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le vIlle
from Capri n.10
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Le dimore del mito
THE HOMES OF MYTH
text Tito Fiorani
Storia e passioni nelle case più belle di Capri History and passion in Capri’s most beautiful houses
Mirabile sintesi di bellezza e di storia Capri si offriva, negli anni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, come meta privilegiata di artisti e sognatori, donne fatali e grandi peccatori. Molti decisero di fermarsi sull’isola per sempre, acquistando o costruendo semplici o sfarzose dimore. Tra questi, nel 1876, un ricchissimo medico, il colonnello sudista John Cly Mac Khowen. Giunto ad Anacapri acquistò un rudere, nei pressi di una vecchia torre Aragonese. Lo ingrandì di una serie di ambienti seguendo il gusto della “casa museo” all’epoca tanto in voga, e per soddisfare la sua passione per l’archeologia riunì nelle sale e nei cortili della Casa Rossa (così chiamata per il suo colore) una serie di reperti archeologici trovati nell’isola. Schiavista convinto, girava per il paese impugnando un frustino che non esitava ad usare. Ma compiva anche atti di grande generosità, quali il curare gratuitamente gli ammalati fornendo loro medicine, cibo e denaro. Tornato negli Stati Uniti fu ucciso in un bar di New Orleans, nel corso di una rissa. Sempre a Anacapri giunse, nel 1895, il medico svedese Axel Munthe. Pose gli occhi sulle rovine di una piccola cappella medioevale dedicata a San Michele e decise di acquistare il terreno e i ruderi. Chiamò la villa San Michele, in seguito scrisse l’omonimo romanzo che lo rese famoso. Nel 1910 a causa di seri problemi alla vista, fu costretto a ritirarsi nell’ombrosa Torre Materita che aveva fatto restaurare, affittando la troppo soleggiata villa San Michele a Luisa Amman, moglie del marchese Camillo Casati Stampa di Soncino. Costantemente tesa al superamento di ogni limite, la marchesa si lasciava andare ad ogni genere di eccentricità. Le furono attribuiti numerosi amanti, il più celebre dei quali fu Gabriele d’Annunzio. Con il suo modo di vivere riuscì nel giro di pochi decenni a dilapidare l’enorme patrimonio, tanto da trascorrere in miseria gli ultimi anni della sua vita. Avevano invece amministrato con saggezza i loro averi le “sorelle” Wolcott-Perry. Imparentate alla lontana ed entrambe orfane, Kate e Saidee erano diventate l’una il centro dell’esistenza dell’altra, condividendo appassionatamente il loro amore diverso. Sbarcate a Capri nel 1897, per una visita che doveva durare pochi giorni, furono talmente colpite dai luoghi che decisero di restarvi per sempre. A Marina Grande sorgeva una piccola costruzione con il tetto formato A marvelous combination of beauty and history, Capri became a privileged Mecca for artists, dreamers, femme fatal and great sinners during the eighteenth and nineteenth centuries. Many decided to stay on the island forever, purchasing or building homes, both simple or lavish. A case in point is southern colonel John Clay Mac Khowen, an extremely wealthy doctor who came to Anacapri in 1876 and purchased dilapidated ruins near the old Aragonese tower. He renovated the building according to the housemuseum style in vogue at the time. Meanwhile, to satisfy his passion for archeology, he gathered a series of archeological ruins found on the island and placed them in the rooms and courtyards of the Casa Rossa, named for its color. A die-hard slave driver, he travelled all over the country with his whip in hand—and he never hesitated to use it. Yet, he was also known for his great acts of generosity like treating patients for free as well as supplying them with medicine, food and money. Upon returning to the US, he was killed during a bar brawl in New Orleans. Another doctor arrived in Anacapri in 1895: the Swede Axel Munthe. As soon as he laid eyes on a small Medieval chapel dedicated to San Michele, he decided to purchase the land and its architectural remains. He called the villa San Michele and later wrote the novel by the same name that made it famous. In 1910, due to serious problems with his sight, he was forced to retire to the shadowy Materita Tower, which he had restored. He then rented the sunny Villa San Michele to Luisa Amman, wife of Marquis Camillo Casati Stampa of Soncino. Constantly intent on overcoming all limitations, the marquise surrendered to all sorts of eccentricities. She is said to have had numerous lovers, of whom Gabriele d’Annunzio was the most famous. Due to her lavish lifestyle, in just a few decades she proved capable of squandering her enormous patrimony—so much so, that she spent the last years of her life in poverty. Two people who, on the contrary, were able to sagely manage their assets were the Wolcott-Perry sisters. Distant relatives who were both orphaned, Kate and Saidee became the focal point of each other’s existence, sharing their unique brand of love in a passionate way. They arrived in Capri in 1897 for a visit that was supposed to last a few days, and they were so impressed by it that they decided to stay for the rest of their lives. On Marina Grande there was a small building with a delightful dome-like roof.
