H2O Magazine - summer 2020

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€ 8 for ”catch & release” anglers > € 14 for the rest

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

EXPERIENCES • TERRACE BC • GREENLAND • LA VAL DI FIEMME • PIKES ON THE FLY • FISHING IN THE WEST COAST

CHATBOX • KATKA ŠVAGROVÁ • GABRIEL DUMITRU

COLLECTOR’S PAGES • EVOLUZIONE DELLA PESCA A MOSCA • FISHING AND ART: DAVID DANFORTH






SOMMARIO

www.h2oflyfishing.com

EXPERIENCES 8 Terrace BC 36 Greenland 36 Greenland 48 La Val di Fiemme 48 68 Pikes on the fly in private shallow waters 88 Fishing in the West Coast CHATBOX 20 Interview: Katka Švagrová 30 Flytier: Gabriel Dumitru

F I S H I N G

T R A V E L L I N G

COLLECTOR’S PAGES 60 Evoluzione della pesca a mosca 80 Fishing and art: David Danforth


CONTENTS EXPERIENCES • TERRACE BC • GREENLAND • LA VAL DI FIEMME • PIKES ON THE FLY • FISHING IN THE WEST COAST CHATBOX • KATKA ŠVAGROVÁ • GABRIEL DUMITRU

€ 8 for ”catch & release” anglers > € 14 for the rest

Anno XIII - Numero 2 Estate 2020

H2O Magazine-trimestrale di pesca, turismo e tempo libero. Tariffa R.O.C.: Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 1, CN/BO In caso di mancato recapito inviare al CPO di Bologna per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Contiene I.P..

COLLECTOR’S PAGES • EVOLUZIONE DELLA PESCA A MOSCA • FISHING AND ART: DAVID DANFORTH

MONTURA NUOVA

Cover by David Danforth

Giorgio Cavatorti

Pescare... Viaggiando

H2O anno XIII Giugno 2020 Direttore Responsabile Sara Ballotta Direttore Editoriale Giorgio Cavatorti Redazione Giorgio Cavatorti Via Verdi,30 42027 Montecchio Emilia (RE) e-mail: info@cavatortigiorgio.it Hanno collaborato a questo numero: Franco Bosin, Riccardo De Stabile, Omar Gade, Raimonda Lanza Di Trabia, Jimmy Lean, Nicola Zanon Art Director Giuditta Soavi giuditta.soavi@gmail.com Collaborazione Grafica Omar Gade Chief Technology Officier Giovanni Albero Digital Strategist Paolo Artoni Stampa: “Tipografia Bertani” Cavriago (RE) Fotografi di Redazione: Alessandro Seletti Traduzioni: Rossella Catellani, Elisabetta Longhi Autorizzazione Tribunale di Bologna n°8157 del 01/02/2011 Poste Italiane spa- Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - aut. Roc N°20825 del 10/03/2011 - DCB Bologna Una copia € 8,00 Arretrato € 10,00 Copyright © 2008 Tutti i diritti sono riservati, è vietata la riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione della Redazione. Fotografie e manoscritti non richiesti non vengono restituiti. Per qualsiasi informazione inerente i viaggi trattati nel magazine, vi invitiamo a contattare la Redazione.

Difficult year for fishing tourism due to the virus that has brought down many activities. It seems that the end of the tunnel is near and someone starts planning some trips again. Speaking of dangers, probably few people are aware of the risks running on rivers, often reachable with old helicopters, makeshift vehicles recovered at the last minute and boats driven by engines that are maintenance-free. But let's not think about it, the epidemic is decreasing, so let’s start travelling without fear. Some fishing fairs have been canceled and some postponed, we will see in the coming months to reorganize the calendar. This is an issue with interesting contents, a trip to BC to our friend Francesco at Deep Creek Lodge followed by a nice article by Omar on pike fishing; a space dedicated to women: two female pieces with an interview to the traveler Katka and an article by Raimonda Lanza on her experience in Greenland. Art always on top with David Danforth, the fantastic world of Gabriel’s flies closes this issue. See you soon and go fishing! Anno difficile per il turismo della pesca quest’anno a causa del virus che ha messo in ginocchio molte attività. Sembra che la fine del tunnel sia vicina e qualcuno ricomincia a pianificare qualche viaggio. A proposito di pericoli, probabilmente pochi hanno la consapevolezza dei rischi che si corrono sui fiumi, spesso raggiungibili con vecchi elicotteri, mezzi di fortuna recuperati all’ultimo minuto e barche spinte da motori che non conoscono manutenzione. Ma non pensiamoci, l’epidemia si sta ridimensionando e ricominciamo a viaggiare senza paura. Alcune fiere della pesca sono state cancellate ed alcune posticipate, vedremo nei prossimi mesi di riorganizzare il calendario. Numero con contenuti interessanti questo, viaggio in BC dall’amico Francesco del Deep Creek Lodge seguito da un bell’articolo di Omar sulla pesca al luccio; spazio dedicato alle donne: due pezzi femminili con un’ intervista alla viaggiatrice Katka e un articolo di Raimonda Lanza sulla sua esperienza in Groenlandia. Arte sempre al top con David Danforth e le fantastiche mosche di Gabriel chiudono il numero. A presto e andate a pescare! Giorgio Cavatorti www.h2oflyfishing.com

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Terrace BC by Giorgio CAvAtorti 11


Nel numero di ottobre del 1953 della rivista Northwest Sportsman c’è la foto di un uomo in copertina con una grande steelhead. La didascalia dice così: “il record mondiale di steelhead da 30 libbre e 8 once pescato il 6 settembre 1953 da Jeff Wilson di Hazelton, British Columbia, alla bocca del fiume Kispiox, dove questo entra nello Skeena…”. La febbre da record

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portò molti pescatori, anche a mosca, sulle rive del Kispiox. All’inizio degli anni Cinquanta la pesca alle steelhead con la mosca aveva già i suoi discepoli. Non erano molti, ma perseveravano nel cercare i fiumi e i tratti più facilmente accessibili per questa tecnica. La pesca con la mosca, oggi il metodo scelto dalla maggioranza dei pescatori sugli affluenti dello Skeena, si sviluppò

lentamente. John Fennelly, un pescatore a mosca americano, fu uno dei primi, se non il primo in assoluto, a documentare l’attività sportiva di pesca con la mosca che veniva impiegata sugli affluenti dello Skeena. Le prime tecniche di pesca a mosca alla steelhead si basavano perlopiù su tecniche britanniche di pesca al salmone atlantico portate nella Columbia Britannica da uomini come il


The cover of the October 1953 issue of the magazine Northwest Sportsman featured the photo of a man with a big steelhead. The caption said: “The world record of a steelhead weighing 30 pounds and 8 ounces caught on 6 September 1953 by Jeff Wilson di Hazelton, British Columbia, at the mouth of the Kispiox river, where this flows into the Skeena River…”

The world record fever led many fishermen and even fly anglers onto the banks of the Kispiox River. In the early 1950s steelhead fishing already had its disciples. There were not many of them, but they persisted in looking for the most accessible rivers and stretches for this technique. Fly fishing, now the method chosen by most anglers on the tributaries of the

Skeena River, developed slowly. John Fennelly, an American fly fisherman, was one of the first ones, if not the first ever, to record the activity of sports fly fishing on the Skeena’s tributaries. The first techniques of steelhead fly fishing based most of all on British techniques of Atlantic salmon fishing was brought to British Columbia by men like the general Noel Money,

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generale Noel Money, Roderick HaigBrown e Tommy Brayshaw. L’afflusso di Americani nell’area dello Skeena negli anni Cinquanta e Sessanta ebbe una profonda influenza sulla pesca a mosca in quelle zone. Oggi tutto è più semplice; esperte guide con scatole di Skagit di tutti i pesi mettono a proprio agio qualsiasi pescatore che ha sbagliato nell’acquisto delle attrezzature prima

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di partire e mosche spettacolari sono a disposizione in ogni piccolo negozio disseminato nella vallata del Fraser. La macchina canadese per il turismo specializzato qui ha fatto passi da gigante, difficilmente il “cliente” rimane scontento della vacanza di pesca in Canada. L’atmosfera è suggestiva e i locali sono ben consapevoli dell’indotto che porta la pesca al salmone in mesi

come settembre e ottobre, dove altrimenti sarebbe difficile vendere posti letto. Francesco del Deep Creek Lodge ha fatto una scelta diversa, ha portato qui la famiglia dalla Svizzera con l’obiettivo di migliorare la qualità della loro vita e si è integrato magnificamente a Terrace. Lavora con guide esperte ed è posizionato strategicamente per potere offrire svariate possibilità di


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Roderick Haig-Brown and Tommy Brayshaw. The flow of Americans to the area of the Skeena River in the 1950s and 1960s had a deep influence on fly fishing in those areas. Everything is easier today; expert guides with Skagit boxes of all weights put at ease any fisherman who has made mistakes in the purchase of equipment before the journey, and spectacular flies are at

disposal in every small shop scattered in the Fraser Valley. The Canadian machine for specialized tourism has made great strides here, and it is unlikely that the “customer� will be unsatisfied with his fishing holiday in Canada. The atmosphere is evocative and locals are well aware that a whole industry turns around fly fishing in months like September and October,

when it would be otherwise difficult to sell accommodations. Francesco from the Deep Creek Lodge made a different choice; he brought his family here from Switzerland with the aim of improving the quality of their life and he integrated very well in Terrace. He works with expert guides and has a strategic location to offer various fishing opportunities at a small distance

