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History: le copertine del New Yorker
COLLECTOR'S PAGES
LE COPERTINE DEL NEW YORKER
di Riccardo de Stabile
La pesca a mosca probabilmente è stata raffigurata, documentata e mostrata più di qualsiasi altro sport. Il solo Museo americano della pesca a mosca contiene più di 5.800 libri e centinaia di artisti hanno tentato di catturarne l'essenza con stili e mezzi espressivi diversi. Dal 1936 al 1954 la pesca a mosca è stata periodicamente illustrata sulle copertine della rivista New Yorker. In quegli anni diciassette copertine, (su un totale di oltre 4.500) disegnate da alcuni dei più grandi fumettisti americani, furono dedicate alla pesca a mosca. Il "New Yorker" fu fondato nel 1925 da Harold Ross come una rivista settimanale umoristica simile a "Judice" e "Vanity Fair", i suoi predecessori. Fu pubblicato con l'obiettivo di creare una "rivista di umorismo intelligente che si rivolgesse solo a un'élite sofisticata e istruita e in un'area geografica strettamente circoscritta”. Ross fu molto abile nell'attrarre e trattenere i migliori umoristi del suo tempo. Così decise che: “il New Yorker sarà un riflesso in parole e immagini della vita metropolitana. Sarà umorismo. Il suo tenore generale sarà di allegria, arguzia e satira, ma sarà più di un divertimento”. Voleva che fosse "così divertente e informativa da essere una necessità per la persona che desidera sapere". Ross è rimasto redattore dall'inizio della rivista fino alla sua morte nel 1951, e Mary Corey scrisse ne “Il mondo attraverso il monocolo” che "Ross ha creato una rivista decisamente moderna che ha cambiato lo stile e il contenuto della narrativa americana contemporanea, ha perfezionato una nuova forma di giornalismo letterario, ha stabilito nuovi standard di umorismo e comicità e ha influenzato numerosi programmi culturali". A quell'epoca il "New Yorker" divenne un modello e un arbitro sociale per l'emergente classe benestante medio-alta e, come J.W. Krutch annotò nella "Saturday Review" del 30 gennaio 1954, i suoi lettori "prendevano spunti dalle sue pagine". Ciò includeva anche la scelta e la promozione delle attività ricreative "giuste" per i lettori, e negli anni '40 e '50 la pesca a mosca faceva al caso loro. Uno dei modi più efficaci del "New Yorker" di influenzare il pensiero dei suoi lettori fu l'uso
Fly fishing has been depicted, documented, and displayed in more ways and in more forms than perhaps any other sport. The American Museum of Fly Fishing alone contains more than 5800 books related to the sport, and hundreds of artists have attempted to capture its essence in many styles and media. From 1936 through 1954, fly fishing was periodically shown on the covers of the New Yorker magazine. During that narrow eighteen-year segment of the magazine’s ninetyplus-year span, seventeen covers (out of a total of more than 4500) drawn by some of America’s greatest cartoonist were devoted to fly fishing. The “New Yorker” was founded in 1925 by Harold Ross as a weekly humor magazine similar to “ Judge” and “ Vanity Fair”, its predecessors. It was published with Ross’s goal of creating a “ Smart humor magazine that would appeal only to a sophisticated and educated elite and in a narrowly circumscribed geographical area. However Ross was so adept attracting and retaining in the best humorists of his time. He planned that “the New Yorker will be a reflection in word and picture of metropolitan life. It will be humor. Its general tenor will be one of gaiety, wit and satire but it will be more than a jester”. He also wanted it to be “ so entertaining and informative as to be a necessity for the person who knows his way about or wants to”. Ross remained editor from the inception of the magazine until his death in 1951, and Mary Corey noted in “ The world through Monocle that the magazine was widely read and widely talked about and came to have serious social cachet. She also noted that “ Ross created a distinctly modern magazine that altered the style and content of contemporary American fiction, perfected a new form of literary journalism, established new standard for humor and comic art, and shaped numerous social and cultural agendas”. During that era the “ New Yorker” became a standard setter and social arbiter for the emerging wealthy upper middle class and, as J.W. Krutch noted in the “ Saturday Review “ on 30th January 1954, its readers “ took their every cue from its pages”. This included identifying and promoting the “right” recreational pursuits for this avid readers, and in the 1940s and 1950s fly fishing fit the bill. One of the most effective ways that the “New Yorker” found to influence thinking and behavior was through the use
delle vignette, sia sulla copertina che all’interno della rivista. Durante il primo decennio (1925-1935), le attività sportive (golf, baseball, caccia e soprattutto canottaggio) erano spesso rappresentate a un ritmo di tre, quattro copertine all'anno. Questi sport riflettevano gli interessi del "sofisticato" newyorkese. La comparsa della pesca a mosca in copertina iniziò nella primavera del 1936 e proseguì ogni aprile, in concomitanza con l'inizio della stagione di pesca, negli anni Quaranta e Cinquanta, riflettendo la crescente popolarità di questo sport durante quei due decenni. Quasi con la stessa rapidità con cui era cresciuta dopo la seconda guerra mondiale, la popolarità della pesca a mosca svanì con lo sviluppo dell'attrezzatura da spinning e dei progressi tecnici degli anni '50. Lo storico Shullery sottolinea la crescita esponenziale delle attività ricreative all'aperto negli Stati Uniti durante quel decennio e fa notare che “la mania dello spinning portò alla pesca molti che non avevano alcuna conoscenza delle tradizioni della pesca a mosca; c’erano molti goffi principianti”. In quel periodo non solo il mulinello da mosca venne sostituito dal mulinello da spinning, ma le canne di bambù furono sostituite da quelle in fibra di vetro e successivamente da quelle in grafite, le mosche vennero sostituite da spinner e il filo di seta da quello in materiale sintetico. Di conseguenza la pesca divenne accessibile a tutti, il fascino intellettuale della pesca a mosca tradizionale svanì e, dopo il 1959, venne rappresentata solo due volte sulla copertina del "New Yorker" (nel 1970 e nel 1972). Questa scomparsa della pesca a mosca dalle copertine delle riviste sta a significare che lo sport aveva perso il suo fascino per le sofisticate élite.
of cartoons, both on the cover and throughout the magazine. Its covers in particular came to clearly portray Ross’s picture of metropolitan life. During the first decade (1925-1935), sporting activities (golf, baseball, hunting, and especially boating of all sorts) were frequently depicted at a rate of three to four covers per year. These sports reflected the interests of the “sophisticated” New Yorker. The appearance of fly fishing as a cover topic began in the spring of 1936 and returned frequently- typically each April, concurrent with the opening of fishing season – throughout the 1940s and 1950s, reflecting the rising popularity of the sport during those two decades, particularly among the magazine’s intended audience. Almost as quickly as fly fishing’s popularity rose after World War II, it faded with the development of spinning tackle and other technical advances in the 1950s. The historical Mr Shullery points to the substantial growth of outdoor recreation in the United States during that decade and emphasizes that “the spinning craze brought many to fishing who had no knowledge at all of the traditions of fly fishing; all they given by many clumsy beginners”. Not only was the fly reel replaced by the spinning reel during this time, but bamboo rods were replaced by fiberglass and later graphite ones, flies were replaced by spinners, and silk line was replaced by one made of synthetic material. As a result, fishing became available to everyman, the highbrow allure of traditional fly fishing faded, and, after 1959, fly fishing was only depicted twice again on a “New Yorker” cover (in 1970 and 1972). This disappearance of fly fishing from the magazine covers may not have been only the sport had lost his allure to the sophisticated set.