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MANAGEMENT Collaboratori sportivi, tutele e riconoscimento professionale La Redazione
COLLABORATORI SPORTIVI, TUTELE E RICONOSCIMENTO PROFESSIONALE
Da sempre relegati ai margini, nonostante si parli di quasi un milione di persone che lavorano a tempo pieno o part time nei centri sportivi. Ora è nato un Comitato a difesa della Categoria con l’appoggio pieno di EAA e Happy Aquatics
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Come e quando nasce il “COMITATO DIRITTI PER I LAVORATORI SPORTI VI” e chi ne fa parte?
Il nostro COMITATO DIRITTI PER I LA VORATORI SPORTIVI nasce con l’intento di evidenziare la grave carenza di tutele nel nostro settore, messa in luce dalla chiusura delle palestre e degli impianti sportivi e dalle misure adottate dal Governo volte a limitare la diffusione del COVID 19. Il comitato è formato da diverse figure profes sionali quali tecnici sportivi, Personal Trainer, coordinatori tecnici, istruttori, personale addetto al servizio ammi nistrativo ed accoglienza clienti, ma anche persone che lavorano già in altri settori.
Qual è l’obiettivo del Comitato?
Il nostro obiettivo è quello di rendere il nostro ruolo riconosciuto e tutela to come lavoro, portando alla ribalta la precarietà e la fragilità delle colla
borazioni sportive conosciute fino ad oggi dai soli addetti ai lavori. Una volta evidenziate le carenze contrat tuali, puntare ad avere tutele di base e garanzie. In pratica oggi il lavoro nel mondo dello sport nel nostro Paese non è considerato “Lavoro” o, nella migliore delle ipotesi, è conside rato come “lavoro di serie B”: niente Welfare State, niente malattia, infor
Lo Staff Professionale fa una grande differenza per le sorti del centro sportivo, ma spesso non viene riconosciuto - ph Godia’s Personal Training Center
tunio, maternità retribuita, contributi pensionistici, assegni familiari, tratta mento di fine rapporto, ferie pagate o retribuzione in caso di chiusura im prevista delle strutture. Questo ci costringe a tutelarci sia personalmente che verso terzi, attraverso piani assi curativi e previdenze complementari che a volte vengono richieste dal no stro datore di lavoro, in maniera unilaterale, scaricando il costo delle polizze interamente su noi collaboratori.
In che modo siete riusciti a coinvol gere i vostri colleghi dal momento che fino ad ora nessuno si era mai esposto?
Abbiamo creato un gruppo What sapp che in breve tempo è arrivato a 250 persone, abbiamo poi aperto un canale Telegram, che ora è arrivato a 541 membri, una pagina Facebook
L’ obiettivo è quello di rendere il nostro ruolo riconosciuto e tutelato come lavoro, portando alla ribalta la precarietà e la fragilità delle collaborazioni sportive
che conta oltre 2000 iscritti. Senza questi mezzi ci sarebbe stato impos sibile comunicare.
Perché allora scegliere di lavorare nello sport se non ci sono tutele e diritti?
Semplice, perché il nostro è un mon do fatto di persone che hanno piacere di fare qualcosa per gli altri, che ama no lo scambio di emozioni, che regalano sorrisi e li ricevono in cambio. Noi istruttori passiamo ore ad occuparci del tempo libero e della sicurezza del la gente, lavorando dal mattino presto alla sera tardi, sabati e domeniche inclusi. È ormai noto quale sia il peso che il nostro ruolo ha nella società. Nei corsi ci vengono affidati bambini, adulti, anziani, diversamente abili, ci occupiamo del loro bagaglio moto rio e del loro benessere psicofisico e non c’è niente di più bello e più gra tificante sotto il profilo umano.
Se non avete tutele come pensate possa essere gestita la riapertura degli impianti al termine dell’emer genza?