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pesca a poca distanza dal suo lodge. In pochi minuti a piedi si pesca nel fiume Kalum, e in mezz’ora nel Kitimat, ottimo per le steelhead primaverili, e poi nel Copper, oppure con le guide nello splendido Skeena, solo per citare i maggiori fiumi conosciuti. Da italo/ svizzero, con una particolare attenzione per il cibo di qualità, ha creato una

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struttura ricettiva che raramente dà adito a critiche negative: con la moglie Sara il lodge offre una cucina di alto livello, meglio di tanti ristoranti italiani. Il Deep Creek Lodge è il classico posto dove si torna sempre volentieri, dove si è sicuri di trovare pesci e buon cibo, cosa non sempre scontata quando si viaggia. Nonostante le difficoltà di

un anno con poche risalite, lo scorso settembre abbiamo comunque catturato splendidi pesci e conosciuto guide veramente competenti. Il Deep Creek inoltre è un’ottima destinazione per famiglie, sia per la location, sia per le svariate possibilità di turismo generico che offre, dalle escursioni alla visita di villaggi dei nativi.


from his lodge. In just a few minutes on foot you can fish on the Kalum River, in half an hour on the Kitimat River which is very good for spring steelheads, and then on the Copper River, or with the guides on the wonderful Skeena River, just to mention the bestknown ones. As an Italian-Swiss with a particular attention to quality food, he

has created an accommodation facility which seldom gets negative critiques: together with his wife Sara, he offers in his lodge a high level cuisine, better than many Italian restaurants. The Deep Creek Lodge is the classical place where you will be always willing to return to, and where you are sure to find fish and good food, which cannot

always be taken for granted when you travel. In spite of a year with few runs, last September we caught splendid fish and got to know really competent guides. The Deep Creek is furthermore an excellent destination for families, both for the location and for the various tourist opportunities it offers, from excursions to the visit of native villages.

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Hotel

Erlenhof

L’hotel Erlenhof offre l’accoglienza ideale per pescare nella famosa riserva del fiume Gail a Kotschach Mauthen, riserva adatta sia per principianti sia per esperti pescatori a mosca. L’hotel è situato vicinissimo al fiume ed è perfetto non solo per la pesca, ma anche per escursioni a piedi o in bicicletta. Erlenhof is the ideal hotel for fishing in the famous reserve of the Gail River in Kotschach Mauthen, a reserve suitable for beginners as well as for experienced flyfishermen. The hotel is located very close to the river and it is perfect not only for fishing, but also for hiking or cycling. www.erlenhof.at

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interview

KATKA ŠSVAGROVÁ Flyfishing guide, traveller and ambassador for Hardy, RIO Products, Patagonia, Costa Sunglasses, FullingMill. 5 times women´s Champion of the Czech Republic Guida internazionale di pesca a mosca, viaggiatrice e ambasciatrice per Hardy, RIO, Patagonia, occhiali da sole Costa, FullingMill. Cinque volte campionessa femminile della Repubblica Ceca

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PARLACI UN PO’ DI TE: COME E QUANDO È NATA LA TUA PASSIONE PER LA PESCA CON LA MOSCA ? Per vanità femminile non dirò la mia età, ma diciamo che sono abbastanza giovane per avere ancora qualche anno di pesca davanti a me prima di metter su famiglia. Sono della Repubblica Ceca; mio nonno e mia nonna erano pescatori a mosca, quindi quando sono nata era già deciso che avrei continuato la tradizione familiare. Non ricordo esattamente quando ho iniziato a pescare, ma ho un vecchio filmato in cui, a 4 anni, sono in piedi su una roccia in mezzo al fiume e sto pescando con la mosca con una trota allamata. Ho sempre usato tutte le tecniche, ma la pesca con la mosca artificiale è sempre stata la mia preferita. Ricordo la mia prima trota fario presa a mosca. Avrò avuto meno di 4 anni e pescavo con mio

padre che mi aveva fatto un bastoncino di nocciole di legno con un pezzo di tippet, mi fece scegliere una mosca dalla sua scatola portamosche e ovviamente scelsi la più strana – una grossa cavalletta verde e… sì, catturai una bella trota brown proprio accanto alla riva. Ma la storia della cavalletta non è finita. Prima di partire per il mio primo viaggio di pesca in Australia (nel 2014), per trascorrere lì un paio di mesi e imparare da una famosa guida locale, Jono Shales, mio padre mi diede quella cavalletta come portafortuna! Mi disse che l’aveva conservata e che la portava sempre con sé quando andava a pesca. Da quel momento la mia fortunata cavalletta ha viaggiato con me in più di 20 paesi e mi piace credere che finora mi abbia portato fortuna.


TELL US SOMETHING ABOUT YOU: HOW AND WHEN DID YOUR PASSION FOR FLYFISHING START? As a lady I will not share my age but I’m still young enough to have some good fishing year ahead before I plan to settle down with a family. I’m from the Czech Republic and come from a fly fishing family. My granddad and my grandma were anglers so when I was born it was already decided that I would continue the tradition. I don’t exactly remember when I started fishing, but there is a serious old video where I’m standing on a rock in the middle of a river landing a trout, I was about 4 years old. I used all techniques, but fly fishing has always been my favourite. I remember my first brown trout on the fly. I was under 4 years old and I was fishing with my dad; he gave me a wooden hazelnut stick with a piece of tippet and let me choose a fly from his fly box. Of course I chose the most weirdest - a big green grasshopper and yes, I got a nice brown trout just right next to the bank. But the story of my grasshopper goes on. When I was leaving on my first fly fishing trip to Australia (in 2014) to spend there a couple of months and learn from a local famous guide, Jono Shales, my dad gave me that same grasshopper to wish me luck !


SEI GIOVANE, MA HAI GIÀ VIAGGIATO MOLTO, QUAL È IL TUO POSTO PREFERITO? Ho avuto la fortuna di visitare più di 20 paesi negli ultimi 3 anni e ogni posto ha qualcosa di speciale. Ma se devo fare una classifica, i primi cinque sono la Bolivia, la Bassa California, l'Islanda, la Croazia e la Repubblica Ceca. Se devo sceglierne uno però, scelgo la Bolivia. La Bolivia è stata sicuramente il viaggio della vita, non solo perché pescare lì è pazzesco, ma anche vedere la giungla è un’esperienza che ti lascia il segno. CHE TIPO DI PESCE TI PIACE PESCARE? Preferisco pescare a vista: con mosca secca, popper ecc. aggressivi GT o diffidenti permit oppure grosse trote brown nei fiumi dell'Isola del Sud (Nuova Zelanda) oppure dorado nelle acque cristalline dell'Amazzonia bolivaniana. COME VEDI IL FUTURO DELLE DONNE CHE PESCANO? Da qualche parte ho letto che il flyfishing femminile è lo

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sport in più rapida crescita e sono d'accordo. Adesso sempre più donne amano passare il loro tempo sui fiumi a pescare, il che è un buon segno. Inoltre grandi aziende iniziano ad investire sulle donne per le attività di pesca a mosca, e questo è fantastico. Io sono stata molto fortunata perché ho sponsor che mi hanno dato piena fiducia. LAVORI COME GUIDA A TEMPO PIENO PER LA PESCA A MOSCA. È MOLTO INSOLITO CHE LE GUIDE DI PESCA A MOSCA SIANO GIOVANI DONNE, COME REAGISCONO I CLIENTI? SI FIDANO DI TE? SONO EDUCATI? HAI QUALCHE EPISODIO DA RACCONTARCI? Devo dire che essere donna, certe volte, è anche meglio. Sicuramente ci sono stati alcuni clienti, in particolare signori britannici anziani, che all'inizio erano un po’ sospettosi, ma poi si sono fidati. Ricordo un cliente che aveva circa 80 anni e aveva pescato salmoni per tutta la vita e non era mai stato guidato da una donna . Era uno dei miei primi clienti e


He told me that he saved it and carried with him all the time while fishing. Since then my lucky green grasshopper has travelled with me in more than 20 countries and I like to believe it brings me all the fishing luck ! YOU HAVE TRAVELLED A LOT, WHAT IS YOUR FAVOURITE PLACE TO FISH? I have been lucky enough to visit more than 20 countries in the past 3 years and each place has something special. Among my favourite are Bolivia, Baja California, Iceland, Croatia and the Czech Republic. But If I hade to pick just one, I would choose Bolivia. Bolivia is definitely the trip of a lifetime, not only because fishing is insane but being in the jungle is a unique experience. WHAT KIND OF FISH DO YOU LIKE FISHING? I like fishing with dry fly, poppers etc. looking for

aggressive GT or permit, spotting massive brown trout in rivers of South Island (New Zealand) or golden dorado in crystal clear waters of Bolivian Amazon. HOW DO YOU SEE THE FUTURE FOR WOMEN IN FLY FISHING? I have read somewhere that women fly fishing is the fastest growing sport and I agree. You can now see a lot of women that spend more and more time on the water, which is definitively positive and they have my full support! Big companies are starting to invest in women fly fishing, which is great. I am very lucky to have the full trust of my sponsors and of the people I work with. YOU WORK AS A FULL TIME FLY FISHING GUIDE. IT IS VERY UNUSUAL FOR A YOUNG WOMAN, HOW DO CLIENTS REACT? DO THEY TRUST YOU? ARE THEY


quando l'ho incontrato davanti al lodge e gli ho detto "Sarò la sua nuova guida". Mi ha guardato con disprezzo e ha detto solo "hmmm" poi mi ha chiesto "da quanto tempo lavori qui?" "Una settimana" "Pensi di conoscere il fiume abbastanza bene?" “Sì, certo” ho risposto. Dopo un primo turno, quando l'ho introdotto alla pesca a ninfa francese sul fiume Bugda, ha cominciato a divertirsi e nei giorni successivi ha catturato bellissimi salmoni. Il giorno della partenza, prima di lasciare il lodge, mi disse "Tornerò Katka e voglio che mi guidi di nuovo tu!” È stata una grande soddisfazione e da quel momento ho trovato la fiducia in me stessa come guida. E sì, l’anno dopo è tornato!

