragazzi che affrontano momenti difficili?
“Parlare con loro, tanto. Oggi si va sempre più di fretta, c’è sempre meno tempo per fermarsi a discorrere e ad ascoltare quello che i figli hanno da dire. È sottovalutata l’importanza del tempo che si trascorre con i figli, certamente conta la qualità del tempo che si dedica, ma la quantità ha una grande importanza. Per accorgersi del disagio di un figlio è necessario osservarlo, domandare con discrezione, ma senza stancarsi, tornare sull’argomento, accettando anche di essere rifiutati o di essere tediosi e insistenti. Inoltre, non bisogna avere pregiudizi. Dopo la pandemia, sono gli adolescenti stessi che molto spesso chiedono di parlare con un analista, ma se questo non succede, i genitori possono suggerirlo. Inoltre, possono proporre di andare insieme dall’analista o se i figli lo chiedono, di andare da un altro terapeuta per un supporto alla genitorialità”.
Quali consigli si sente di dare ai genitori?
“Non spaventarsi, ansia e depressione sono molto frequenti nei bambini e negli adolescenti in questo periodo post-pandemico; Parlare con i figli senza stancarsi di chiedere come stiano; Ascoltare qualunque cosa abbiano da dire; Condividere le proprie esperienze giovanili, sia positive che negative; Non accettare che possano stare chiusi per giorni nella loro stanza senza uscire o che non vadano a scuola; Partecipare delle loro attività, da quello che studiano, allo sport, ai giochi elettronici se necessario; Osservare ed intervenire ai primi segnali di disagio, cambiamenti di umore, insonnia, ansia, pianto, difficoltà nello studio, fobia scolastica; Prestare attenzione all’abuso di alcol, droghe, psicofarmaci; Rivolgersi ad uno specialista ai primi segnali di disagio psicologico per una consulenza genitoriale e invitare i propri figli a poter consultare uno psicoterapeuta o un analista per affrontare le difficoltà e risolvere i loro problemi”.
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ECCELLENZE NEL MONDO
by Marlene Loredana Filoni
Carmen morello
“exPo UnIversalePromUove leeCCellenZeelaPaCetraIPoPolI”
A giugno si svolge a Roma, al laghetto dell'Eur, la grande manifestazione Expo Universale, al cui interno ci sarà Expo Italia con tutte le eccellenze del Made in Italy: chef, moda, arte, teatro, sfilate e spettacoli di vario genere. Ideatrice dell'evento è la presentatrice e attrice Carmen Morello
Carmen, recentemente è stato presentato in Campidoglio Expo Italia: di cosa si tratta?
“Expo Italia è l’esposizione delle eccellenze italiane all’interno dell’evento internazionale Expo Universale 2023 ideato e organizzato da Liberato Mirenna presidente della WIO. Io sono la manager Italia. Sono stata scelta da Liberato per selezionare le aziende espositrici e per creare gli spettacoli che vedrete sul palco Italia”.
Come si articolerà l'evento?
“Expo Universale 2023 si svolgerà dal 16 al 18 giugno al laghetto dell’Eur e coinciderà con La Notte Bianca dell’Eur organizzata dal Municipio Roma IX che sarà esattamente il 17 giugno e che per il secondo anno presenterò io. Ci saranno diversi paesi del mondo che esporranno le proprie eccellenze, dalla gastronomia all’artigianato, dall’innovazione all’arte e poi gli spettacoli tradizionali. Ci saranno tre grandi palchi, quello Italia, quello per le competizioni sportive e di danza e quello internazionale per le esibizioni di tutti i popoli presenti”.
Qual è l'obiettivo che si prefigge?
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“Quello di unire i popoli del mondo, facendo vedere le proprie tradizioni, le eccellenze e promuovere la pace, salvaguardare l’ambiente e allontanare ogni tipo di discriminazione e di violenza. Promuovere ovviamente le attività commerciali e artistiche e culturali di ogni paese. Sarà un evento di grande aggregazione”.
Il Made in Italy è l'elemento base del progetto Expo Italia: che momento viviamo riguardo alle nostre eccellenze?
“È il momento di far emergere le nostre eccellenze, di promuoverle, gli imprenditori hanno vissuto momenti difficili durante la pandemia e adesso c’è la ripartenza, c’è tanta voglia di fare e far vedere che il made in Italy non è svanito ma esiste e torna in prima linea”. Come sarà strutturata la manifestazione e come si potrà partecipare?