Stiamo cercando di ottenere nell’im mediato una polizza che possa garantirci una copertura in caso di infortunio da COVID-19. Sappiamo che i gestori non possono farsi carico di costi eccessivi ma noi non possiamo permetterci di perdere giornate di la voro e non essere retribuiti. Sarà necessario trovare un punto d’incontro. Siamo pronti a tornare in campo e siamo certi che saranno applicati tutti i protocolli di sicurezza che riguarde ranno sia l’utenza che i collaboratori, come previsto per tutti i lavoratori. Crediamo fermamente che lavorare in sicurezza sia un diritto e un dove re di tutti e per tutti.
Per seguire il Comitato https://www.facebook.com/comitatodirittilavoratorisportivi/
Laura Santoro, fra le promotrici del Comitato e della campagna di sensibilizzazione
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I PROTAGONISTI DELLE PISCINE E LA SFIDA AL CORONAVIRUS
Storie di esperienze vissute e proiettate al domani di chi, come titolare o gestore, è protagonista del settore messo a dura prova dalla pandemia, ma anche dalle disattenzioni dei vertici istituzionali
Ci lasciamo alle spalle quasi quattro mesi veramente pesanti, non limitati alle chiusure, ma complicati dalle troppe incertezze, dal disorientamento dovuto alle indecisioni istituzionali e dalle limitazioni che renderanno molto difficile la sfida che attende tutti coloro che sono alla guida di impianti acquatici e sportivi. Le storie e considerazioni di realtà collocate a diverse latitudini geografiche, ma accomunate dagli stessi gravi problemi e dal desiderio di ripartire e superare la strada in salita che dovremo affrontare. Con spirito positivo e la convinzione di farcela: sono la miglior garanzia per un futuro di prospettiva, dimenticando schemi che per un trentennio hanno caratterizzato i modelli gestionali, ma, sostenuti dal coraggio di chi sa fare impresa. An cor più basandosi con decisione sull’assioma Piscina=Salute e sicurezza sanitaria ed una strategia aggiornata e volta a dare sostanza ad un nuovo disegno gestionale, mai dissociato dal sociale, valore ineguagliabile delle piscine e dei centri sportivi. Lo spazio più importante lo riserviamo a chi, dal primo giorno della pandemia, si è trovato in zona rossa: la storia di Sky Line, con due impianti, uno a Codogno e l’altro a Casalpusterlengo.
SKY LINE Codogno e Casalpusterlengo LO
Gianluca Alessandrini e Sergio Ligabue soci-amministratori e rispettivamente Presidenti delle soc. Sky Line srl e Sky Line Nuoto ssd arl.
Ci occupiamo di gestione di impianti sportivi dal 1993, dopo i normali percorsi di vita e di studi che ci hanno consentito di trasformare la passione di giovani atleti al lavoro quotidiano. Attualmente abbiamo in concessione gli impianti sportivi comunali di Codogno e Casalpusterlengo. Prima di quel maledetto 21 febbraio 2020 una delle domande che, uscendo dalla regione, spesso ci sentivamo fare era: “Ma dove si trovano esattamente Codogno e Casalpusterlengo?”. Nel basso Lodigiano, sotto Milano vicino a Piacenza. Crediamo che , purtroppo non per grandi meriti, la popolarità di questi due comuni di circa 15.000 abitanti ciascuno sia schizzata alle stelle. Alcuni numeri: affiliazioni FIN, FITRI, ASI; 1 squadra agonistica di nuoto con circa 100 tesserati dai propaganda ai master, 1 una squadra di triathlon con circa 40 tesserati; circa 4000 tesserati non agonisti piscina e palestra; oltre 30000 frequentatori l’anno 15 dipendenti a tempo indeterminato; 42 collaboratori sportivi; 25 stagionali per impianti estivi
Gianluca Alessandrini e Sergio Ligabue, al centro l’ iridata Martina Grimaldi