CHE COS'È CHE TI PIACE DI QUESTO MESTIERE? E’ sempre stato il mio sogno ed il motivo per cui sono partita per l’ Australia, volevo imparare il lavoro di guida da Jono Shales. Quando, nel 2018, facevo la guida al mio primo cliente, Mr. Simon, e lo vidi catturare il primo salmone, mi resi conto che quello era il lavoro per cui ero nata. Persino la pesca con la mosca non mi procura tanta felicità quanto vedere un cliente felice che cattura il pesce dei suoi sogni e impara qualcosa di nuovo! Ho un gruppo davvero fantastico di persone che lavorano con me al Lodge e, di sicuro essere ogni giorno in contatto con la natura rende questo lavoro ancora più speciale.


POLITE? DO YOU HAVE GOOD STORIES TO TELL US? I have to say that most of the time it is alright. Sometimes very good. Of course there are some clients, especially old English gentlemen, who are a bit suspicious at the beginning but then I manage to win their trust. I remember a gentleman in his 80s who had been fishing for salmon all his life and had never been guided by a lady. He was one of my first clients and when I met him in front of the lodge and told him „I will be your new guide„, he looked at me and said „ hmmm“. His first question was : „ How long have you been working here?“ „ one week“ „Do you think you know that river good enough?“ Absolutely” I said. I showed him the French nymphing and he had a really good time on river Bugda. The following days he caught really nice salmon and when he left the lodge, he told me „I am going to come back, Katka and I want you to guide me again!” That was really special for me and

probably after that moment I found my self-confidence. And, he came back the following year! WHAT IS IT ABOUT GUIDING THAT MAKES YOU WANT TO DO IT? At the beginning it was just a dream, and one of the main reasons why I travelled to Australia to learn from the local guide Jono Shales. In 2018, when my first client Simon landed his first salmon, I realized that being a guide was the job I was born for. Fly fishing itself does not bring me as much happiness as seeing a happy client landing his dream fish with a smile and learning something new! We have a really great group of people working with me at the Lodge and for sure being in contact with nature all day makes my job even more special.

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SUPER NATURAL ADVENTURES Il Deep Creek Lodge ĂŠ situato a Terrace in British Columbia nel cuore della regione dello Skeena, vicino ai migliori fiumi per la pesca alla Steelhead e ai cinque salmoni del Pacifico. Nel lodge a conduzione famigliare, troverete un ambiente confortevole e accogliente in cui potrete gustare la nostra famosa autentica cucina Italiana. Un posto perfetto per le vostra vacanza di pesca in famiglia, con amici oppure da soli. The Deep Creek lodge is located in Terrace British Columbia in the heart of the Skeena region, close to the best rivers for Steelhead and Pacific Salmon fishing. At the Lodge in a family atmosphere you will find a clean and comfortable accommodation and taste our famous home made Italian and International cuisine. The perfect place for your fishing holiday with family or friends.

DEEP CREEK LODGE 5255 Deep Creek Drive Terrace B.C. V8G0C2 - CAN Phone: 1-250-635 4449

info@deepcreeklodge.com www.deepcreeklodge.com follow us on


www.scapinbamboorods.com


Flytier:

l e i r b a G u r t i m u D



Soon I will cross the line of 45 years of life and it’s been almost two years since I started to tie flies. I look at my working table and wonder: "- why did I start so late?" "how long did it take until I discovered the art of fly tying?", but looking at the future, I calm down: "There is still time." At the beginning of my adventure with fishing, the first

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trout came hard, very hard and for this reason I blamed the flies. I used to buy flies, until I realised that flyfishing is about presentation, water temperature, weather, season, exploration of life in water, equipment and flies! From then on everything became more special and required self-control, patience, attention to details. So now before a


Presto supererò i 45 anni di età e da quasi due anni costruisco mosche. Guardo il mio tavolo da lavoro e mi chiedo: "- perché ho iniziato così tardi?" "- quanto tempo ci è voluto prima che scoprissi l'arte della costruzione delle mosche?", ma guardando al futuro, mi tranquillizzo: "C'è ancora tempo". All'inizio della mia avventura con la pesca, la cattura della mia prima trota è stata durissima, e davo la colpa alle mosche. Quindi compravo mosche in continuazione fino a quando ho capito che la pesca a mosca riguarda la presentazione, la temperatura dell'acqua, il tempo, la stagione, l'esplorazione della vita in acqua, l'attrezzatura e infine le mosche. Quando l’ho capito, tutto è diventato più speciale: autocontrollo,

pazienza, attenzione ai dettagli, e alla fine ho capito perché ho bisogno di 100 m di baking nel mio mulinello. Adesso, prima di ogni battuta di pesca, mi prendo un po’ di tempo per costruire qualche mosca. Ho iniziato a costruire le imitazioni di ninfe, qualcosa di semplice, fino a quando non ho trovato su Internet le ali degli origami, questo mi ha ispirato e ho iniziato a produrre mosche realistiche. Ho sicuramente molto ancora da scoprire e da imparare perchè le mie mosche possano dirsi „arte”, ma ho già molte persone che apprezzano il mio lavoro e mi incoraggiano. Infine voglio augurare a tutti di godersi ciò che più amano nella vita.


fishing trip I always spend time to dress a few flies. I started tying flies with nymphs, something simple, until I found on the internet about origami wings and that inspired me, so I started tying realistic flies. I'm not the only one passionate about this, I definitely have more to discover to bring art to

the fishing side, but many people appreciate my work and encourage me. In the end, I wish everyone to enjoy everything they love in life.



d n a l n Gree by Raimonda Lanza Di Trabia



Lo scorso luglio finalmente, dopo anni che accarezzavo l’idea, sono andata a pescare in Groenlandia, un territorio infinito e disabitato sul versante est dell’estremo nord del continente americano costituito da coste frastagliate, fiordi altissimi, tundra, ghiacci e fiumi pescosissimi. Il paese è rimasto sotto la sovranità del Regno di Danimarca, forse perché nessuno

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si è sognato di reclamarne il possesso (salvo il Presidente Trump forse attratto dai giacimenti di gas e petrolio) e,per i pochi abitanti, rivendicarne l’indipendenza non avrebbe prodotto vantaggi. Il caso ha voluto che proprio in quei giorni la Groenlandia fosse il luogo “where to be”, dato che all’improvviso le cronache di tutti i quotidiani hanno

iniziato ad occuparsene. L’argomento era ovviamente la solita emergenza ambientale poiché d’ estate giornalisti e politici si accorgono che la calotta polare perde pezzi e lo scioglimento dei ghiacci avrebbe prodotto la liquefazione di ben 197 miliardi di tonnellate di acqua solida nella sola estate 2019 (per rendere l’idea, un miliardo di tonnellate d'acqua


Last July, after I had imagined it for years, at last I went fishing in Greenland, an endless and uninhabited territory on the eastern slope of the uppermost north of the American continent, made up of indented coastlines, very high fjords, tundra, ice and rivers rich in fish. The country has remained under the sovereignty of the Kingdom of

Denmark, perhaps because nobody has dared to claim it (except President Trump, perhaps attracted by its gas and oil deposits), and it would not have been advantageous for the few inhabitants to claim independence. As fate would have it, Greenland was “the place to be� in those days, since all newspaper headlines began to feature it.

The subject was, of course, the usual environmental emergency because in summer, journalists and politicians become aware that the polar cap loses pieces and ice melting was estimated to have produced the liquefaction of 197 billion tons of solid water just in the summer of 2019 (to give you an idea, a billion tons of water corresponds to the contents of

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corrisponde al contenuto di 400mila piscine olimpioniche). Quindi tutto un parlare di catastrofici cambiamenti climatici, innalzamento degli oceani e sciagure varie, condite, col solito tempismo, dalle rivendicazioni un po’ infantili di Trump. Poi ci si è messa anche Greta, la finta bambina finita sulle cronache di tutti i giornali coi suoi slogan che tanto piacciono alle anime belle e all’idealismo dei nostri ragazzi. Ma noi pescatori per fortuna manteniamo i piedi per terra e guardiamo ciò che vediamo con un occhio rispettoso ma in fondo ottimista ed equilibrato. Ecco cosa ho visto io. Il bellissimo fiume Kangia sulla costa orientale della Groenlandia è raggiungibile solo in barca nel momento di alta marea, ha un colore bellissimo, che, se paragonato ad una pietra, è vicino all’ acquamarina; il fiume è di piccole dimensioni, sinuoso e la parte alta scorre gagliarda tra sassi lucidi, come un torrente di montagna, mentre man mano che il percorso si fa piano, la corrente è più dolce, in un paesaggio non dissimile a quello del sud della Patagonia. Gli ARCTIC CHARS, i nostri salmerini, vi entrano a frotte, possono raggiungere dimensioni notevoli, e tirano come piccoli tonni. Si pesca in solitudine sotto cieli mossi ed è lì che il nostro composito gruppo del Kangia Lodge ha soggiornato per una settimana. Il Lodge è spartano ma la vista vale il viaggio, anche nelle lunghe notti bianche d’estate. Certo il gran caldo ci ha regalato la melting water detta anche acqua



di neve o acqua velata e, al momento di partire, ha coperto il piccolo aeroporto di Maniitsoq di una fitta nebbia, cosicché siamo rimasti intrappolati nel minuscolo villaggio di pescatori di balene per qualche giorno. Il nostro gruppetto di simpatici pescatori ha così rinviato la partenza, ma tutti eravamo in fondo contenti di quel fuori programma, come bambini bloccati in un rifugio

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in montagna che vedono ritardare il ritorno a scuola. Ci sono voluti tre giorni perché una barca di fortuna ci trasportasse al primo aeroporto dotato di moderni sistemi di controllo e, grazie a quel ritardo, ci siamo regalati una magnifica giornata di navigazione tra fiordi e isole (e in lontananza quelli che una volta erano i grandi ghiacciai) fino all’ aeroporto

internazionale di Kangerlussuaq. Con estremo dispiacere abbiamo lasciato la selvaggia e intatta Groenlandia e con lei la bella volpe artica che ci veniva regolarmente a salutare durante la colazione, il caribù che incontravamo ogni giorno durante la lunga passeggiata che ci riportava a casa alla sera e i pesci che - vi assicuro - sono tanti, vivi e vegeti.