“Ad Expo Italia ci saranno circa 20 spazi espositivi 4X3 con gazebi bianchi per le aziende, ci saranno altre 30 postazioni 2X2 solo con tavolo per poter esporre piccoli oggetti di artigianato, avremo la mostra artistica con pittori e scultori e tutta l’area ristorazione. Organizzeremo corsi di pittura e scultura con la direzione artistica di Andrea Cerqua, corsi di fitness sul prato per tutti e tre i giorni mattina e pomeriggio il fitness coach Mauro Quartullo, avremo un’area forum dedicata alla promo-
zione associazioni culturali, di scrittori e professionisti che verranno intervistati dal nostro giornalista Beppe Tassi e dalla giornalista Marlene Loredana Filoni e riprese TV della troupe ufficiale di Expo Channel. Sul palco Italia invece vedrete Miss Expo Italia organizzato da Graziella Marcone, il concorso nazionale dedicato alla bellezza femminile e Il bello di Roma ideato da Raoul Morandi e ancora, il comico Dani Bra, gli Stornellatori, il format TV Artinscena ideato e condotto da me con tanti artisti e ospiti, le cantanti liriche De La Voce dell’Essere di Monica Federico, i cantanti della Spc Sound e del manager Lino Sansone e non finisce qui! Avremo anche la partecipazione di Cinecittà World e di Roma World che ringrazio per la prestigiosa partnership. Per partecipare contattateci al n. WhatsApp 3493149918 ultimissimi spazi espositivi . Potrete sponsorizzare la vostra azienda sul maxischermo del Palco Italia, dove proietteremo loghi e spot pubblicitari”. Come è avvenuto il tuo avvicinamento a questo settore, tu che hai alle spalle esperienze importanti come attrice e conduttrice televisiva?
“Lo scorso anno ho avuto il piacere di presentare 'La Notte Bianca dell’Eur', un evento importante di grande partecipazione e in quell’occasione sono stata notata da Liberato Mirennache da uomo e imprenditore lungimirante capito che sarai stata perfetta come manager Expo Italia per le mie capacità organizzative, artistiche e probabilmente anche imprenditoriali, visto che ho sempre non solo organizzato i miei eventi e format TV, ma li ho resi visibili nel tempo creando a poco a poco la Carmen Morello Production. Dopo una serie di incontri e trattative con Liberato Mirenna, ho accettato la sua proposta. Ruolo importante ma anche tanto impegnativo, ma ne sono felice e lo porterò a termine cercando di dare il meglio”.
Chi sono i partner dell'evento e a chi vanno i tuoi ringraziamenti?
“I partners dell’evento sono aziende italiane, associazioni culturali e sportive, artisti di ogni genere e professionisti. Vi invito a partecipare ad Expo Universale 2023 per conoscerli e per poter anche acquistare prodotti di qualità. Sicuramente i miei ringraziamenti vanno in primis a Liberato per la fiducia, la stima profonda e l’amicizia che mi dimostra giorno dopo giorno, al mio team Italia che sta lavorando con me e per me da mesi alla riuscita dell’evento e un grazie a tutti coloro che parteciperanno a Expo Italia, agli imprenditori, agli artisti a tutti gli ospiti e all’amministrazione comunale e del municipio Roma IX Eur per aver concesso una location stupenda”.
Per info e partecipazioni a Expo Italia visitate il sito: www.carmenmorelloproduction.it oppure su whatsapp al numero 3493149918
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centrarmi sulle mie idee. Questo è il principio dell'essere un artista e buon uomo. Fin dai primi passi, mi ha educato a trovare il mio alfabeto in arte. Ciò significa sviluppare, creare il proprio stile di pensiero. Da quel duro rodaggio, sono passati tanti anni”.
Nel 2002, a 21 anni, hai lasciato la terra natale per trasferirti in California. Come fa un natio d’Armenia a mettere radici in un paesaggio postindustriale ed effimero come Los Angeles?
“E’ stato difficile mentalmente e fisicamente lasciare la mia patria senza amici e la famiglia. Ma ho guardato le cose da un grandangolo, quindi il paesaggio di Los Angeles mi ha accolto e ha promesso molte tentazioni e opportunità del post-industrialismo. Mi ha fatto cominciare a pensare in un’atmosfera più ampia. Questo ti apre alla combinazione di nuove scritture artistiche”.
Con “Floreal Mind” hai partecipato a una mostra collettiva. Le inserzioni floreali sui volti dei ritratti ti hanno caratterizzato fin dall’inizio del tuo percorso americano. Cosa volevi esprimere con questi dipinti?
