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PANERAI

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MAGISTER THE BOOK

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PANERAI

UNA VISIONE DIFFERENTE

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FARE IN MANIERA TALE CHE OGNI NUOVA CREAZIONE RISPETTI L’INCONFONDIBILE IDENTITÀ DELLA CASA FIORENTINA. UN LAVORO COMPLESSO, NE PARLIAMO CON ALESSANDRO FICARELLI

Di Paolo Gobbi

FIN DAL SUO DEBUTTO sul mercato internazionale, Panerai ha scelto la dicitura “Laboratorio di Idee” per indicare il suo impegno alla ricerca continua di soluzioni tecniche innovative che elevino ai massimi livelli gli standard e le prestazioni dei suoi orologi. La parola “laboratorio”, di origine latina, evoca l’ingegnosità della famiglia Panerai, nativa di Firenze, che non solo fondò il primo laboratorio orologiero della città nel 1860, ma trasformò un’attività familiare in un’azienda lungimirante in grado di creare prodotti innovativi e rivoluzionari, diventati poi veri e propri classici nella storia dell’orologeria.

Il Laboratorio di Idee fa parte del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo, dove tutti i progetti tecnici vengono creati e perfezionati grazie a orologiai e ingegneri. Questi 50 artigiani altamente specializzati lavorano a stretto contatto con il dipartimento di design, ubicato in Italia: in questo modo si assicura che ogni nuova creazione rispetti l’inconfondibile identità Panerai. Per farci raccontare il presente e il futuro di Panerai, abbiamo incontrato a Santa Margherita Ligure, a bordo di Eilean, il ketch di 70 piedi varato nel 1936 e oggi simbolo della casa orologiera, Alessandro Ficarelli, Direttore Sviluppo Prodotto.

Ci racconta il suo ruolo in Panerai?

«Sono in Panerai dal settembre 2005, sedici iniziati con il ruolo di marketing product manager. Dal 2011 sono direttore della strategia del prodotto, parte del comitato direzionale della

Caratterizzato da un quadrante sandwich e dal ponte di protezione della corona sul lato destro del quadrante, elementi per eccellenza di Panerai, il Luminor Chrono si distingue per l’originale collocazione a sinistra dei pulsanti del cronografo e per le lancette blu dedicate a tale funzione

Alessandro Ficarelli Direttore Sviluppo Prodotto Panerai

Dopo il suo debutto ufficiale nel 2011, il bronzo torna deciso protagonista delle collezioni Panerai, per la prima volta proposto in un modello da 42 mm. Il Submersible Bronzo Blu Abisso (PAM01074). destinato alla vendita esclusiva presso le boutique Panerai, è realizzato in soli 1.000 esemplari l’anno e si contraddistingue per il blu opaco del quadrante, perfettamente in sintonia con il caldo tono del metallo. Un bronzo ottenuto da materie prime pure che escludono tracce di inquinamento o di elementi proibiti, come il piombo (<90 ppm). marca, lavorando a stretto contatto con il CEO. In tutti questi anni ho contribuito all’evoluzione e alla crescita del brand.»

Le tappe più importanti?

«Nel 2005 abbiamo presentato il primo calibro di manifattura, riuscendo poi a realizzare una manifattura integrata con il 100% dei calibri sviluppati in-house. C’è stata un’evoluzione del brand e anche una sua trasformazione in quattro pillar ben definiti in altrettante collezioni: Luminor, Luminor Due, Submersible, Radiomir.

Un panorama completamente diverso da quello che c’era nel 2005.»

Cosa c’era di così completamente diverso?

«C’era un orologio iconico, il Luminor Marina, il Luminor 44 mm, qualche Special Edition Radiomir di carattere storico. Successivamente abbiamo cominciato a usare la cassa Luminor 1950, utilizzata sempre di più con i calibri in-house: è diventata la cassa degli orologi manifattura. Per sintetizzare, vent’anni fa Panerai era un orologio, adesso è un brand a tutto tondo.»

Cosa è cambiato per determinare questa trasformazione?

«Panerai era un orologio con una forte storia, valori legati al mondo del mare, a un’italianità, alla Marina Militare. Tutte qualità che adesso vengono messe in evidenza con una nuova accezione di lusso. Perché nel frattempo è cambiato il cliente, è cambiato il mondo del lusso. Stiamo assistendo per esempio ad una sua democratizzazione, che porta anche a un cliente diverso, più aperto, con un nuovo modo di vivere. Anche il nostro brand è cambiato, e il nostro obiettivo non è più solamente vendere un orologio.»

Come fa a conciliare una marca così fortemente storica e iconica con un prodotto che deve fare innovazione, che deve confrontarsi con il mondo?

«È una domanda che mi piace molto. Panerai è sempre stata partecipe al rinnovamento tecnologico, dai brevetti storici sui materiali luminescenti, al suo iconico ponte proteggi corona. Il fatto di essere un brand pioniere nel mondo della micromeccanica ci ha portato negli ultimi anni a presentare materiali innovativi e anche nuovi movimenti.»

Sempre interpretati secondo la vostra filosofia?

«Sì. A esempio quando abbiamo presentato il tourbillon, non ne abbiamo voluto realizzare una versione “standard” e tradizionale, bensì un “alla Panerai”. Abbiamo sempre pensato i nostri segnatempo come degli strumenti, con alcuni punti fermi come la funzionalità, la visibilità del quadrante, la luminescenza. Tutti elementi caratteristici dei nostri segnatempo sin dal secolo scorso.»

È importante seguire la vostra storia?

«L’importante è avere una profonda conoscenza della storia, da dove arriviamo, il design, riprendere questi elementi e utilizzare una chiave moderna: nuovi materiali e nuovi colori. Far evolvere l’assortimento cercando sempre di rispettare i codici estetici della marca.»