400 thousand Olympic pools). Then everybody spoke about catastrophic climate changes, rising oceans and various disasters, along with the usual timing of Trumps’s somewhat childish claims. Then to make it worse, Greta, the fake little girl began to make the newspaper headlines with her slogans which deeply affected beautiful souls

and idealistic teens. However, fortunately we fishermen keep our feet on the ground and look respectfully at what we see with an optimistic and balanced eye. Let us talk about what I saw. The beautiful Kangia River on the eastern coast of Greenland can only be reached by boat during high tide. It has a wonderful color similar to

aquamarine, if we want to compare it to a stone; the river is small, sinuous and its upper part flows powerfully among shiny stones, like a mountain stream, while it flows more quietly as its course gets smoother, in a landscape very much like that of Patagonia. ARCTIC CHAR run up in droves, can reach considerable sizes and shoot

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like small tunas. You fish alone under rough skies and our composite group from the Kangia Lodge stayed there for a week. The Lodge is simple, but the view is well worth the journey, even on long, white summer nights. Of course, the hot weather that caused the melting water, also known as snow water or veiled water, covered the small airport of Maniitsoq with a thick fog just as we were on the point of leaving. So we remained stuck in the tiny whale fishing village for a few days. Our group of nice fishermen had to postpone leaving. However, we were happy with that unscheduled opportunity, like children stuck in a mountain refuge and who had to postpone going back to school. It took three days for a makeshift boat to transport us to the nearest airport equipped with modern control systems and, thanks to that delay, we enjoyed a wonderful navigation day among fiords and isles (watching in the distance, the big glaciers of yesteryears) up to the Kangerlussuaq international airport of Kangerlussuaq. We left wild and intact Greenland with utmost distress, and thus also the beautiful Arctic fox which regularly came to visit us during breakfast, the caribou that we met every day during our long evening walk towards home, as well as the fish that – I can assure you – were numerous, alive and healthy.


A un passo dal fiume Il fiume Sarca, che percorre tutta la Val Rendena, scorre proprio a fianco del nostro camping.

CAMPING VAL RENDENA Via Civico 117 38094 Porte di Rendena (Tn) Tel. +39 0465 801669 Fax +39 0465 801669 info@campingvalrendena.com www.campingvalrendena.com



La Val di

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Testo di Franco Bosin e Nicola Zanon > Fotografie di Gabriele Cabissozu www.pescatorivaldifiemme.it

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La Valle di Fiemme negli ultimi anni si sta sempre piĂš distinguendo per l’impostazione assolutamente rispettosa delle regole, non solo di buon senso ma anche previste dai regolamenti della provincia di Trento in ordine alla salvaguardia delle specie ittiche. Come noto, infatti, la provincia di Trento si è munita da alcuni decenni di appositi supporti tecnico-scientifici che dovrebbero orientare in maniera univoca i vari gestori verso una corretta coltivazione delle acque, rispettosa della

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salvaguardia ad esempio della trota marmorata ma anche di altre specie soggette a tutela, come la trota lacustre e il salmerino alpino. A tal proposito sono attivi numerosi progetti che vedono impegnati non solo i servizi provinciali ma anche e soprattutto le associazioni di pescatori sportivi. Alcune associazioni del Trentino infatti, e tra queste l’associazione pescatori dilettanti Val di Fiemme, si sono


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munite di impianti ittiogenici a ciclo “semichiuso” che forniscono quasi esclusivamente materiale “di qualità” che integra la auspicabile produttività naturale dei corsi d’acqua. La società pescatori sportivi della Valle di Fiemme ha quindi “sposato” completamente un tipo di gestione di tipo “qualitativo” evitando l’immissione di pesce adulto nelle acque correnti cercando, per quanto possibile, di “coltivare” le acque del fondovalle favorendo la presenza della trota marmorata, la regina incontrastata di questi territori, la preda

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maggiormente ricercata dai pescatori sportivi. Il torrente Avisio, sia nella parte alta sopra l’abitato di Predazzo, caratterizzato da una minor portata d’acqua, sia nella parte più a valle, dove la portata d’acqua è maggiore e le correnti sono più impetuose, è infatti considerato uno dei migliori corsi d’acqua per la presenza della trota padana che in questo contesto, isolata tra i bacini artificiali di Soraga e di Stramentizzo, ha sempre avuto un proprio habitat ideale. Alla stessa stregua, sempre in virtù di una oculata visione


Fiemme Valley has distinguished itself more and more in the last years, for the absolutely respectful setting of not just common sense rules, but also those foreseen by the regulations of the Province of Trento concerning the preservation of fish species. As it is known, the Province of Trento has indeed adopted for some decades, specific technical-scientific supports that should univocally steer the various managers towards the correct

these the Val di Fiemme amateur fishermen’s association, have adopted semi-closed cycle fish farms, which supply almost exclusively “quality” material, thus integrating the desirable natural productivity of watercourses. Therefore, the Val di Fiemme sports fishermen’s society has completely embraced a sort of “quality” management avoiding the introduction of adult fish into flowing water and trying, as much as possible, to “manage” the waters of the valley floor by fostering the presence of the marbled trout, the uncontested queen of these territories, and the most looked for prey by sports fishermen.

management of the waters, so as to respect, for example, the preservation of marbled trout, and also other species subject to protection, such as lake trout and Arctic char. In this regard, there are several projects involving not only provincial services but also and above all the associations of sports fishermen. As a matter of fact, some associations of Trentino, and among

Both in the upper stretch above the village of Predazzo, characterized by less water flow, and in the lower stretch downstream where there is more water flow and the currents are more impetuous, the Avisio stream is in fact considered as one of the best watercourses for the presence of the Po trout that has always had its ideal habitat in this context, isolated between the artificial basins of Soraga and Stramentizzo. In the same way, always by virtue of a cautious vision of the management of watercourses, the association makes as much

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effort in the management of the side streams, where they introduce only brown trout obtained from the stock of the “Travignolo stream” and of the high-mountain lakes where only Arctic char “produced” in the Molveno (TN) plant are introduced. In a context of this type, it is clear that a fly fisherman can be extremely satisfied, independently from the number of catches, and he is sure that he will be confronted with a “rustic” fish, which

is sometimes difficult, but allows you unique experiences, also due to the sizes that it often happens to reach. For an extremely varied fishing offer consisting of 15 km of the Avisio stream, 7 alpine lakes, an artificial basin and over 20 secondary streams, you have to adapt from time to time to apply various fishing techniques; fishing with a nymph for good-sized marbled trout on the Avisio stream, with a dry fly on the Travignolo

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della gestione dei corsi d’acqua, l’associazione rivolge analogo impegno anche nella coltivazione dei rivi laterali, dove vengono immesse solamente trote fario ricavate dal ceppo presente sul “torrente Travignolo” e dei laghi d’alta montagna dove vengono immessi salmerini alpini “prodotti” presso l’impianto di Molveno (TN).

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un pesce “rustico”, talvolta difficile, ma che permette, anche per le dimensioni che spesso raggiunge, esperienze uniche.

In un contesto di questo tipo è chiaro che un pescatore a mosca può trovare estrema soddisfazione, indipendentemente dal numero di catture, e la certezza di ambire a confrontarsi con

15 km di torrente Avisio, 7 laghi alpini, un bacino artificiale e oltre 20 rivi laterali, un’ offerta di pesca estremamente variegata, dove di volta in volta bisogna adattarsi per applicare le varie tecniche di pesca; a ninfa nell’Avisio alla ricerca delle marmorate di taglia, a secca nel Travignolo e nei rivi laterali oppure con streamers o mosche sommerse nei vari laghi dove, sempre più spesso, si possono catturare

(e possibilmente rilasciare) gli splendidi salmerini alpini. Un discorso particolare va fatto proprio per il torrente Travignolo, un corso d’acqua dalla modesta portata ma che scorre su un letto di porfido in un contesto ambientale di rara bellezza e degno di rispetto assoluto. Una pescata a mosca secca, magari accompagnati da qualcuno che conosca bene gli accessi talvolta non scontati, ripaga sicuramente della

relativa fatica necessaria per raggiungere alcuni spot. Il pescatore che intenda raggiungere la Val di Fiemme avrà anche la certezza di potere usufruire di altri servizi complementari quali alloggi e strutture ricettive che hanno un occhio di riguardo per l’ospite pescatore (agriturismo/ lodge), accompagnamento da parte di guide esperte ed una vasta scelta da un punto di vista enogastronomico.


stream and on the secondary streams, or with streamers or sunken flies in the various lakes where the wonderful Arctic char can be caught (and if possible, released). Special mention should be given to the Travignolo stream, a watercourse with moderate water flow on a porphyry bed in an environmental context of rare beauty and well worth absolute respect. Fishing with a dry fly may be accompanied by someone

who knows even the unexpected accesses, thus certainly rewarding you for the effort made to reach some spots. The fishermen who want to reach the Fiemme Valley are certain that they can profit from other complementary services such as accommodation facilities that pay special attention to fishing guests (holiday farm/lodge), the company of expert guides, and a wide selection of food and wine.