“Nel 2014 ho viaggiato in Armenia, poi tornando a Los Angeles mi è venuta in mente la serie "Floral Minds". L'idea è di confrontare due stili di vita e trovare un centro contenente entrambi. A Los Angeles sembra di essere in una grande giungla di cemento, dove si trovano persone separate dalla natura che cercano di nascondere le loro personalità e i loro volti. Tuttavia, c'è un fiore che vive dentro di noi, che cresce con le nostre emozioni. L'obiettivo principale è mostrare alle persone quali fiori sono. Che fiore sei?”.
Se i fiori, come tu dici, sono un accenno di paradiso, allora il paradiso lo possiamo cercare dentro di noi. Ma cosa si può fare per non lasciar appassire il fiore che ci abita internamente?
“Come ci prendiamo cura di un fiore naturale, allo stesso modo dobbiamo prenderci cura del fiore che vive in noi, lasciare che cresca. Noi tutti annusiamo fiori. Regaliamo fiori alla persona amata. Nasciamo con i fiori. Moriamo con i fiori. La metamorfosi della vita sono i fiori. 'La chiave del paradiso è nei fiori'”.
Le tue opere sono frutto di tecniche miste, oli, fiori, animali, tessuto, legno, oggetti riciclati, bottoni. Citando dalle tue parole: "Ci sono voluti molti anni per dimenticare ciò che avevo imparato nella pittura classica e fare
cose con le mie mani che infrangevano tutte le regole". Dunque, per crescere e diventare se stessi occorre prima introiettare le eredità di chi ci ha preceduti e poi distruggerle?
“Solo così puoi trovare te stesso. Funziona con il conflitto. Per prima cosa, devi raccogliere informazioni e tecniche diverse, cercando di interpretare i tuoi artisti preferiti. Io credo che ogni artista abbia bisogno di passare attraverso chi lo ha preceduto per trovare il suo punto fermo e quindi rifiutare il passato. In questo processo, scopri come sei”. Tuo padre era contento che intraprendessi la strada artistica?
“Mio padre cercava di capire se davvero volessi essere un artista, o se fosse l’attività favorita di un bambino. Il duro lavoro ha dimostrato che era quello che volevo fare nella vita”.
Hai tenuto mostre in tutto il mondo, negli States, soprattutto, ma anche nel Regno Unito, in Austria. Nel tuo paese natale, l’Armenia, sei tornato come artista riconosciuto e apprezzato?
“Con orgoglio, posso dire che in Armenia ho riconoscimento, ma non ho mai fatto mostre nella mia madrepatria. Pertanto, il prossimo passo sarà quello di creare un murale gigante nel cuore di Yerevan quest’estate. Sono sbocciato negli Stati Uniti, quindi è chiaro che sia più conosciuto qui”. Vuoi salutarci con un tuo pensiero al futuro?
“Il futuro è troppo astratto. Vorrei però dire: siamo innatamente connessi alla natura, ma c'è un conflitto interiore che ci spinge verso un mondo più vasto e complicato. Dobbiamo quindi essere onesti con noi stessi e affinare la vista. Amare. Splendere. Regalarci fiori l’un l’altro”.
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Da quello che abbiamo capito è un fumetto molto interattivo; saranno propri i lettori a determinare il finale dell’opera corretto?
“Ho voluto unire le mie più grandi passioni, il gaming e i manga, creando appunto così il primo manga game italiano. Come in molti videogiochi, saranno proprio i lettori a decidere le sorti della storia, scegliendo continuamente quale scelte far fare ad Ahiaaa, condizionando così il finale”.
Ti definiresti un nerd moderno e perché?
“Assolutamente sì. In passato il nerd veniva visto come secondo google 'Giovane di modesta prestanza fisica e dall'aspetto insignificante, che compensa la scarsa avvenenza e le frustrazioni che ne derivano con una passione ossessiva e una notevole inclinazione per le nuove tecnologie'. Con l'esplosione di youtuber e streamer di gaming in tutto il mondo, la visione del nerd è completamente cambiata, ora tutti vogliono diventare o youtuber o streamer, è diventato il sogno di molti ragazzi, perchè ora fa figo, e ricordiamo che la maggior parte dei gamer sono nerd, ecco perché mi definisco un nerd moderno”.
Hai portato la tua voce sul palco della quinta giornata sulle dipendenze tecnologiche e sul cyberbullismo, "Non è solo un gioco". Sono tematiche che ti stanno a cuore?