21-02-2020 Personalmente (Gianlu ca) mi stavo recando ad Ostia per un corso di formazione della Fin, questo perchè, vista l’esigua marginalità delle gestioni di impianti sportivi nei piccoli comuni, non ci possiamo per mettere di fare unicamente i gestori, ma dobbiamo anche essere manu tentori, segretari, tecnici e coadiuvare l’eccellente lavoro del nostro staff. Detto tra noi è anche ciò che ci piace fare. Ore 7 sul treno, le prime notizie si apprendono dai giornali e dalle news del telefonino, che affermano che è stato riscontrato il primo caso di Co ronavirus in Italia proprio a Codogno. Nell’arco della mattinata le notizie di ventano sempre più precise sino a sapere il nome del paziente ricoverato. In continuo contatto telefonico con il mio socio Sergio, scopriamo che “Mattia” è un nostro frequentatore e che proprio il giovedì della setti mana precedente venne in piscina a nuotare. Ci allertiamo immediata mente e ci mettiamo in contatto con l’ATS di LODI per avere disposizioni in merito. Le disposizioni non arrivano ma in via del tutto precauzionale per la salute dei nostri dipendenti e frequenatori decidiamo di chiu dere. Erano le ore 13 del 21 febbraio, si pensava di poter riaprire in tempi brevi ma ...da lì purtroppo la storia è ben nota a tutti. Sino al giorno 8 marzo, periodo del la prima “zona rossa”, abbiamo avuto grosse difficoltà persino ad accedere agli impianti per le normali e neces sarie verifiche delle strutture. Dall’8 marzo ad oggi stiamo (6 mag gio ndr), come tutti, occupandoci delle manutenzioni, sanificazioni e predisposizione degli impianti com presi quelli estivi in attesa di chiare e precise disposizioni ministeriali che non arrivano. La pandemia nel nostro territorio è stata veramente aggressiva, noi e il nostro staff, diret tamente o indirettamente abbiamo perso parenti, amici, conoscenti e fre quentatori dei centri sportivi. La chiusura forzata sta producento danni notevoli alle società di gestione che vivono di flussi di cassa quotidiani per far fronte alle enormi spese di per sonale, manutenzioni e, soprattutto relativamente alle piscine, energe
Noi e il nostro staff, direttamente o indirettamente abbiamo perso parenti, amici, conoscenti e frequentatori dei centri sportivi
Piscina estiva
tiche. Difficile riuscire ad avere margini per “mettere fieno in cascina” Abbiamo stimato nei 3 mesi di chiu sura una perdita di fatturato di oltre 350.000,00 €
Preoccupazioni: il primo pensiero in questa drammatica situazione va al nostro personale: dipendenti e colla boratori sportivi. Purtroppo, ad oggi 9 maggio, molti di loro non hanno ancora ricevuto la cassa integrazio ne in deroga per il mese di marzo e il primo contributo dei 600€ di Sport e Salute. Speriamo che questa situa zione possa consentire di rivedere la contrattualistica sportiva, in modo da dare maggior garanzia a tutti gli operatori del settore. E’ però impen sabile che debba ricadere tutto sulle spalle delle società di gestione, che non possono certamente permetter si di assumere come dipendenti tutti i collaboratori. La cosa che putroppo ci angoscia maggiormente è non sa pere quando e come potrà essere la riapertura degli impianti. Gli impianti sportivi sono progettati per accoglie re e dare servizi ad un numero elevato di persone, questo perchè , come precedentemente detto, hanno costi di gestione molto alti e devono es sere coperti senza incidere troppo sulle tariffe all’utenza. Ci occupia mo in prima analisi della salute dei nostri frequentatori e per questo gli impianti devono essere accessibili a tutti. Ci atterremo ovviamente alle di sposizioni ministeriali ma limitare gli accessi sarà un grosso problema so prattutto dal punto di vista discriminatorio: quali attività? chi sì e chi no? Saranno assolutamente necessari aiuti dalle Istituzioni per far ripartire un settore così fortemente colpito e così importante per il benessere psi co-fisico delle persone. Ci aspettiamo che vengano total mente riviste le convenzioni con i comuni che dovranno, sia prolunga re le naturali scadenze per un tempo necessario al recupero di quanto perduto e del mancato guadagno a seguito delle restrizioni, che mettere a bilancio ogni anno contributi e in
Quello che ci angoscia maggiormente è non sapere quando e come potrà essere la riapertura degli impianti
Palestra esterna