SUBMERSIBLE eLAB-ID L’orologio è un risultato senza precedenti nella storia dell’industria orologiera. Il 98,6% del suo peso totale proviene da materiali che integrano un alto tasso di elementi riciclati. La sua cassa, il quadrante sandwich e i ponti sono realizzati in EcoTitaniumTM, una lega di titanio riciclato, metallo leggero di derivazione aerospaziale composto per oltre l’80% da puri elementi riciclati. Submersible eLAB-IDTM è il primo orologio a utilizzare SuperLuminovaTM riciclata al 100% sul quadrante e sulle lancette, e silicio riciclato al 100% per la realizzazione dello scappamento del movimento. Entrambi sono ottenuti attraverso processi di riciclaggio su piccola scala che riutilizzano scarti di materie prime. Dal vetro zaffiro alle lancette in oro, la maggior parte dei componenti principali è ottenuta da materiale riciclato.

Il suo è un ruolo importante.

«In questi anni avendo vissuto e partecipato all’evoluzione del brand, mi sento un po’ il guardiano del faro. Il nostro obiettivo è stato quello di rimettere il cliente al centro, mantenendo una forte identità di prodotto.»

Un cambiamento visibile nelle vostre collezioni?

«Abbiamo un assortimento di quadranti che finalmente vanno oltre il tradizionale nero, su tutti il bianco e il blu Panerai, con quella sua luce particolare. Anche per i metalli non c’è solo acciaio, ma anche titanio, il carbotech, uno dei nostri best-seller, poi il bronzo, che ha una particolare ossidazione che lo porta a “invecchiare” con il proprietario.»

Quando si parla di orologeria italiana viene sempre alla mente Panerai: vi considerate una marca italiana?

«Confermo che è complesso perché l’italianità è molto importante. Lavoro per un brand dalle origini fiorentine, sono l’unico italiano presente nel comitato direzionale, orgoglioso di partecipare alla crescita del marchio. Noi, parlo del mio team che va dal product manager al design, dalla comunicazione ai creativi, siamo tutti basati a Milano e passiamo dal design degli orologi alla comunicazione, che facciamo nelle boutiques e negli eventi.»

Panerai è una marca Swiss Made?

«Nell’orologeria è chiaro che lo Swiss Made è sinonimo di qualità, un must. Ma negli anni ci stiamo aprendo a tecnologie che non sono solo d’oltralpe, come il concetto dei nuovi orologi, il Subermsible eLAB-ID, ecosostenibile, realizzato quasi al100% con prodotti riciclati, dove lavoriamo con fornitori che non sono solo svizzeri. Tuttavia il savoir-faire, il know-how e la tecnicità svizzera sono fondamentali per l’orologeria di lusso. Aggiungo anche che Panerai è l’unico player dell’orologeria puramente italiano. Inoltre siamo uno dei pochissimi produttori orologieri che non ha mai montato un quarzo. Anzi, abbiamo una parte delle nostre collezioni dedicata al carica manuale proprio in virtù di quel richiamo storico alla tradizione.»

L’orologeria tradizionale è sempre vissuta senza fare movimenti in casa. Il concetto di manifattura, che voi avete sposato, è sostanzialmente moderno, in quanto storicamente l’orologeria ha sempre utilizzato meccaniche prodotte da fornitori terzi. C’è stato un momento in cui, dopo aver progettato e messo in movimento la vostra manifattura, avete pensato

“Ma chi ce l’ha fatto fare”?

«In realtà no. Perché la manifattura ti permette di essere autonomo. È chiaro che per la fornitura di componenti ci appoggiamo ad altri, come è anche chiaro che non abbiamo i volumi di produzione – e non li vogliamo nemmeno avere – che potrebbero avere altri gruppi. Tuttavia, ci permette di essere autonomi e di avere degli standard qualitativi differenti. Per quanto riguarda il movimento, per altri la riserva di carica non è basica, per noi sì. Questo vale anche per le finiture: abbiamo una storia con richiami militari, quindi noi non siamo per delle decorazioni barocche, ma cerchiamo finiture satinate e lucide. Tutto questo ci ha permesso di differenziarci dagli altri brand. Qualunque cosa facciamo, la facciamo alla Panerai.»

Ci racconta il concetto di seconda vita che è alla base del Submersible eLAB-ID?

«Si tratta sostanzialmente di un segnatempo dove il 98,6% i componenti sono riciclati. Non lo sono al 100% solamente perché riciclare alcune parti del movimento sarebbe stato talmente costoso e inquinante che saremmo andati contro la filosofia del prodotto.»

Non si tratta del solito orologio riciclato.

«No, il nostro è un concetto green. Per portarlo a compimento abbiamo cominciato a ragionare sotto il profilo di quello che abbiamo chiamato il “Panerai ecologico”, che non è solo al livello di prodotto, ma coinvolge l’intera organizzazione. Tutti e 700 i dipendenti del mondo di Panerai sono chiamati a ragionare green: usare meno plastica e comunque solo riciclata, stampare il meno possibile, non andare in macchina al lavoro.

Io ho una macchina pug-in perché nella policy aziendale abbiamo cercato di abbandonare il motore termico alimentato a benzina o diesel. Nella produzione degli orologi abbiamo eliminato il libretto delle istruzioni dalle scatole, inoltre il 30% delle scatole è realizzato con materiali riciclati. In ogni caso non utilizziamo più plastica, e nel packaging abbiamo ridotto le dimensioni per ridurre le emissioni di Co2 dovute al trasporto. La nostra manifattura è green.»

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