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fly away



COLLECTOR’S PAGES

Evoluzione della pesca a mosca per pesci alternativi di Riccardo De Stabile

Abbiamo una grande scarsità di testimonianze antiche riguardo la pesca con la mosca dei temoli, cavedani, lucci e altri pesci che non siano trote o salmoni. Il Treatyse inglese parla brevemente di pesca al temolo; il manoscritto tedesco di Tegernsee parla di pesca alla carpa, al luccio, e al pesce gatto; c’è un breve riferimento alla pesca al temolo nel The Art of Angling, pubblicato nel 1577. Comunque, quando nel diciassettesimo secolo la pesca a mosca, diciamo così, decollò, si era già stabilito un certo accordo su quali pesci abboccavano meglio all’esca artificiale. Nel 1662 Venables aveva commentato che: ‘… quei pesci che vengono alla superficie per prendere una mosca, come il salmone, la trota, il temolo, la lasca, ecc. Anche se alcuni di questi pesci amano alcune mosche più di altre, tranne quelli menzionati, io non ne conosco altri che solitamente vengano in superficie per prendere la mosca, anche se so che qualcuno pesca il luccio con

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un’ esca artificiale, ma penso che siano tempo e fatica sprecati, visto che li si può catturare molto più facilmente in altri modi.‘ E’ un peccato che Venables avesse così poca considerazione dell’uso delle mosche artificiali per i lucci, ma all’epoca questa sembrava l’opinione corrente . D’altra parte questa era anche l’epoca in cui l’alta società inglese pensava che non ci fosse divertimento migliore che legare un amo alla zampa di un’oca a cui erano state tarpate le ali e stare a guardare quando il luccio la aggrediva. Pescare con delle piccole sommerse sicuramente non forniva lo stesso tipo di divertimento. Chetham, un autore inglese che pescava più o meno tutto quello che nuotava nell’acqua, era un entusiasta della pesca al luccio. Da quanto scrive, pare che pescare con mosche naturali fosse un sistema popolare e l’uso di quelle artificiali ne era una alternativa. Egli indicò alcune innovazioni come


We have hardly any old evidence of fly fishing for grayling, chub, pike and other fish other than trout or salmon. The English Treatyse briefly speaks of fishing for grayling, the German manuscript from Tegernsee speaks of fishing for carp, pike and catfish, and there is a short reference to grayling fishing in The Art of Angling, published in 1577. However, when in the 17th century fly fishing took off, so to speak, a certain agreement had already been made on which fish bit better on an artificial fly. In 1662 Venables had commented that: ‘… such fish as will rise at the fly, like salmon, trout, grayling, roach, etc. Though some of these fish do love some flies better than other, except the fish named, I know not any sort or kind that will ordinarily and freely rise at the fly, though I know some who angle for pike with artificial flies, but I judge the labor lost, those fish being taken much easier by other ways.‘ It is a pity that Venables had so little regard for the use of artificial flies for pike, but this seemed to have been the common opinion at that time. On the other hand, this was also the age when the English high society thought that there was no better fun than tying a hook to the paw of a goose with clipped wings and watching a pike attacking it. Fishing with small sunken flies certainly did not provide the same type of fun. Chetham, an English author who fished more or less everything that swam in the water, was fond of pike fishing. Based on his writings, fishing with natural flies seemed to have been a popular system and the use of artificials was just an alternative. He mentioned some innovations, like the use of the Palmer for chub fishing. By the early 19th century it had become so common to use artificial baits for chub fishing that in shops you could easily find artificial moths, butterflies, crickets and bees made for this purpose. Brookes refers to a “caterpillar fly” used for grayling in 1766, which could be the Black Caterpillar or Black Palmer. Another typical fly used to lure chub was the Humble Bee. This fly, which dates back to the 18th century, was made on a number two hook. The body was made of black dog’s fur, with a black cock feather above; the tip of the tail was orange and it was all finished with wings made up of crow feathers. However, it was not the last one on the market or even the best one. Towards the mid-19th century, these flies became very elaborate. The author Hofland suggested that a pattern with red feathers and golden stripes, a black one with silver stripes, the Marlow Buzz, as well as a fly with the body

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l’uso del Palmer per la pesca del cavedano. All’inizio del diciannovesimo secolo era diventato così comune utilizzare esche artificiali per la pesca ai cavedani che nei negozi si potevano trovare facilmente falene artificiali, farfalle, grilli e api costruite allo scopo. Brookes fa riferimento ad una ‘mosca bruco’ usata per i temoli nel 1766, che potrebbe essere la Black Caterpillar o Black Palmer. Altra tipica mosca usata per sedurre i cavedani era la Humble Bee. Questa mosca, che risale alla fine del diciottesimo secolo, era realizzata su un amo numero due. Il corpo era di pelo di cane nero, con piuma di gallo nero sopra, la punta della coda arancione e il tutto era rifinito con ali di piuma di corvo. Ma non fu l’ultima sul mercato e nemmeno la migliore. Verso la metà del diciannovesimo secolo, queste mosche divennero molto elaborate. L’autore Hofland suggeriva che un modello di piuma rossa con strisce dorate, uno nero con strisce argentate, la Marlow Buzz, e una mosca con il corpo di piume di pavone e le ali di

fagiano reale fossero sempre presenti nella scatola da mosche di un pescatore di cavedani. A questo punto si comincia a notare un maggior formalismo nella scelta delle mosche per cavedani e venti anni dopo Hofland, Francis Francis ancora raccomandava l’uso di grosse Palmer rosse o nere, anche se aggiungeva alla lista la Bumble Bee, la Cinnamon e la Adler. Alla fine del diciannovesimo secolo, la pesca ai pesci comuni occupava una posizione consolidata anche se i cambiamenti di mode l’avrebbero condannata al ruolo di sport minore. Ciò nonostante lo scrittore inglese Bickerdyke, (inventore del famoso guidafilo omonimo per mulinelli in legno), non aveva che l’imbarazzo della scelta per i modelli da cavedani:

Vicino alla testa è avvolta una piuma di coch-y-bondu. Per le giornate nuvolose la ciniglia dovrebbe essere di tonalità scura così come il coch-y-bondu, ma per le giornate luminose, il corpo dovrebbe essere brillante e la piuma rossa. La mosca favorita di Mr. Francis Francis aveva il corpo argenteo, piume rosso fuoco arrotolate attorno e alcuni giri di airone nero sopra, una parte inferiore di pavone color smeraldo e una superiore di tacchino nero; come coda capretto bianco o cuoio lavato. Un’altra sua favorita aveva il corpo giallo con le ali in piuma rossa e una piuma di tacchino grigia.‘

La selezione di Bickerdyke di mosche per cavedani ne comprendeva una realizzata con pelo di tasso, una grande di tipo Coachman, se necessario appesantita con un piombino per renderla una sommersa, api e vespe artificiali e la mitica Alexandra. Non aveva nulla in contrario ad usare le galleggianti per i cavedani o i temoli, e non disdegnava nemmeno le scardole, che, a suo dire, non erano particolarmente schizzinose per quanto riguardava le mosche. Sheringham suggeriva di usare una Wickalm galleggiante o una Adler sommersa per le scardole, trovando che questi pesci aggredivano le mosche secche altrettanto bene dei cavedani e dei temoli. La pesca a mosca per i lucci è un antico passatempo tornato recentemente in auge. I lucci erano certamente una preda abbastanza comune nell’Europa centrale nel Medio Evo, ma per qualche strano motivo gli scrittori di libri di pesca avevano l’impressione che non potessero essere catturati con le mosche artificiali. Questa opinione venne messa in

Questi sopra descritti sono tutti dressing semplici prodotti con materiali di facile reperibilità. Già nel 1920 l’opinione corrente era che i cavedani prediligessero gli artificiali di grandi dimensioni, e Sheringham arrivava al punto di suggerire che mosche lunghe fino a 4 centimetri garantivano il successo.