conto gestione e per le manutenzio ni ordinarie e straordinarie. I fondi liquidità possono essere un aiuto, ma non sono la risoluzione del problema perchè creano altro inde bitamento che, a fronte di questa grande incertezza sulle modalità di possibile erogazione dei servizi, po trebbe essere fatale alle società di gestione. A giugno ci troveremo inoltre a pagare tutti gli arretrati relativi alle sospensioni di contributi, tasse, affit ti e utenze non sapendo però quali saranno le entrate. Ci sarà inoltre da studiare le modalità di corretto e ina lienabile diritto di indennizzo per coloro che non hanno potuto usufruire dei servizi già pagati. Credo che oltre a far leva sulla comprensione e di sponibilità degli utenti ad aiutare le nostre strutture, ammorbidendo le prestese, lo Stato dovrà intervenire con disposizioni precise adattabili a tutte le società e con aiuti concreti. Dal 1998 ad oggi abbiamo investito nei centri sportivi di Casalpusterlen
go e Codogno oltre 6.000.000 di euro, perchè abbiamo sempre cre duto nel settore. Prima dell’emergenza avevamo progettato altri interventi, quali ampliamento delle aree delle palestre adibite al lavoro funzionale e costruzione di nuovi impianti per il gioco del padel: vorremmo portar li a termine al più presto. Crediamo tantissimo nell’ “unione fa la forza” e in questo momento abbiamo tutti bisogno di stare insieme a combat tere. Fortunatamente ci sono Persone, la maiuscola è d’obbligo perchè il lavoro che stanno facendo a titolo gratuito ed eccellente, che si stanno impegnando moltissimo per creare sindacati e associazioni al fine di far capire alle Istituzioni il grande valo re di tutte le associazioni e società sportive, dalle più piccole alle più strutturate, che erogano servizi per il corretto sviluppo psico fisico e della personalità dei nostri giovani atleti e per la salute di tutti i frequentatori dei centri sportivi. Un grazie anche alla FIN, ad ANIF e agli enti di promo zione sportiva. La passione e l’amore che abbiamo sempre messo nel no stro lavoro ci consentono di avere fiducia in una ripartenza che però sarà molto difficile.
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Nicola Pau Socio fondatore Promogest; Consigliere d’amministrazione.
Il 9 marzo 2020, lo ricordo bene, era uno strano lunedì, pieno dubbi, in certezze e paure. In serata, il nostro Presidente Prof. Paolo Pettinau, con forte senso di responsabilità, decise la chiusura del nostro CentroNuoto Quartu; il giorno successivo il gover no ci avrebbe comunque costretto a farlo. Tanti i progetti in corso con il nuovo gestionale e il controllo ac cessi, le imminenti gare nazionali di nuoto e nuoto sincronizzato, i cam pionati di pallanuoto maschile e femminile appena iniziati. Tutto si è fermato. Ma già l’indomani, tutta la Promo gest si rimboccava le maniche. Importante la spinta del nostro Presidente che, in un momento così difficile, ci ha dato la carica per “approfittare” della situazione ed eseguire tutta una serie di lavori necessari a sistemare e migliorare l’impianto, dalle vasche di compen so, all’unità trattamento aria, ai lucernari più efficienti. Dopo quasi tre mesi di chiusura, la ripartenza risultava ancora lontana ma soprattutto incerta. È difficile far capire che una piscina, anche se chiusa, è viva. Ha dei costi di gestio ne che non sempre vengono visti e compresi dalle istituzioni: per loro tutti gli impianti sportivi sono ugua li, ma non è così. I costi medi di una piscina sono ben diversi da quelli di una palestra. Inoltre, senza linee guida ufficiali, è impossibile fare un ragionamento concreto di riaper tura, garantendo nuovi e necessari standard di sicurezza per utenti e lavoratori. Gli aiuti necessari per le pi scine sono obbligatoriamente legati all’elevato costo di gestione anche ad impianto chiuso. Un contributo a fondo perduto, legato alle spese ef fettivamente sostenute durante tutto il periodo di chiusura, un rimborso sui costi dell’acqua sostenuti, insie me all’ eliminazione degli oneri di sistema nel costo dell’energia elettri ca, sarebbero aiuti concreti per una ripartenza del mondo acquatico con nuovo slancio e una rinnovata consapevolezza.