“Sì, sono tematiche che mi stanno a cuore, perché purtroppo la maggior parte delle persone pensano che le persone che sono appassionate di videogiochi, sono di conseguenza dipendenti da questi. Io in primis passavo tantissime ore incollato a giocare ai ore e ore. Il problema è che cio viene visto male perché purtroppo si tende a giudicare ciò che non si conosce. Basti fermarsi e pensare al fatto che vedendo un ragazzo giocare a pallone le stesse ore, si penserebbe semplicemente che è un ragazzo che sta inseguendo il suo sogno per diventare un calciatore o che semplicemente è un ragazzo che coltiva e si diverte con la sua passione. La gente nemmeno immagina quante emozioni e quanta adrenalina e pressione sente un videogiocatore quando si immerge a giocare, sopratutto se si gioca a un videogioco di squadra competitivo, dove senza allenamento non si ottengono risultato, e spesso gli allenamenti si fanno proprio con la squadra. Basti pensare che ora ci sono campionati mondiali di videogiochi con montepremi assurdi, ecco perché dico che 'non è solo un gioco'”.
Tra Youtube, Twitch e i vari canali in cui sei protagonista, come interagisci con i tuoi fan e con quali differenze?
“Fortunatamente sono sia uno Youtuber che Streamer. Su youtube interagisco con i fan attraverso video preregistrati e montati, cercando di creare un contenuto sempre visibile e fruibile nel tempo. Su twitch invece essendo un siti di dirette live streaming, l'interazione con i fan attraverso la chat è in tempo reale, possono scrivere e avere in diretta una mia risposta. Fortunatamente dal punto di vista dell'intrattenimento non ho nes-
suna differenza. Ma non è detto che uno youtuber riesca anche a essere uno streamer, molti youtuber hanno bisogno di scriversi i contenuti e di editare molto i loro video per poter creare un contenuto che intrattenga i loro fan, cosa che magari non riescono a fare su twitch, che essendo in live streaming tutto ciò che succede è in diretta, senza la possibilità di fare tagli quando si fanno errori”.
Il settore del gaming è in costante crescita. Che tipo di futuro vedi per il settore? Forse sempre una maggiore impermeabilità fra i differenti mondi affini come il cinema e il mondo esports? Vogliamo sentire la tua opinione a riguardo che sei un professionista!
“Il settore del gaming come abbiamo detto è sempre in crescita, ormai è parte importante della cultura pop, come anche il mondo del cinema, e come abbiamo potuto vedere queste due cose stanno diventando sempre più affini e si mescolano spesso l'una con l'altra. I campionati di videogiochiami stanno sempre prendendo piu piede, attirando verso di loro sempre nuove promesse e professionisti, creando sempre nuove squadre Esports, per quello penso che prima o poi in un futuro lontano o vicini, andare allora stadio per vedere squadre esport compete in campionati sarà una cosa normale, basti pensare che già ora questo succede in molte città del mondo”. Hai ricevuto il “Best Creator Mondo Gaming” all'ultimo Influence Day. Cosa ha rappresentato per te ricevere questo grande riconoscimento?
“E' stato un emozione davvero unica, sinceramente non mi aspettavo di vincere. Sono molto autocritico in quello che faccio, e ricevere un premio di quel calibro mi ha reso molto orgoglioso e consapevole che l'impegno e la dedizione in quello che faccio viene apprezzato non solo dai miei fan, e cio mi spinge a impegnarmi sempre di più e a realizzare progetti sempre più grandi”.
Quali sono a tuo avviso tre video giochi assolutamente da non perdere e perché? Tre film invece di cui non puoi fare a meno?
“I tre videogiochi secondo me da non perdere al giorno d'oggi per essere al passo con il mondo del gaming, sono 'Fortnite', che ha rivoluzionato da 5 anni a questa parte il mondo del gaming, 'Gta5' che è uno dei giochi che ha incassato più di tutti quanti e che dura da 10 anni con continui aggiornamenti e 'Call of duty' che è uno degli fps piu famosi al giorni d'oggi. I tre film di cui non posso fare a meno sono 'Ritorno al futuro' perché adoro i viaggi nel tempo e le loro conseguenze, 'Ready Player One' perché sono affascinato dal mondo della realtà virtuale e tutto quello che ne deriva, e come terzo direi i film della 'Marvel', so che avrei dovuto dire uno in particolare, ma ce ne sono cosi tanti che mi piacciono che non saprei cosa scegliere”.
