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ICon
from Capri n.10
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Olympia
text Francesca Lombardi photo courtesy Fondazione Il Rosaio
Complice di una profonda trasformazione, Capri accoglie tra le due guerre le migliori menti del paese An accomplice of profound transformation, Capri welcomed the country’s brightest minds between the two world wars
«[…] rassicurante, in un’aria orientale di città araba, Anacapri si affacciava dietro una barriera di verdura con le sue terrazze bianche, il suo campanile, la cupola grigia della sua chiesa»: in un racconto del 1951 Alberto Moravia dipinge con queste parole Anacapri. Il racconto, è Luna di miele, sole di fiele e Capri emerge dalle parole di Moravia con tutto il fascino esotico di un luogo scelto per la fuga. Da cosa fuggiva Moravia? Per capirlo bisogna andare a qualche anno prima. E’ datata 19 agosto 1937, una lettera spedita dall’hotel Windsor di Capri da Enrico Prampolini, pittore futurista frequentatore dell’isola da oltre 15 anni, all’amico Guglielmo Jannelli, figura di spicco del Futurismo Siciliano, dove per la prima volta si parla degli “amici di Capri”. Alberto Moravia e Elsa Morante, Palma Bucarelli, Toti Scialoja e lo stesso Prampolini, e poi dopo ancora Corpora, Capogrossi, Guttuso e un Malaparte leggermente più defilato, sono però più che semplici amici. In un periodo - quello fra le due guerre - di caduta degli ideali che avevano ispirato il fascismo, un gruppo di scrittori e pittori eleggono Anacapri come spazio mentale sul quale misurare il senso di una crisi morale e linguistica. Nella letteratura come nelle arti visive. E’ proprio nella pittura che i cambiamenti nei linguaggi espressivi sono più macroscopici e Capri è lo scenario, anche appena accennato, di opere che al di là del loro valore artistico hanno il passo energico della svolta. Ritratto Di Asta Sondegaard Mazzarella di Giuseppe Copogrossi è il preludio alla svolta in senso astraente del pittore romano, che arriva a Capri negli anni ’40 con un solido e riconosciuto percorso alle spalle caratterizzato da una pittura tonale non immemore della tradizione metafisica. «[…] reassuring, with the oriental air of an Arabian city, Anacapri looked out from behind a barrier of vegetables with its while terraces, its bell tower and the gray dome of its church»: This quote captures how Alberto Moravia depicted Anacapri in one of his stories in 1951. In his tale, Luna di miele, sole di fiele e Capri, Moravia evokes all the exotic charm of a place that’s chosen as an escape. But just what was Moravia escaping from? To understand, you’ve got to go back a few years. A letter, dated August 19, 1939, was sent from Capri’s Hotel Windsor by Enrico Prampolini, a futurist painter who frequented the island for more than 15 years, to his friend Guglielmo Jannelli, a top exponent of Sicilian Futurism. This letter makes the first recorded mention of ‘the friends of Capri’. We’re talking about Alberto Moravia and Elsa Morante, Palma Bucarelli, Toti Scialoja and even Prampolini himself, followed by Corpora, Capogrossi, Guttuso and Malaparte—the group, admittedly, was slightly more than just friends. During the years between the two world wars, the decline of traditional ideals inspired the rise of Fascism. It was in this context that a group of writers and painters chose Anacapri as a mental space where they could measure themselves up against the era’s moral and linguistic crises. This was true for both literature and the visual arts. Painting was an art form where the changes affecting expressive language proved particularly macroscopic. Though the landscape was often only hinted at, Capri was a ready backdrop for works characterized by an energetic flair that went beyond their purely artistic value. Portrait of Asta Sondegaard Mazzarella by Giuseppe Copogrossi was, for example, a prelude to the Roman painter’s turning point and withdrawal. He had first arrived in Capri in the 1940s with a solid, widelyacclaimed artistic journey behind him; he had created tonal paintings that were not unmindful of the metaphysical tradition. Like him, an entire group of artists who had felt them-