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da graziose cupole. Dopo una breve contrattazione acquistarono la casa, il terreno adiacente e la spiaggia sottostante. Cinque anni dopo era diventata una splendida villa, che le proprietarie chiamarono Torricella, perfetto esempio di stile eclettico, con decorazioni arabeggianti, torri e torrette, finestre bifore e merlature moresche, il tutto mescolato a qualcosa di gotico e di rinascimentale. Il più caro tra i loro amici capresi era stato un giovane poeta francese, il barone Jacques d’Adelsward Fersen la cui dimora, Villa Lysis, rappresenta oggi il più sublime monumento dell’effimero. Fuggito da Parigi nel 1904 dopo aver scontato una condanna a sei mesi di prigione per oltraggio alla morale e corruzione di minorenni, Jacques cominciò a frequentare l’isola divenuta stravagante colonia di residenti stranieri. Abbandonato il titolo di barone decise di presentarsi come il conte Fersen. Sull’isola acquistò un terreno nei pressi della villa di Tiberio, in località Lo Capo, e lì decise di costruire il suo eremo incantato, dove potersi ritirare, alla ricerca di quell’ispirazione poetica che troppo spesso gli faceva difetto. Affidò il progetto della villa allo scenografo ed incisore Edouard Chimot, raccomandandogli di costruire “qualcosa che non somigliasse a niente”. Per più di quindici anni tentò di scrivere poesie, continuando a dare feste, a fumare oppio e a fare uso di ogni genere di droga. Poco più che quarantenne decise di uscire di scena trovando finalmente nella morte quella coerenza che gli era mancata alla vita. Nessun prete volle benedire la salma. In quegli anni il pittore tedesco Karl Willhelm Diefenbach si era stabilito a Capri ed aveva scelto di abitare alla fine di via Camerelle, proprio là dove la strada si biforca. L’elegante residence che sorge adesso in quei luoghi è ciò che resta di Villa Camerelle, la sua prima dimora caprese. Personaggio singolare, occhi chiari e penetranti, la barba e i capelli eternamente in disordine, vestito sempre di un saio calzava sandali anche d’inverno. Disdegnava il vino e il tabacco, non mangiava mai carne, predicava l’amore per la natura e per gli animali, il nudismo, la pace e la fratellanza, contornato da numerosi allievi con i quali condivideva la propria abitazione. Una parte delle sue opere, 31 tele e 5 sculture di gesso, sono oggi conservate nel museo che porta il suo nome presso la Certosa. Si tratta di tele enormi, chiuse in massicce cornici, di eccezionale forza espressiva. Un nuovo capitolo si aprì a Capri con Curzio Malaparte che realizzò sull’isola il suo sogno: incagliata fra le rocce del promontorio di Punta Massullo, a picco sul mare si erge la villa che lo scrittore chiamò Casa come me. E’ costituita da un grande salone, sulle cui pareti si aprono quattro finestroni da ciascuno dei quali si ammira un panorama diverso. Una scala esterna, a forma di imbuto conduce al caratteristico ed inimitabile tetto solarium, al centro del quale si staglia, tra tanto rosso, una bianca vela di muratura. Tra queste mura Malaparte scrisse le pagine più significative dei suoi libri più celebri, amò donne bellissime e famose, ospitò uomini illustri, ma subì anche l’onta di ben due arresti, per i suoi trascorsi fascisti. Personaggio camaleontico e cosmopolita Malaparte fu, nel corso della sua movimentata esistenza, vincitore e vinto, fascista e maoista, aristocratico e populista, ma soprattutto uno scrittore. La sua casa viene considerata un autentico capolavoro del razionalismo italiano. After a brief negotiation period, they acquired the house, its adjacent land and the beach below. Before