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by Francesca Ghezzani
leonardo araneo “amoraCContarestorIeattraverso
IlIBrIeIlCInema”
Leonardo Araneo, già noto nell’ambito televisivo e cinematografico per aver curato la regia di documentari e lungometraggi, è anche l’autore di BACK HOME (Bertoni Editore), un thriller distopico in cui, in un futuro non troppo lontano, “il Messaggio”, una breve sequenza sonora trasmessa contemporaneamente da tutti gli apparecchi di comunicazione del mondo, ha cancellato la civiltà umana, facendo regredire tutti quelli che l’hanno ricevuto allo stadio di belve assetate di sangue. Leonardo, nasci a Vinci, il paese del celeberrimo Leonardo, ma vivi a Roma. Che cosa ti hanno dato questi due luoghi?
“Vinci e Cerreto Guidi, il borgo dove ho passato la mia infanzia, mi hanno permesso di crescere in un ambiente in cui natura e storia si fondono in maniera perfetta in un contesto sociale di assoluta tranquillità. Roma invece mi ha regalato le emozioni di una grande città, i divertimenti, le relazioni sociali ma anche i problemi che purtroppo vivere qui comporta. E nonostante viva qui ormai da quasi vent'anni continuo a provar stupore e meraviglia per l'infinità bellezza di questa città senza uguali al mondo”.
Ti laurei con Lode all'università di Bologna con una tesi sulla storia del cinema Italiano che riceve la Dignità di Stampa e, in seguito, inizi a lavorare come assistente alla regia prima e aiuto regista poi per alcune tra le principali serie televisive italiane e svariati lungometraggi cinematografici. Ti ha sempre affascinato il mondo del dietro le quinte e stare dietro alla macchina da presa?
“Sì, sempre. Sono una persona fondamentalmente timida e non amo apparire, però mi piace raccontare storie ed ho trovato nei prodotti audiovisivi prima e nei libri poi il modo a me più congeniale per farlo. E poi sono un po' megalomane e fare cinema, come diceva Fellini, è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio”.
“L'Uomo che inventò la Vespa”, sulla vita e il lavoro di Corradino d'Ascanio, è stato trasmesso sulle reti
Rai e venduto in sedici Paesi in giro per il mondo. “The acerbo Cup”, coprodotto dall'Istituto Luce, è stato venduto in oltre quaranta Paesi e inserito nel catalogo Netflix worldwide a partire da ottobre 2022. Che sensazione si prova?
“Beh, senza alcun dubbio soddisfazione, non solo per il riconoscimento della qualità del lavoro che abbiamo fatto ma anche per la consapevolezza di aver contribuito, nel mio piccolo, a diffondere la conoscenza di due storie davvero eccezionali che meritano di non essere dimenticate”.
Veniamo al tuo libro. Adam, uno dei pochi scampati, si muove in un mondo in rovina alla ricerca di sua figlia, rapita da un gruppo di predoni e venduta come schiava. In questo scenario post apocalittico l’uomo sarà costretto a ingannare, torturare e uccidere per raggiungere la propria meta, ma in questa lunga discesa nel proprio inferno personale finirà per smarrire se stesso. E compirà così la scelta più
41 LIBRI
#CoseBelle
mani da Giuseppe Santamaria, Pamela Prati, Rosario Ingegneri, e nasce dall’idea musicale dello stesso Santamaria che spiega:
“Volevo una canzone fresca, che rimanesse immediatamente in testa. Ho composto il brano senza sapere quali sarebbero state le parole, ma dentro di me già strizzavo l’occhio a un momento storico che poteva essere proprio quello degli anni ‘60. Alla fine mi è stato restituito questo testo, che non avrebbe potuto avere parole più azzeccate”.
Aggiunge Rosario Ingegneri, paroliere del pezzo: “Mi avevano inviato questa musica. Non era facile immaginare un testo su una melodia che presenta note così ravvicinate. Dopo averlo ascoltato la sera, però, nella notte mi sono svegliato con questo motivetto già nella testa. È stato istintivo: mi sono subito venuti alla mente gli anni ‘60. Era una realtà completamente diversa da quella di oggi: ci bastava poco per godere del divertimento”.