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Come lui, tutto un gruppo di artisti che si erano riconosciuti nel Futurismo e che ora ne seguivano da lontano il declino, grazie anche alla pesante ancora del Fascismo. Il dipinto di Capogrossi è interessante anche per la localizzazione di questo movimento anacaprese: Asta Sondegaard e il marito sono proprietari di un hotel in contrada Ceselle che diventa il fulcro fisico intorno al quale si concentra questo passaggio di menti e pensieri. Il fulcro morale è invece rappresentato da Alberto Moravia, legato a Capri da un legame non occasionale, perché l’isola, lontano da essere una semplice meta turistica, viene vissuta, da solo o con Elsa Morante, come luogo privilegiato per gli incontri intellettuali e la scrittura: qui nascono le principali opere moraviane e vengono ambientate storie e racconti. La mostra Tracce
dell’isola 1936 -1956 Arti visive, cronache
e letteratura tra Capri e Anacapri - promossa dalla neo-nata associazione Il Rosaio - ad Anacapri, al Museo Casa Rossa racconta questo periodo di storia, compreso tra la seconda guerra mondiale e la stagione della dolce vita, in cui Capri resta un’isola dove l’arte è di casa e i pittori, gli scrittori, i poeti, i fotografi, i registi che vi hanno soggiornato, danno vita a opere e a stagioni creative indimenticabili. Un luogo, Capri, in grado di coniugare ricerca e mondanità, impegno e costume come pochi posti al mondo. Il percorso espositivo proposto dalla mostra nasce per approfondire aspetti diversi: dalla cronaca alle vicende della politica, dalle arti figurative alla letteratura. Le diverse informazioni e i differenti linguaggi – quadri e disegni, foto d’epoca, filmati d’archivio, brani di cinegiornali, servizi televisivi – formano un vero e proprio caleidoscopio di suoni e di visioni, intrecciandosi di continuo nel percorso espositivo, e conducendo il visitatore nello spirito di un’epoca e nel solco della sua trasformazione. Sede della associazione Il Rosaio, l’omonima casa caprese costruita da Edwin Cerio nel 1921 a partire da una struttura architettonica preesistente. Proprio in quella contrada Ceselle ad Anacapri, vocata da sempre a catalizzare le energie intellettuali dell’isola.
selves in sync with Futurism were now following its decline from afar, thanks, in part, to the heavy anchor of Fascism. Capogrossi’s paintings are especially interesting because of their context within the Anacapri movement: Asta Sondegaard and her husband owned a hotel in the Ceselle district which became the physical point of reference for this eclectic group of bright minds and their shared thoughts. Meanwhile, the movement’s moral fulcrum was represented by Alberto Moravia who was linked to Capri in an non-occasional way. To him, the island was far more than a simple tourist spot; whether alone or with Elsa Morante, he considered it a privileged place for meeting intellectuals or for writing. Moravia’s main works were created here and this is where he set various stories and narratives. The exhibition Tracce dell’Isola (Island traces) (1936-1956): Visual arts, chronicles and literature from Capri and The movement’s moral fulcrum Anacapri is being organized by the newly-established association ‘Il Rosaio’. It is scheduled to take place at the Casa Rossa Museum in Anacawas represented pri. This noteworthy show spotlights a period in by Alberto Moravia who was linked history that goes from World War II to the Dolce Vita era, when Capri became an island where art was the order of the day, becoming home to painters, writers, poets, photographers and dito Capri in an non-occasional way rectors, giving rise to works and unforgettable creative seasons. Like few places in the world, Capri has always been a place that’s capable of combining research and worldliness, commitments and customs. The aim of this exhibition is to delve into various aspects like social columns and political occurrences, figurative arts and literature. Expect diverse information and different mediums—notebooks and drawings, vintage photos, archived video footage, newsreels and television reports that constitute an authentic kaleidoscope of sounds and views. These elements continuously combine during the exhibition’s itinerary, leading the visitor toward the spirit of an age and the journey toward its transformation. The ‘Il Rosario’ association has its headquarters in the house by the same name that Edwin Cerio built in 1921, on the foundations of a pre-existing architectural structure. It is located precisely in Anacapri’s Ceselle district, which has always acted as a catalyst for the island’s intellectual energies.