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Coronavirus e le ricadute sugli sta keholders del Wellness Andrea Pambianchi

CORONAVIRUS E LE RICADUTE SUGLI STAKEHOLDERS DEL WELLNESS

La strada in salita di un settore messo in ginocchio da chiusure, ritardi e, in prospettiva, limitazioni ed incertezze

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Mai come in questo periodo la diffusione del CoronaVirus ha messo in luce tutta la fragilità e le criticità di un intero comparto che però in Ita lia produce oltre 18 miliardi di euro/ anno dando lavoro a circa 1 milione di persone tra fornitori, club e colla boratori/trainer.

Ad oggi (15 maggio 2020 ndr) nulla è ancora certo, non ci sono protocolli ufficiali né date fissate per la riaper tura di palestre, piscine e centri sportivi oramai chiusi da oltre 2 mesi. In Italia l’Osservatorio Fitness stima che la perdita economica per gli Operatori del Settore Wellness am monti a 1 miliardo di euro (in 5 mesi); se si aggiungono i numeri del com parto piscine arriviamo ad oltre 2.5 miliardi di euro svaniti in 5 mesi.

Un mercato che aveva ampi spazi di crescita e che è entrato nel suo mo mento più drammatico dove il 77% delle strutture rischia di non riapri re più con un’ipotesi di oltre 750.000 disoccupati.

Ma cerchiamo di analizzare cosa è successo durante questi mesi di chiusura.

IL PROBLEMA:

Per motivi di sicurezza tutte le strut tura sportive in Italia sono state chiuse per circa 3 mesi; un settore che però rispetto ad altri ha marginalità molto ridotte e “vive” sui flussi di cas sa, sia in modalità mensilizzata che con picchi di liquidità stagionali.

Un settore che ha marginalità molto ridotte e “vive” sui flussi di cassa

LE REAZIONI:

1 - Molti Club ad incasso mensilizza to “puro”

Onde evitare interruzione dei RID hanno cercato in tutti i modi di “con tinuare l’attività”, con video lezioni sui Social o piattaforme specifiche. In ogni caso hanno provveduto a comunicare che i mesi pagati e non utilizzati sarebbero stati recupera ti, dopo uno o due mesi di chiusura hanno iniziato a sospendere gli ad debiti (per i club premium price) o dare la possibilità alle singole perso ne di poterlo fare (per i club low cost)

ph Fitness Up 2

2 I Club a pagamento anticipato

Qui arrivano le dolenti note perché rappresentano il 90% delle strut ture italiane, spesso gestite a livello “artigianale” e con disponibilità fi nanziare limitate. La chiusura in un periodo di “alta stagione” post-natale e l’ipotesi di riapertura in bassa sta gione avrà strascichi molto lunghi e pesanti.

In entrambi i casi, traditi da alcuni fornitori e da alcuni trainer che li hanno bypassati andando a vende re direttamente soluzioni di allenamento online e a casa, i Club si sono visti costretti a: fornire servizi gratis in video sui social pur di mantenere un contatto con gli utenti; investi re ingenti somme per rimettere a norma il Club; prevedere il rimbor so in tempo o bonus di quanto non utilizzato; prevedere un fisiologico, e pesante, calo di affluenza, rinnovi e nuovi abbonamenti; avere poche speranze per misure economiche speciali per il settore, e molto altro.

3-Gli Studi PT

Per definizione one-to-one, la reten tion e tipologia di servizio personalizzato è percepito più “sicuro”; oltre a questa percezione per il codice Ateco 85.51.00 specifico molte strut

L’Osservatorio Fitness stima che la perdita economica per gli Operatori del Settore Wellness ammonti a 1 miliardo di euro (in 5 mesi), 2,5 miliardi aggiungendo le piscine

ture sono riuscite a ricominciare l’attività già dai primi di maggio. Affitti più ridotti (e facilmente ne goziabili) e la fruizione “a seduta” di un servizio anche facilmente fruibile on-line hanno mitigato le difficoltà.

4-Le Aziende di HomeFitness

Hanno continuato a bypassare i Club, anzi, aumentando ancor di più la pubblicità social, tv, internet etc. per acquisire la clientela dei Club, dando utili consigli e promozioni accattivanti con prodotti in como dato gratuito e similari; un deja-vù degli spot “commercial” di materassi e batterie di pentole da cucina che

Riaperture delle palestre con protezioni o rispetto del distanziamento

però ha aperto gli occhi a molti Titolari.

5-Le Sigle e le Unioni

Un settore da sempre frammentato e poco rappresentato alle Istituzioni ha visto dunque la rapida nascita di comitati regionali e settoriali delle più disparate specie.

Un male? Tutt’altro! Sicuramente un po’ d’ordine andrà fatto pro futuro, anche in vista della prossima riforma dello sport di base, ma questa spinta ad aggregarsi in nuove realtà ha ma nifestato due chiare situazioni:

A - Sfiducia e scontentezza rispetto

alle consolidate associazioni e unioni forse troppo distanti dalle esigenze pratiche dei Club e troppo legate a schemi oramai superati.

B - Forte presa di coscienza da parte di Titolari di Club ed Operatori della ne cessità di elevare il Settore del Fitness, del Wellness e delle attività sportive in genere, presentandosi compatti e co esi alle Istituzioni, consolidando i numeri e la valenza economica del comparto, focalizzando il ruolo primario del settore e lo stretto legame tra la Salute e le attività svolte in palestre, piscine, accademie e centri sportivi.

La rapida nascita di comitati regionali e settoriali delle più disparate specie. Un male? Tutt’altro!

Una sfida, quella del Covid-19, che spe riamo sia presto vinta dal punto di vista sanitario, ma che ci vedrà per molto tempo sul campo di battaglia eco nomico per far sopravvivere i Club, gli Operatori e tutte le Aziende della filiera produttiva del Wellness.

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