E, a prestare la voce alle sue parole, è arrivata una cantante, ballerina e attrice di straordinario spessore come Pamela Prati: diva contemporanea, dallo charme e dalla personalità in cui sensualità, simpatia e talento si uniscono, proprio come accadeva con le più grandi artiste di quei favolosi anni. Del resto, Pamela è una protagonista dello spettacolo che ha saputo proseguire la migliore tradizione cominciata proprio in quel periodo:
“Si tratta di una canzone leggera, che però non rinuncia a un sottofondo di malinconia. Volevamo riproporre quelle atmosfere che hanno saputo raccontare anche i Matia Bazar in Vacanze Romane o, in un tema ancor più internazionale, Liza Minnelli e Robert De Niro in New York New York, dove gli artisti viaggiano vivendo della loro passione. C’è una ricerca molto curata di ogni dettaglio nel video della canzone. Io, per esempio, vesto un abito di Dior, indossato già da altre dive degli anni ‘60 e concesso da una sarta formidabile”.
E allora, alziamo il volume e prepariamoci ad accogliere l’estate concedendoci un tuffo nel passato, nella spensieratezza e nella poesia di un decennio che, in qualche modo, appartiene a ognuno di noi.
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scrittura con articoli e libri di psicologia, per poi passare alla musica.
Andrea, sei amante da sempre di questo personaggio, tanto da scriverne un libro. Ecco, quando uscì la notizia della scomparsa di Donna Summer, cosa provasti?
“Ricordo che provai un senso di irrealtà, non mi sembrava vero e pensavo fosse una bufala. Era un pomeriggio in cui mi trovavo in Rai. Rimasi sconvolto e così sono andato a verificare se la notizia fosse vera o meno. Lo era purtroppo. E' stato un colpo per tutti, visto che lei era molto riservata e non aveva mai parlato della sua malattia, al contrario di tanti altri personaggi che gridano le cose ai quattro venti. Se n'è andata in silenzio”. Hai avuto l'occasione di incontrare personalmente Donna Summer?
“Certamente. Credo di averla intervistata sia in Italia che all'estero ben sette volte e ormai ci conoscevamo. Sono entrato in contatto anche con il marito”.
Che sensazione hai provato intervistandola?
“Era una persona eccezionale, in quanto molto empatica, scherzosa, affabile e non aveva affatto comportamenti da diva. Era molto alla mano, una donna della porta accanto. Tutto il contrario di quello che si poteva immaginare”.
Questo è il primo libro a lei dedicato?
“In Italia è il primo in assoluto, mentre nel mondo ci sono un paio di libri che sono una specie di raccolta discografica. Qui abbiamo utilizzato materiale inedito e molte illustrazioni. Da tempo avevo in mente di scriverlo, tanto che le avevo parlato di questa idea”.
Che ne pensava?
“Era molto contenta, poi è successo quello che è successo e ho preferito far passare un po' di anni perchè ritenevo inopportuno scrivere subito qualcosa. Pensa che lei aveva già accettato di fare la prefazione ”. Invece l'ha fatta Pete Bellotte.
“Sì, è stato molto carino, non si concede facilmente sai? Un vero gentleman e un gramde onore per noi”. Giovanni, quali sono stati i motivi per cui avete dato alla luce questo libro?
“Ci sono tanti libri sugli artisti della musica rock, ma su quelli funky e soul non c'è nulla in Italia. Altra motivazione è perché abbiamo del materiale inedito e, in ultimo, per ricordare una persona eccellente come lei”. Com'è articolato il libro?
“E' composto da tantissime illustrazioni, soprattutto dell'epoca e aneddoti che non sono mai stati svelati, raccontati da lei e dalle persone a lei vicine, come il suo entourage. Questa è la particolarità. E' un libro cartonato e ha la sua valenza. Edito da Coniglio Editore”. Cosa vi aspettate dopo il bestseller precedente?
“Siamo davvero fiduciosi”.
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MUSICA
by Silvia Giansanti
GIUsePPe CoZZolIno “IlmIosoGno èUnFeatUrInG Con torY laneZ”
Giuseppe Cozzolino è nato a Napoli il 18 ottobre del 1992 ed è l'ultimo di tre figli di una famiglia modesta. Attualmente risiede in provincia ed è pronto per spiccare il volo nella musica. Ha anche un passato da modello e sogna di partecipare al festival di Sanremo.
Giuseppe, qual è la tua storia?