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‘per quanto riguarda le mosche, non so quali raccomandare, visto il gran numero di buoni modelli. Il modello favorito di Mr. W. Senior, una Red Spinner, è costruito su un amo Sneck Limerick. Il corpo è di ciniglia argentata, con una coda di di pollice di capretto bianco.


made of peacock feathers and the wings of royal pheasant should always be present in the fly box of a chub angler. From then on, there was a higher degree of formalism in the choice of flies for chub and 20 years after Hofland, Francis Francis still recommended the use of big red or black Palmers, even though he added the Bumble Bee, the Cinnamon and the Adler to the list. In the late 19th century, fishing for coarse fish was firmly established, even if changes in the trend would condemn it to the role of a minor sport. Nevertheless, the English writer Bickerdyke, (inventor of the famous thread guide of the same name for wooden reels) was spoilt for choice as concerning chub patterns: ‘as to the fly, I hardly know what to recommend, there are so many good ones. Mr. W. Senior’s favourite pattern, a Red Spinner, is dressed on a Sneck Limerick grilse hook. The body is of chenille tinsel, with a tail, inches long, of

Bickerdyke’s selection of chub flies included one made with badger fur, a big one of the Coachman type, if necessary loaded with a plumb bob to make it sink, artificial bees and wasps and the mythical Alexandra. He had nothing against using floating flies for chub or grayling, and he did not even disdain rudds, which were, in his opinion, not particularly fussy as regards flies. Sheringham suggested the use of a floating Wickalm or a sunken Adler for rudds, considering that these fish attacked dry flies as eagerly as chub and grayling. Fly fishing for pike is an old pastime which has recently been upgraded. Pike were certainly a rather common prey in central Europe in the Middle Ages, but for some strange reason the writers of books on fishing had the impression that they could not be caught with artificial flies. This opinion was questioned in the early 19th century after the appearance of salmon fishing. In fact, it is likely that a lot of salmon fishermen caught pike accidentally, discovering

white kid. Close to the head is wound a long coch-y-bondu hackle. For dark days this fly should, I think, be dressed with a dark shade of tinsel and the coch-y-bondu hackle, but for the bright days with a brighter body and ordinary red hackle. The favourite chub fly of the late Mr. Francis Francis was of grilse size-body, silver tinsel, a furnace hackle (dark red with black centre) wrapped round it, a few turns of black heron over that at shoulder, an under-wing of a few springs of emerald peacock harl and an over-wing of dark turkey; and for the tail, a tag of white kid glove or wash-leather. Another favourite of his had a yellow crewel body, with red hackle and a dun turkey wing.‘ All the above described are simple dressings made with easily available materials. By 1920, the common opinion was that chub prefer big-sized artificials, and Sheringham even suggested that flies as long as 4 centimeters would ensure success.

that these were a very interesting catch too. However, flies for pike were already available in the late 18th century, and in England they could be purchased from famous flyfishing tackle dealers like Ustonson and Chevalier. In 1806, Mackintosh, author of various writings on salmon fishing, indicated some patterns for pike: …the fly must be larger than even those used for salmon: it must be made on a double hook, formed of one piece of wire fastened to a good link of gimp; it must be composed of very gaudy materials, such as the feathers of the gold and common pheasant, peacock, mallard, and with the brown and softest part of the bear’s fur, a little reddish mohair, and four or five turns of gold twist slanting round the body; the head must be formed of a little dark brown mohair, some gold twist and two small black beads for the eyes; the body must be about 7 centimeters long, rough, full and round. The wings must not be parted, but stand

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discussione all’inizio del diciannovesimo secolo in seguito all’emergere della pesca al salmone. E’ probabile infatti che molti pescatori di salmoni catturassero per sbaglio dei lucci, scoprendo che anche questi costituivano una cattura molto interessante. Le mosche da luccio erano comunque già disponibili alla fine del diciottesimo secolo e in Inghilterra si potevano acquistare da famosi rivenditori di articoli per la pesca a mosca come Ustonson e Chevalier. Mackintosh, autore di diversi scritti sulla pesca al salmone, nel 1806 indicava alcuni modelli per il luccio: …la mosca deve essere anche più grande di quelle usate per il salmone: deve essere costruita su un amo doppio, formato da un pezzo di filo di ferro legato attorno ad un pezzo di lenza rafforzata; deve essere fatta di materiale molto vistoso, come le piume dorate del fagiano, del pavone, del germano e con la parte più morbida del pelo d’orso bruno, un po’ di mohair rossiccio, e quattro o

era una imitazione del balestruccio e aggiunge che i lucci: ‘….Vengono spesso in superficie per prendere mosche di grandi dimensioni realizzate con colori sgargianti su ami doppi o anche tripli. Li pescano così nei laghi irlandesi con una barca e tre o quattro canne con lenze di diverse lunghezze..’ Con questo inizia la tradizione delle mosche da luccio, e vent’anni dopo un pescatore della fama di Francis Francis dà una descrizione dettagliata di una mosca realizzata specificamente per la pesca di questo grande predatore: Il luccio è catturato in certe acque con una mosca artificiale, e non è insolito per il pescatore prenderne uno con una mosca da trota e, come conseguenza, perdere la mosca. Il tipo di mosca impiegata per il luccio è di grandi dimensioni, con un paio di grandi ami, il corpo composto

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cinque giri di filo dorato attraverso il corpo; la testa deve essere di mohair più scuro, filo dorato e due perline nere per gli occhi; il corpo deve essere di circa 7 centimetri di lunghezza, ruvido, pieno e arrotondato. Le ali non si devono dividere ma rimanere diritte sul dorso e alcune piume più corte devono proseguire fino alla coda e il tutto deve avere la grandezza di un maschio di cincia ed essere lungo tre pollici. A parte il fatto di essere una vera e propria mostruosità, la mosca da lucci di Mackintosh è interessante in quanto per la prima volta viene fatto uso delle perline per gli occhi. Solitamente si pensa che questa sia una innovazione recente. Un altro dei primi esempi di mosca da lucci si trova in un manoscritto attribuito all’inglese A.J. Lane nel 1843. Anche in questo caso la mosca è una cosa spaventosa, che sarebbe stata più pericolosa per il pescatore che per il pesce. Spudoratamente Lane ci dice che una delle mosche migliori

di lana di diversi colori: blu, gialli e verdi, dello spessore di un mignolo di uomo, con una grande piuma di airone, o un’altra piuma, per gambe; per ali due occhi della coda di un pavone; due perline di vetro sono legate alla testa per rappresentare gli occhi. Questa esca, più simile a un colibrì, è lanciata e usata come una mosca e funziona molto bene, pescando in pozze poco profonde, con poca acqua sopra le alghe. Molti di questi luoghi, infatti, sono pieni di lucci, e sarebbe difficile pescarli in qualsiasi altro modo. Dopo questa pubblicazione di Francis Francis i lucci non ebbero più tregua e, sebbene per alcuni pescatori a mosca del 1800 rimanessero pesci di seconda categoria, una nuova schiera di costruttori si dedicò alla costruzione di mosche specifiche per questo tipo di pesca, utilizzando materiali molto appariscenti e colorati, adottati in seguito anche dai costruttori di mosche da salmoni e trote.


upright on the back, and some smaller feathers must continue thence all down the back to the end of the tail, and the whole must be about the thickness of a tom-tit, and near three inches long. Aside from being a true monstrosity, Mackintosh’s pike fly was interesting, as beads for the eyes were used for the first time. This innovation is usually thought to be a recent one. Another of the first examples of pike flies is to be found in a manuscript ascribed to the English A.J. Lane in 1843. In this case too, the fly was a dreadful thing, which would have been more dangerous for the angler than for the fish. Lane said blatantly that one of the best flies was an imitation of the house martin and added about pike that: ‘….pike rise tolerably freely to flies dressed very largely and of gaudy peacock feathers, should be made up on large double, or even triple sets of hooks. They are commonly fished for in this manner on the Irish lakes with a boat and three or four rods with flies on different lengths of line..’ Thus the tradition of pike flies began, and 20 years later an angler of the fame of Francis Francis gave a detailed description of a fly specifically made for the fishing of this big predator: Pike are also taken in some waters with an artificial fly, and it is not a very uncommon thing for the angler to hook one on his trout fly, not to lose fly and all in consequence. The type of fly most commonly employed is one of large size, with a pair of big hooks, the body composed of divers colored wool: blue, yellow and green, as thick as a man’s little finger, with a large heron’s or other hackle for legs; and for the wings two eyes from a peacock’s tail; at the head two glass beads are strung on to represent eyes. This which is more like a hummingbird than anything else, is cast and worked like a fly, and it is the most sporting and agreeable way of fishing in shallow pools, where there is very little water above the weeds. There are many such places which are full of pike, and which it would be found very difficult perhaps to fish in any other way. After this publication by Francis Francis, pike no longer had any rest and, though they remained second-class fish for some fly-fishermen of 1800, a new crowd of makers consecrated the manufacture of specific flies for this type of fishing, using very gaudy and colored materials, chosen thereafter by manufacturers of salmon and trout flies as well.

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n i y l f e h t Pikes on s r e t A w w o l l A h s e t privA rbAcci, M.VAleur

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Denmark. A reign of pikes populating a multitude of small and mediumsized private and public lakes, canals, and a couple of coastal areas where the salt water allowed their diffusion thanks to its low saltiness. Waters with the common feature of being low and restrained. It is a mid-May morning, at last a day off after the first part of the intense season dedicated to sea trout. While enjoying an excellent cappuccino, Jan and I decide to go out for pikes in one of the private lakes given in exclusive license to Denmark Fishing & Outdoor Lodge. We load the Jeep: # 8-9 rods with 8 , reels with rigorously floating lines, undercarriage tied to the boat, lunch box. Time to reach the chosen lake: about 2 hours. We reach our destination in the late morning. The sun is high in a sky which is sometimes clear, at times cloudy, typical for this season which starts the Danish summer. The private lake where we are going to fish is a body of water which is about 800 m long, with an average depth of 1 meter, which makes it a perfect environment for fly-fishing: Mother nature has designed some lakes just for us, I am sure. The shade of almost all Danish waters is that of tea, whereas the clearness clarity varies from season to season. I observe the water of our lake, which is very clear… I know that this condition is a very good premise for our day. While navigating in reverent silence with the electric engine at a low speed to get out of the rushes surrounding the lake, we try to catch a glimpse of pikes on carpets of sea grass covering the bottom. It takes little to see two medium-sized fish which with lightning start, to create a turbid cloud on the lakebed. Slowly, I steer my small aluminum boat towards a small loop of the lake covered withwater lilies which create perfect ecosystems for predatory fish that find a shelter in their shadow and an ideal hunting environment. Once we have reached our destination, I keep my boat in position at the edge of the covered zone, thus allowing Jan to start casting. Jan, my trusted assistant from the Denmark Fishing Lodge, is nicknamed “Jan Kenobi” for his ability to catch more fish than anybody else, always with apparent and enviable ease. In spite of his