Nicola Pau Socio fondatore
Viviana e Guglielmo Venticinque, contitolari del Club
Il Centro sportivo SUN CLUB è la nostra seconda casa e vederlo chiuso, vuoto, inanimato è stato un vero shock. Abbiamo lavorato fino al 09 Marzo sperando fino all’ultimo che la situazione cambiasse. Abbiamo dap prima sospeso i contratti di collaborazione degli istruttori, mantenendo in essere solo quelli dei manutentori per effettuare quelle procedure di manutenzione necessarie alla messa in sicurezza degli impianti. In parti colare abbiamo svuotato le vasche e sanificato i filtri. Il danno subito per il fermo attività è ad oggi quantificabi le in 100.000 Euro, senza considerare il mancato profitto durante la chiu sura. Stiamo studiando una strategia di riapertura estiva per testare il terre no e per capire come fronteggiare la ben più complessa attività invernale. Il costo di riapertura estiva ammon terà a circa 20.000 Euro con costi fissi di altri 20.000 Euro/mese. A nostro parere gli aiuti necessari per il nostro settore possono essere semplificati in tre macro-aree: 1) recupero abbo namenti in essere, con l’emissione di voucher monetari da utilizzare a partire da Settembre 2021; 2) l’eroga zione di contributi a fondo perduto per il pagamento delle spese di chiu sura, di riapertura e a copertura degli incassi (prevediamo un calo del 45%) nell’anno sportivo 2020/2021; 3) Una campagna pubblicitaria efficace
promossa dal Ministero della Salute circa i benefici dell’attività fisica e l’erogazione di voucher/bonus da spendere per l’esercizio fisico. Da proprietari dell’impianto sportivo SUN CLUB, esistono altre problema tiche relative al mancato incasso dei canoni di affitto delle associazioni sportive che gestiscono le attività “ex tra piscina” (tennis, calcetto, bar, padel etc.) che hanno sostanzialmente sospeso il pagamento mensile (circa 10.000 Euro/mese). Al mancato incas so degli affitti, si aggiunge la beffa di dover versare l’IVA nonché le tasse sull’imponibile del canone. Ritenia mo necessario, in veste di gestori / proprietari, un aiuto economico da parte dello Stato.