“Sono cresciuto in un paese di pochi abitanti, Grumo Nevano, dove si conoscono un po' tutti. Della mia infanzia ricordo di essere sempre stato un bambino abbastanza vivace e indipendente. Infatti come tanti bambini di quei tempi, trascorrevo la maggior parte del tempo per strada o nei vicoletti del quartiere e davo tanti grattacapi ai miei. Come si dice a Napoli 'Nu scugnizzo'. Poi ho frequentato la scuola anche se non è mai stata una mia priorità importante, ma poi penso che tutto quello che ad oggi ho imparato e sto ancora imparando, non è sicuramente solo grazie alla scuola, ma soprattutto alle esperienze di vita”.
Cosa ti fa stare bene nella vita?
“Mi piace fare sport, anzi lo stare bene in forma. Al di fuori della palestra, che tutt'oggi frequento, ho praticato kick boxing, ho fatto dei corsi caraibici di bachata e di merengue. Sin dall'adolescenza sono stato attratto dalla strada della musica e ricordo il mio primo strumento che è stato la chitarra. Ho così seguito qualche corso da un maestro nel mio paese, poi ho incominciato ad interessarmi ed approfondire vari strumenti e vari software per produrre musica, anche con con l'aiuto di qualche amico che era già nel settore”. Questa tua passione ha avuto un seguito?
“La musica ha sempre fatto parte della mia vita e ad oggi posso dire che è lo strumento con il quale si riesce ad esprimere quello che si ha dentro senza freni. Con il tempo ho partecipato a qualche casting musicale ed ho fatto anche lavori come modello per vari brand, shooting ed eventi come Pitti e Milano Fashion Week”.
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by Silvia Giansanti
ClelIa BendandI rICordodIUn’IConadellaradIo
Si è spenta di recente una delle voci più significative e particolari del panorama radiofonico italiano. Clelia ci ha lasciato ricordi importanti
Il nostro più grande rammarico è quello di non aver fatto in tempo ad intervistare una voce storica come quella di Clelia Bendandi, che era in programma per la nostra rubrica. Un grande dispiacere e un grande peccato aver perso un nome importante che ha contribuito a creare un bel pezzo di storia radiofonica, specie quando era alla conduzione sulle Stereo Rai, insieme ad altri colleghi illustri. Fino a qualche giorno prima della sua scomparsa, era andata regolarmente in onda su Rtl Best. Anche lei aveva accettato di lavorare in questo interessante progetto, atto a rivalutare le grandi voci della radiofonia. Clelia ha toccato i 50 anni di carriera con devozione, impegno e la passione che tutti gli addetti del settore conoscono fino in fondo. Clelia ha una storia di tutto rispetto e il suo nome è entrato nel cuore di molte persone che non la dimenticheranno mai. Già, come si fa a dimenticare quella voce così vera, così incisiva, così professionale? La notizia arrivata nella mattinata del 13 marzo scorso ha gettato tutti nell'incredulità e nello sconforto. Per diversi anni ha gestito parallelamente all'attività radiofonica un ristorante nella Capitale. “L'isola del Sole” era un barcone galleggiante dove si mangiava in compagnia anche di grandi artisti della musica che erano soliti passare a salutarla. Personalmente ho sempre nutrito stima e ammirazione nei suoi confronti, tant'è vero che sarebbe stato davvero interessante sentire dalla sua voce tanti avvenimenti di un passato radiofonico che ha lasciato il segno. Abbiamo raccolto la testimonianza di alcuni colleghi che erano amici consolidati e che in queste frasi hanno espresso tutto il loro dolore.
Barbara Marchand: “Cara amica Clelia, rappresentavi la forza in tutto il suo splendore e sei andata via senza avvisarci. Amavi il tuo lavoro con il cuore. Sempre amabile e mai saccente. Mancherai a tutti ma soprattutto a noi che ti conoscevamo con simpatia e affetto. Clelia è un colonna della radio, quella vera, quella beneducata, quella preparata e quella rispettosa dell'ascoltatore. Non c'era competizione tra noi ed era sempre una festa quando ci incontravamo. Ci sarà sempre. E' una pietra miliare di questa nostra bellissima avventura, la radio! Chissà che fai lassù? Proteggici e se fosse possibile, un forte abbraccio. Ciao Clè.”. Daniela Debolini: “Clelia era una mia grande amica, ci vedevamo e ci sentivamo spesso. Avevamo programmato di vederci a cena proprio pochi giorni dopo la sua scomparsa. Che dire? Io ero la sua 'biondina del cuore', perché avevamo sette anni di differenza e quindi quando ci siamo conosciute a Radio Elle ero la più piccola di tutte. Ero sempre quella della musica italiana e lei adorava Pino Daniele. Per me è stato un dolore immenso perché alla nostra età perdere un'amica fa malissimo. Era sempre positiva e non parlava mai male di nessuno. E' stata una grossa perdita sia come conduttrice radiofonica che come persona”.