five years had passed, it was transformed into a splendid villa which the owners named Torricella. Its eclectic style featured Arabesque decorations, towers and turrets as well as mullioned windows and Moorish battlements. All of these elements were combined with a flair that suggested Gothic and Renaissance details. Their dearest friend in Capri was a young French poet, the baron Jacques d’Adelsward Fersen, whose home, Villa Lysis, represents a sublime monument to the ephemeral. Having escaped from Paris in 1904 after serving a six-month prison sentence for moral offenses and the corruption of minors, Jacques began frequenting the island which, by then, had morphed into an extravagant colony for foreign residents. He shed his title of baron and decided to present himself as Count Fersen. He purchased land on Capri, in Lo Capo, near the Villa di Tiberio and decided to build his enchanted hermitage there, where he could retire and search for the poetic inspiration that so often escaped him. Fersen entrusted the villa’s planning to set-designer and engraver Edouard Chimot, biding him to build ‘something that doesn’t look like anything’. For more than fifteen years, he attempted to write poetry, continuously hosting parties, smoking opium and using all kinds of drugs in hopes that they would help him face his life’s frightening contradictions. He had imagined a marriage that was worthy of his class, a diplomatic post and a brilliant literary career. Instead, he lived almost as a recluse, banned by the very aristocracy to which he belonged. Even his sister and beloved mother ignored him. Finally, just after he turned forty, he decided to seek, in death, the coherence he had failed to find in life. No priest conceded to blessing his corpse. During that same era, German painter Karl Willhelm Diefenbach established himself in Capri and chose to live at the end of Via Camerelle, right where there’s a fork in the road. The elegant residence that still stands in that
Elegant and spot is all that’s left of Villa Camerelle, his first home in Capri. He was a unique person with clear penetrating sumptuous eyes, perennially messy hair and an unkempt beard. Aldwellings, silent testimonials ways dressed in a habit, he wore sandals even in winter. He disdained wine and tobacco and never ate meat. Instead, he professed a love for nature, animals, nudism, peace and fraternity. He was surrounded by numerous students with to Capri’s soul whom he shared his home. A part of his works—31 canvases and 5 gesso sculptures—are currently hosted at the museum bearing his name in Certosa. These enormous canvases are set in solid frames and exude exceptional expressive strength. A new chapter began in Capri with the arrival of Curzio Malaparte who crystallized his dream on the island. Nestled between the rocks of Punta Massullo, on a peak overlooking the sea, stands the villa that the writer called ‘Casa come me’ (House like me). It includes a large hall where each wall boasts four windows offering different views. A funnel-shaped external staircase leads to the inimitable solarium roof, a white walled silhouette amidst so much red. It was here that Malaparte wrote the most significant pages of his celebrated books. Here, he loved beautiful, famous women and hosted illustrious men. But it was here that he also got arrested because of his Fascist indiscretions. Over the course of his dynamic life, this chameleon-like, cosmopolitan figure was both winner and loser, fascist and Maoist, aristocrat and populist—but above all, Malaparte was a writer. His house is considered an authentic masterpiece of Italian rationalism.