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Danimarca. Regno di lucci che popolano una moltitudine di piccoli e medi laghi privati e pubblici, canali, e un paio di zone costiere dove l’acqua salmastra bassa in salinità ne ha permesso la diffusione. Acque con la comune caratteristica di essere basse e contenute. E’ una mattina di metà maggio, finalmente una giornata libera dopo la prima parte dell’intensa stagione dedicata alle trote di mare. Mentre gustiamo un ottimo cappuccino, io e Jan decidiamo per un’ uscita a lucci in uno dei laghi privati in concessione esclusiva al Denmark Fishing & Outdoor Lodge. Carichiamo la Jeep: canne coda 8 e 9, mulinelli con code rigorosamente floating, carrello con barca agganciato, lunch box. Tempo per raggiungere il lago prescelto: 2 ore circa. Raggiungiamo la nostra meta in tarda mattinata. Il sole è alto in un cielo a tratti limpido, a tratti nuvoloso, tipico in questa stagione che segna l’inizio dell’estate danese. Il lago privato in cui ci apprestiamo a pescare è una spianata d’acqua lunga all’incirca 800mt. con una profondità media di 1 metro, il che ne fa un ambiente perfetto per pescare a mosca: madre natura ha disegnato alcuni laghi appositamente per noi, ne sono certo. La tonalità di quasi tutte le acque danesi è color tè, mentre la limpidezza varia da stagione a stagione. Osservo l’acqua del nostro lago, chiarissima… per esperienza so bene che questa condizione costituisce un’ ottima premessa per la nostra giornata. Mentre navighiamo in religioso silenzio con il motore elettrico a basso regime per uscire dal canneto che circonda il lago, cerchiamo di intravedere lucci sui tappeti di alghe che ricoprono il fondale. Basta poco per vedere due pesci di taglia media che con partenze fulminee creano un nuvolone torbido sul fondale. Adagio, dirigo la piccola barca in alluminio verso una modesta ansa del lago ricoperta da ninfee, queste creano ecosistemi perfetti per i pesci predatori che all’ombra vi trovano riparo e un ambiente di caccia ideale. Giunti a destinazione, mantengo la barca in posizione al limite della zona coperta, permettendo a Jan di iniziare a lanciare. Jan, fidato aiutante del Denmark Fishing Lodge, viene soprannominato “Jan Kenobi” per la sua capacità di catturare, sempre con apparente e invidiabile facilità, più pesci di chiunque altro.

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Nonostante la sua giovane età, ha una grandissima esperienza. Opta per una mosca in flashabou lunga 15cm, colorazione copper, variante consueta per le acque danesi. Lancia corto, a 10 metri, cercando di muovere la mosca fra i piccoli spazi liberi tra foglia e foglia. E’ un recupero “acrobatico” volto a dare movimenti in caduta e scattosi all’artificiale. Gli ultimi 3 metri li recupera muovendo a colpi e direzionando la punta della canna a destra e a sinistra, ed è proprio alla fine di uno di questi recuperi che un luccio rompe la superficie schizzando acqua sul bordo della barca. Manca l’esca, sbaglia la mosca, per poco non colpisce con la testa il fianco della barca: è sempre un’ emozione vedere le più disparate reazioni di questi pesci che spesso non dimostrano avere la benché minima percezione del pericolo. Esorto Jan a rilanciare immediatamente nella stessa direzione…2 strippate e bum, strike! Lo stesso pesce, un bell’esemplare intorno agli 85 cm viene guadinato, ammirato e con cura rilasciato. Un paio di altri lanci nella stessa zona e Jan sorridendo esclama “big fish!”: c’era da aspettarselo. L’acqua esplode, la canna si piega per intero e un attimo dopo sobbalza all’indietro, pesce slamato, peccato. Rilanciamo entrambi più volte, consapevoli che la possibilità che il pesce riattacchi non è affatto remota. Ma ciò sfortunatamente non accade. La nostra giornata prosegue catturando altri pesci in diverse zone del lago. Ormai è pomeriggio e tra un lancio e l’altro, mi giro per osservare lo specchio d’acqua nel suo insieme, uno splendore, che trova posto nel bel mezzo di una riserva di caccia privata popolata da ungulati. Sulla superficie dell’acqua sostano coppie di cigni, stormi di anatre, e ahimè, qualche cormorano. Aprile è il mese di chiusura della pesca al luccio in tutte le acque danesi, per cui a maggio, periodo post frega, è ancora possibile trovare molti pesci nelle zone di acqua bassa a ridosso dei canneti. Mentre costeggiamo uno di questi canneti, monto un diver in foam e lancio corto sondando ogni metro d’acqua a raggiera. Cerco di non lanciare mai oltre 30 cm dal canneto, con precisione assoluta. Ma nulla. Improvvisamente dalla parte opposta della barca, in direzione centro lago, udiamo una cacciata a galla. Ci voltiamo e vediamo baitfish schizzare da tutte le parti. Recupero veloce e mi preparo a lanciare verso quella direzione.

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youth, he has great experience. He opts for a flashabou fly, 15cm long, copper color, a common variant for Danish waters. He makes a short cast of 10 meters, trying to move the fly in the small free spaces among the leaves. It is an “acrobatic” retrieval aimed at giving abrupt falling movements to the artificial. He retrieves the last 3 meters by jerking and directing the tip of the rod to the right and to the left, and just at the end of one of these retrievals that a pike breaks the surface splattering water on the edge of the boat. It misses the bait, it almost hits the side of the boat with its head: it is always an emotion to see the most different reactions of these fish, which often show they do not have the least perception of danger. I urge Jan to cast immediately in the same direction…2 tugs and bang, strike! The fish is a beautiful specimen around 85 cm that we land, admire and carefully release. After another couple of casts in the same area, Jan shouts out smiling “big fish!”: that was to be expected. The water spurts, the rod bends and jerks back after a second, the fish is unhooked, what a pity. We both cast again several times, aware that the chance of the fish getting hooked again is not improbable. But unfortunately it does not happen. Our day goes on with the catch of other fish in various areas of the lake. It is already afternoon and, from one cast to the other, I turn to observe the body of water: it is a beauty in the middle of a private hunting reserve populated by ungulates. On the water surface there are couples of swans, flocks of ducks and, dear me, a few cormorants. April is the closing month for pike fishing in all Danish waters, therefore it is still possible in May, after spawning, to find a lot of fish in low water areas right behind the rushes. While we are moving along one of these rushes, I mount a foam diver and make a short cast, patrolling every meter of water radially. I never try to cast beyond 30 cm from the rushes, with absolute precision. Nothing, however. All of a sudden, from the opposite side of the boat, towards the middle of the lake, we hear a din on the surface. We turn and see baitfish rushing away in all directions. I retrieve swiftly and set up to cast in that direction. I know from experience that in these hunts the pike is more likely to attack

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So per esperienza che su queste cacciate è più probabile che il luccio attacchi un’ imitazione di baitfish piuttosto che un diver o un popper e a volte possono essere anche selettivi su taglia e colore. Per non lasciare nulla al caso sostituisco immediatamente la mosca scegliendone una color argento considerando che i baitfish visti saltare sono verosimilmente piccoli gardon o scardoline. Basta un solo lancio e l’acqua forma un’ importante “V” che insegue la mosca. Mi impegno a continuare il mio recupero come se nulla fosse, senza farmi condizionare dall’emozione...pochi attimi infiniti e l’onda si avvicina, sento uno stop! Lo streamer che fino a quel momento vedevo chiaramente lavorare a 20 cm sotto la superficie, scompare. So bene di dover attendere un secondo, dopodiché ferro decisamente con la mano sinistra. La coda parte tesa di lato, è un bel pesce. Inizia un bel combattimento e, in seguito ad alcune fughe verso le alghe del fondale, guadiamo una big mama over metro: ogni luccio over metro è una cattura che si ricorda volentieri, ma se preso a vista, sulle cacciate o a galla, resta ancora più impresso nella memoria. Nei periodi caldi con meno ossigeno nell’acqua, rilasciamo spesso i pesci senza nemmeno salparli o fotografarli, per stressarli il meno possibile. Nelle acque private da noi gestite prestiamo molta attenzione e limitiamo la pesca a poche giornate l’anno, ai fini di garantire il meglio per i clienti del Lodge alla ricerca di situazioni di pesca esclusive. Ormai in deriva dentro il canneto ci concediamo una pausa. Gustiamo soddisfatti un ottimo sandwich preparato dalla cucina del Lodge, e ci scambiamo feedback sui momenti di pesca appena trascorsi: abbiamo catturato finora una decina di lucci, con mosche dalle colorazioni diverse, copper, chartrouse, nero/viola, quest’ultima un’ ottima scelta in condizioni di acqua limpida e giornate di luce. Sono attimi magici, siamo già più che appagati e in silenzio ci godiamo la vista del lago, nell’attesa e nella speranza che l’imbrunire e l’imminente cambio di luce ci regali, come alle volte accade, quella magica finestra di mezz’ora in cui sembra che tutti i lucci entrino simultaneamente in attività, cacciando in superficie un po’ ovunque. Nota: il denmark Fishing Lodge è stato chiuso temporaneamente per oltre 1 anno. Riaprirà in autunno 2020 in una nuovissima location nella stessa zona. E’ possibile contattarci per la stagione 2021.