Viviana Venticinque
Guglielmo Venticinque
Mario Cacciapaglia - Direttore Generale
Difficile calcolare il danno economico, ma possiamo tranquillamente parlare di diverse centinaia di migliaia di euro
Mario Cacciapaglia direttore generale
Per noi ovviamente è stato un duro colpo inaspettato. Il MUV di Lecce, alla sua ottava stagione, stava con tinuando a crescere sia in termini di fatturato sia nella qualità del ser vizio. Si stava lavorando molto nello sviluppo delle attività organizzate sia nei corsi di gruppo sia nell’allena mento personalizzato. Questo significa fare tanta formazio ne e selezione a tutti i livelli, dai responsabili di settore agli istruttori al cliente finale che deve crescere per capire e apprezzare meglio il servizio. È difficile calcolare il danno econo mico della chiusura e della pandemia fino a quando non sapremo la data della ripartenza, ma possiamo tranquillamente parlare di diverse centinaia di migliaia di euro. La ripartenza dipenderà molto dalle regole, stiamo ragionando su 3 sce nari differenti: 1. aperto con molte restrizioni senza bambini, 2. aperto con poche restrizioni senza bambini, 3. aperto con poche restrizioni e con attività anche per bambini. A seconda di ciò che le regole ci permetteranno di fare, decideremo
come riformulare l’organizzazione delle attività e di conseguenza il prezzo. Per questa fase, sicuramente l’aiuto più importante è avere regole certe e stabili nel lungo periodo, per per metterci di ristrutturare e riorganizzare il servizio in modo che diventi sostenibile. Ovvio, sarà fondamentale avere an che aiuti economici per finanziare la ripartenza. L’opportunità, se le rego le saranno chiare, sarà quella di selezionare gli operatori più virtuosi.
SSD GABBIANO di Campodarsego
Nilla Paggin presidente e Aurora Calzavara direttore sportivo
Paura, disinformazione e tanta confusione, sono alcune delle mo tivazioni che hanno portato ad una situazione veramente difficile e per nulla positiva per il nostro impian to sportivo che vanta ben 43 anni di attività costantemente in vetta e con obbiettivi sempre rivoluzionari e all’avanguardia. Già dalle ultime set timane di febbraio 2020 l’affluenza nell’impianto si era ridotta del 50%, con una grossa perdita di incassi do vuti ai rinnovi mensili (solo l’8% degli utenti ha rinnovato), poi nulla più. Ecco che ora per ripartire dobbiamo rimboccarci le maniche e cambia re strategia: riorganizzare i turni del personale dipendente di reception, pulizie, amministrazione, aumenta re i controlli accessi con incremento collaboratori come guida al buon utilizzo degli ambienti, secondo nor mative CERTE che ad oggi ancora aspettiamo…Senza linee guida SICU RE e una data di ripartenza per TUTTI I NOSTRI UTENTI è difficile programmare accuratamente tutto! Vogliamo ripartire con i nostri corsi, senza trascurare nessuno, l’impegno è importante, ma noi ce la faremo. C’è bisogno di liquidità a fondo per duto, abbiamo stimato una cifra pari a 500.000 Euro per riuscire a pagare: bollette ( luce, acqua, gas),compen si arretrati e paghe dipendenti del mese antecedente la chiusura, for nitori, leasing…Serve inoltre liquidità per ripartire e sanificare l’impianto,
mettere in protezione i lavoratori e gli utenti con plexiglass, mascherine, disinfettante, distanziatori, guanti, tappeti adesivi, lampada UV, misura tore di temperatura ecc. Nel Centro Sportivo Gabbiano lavo rano ben 22 dipendenti e 65 collaboratori; una famiglia numerosa che condivide ogni giorno la passione e l’amore per questo splendido lavoro: creare benessere psico-fisico attra verso la professionalità, la condivisione, l’empatia, la disponibilità, la pulizia, l’unione. Da tre mesi 87 famiglie vivono nell’incertezza e noi ci sentia mo disarmate e impotenti di fronte a tale situazione.