Foxy John: “Clelia era una grande amica e una bella persona. Ricordo con nostalgia il suo ristorante 'L'Isola del Sole' sulle sponde del Tevere. Quanti ricordi, quante mangiate insieme e quanta gente in quel locale. In modo particolare ricordo suo padre, Poldo Bendandi, un attore di successo”.
Francesco Acampora: “La prima volta che ho conosciuto Clelia Bendandi avevo diciotto anni e avevo appena messo piede a Radio Luna che è stata la mia prima radio ma non la sua, poiché lei veniva da Radio Elle. Era già una veterana quando io ho messo la bocca al microfono. Quello che si capiva di lei immediatamente è che riusciva a far passare attraverso il microfono tutta la sua essenza umana. Clelia era una persona estremamente buona,
58 STORIE DI RADIO
Clelia Bendandi con Barbara Marchand
“Quando mi è stata data l’opportunità alla Doppio Senso Night, l’ho colta al volo. Fa parte di me: se c’è da sperimentare, io sono in prima linea. Mi piace osare e infatti… continuo a sognare la tv! Il piccolo schermo mi affascina e mi piacerebbe farne parte. Chissà che questo sogno non possa realizzarsi!”.
Nella tua testa, peraltro, c’è anche il grande schermo.
“Mi piacerebbe vivere il mondo dell’erotismo dall’altra parte dell’obbiettivo e realizzare cortometraggi erotici che valorizzino il ruolo della femme fatale. Mi ispirerei a Tinto Brass e… stupirei il pubblico con effetti speciali!”.
Sveliamo un ultimo dettaglio. Nella vita Sally Blu è anche imprenditrice.
“Proprio così! Ho aperto un negozio di abbigliamento in quel di Torino. Diciamo che di giorno… mi trasformo. Ho un’attività tutta mia, mi piacciono le sfide e… mi ci sono buttata! D’altronde, è come per il mio personaggio artistico: bisognava buttarsi per capire come sarebbe andata questa sfida”.
Chi è Sally Blu nella vita di tutti i giorni?
“Ho due cani, adoro gli animali, quando ho tempo vado in palestra e coltivo la passione per le danze aeree. Nella mia vita di tutti i giorni mi metto comoda: sono una star ma… nel mio quotidiano non mi piace troppo apparire, sono riservata, tendo a tenere tutto per me. Un altro conto è quando sono sul palco e sono nel mio personaggio. Ecco, in quel mondo mi piace osare e sperimentare”.
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Photo @_seeyoulater_initaly
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GIUsePPIna CoFInI “l’Hotel
CrIstallo
InPrImalIneaPerIlsoCIale”
Quando l’imprenditoria si unisce al sociale generalmente esce sempre fuori qualcosa di meraviglioso. Ed è il caso dell' Hotel Cristallo, da anni impegnato con vari progetti e iniziative. Ne parliamo con Giuseppina Confini, Ceo della struttura alberghiera sita a Villa Adriana Tivoli (Roma) in via Maremmana Inferiore km 0,500 (Info. 0774 381919).
Giuseppina Cofini, ci parli delle sue attività che con passione e grande professionalità, grazie anche alla collaborazione di uno staff preparato, ogni giorno, regala a voi e ai vostri ospiti grandi soddisfazioni...
“L’Hotel Cristallo è un piccolo albergo dove tutti sono in famiglia. Uno Staff giovane e principalmente al femminile, che pone l’attenzione sulle piccole cose, le quali sommandosi fanno davvero la differenza nel far sentire l’ospite a casa. Alcuni dei nostri servizi più memorabili sono impercettibili e quasi inaspettati e l’obiettivo è dare all’ospite la certezza di aver ricevuto un trattamento unico e su misura. L’attenzione posta alle tematiche del sociale rimane uno dei punti focali della nostra mission. Preme citare l’adesione dell’Hotel Cristallo al progetto 'Soggiorno Sereno Sandro Gabbani', la Onlus di Federalberghi Roma che da 7 anni sostiene l'attività di accoglienza dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Un'idea nata dalla generosità di Sandro Gabbani, albergatore romano scomparso in giovane età che, mentre era in cura in un reparto oncologico, si era reso conto dei problemi enormi a cui andavano incontro ammalati e parenti quando ve-
II I IMPRESE & PERSONAGGI