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an imitation of a baitfish rather than a diver or a popper and sometimes they can also be selective as to size and color. In order to leave nothing to chance, I immediately replace the fly, choosing a silver one, as the baitfish that we have seen jumping are probably small gardons or scardolines. After only one cast, the water forms an important “V� following the fly. I put effort in continuing my retrieval like it was nothing, without being conditioned by my emotion...after few endless instants, the wave is approaching and I hear a stop! The streamer that till now I have clearly seen working 20 cm under the surface disappears. I know well that I must wait a moment, after which I hold it tight with my left hand. The line is stretched sideways, it is a beautiful fish. A nice fight begins and, after some escapes towards the algae of the bottom, we wade towards a big mama of over one meter: every pike over one meter is a catch that you remember with pleasure, but if you catch it at sight, while it is hunting or on the surface, it remains even more impressed in your memory. When it is hot and there is less oxygen in the water, we often release fish without even pulling them aboard or taking photos of them, so as to possibly stress them less. In the private waters we manage, we pay attention and limit fishing to few days a year, so as to guarantee the best for the customers of the Lodge in search for exclusive fishing situations. When we are already drifting among the rushes, we enjoy a break. While enjoying with much pleasure an excellent sandwich prepared by the cuisine of the Lodge, we exchange feedbacks on the fishing moments we have just experienced: till now we have caught about ten pikes on flies with different colors, copper, chartreuse, black/violet, the latter being a very good choice when the water is clear and the day bright. These are magic moments, we are already more than satisfied and in silence enjoy the view of the lake, awaiting and hoping that the dusk and the imminent change of light will endow us, as it sometimes happens, that magic time slot of half an hour when pikes give the impression of becoming all active simultaneously, hunting everywhere on the surface. Note: Denmark Fishing Lodge has been closed temporarily for 1 year. It will reopen in autumn 2020 in a brand new great location in the same area. Contact us for the 2021 pike season.

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FISHING AND ART

d i v a D h t r o f n Da om

loGear.c

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www.Re


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We found David Danforth Art and his incredibly creative artwork a little while back and have been enjoying him ever since. His imaginative approach to the medium is inspiring, exciting and reflects his deep Florida roots and backcountry history. With his artwork looking less realistic and more artsy, it is a new unorthodox hot item in

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the industry. Mixed with a rich history of street art, neon colors and abstract layers, his art is one of the most unique styles in the Fishing industry. Dave is a 3rd generation native Floridian, born in Tampa, FL. His grandfather was a mullet fisherman in Chokoloskee who learned the back  waterways and passed that knowledge onto his


È da un po’ che abbiamo scoperto l’arte incredibilmente creativa di David Danforth e da allora l’abbiamo sempre apprezzata. Il suo approccio immaginativo è stimolante, emozionante e riflette le sue profonde radici in Florida e la storia di questa zona.Visto che le sue opere appaiono artistiche piuttosto che realistiche, costituiscono una novità non convenzionale nell’industria del settore. La sua

arte possiede uno degli stili più unici nel campo della pesca, con la sua commistione di arte di strada, colori al neon e livelli di astrazione. Dave, nato a Tampa, in Florida, rappresenta nella sua famiglia la terza generazione residente in questa regione. Suo nonno era un pescatore di muggini di Chokoloskee che imparò a conoscere i reconditi corsi d’acqua e ne trasmesse la conoscenza

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father, who passed it down to David. Now Dave enjoys bestowing that knowledge upon his two kids and teaching them the ropes. He is currently out of his home state and traveling the U.S.A attending multiple shows,events, and expos. He speaks on fly fishing, does art consultations,

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and public appearances at many Fishing and Outdoor Expos throughout the country. Before becoming a full time traveling artist, he’s had a deep passion of the water since he was a little kid. He creates custom art on canvas, wood, and murals.


al padre di David, che infine la passò al figlio. Ora Dave si diverte a tramandare quel sapere ai suoi due figli. Spesso non si trova in Florida, ma è in viaggio per gli Stati Uniti per partecipare a diversi eventi, esposizioni e mostre. Parla di pesca a mosca, fa consulenze artistiche e apparizioni pubbliche a molte fiere di pesca e di

attività all’aria aperta in tutto il Paese. Prima di diventare un artista itinerante, aveva una profonda passione per l’acqua fin dalla tenera infanzia. David crea prodotti artistici personalizzati su tela e legno, oltre che murali, inoltre produce anche scatole porta mosche e una linea di abbigliamento personalizzato.

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Per info pesca www.pescatorisolandri.com



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Fishing in the West Coast Text Jimmy Lean > Photos Dave McCoy

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The western coast boasts a great tradition for fly fishing. There are several fishing opportunities in Northern California if you just go up towards Oregon and get to Washington State. Many of these rivers certainly owe their reputation also to the beauty of the surrounding landscape, but many others to the quality of fishing. Amidst a range of extremely technical articles on fishing, which usually indicate the position of the trout in a small area of a river by

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mentioning each stone, I prefer to speak of the beauty of this area while describing my long journey as a pensioner. I recommend that you make this journey on a big camper, if you have 2 or 3 months to dedicate to this adventure. Going north from San Francisco, the first stopover is near the town of Redding, to fish in the area of the Shasta Lake and its tributaries. After a couple of hours going north, you will get to the legendary Mc Cloud, one of the most


La costa Ovest vanta una grande tradizione per la pesca a mosca. Nel nord della California, per poi salire verso l’Oregon arrivando fino allo stato di Washington, ci sono innumerevoli possibilità di pesca. Molti di questi fiumi sicuramente devono la loro notorietà anche alla bellezza del panorama circostante, ma molti altri soprattutto alla qualità della pesca. In un panorama di articoli sulla pesca estremamente tecnici, dove solitamente viene descritta una piccola zona di un fiume

indicando sasso per sasso la posizione delle trote, preferisco parlare della bellezza di questa zona raccontando il mio lungo viaggio da pensionato. Un viaggio che vi consiglio di fare con un grosso camper, se avete 2 o 3 mesi a disposizione da dedicare a questa avventura. Partendo da San Francisco in direzione nord, la prima tappa è nelle vicinanze della cittadina di Redding per pescare nell’area dello Shasta Lake e i suoi affluenti. Ad un paio d’ore


beautiful rivers in the west of the United States, sometimes calm like an English chalk stream, and populated by big brown trout. At the border of Oregon, it will be worth stopping in the area of the Smith River, among the few rivers that are still intact and without dams. If not for fishing, this river is well worth being even just seen. A little more to the north you will get to the famous area of the Klamath Falls, where there are plenty of rivers, together

with services offered to visiting fishermen. A stopover must certainly be made for the big trout which swim up the lake towards the Williamson River. This area also has a very important history, and sure enough several authors of articles and books on fishing mention it as one of the best ones on the western coast. Moreover, some of the best fly makers in the United States live here. Still heading north, you will bump into a very interesting area crossed by rivers


verso nord si arriva al leggendario Mc Cloud, uno dei più belli a ovest degli Stati Uniti, fiume a tratti calmo come un chalk stream inglese, popolato da grosse brown. Al confine con l’Oregon merita fare una fermata nella zona del fiume Smith, fra i pochi ancora integri e senza dighe. Se non per pescare, questo fiume merita anche solo di essere visto. Appena più a nord si arriva nella famosa zona di Klamath Falls, dove i fiumi abbondano, insieme ai servizi offerti a pescatori

di passaggio. Una sosta andrà sicuramente fatta per le grosse trote che risalgono dal lago verso il fiume Williamson. Questa zona ha anche un passato storico molto importante, sono infatti molti gli autori di articoli e libri di pesca che indicano quest’area come una delle migliori della costa Ovest. Qui, inoltre, vivono alcuni dei migliori costruttori di artificiali degli Stati Uniti. Sempre in direzione nord incontriamo una zona molto interessante attraversata da fiumi come Deshute

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such as the Deshute and Umpqua. Before leaving Oregon, a stopover in the towns of Bend and Albany is a must. If you go further north, you will reach the town of Portland, at the boundary of Washington State and you will begin to encounter very good rivers for salmon too, where the fishing season goes on till late autumn. Excellent campsites and accommodation for all prices, together with a forward-

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looking management of the territory, have made it a very important tourist destination for fishing. Here you will see huge shops and tens of boats ready to leave for chartered salmon fishing trips. At this point, from your departure in San Francisco you will have already covered more than 1,000 miles and you will probably have caught a lot of trout in the most beautiful rivers in the West of the United States.


e Umpqua. Prima di lasciare l’Oregon è d’obbligo una fermata nelle cittadine di Bend e Albany. Proseguendo verso nord si arriva nella città di Portland al confine con lo stato di Washington e si iniziano ad avere ottimi fiumi anche per salmoni, dove la stagione di pesca prosegue fino ad autunno inoltrato. Ottimi campeggi e accomodation per tutti i prezzi, insieme ad una gestione lungimirante del territorio, hanno

fatto sì che questa zona abbia un indotto turistico molto importante derivato dalla pesca. È qui che vedrete grandi negozi e decine di barche pronte a partire per giornate charter di pesca al salmone. A questo punto, dalla vostra partenza da San Francisco avrete ormai percorso più di 1000 miglia e probabilmente avrete catturato molte trote nei fiumi più belli del West degli Stati Uniti.



DISPONIBILE ORA |EU.YETI.COM


Foto: Alessandro Seletti


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