C’è bisogno di liquidità a fondo perduto
Nilla Paggin e Aurora Calzavara
VALSUGANA Borgo Valsugana TN
Daniele Armelao e Anna Fontana, rispettivamente amministratore / responsabile gestionale e responsabile tecnico delle attività in piscina www.waterway.it
Sembrava impossibile ma abbiamo capito che la vita dalla mattina alla sera può improvvisamente cambia re. Abbiamo dovuto chiedere subito 50 mila euro in banca per pagare gli stipendi e compensi sportivi ed ab biamo un danno mensile di mancati incassi di 180.000 euro. Abbiamo molti mutui in carico. Novanta per sone a casa e da marzo una ventina di loro stanno aspettando la cassa integrazione, altri il bonus compensi sportivi. Molte richieste di rimborso di quote, alcune rimborsate fino a capienza, altre tradotte in voucher. Abbiamo rivisto il nostro progetto imprenditoriale e speriamo si possa adattare al futuro. Dopo anni ave vamo qualificato due ragazzi per i campionati italiani di categoria, e purtroppo tutto è saltato. Molti cor si scuole per tremila bambini sono saltati e così con tutti i corsi di nuo to e fitness. Gli investimenti futuri, per qualche centinaio di migliaia di euro, sono stati posticipati di tre anni. Per la fase di ripartenza ho ap pena ultimato il piano economico finanziario per i prossimi quattro anni, prevedendo un calo del 60% per il 2020, un calo del 40% per il 2021, ed un ritorno alla normalità nel 2022. Stimiamo una ripartenza nelle pisci ne estive al 1 di giugno con tutte le nostre attività di nuoto libero, fitness e forse di campus sportivi, il tutto se il governo lo permetterà. Abbiamo fatto degli incontri video con i nostri collaboratori e dipendenti e abbia mo percepito una paura del futuro
Piscina comunale Valle Borgo Valsugana
e di quello che ci aspetta. Sono comunque disponibili ad aprire con i vari protocolli di sicurezza. Punteremo sull’attenzione del CLIENTE in maniera spasmodica, sull’ACCOGLIENZA, e sulla PRO FESSIONALITA’. I corsi di gruppo, anche se più ristretto, saranno il nostro punto di forza: sia corsi di nuoto che di fitness di tutti i tipi. I nostri centri: PISCINE DI PERGINE VALSUGANA, PISCINE DI LEVICO TERME, PISCI NE DI RONCEGNO TERME, PISCINE DI BORGO VALSUGANA, PISCINE DI CASTEL IVANO, www.waterway. it, saranno un luogo di socialità, di accoglienza, di riabilitazione, e un
Piscina comunale Valle Borgo Valsugana
Abbiamo fatto molte domande di prestiti, ma abbiamo capito che alla fine sono le banche che non credono negli strumenti che lo Stato ha dato
luogo per lo sport di base ed anche agonistico. Investiremo in social marketing, con dei professionisti, nella formazione e in tutto quello che farà migliorare il nostro ambiente di lavoro dal lato delle pulizie e della Rev. 01-2020 sicurezza. Ovvieremo al problema delle code alla reception: il Cliente farà prenotazione e paga menti con gli strumenti digitali. La nostra punta di diamante sarà un settore amatoriale molto allargato dal nuoto al sincronizzato al triathlon, al salvamento e un settore agonisti co con la possibilità di allenarsi con i doppi, se serviranno anche la dome nica. Tutto avverrà in una logica di sostenibilità. Il sostegno su cui con tiamo: abbiamo fatto molte doman
Vasca esterna RN Valsugana
de di prestiti, ma abbiamo capito che alla fine sono le banche che non cre dono negli strumenti che lo Stato ha dato. Proveremo comunque ad inol trare tutte le domande imparando a redigere i documenti richiesti come BUSINESS PLAN, PIANO DI CASSA a sei mesi, etc.. Per questo pensiamo che dobbiamo formarci maggior mente come Amministratori per porci in modo più professionale con gli istituti di credito o farci aiutare da qualche consulente, spendendo delle risorse ma sapendo che sa ranno finalizzate ad ottenere cifre importanti. Ed in questo dovrebbero assisterci le Associazioni di categorie che dovrebbero aiutarci a trovare gli strumenti piu’ adatti al nostro mon do. Siamo convinti che usciremo da questa situazione solo con le nostre forze.