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COVID-19 la ripartenza degli impianti sportivi - Gianfranco Mazzia

COVID-19 LA RIPARTENZA DEGLI IMPIANTI SPORTIVI

Nei caotici giorni di reclusione ho avuto il piacere di scambiare qualche idea sul futuro dello Sport Dilettanti stico con molti gestori e proprietari di centri sportivi italiani. Sono emersi inevitabilmente tutti i dubbi, le per plessità, le preoccupazioni che hanno tormentato il settore a causa della chiusura degli impianti, ma è emer sa anche una nota molto positiva: la grande voglia di rimboccarsi le ma niche per essere pronti a rilanciarsi con impegno lungo la strada fin qui percorsa, alternando sacrifici e gran di soddisfazioni. Il cammino, nonostante i buoni propositi del Governo, è però ancora lungo e irto di ostacoli; purtroppo, ancora non si vede la fine di questo incubo.

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Il Governo con il DPCM numero 18 /2020 “Cura Italia” ha recepito molte istanze del settore grazie all’impegno determinante di una delle associa zioni di categoria di riferimento, Anif, guidata dal suo instancabile presi dente Giampaolo Duregon. E cioè: recupero credito di imposta pari al 60% dei canoni d’affitto, indennità per i collaboratori sportivi di 600 Euro, cassa integrazione in deroga anche per le società con meno di 5 addetti, sospensioni mutui, accesso al fondo di garanzia per le micro e piccole e medie imprese, sospensione adem pimenti fiscali e previdenziali.

Nel successivo DPCM, emanato il 17 maggio, altri emendamenti presen tati da Anif per il sostegno alla liquidità delle società sono stati recepiti. Il settore potrebbe quindi tornare a respirare e guardare il futuro con sia pur cauto ottimismo. Ma al di là dei sostegni quanto mai necessa ri, la cosa più urgente erano le date della riapertura dei cancelli degli impianti. Per quanto tempo infatti il settore, pur puntellato, potrà ancora reggere? L’incertezza e peggio an cora le notizie contraddittorie che quotidianamente rimbalzano tra la Protezione Civile, le Regioni e il Go verno non lasciano purtroppo ben sperare.

Le parole chiare che continuano a circolare in questi ambienti e rilan ciate con ossessione attraverso tutti i mezzi di informazione, si riduceavno a una sola affermazione: “non biso gna uscire di casa”! La situazione è grave e nessuno lo nega. La sequen za dei numeri tragici che tutte le sere Borrelli rendeva nota purtroppo lo conferma, pur se con un attenuarsi progressivo. Non poteva essere tut tavia lo stare a casa la sola ed unica soluzione del problema. Il prolunga mento sine die di questa misura draconiana ha rischiato infatti di essere più dannosa degli effetti del Covid-19. In altre parole, non è detto che i rischi della pandemia non si possano con tenere con gli impianti aperti. Basterebbe osservare i protocolli che i non pochi esperti della Protezione Civile, del Ministero della Salute, dei CTS hanno dettato. I 100.000 impianti italiani, comprese le oltre 3.100 pi scine scoperte che potrebbero questa estate rappresentare una vera valvola di sfogo per una popolazione uscita dall’incubo del coronavirus,

Se i tempi si allungano troppo, invece delle morti dei nostri concittadini, saremo presto costretti a contare quelle dei centri sportivi

Le piscine sono state solo piene d’acqua e per molto tempo non saranno piene di gente - ph Horizon School

Centri sportivi aprono con grossi limiti ed incognite sulla sostenibilità - ph Adidas

Non è detto che i rischi della pandemia non si possano contenere con gli impianti aperti

operano già nel pieno rispetto delle normative igieniche vigenti e sono comunque anche pronti ad adottare tutte quelle altre misure necessarie a garantire la non diffusione del co ronavirus: distanza di sicurezza dei frequentatori, sanificazione degli im pianti ecc. Tutte operazioni che un centro spor tivo può garantire nella prima fase, quella della riapertura.

Se i tempi si allungano troppo, in vece delle morti dei nostri concittadini, che ringraziando Dio tendono a diminuire sensibilmente, saremo presto costretti a contare quelle dei centri sportivi.

Sarebbe la fine cioè di un settore che conta 100.000 associazioni e società sportive affiliate al CONI, che dà la voro ad un milione di persone, che consente a ben 20 milioni di citta dini, appartenenti a tutte le classi di età, di praticare un sano esercizio fisico, finalizzato alla salute Innan zitutto, alla promozione sportiva giovanile, all’agonismo, compreso lo sport di vertice destinato ad arricchi re il medagliere delle Olimpiadi e dei Campionati Europei e Mondiali.

Per quanto tempo infatti il settore, pur puntellato, potrà ancora reggere?

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