11 minute read
Il fuoriclasse del giornalismo - Marco Tornatore
MANAGEMENT
IL FUORICLASSE DEL GIORNALISMO
Advertisement
Da Stefano Arcobelli, l’ineguagliabile narratore nazionale del nuoto, i pareri e le considerazioni su come si racconta il mondo dove gli sport natatori costruiscono pagine epiche e trionfi, ma anche i servizi e l’educazione sportiva di un popolo
Vera icona del giornalismo sportivo, Stefano Arcobelli ha accompagnato i crescenti successi del nuoto italiano nel mondo, diviso fra carta stampata, web (gazzetta.it) e blog (questionedistile.gazzetta.it) tutto rigorosamente sotto il marchio Gazzetta dello Sport. Un binomio vincente, reso tale dalla qualità professionale di Arcobelli, la cui competenza trasversale, internazio nale e costantemente aggiornata gli sono valsi molti riconoscimenti ed un’alta, meritata considerazione nel mondo dello sport. Impianti e società di gestione incluse, che a lui devono molto per lo spazio mediatico da sempre riservato al comparto a tutto tondo. In questa sede non viene meno al suo ruolo, con qualche cenno biografico di chi da decenni ci racconta il nuoto, i suoi personaggi e il mondo delle piscine su scala nazionale e mondiale.
Da esperto degli sport natatori, come ritiene escano dal lungo lock down le discipline acquatiche nazionali e il mondo ad esse collegato?
“Lo vedremo a settembre, certo il comparto gestionale ha subito un danno enorme, idem le società sportive: per riprendersi e recupera re servirebbe un ritorno in massa alle piscine. Finora solo la stagione estiva può dare qualche indicazione di ri presa, l’inizio dei corsi ci dirà quantitativamente la percentuale di riduzione che ci auguriamo la minore possibile. L’unico dato positivo è che questa pandemia può essere servita a razionalizzare le realtà laddove sia necessaria”.
Il suo osservatorio è molto ampio ed internazionale: le differenze che ha colto fra diversi paesi e che idea si è fatto degli scenari agonistici futuri, a cominciare dagli appuntamenti di agosto, guardando a Tokyo 2021?
“In Germania si teme che una gene razione di atleti abbandoni le piscine, qualche perdita ci sarà ovunque, Italia compresa, negli Usa la mobili tazione è forte nelle varie realtà “regionali”. In chiave olimpica e della stagione a cavallo tra 2020 e 2021, la ripresa agonistica con tutte le novità protocollari è di fatto slittata all’avvici namento olimpico che da dicembre in poi vedrà un calendario molto compresso: si tratterà di riprendere le qualificazioni olimpiche e di far svol gere, come gli Europei, gare di avvi
Stefano Arcobelli nella redazione della Gazzetta - ph Bozzani
Stefano Arcobelli insignito di diversi riconoscimenti, qui a Budapest - ph Bozzani
cinamento propedeutiche ai Giochi. C’è chi dice che fino a quando non sarà scoperto il vaccino anti covid, tutto rimarrà incerto, Tokyo compre so. Il mondo sportivo potrà rinascere ai Giochi solo se non ci saranno limi tazioni ulteriori: l’Olimpiade è la vera festa dello sport e speriamo sia come quelle del passato.
Ha avuto la sensibilità di dare spazio alle vicende degli impianti sportivi, dei tecnici italiani e delle società di gestione, senza le quali lo sport non può esprimersi: perché questa sua disponibilità che ha dato un grande aiuto di sostanza al comparto?
“Ho sempre considerato il mondo del nuoto un unicum: non ci sono campioni e medaglie se non si pos sono preparare adeguatamente in impianti attrezzati. Ritengo che tutte le componenti del nuoto, a partire dalle federazioni, svolgono un ruolo fondamentale per non far disperdere i talenti. Se potessi, “obbligherei” tut ti gli impianti ad avere una squadra agonistica, talvolta i gestori ne fanno una questione prettamente econo mica, legittima, ma credo che come numeri l’Italia sia un grande Paese che avrebbe bisogno di più impian ti da 50 metri. Non mi prendo molti meriti se non quello di aver contribui to, come rappresentante dei media, a sostenere le giuste battaglie. L’unico ruolo dei media è comunicare cor rettamente e compiutamente tutte le problematiche di un sistema. In questo credo che la mia esperienza trentennale possa servire come riferi mento. Vorrei cogliere l’occasione per dirlo: aprire le piscine alla comunica zione sarebbe qualcosa di importante perché il nuoto non è figlio di un dio minore”.
Fare giornalismo durante e dopo il lockdown e senza notizie veramen te sportive per l’inattività degli atleti: cosa cambia nel lavoro suo e del quotidiano più letto d’ Italia? “È stato difficile ma non impossibi le, sul quotidiano e sul web abbiamo avuto la possibilità di far raccontare ad alcuni campioni famosi il momen to davvero complicato. L’attività quo
La Pellegrini intervistata da Arcobelli - ph Bozzani
Il Campione del giornalismo fra i due assi del nuoto Detti e Paltrinieri - ph Bozzani
tidiana sul blog ha tenuto e gli spunti non sono mancati: a cominciare dal le retrospettive che spero siano servite a raccontare da dove veniamo”
Anche con il suo blog “questionedi stile” si distingue per la sua capacità di raccontare quotidianamente campioni e momenti diversi delle discipline acquatiche, spaziando su news che attengono a novità im piantistiche e a fatti di cronaca collegabili: possiamo parlare di un Arcobelli style o è il modus operandi del giornalista sportivo del 2020?
“L’unico stile che mi sono imposto sin dall’inizio di questa cavalcata che a ottobre festeggerà i 10 anni e gli oltre 10.000 post, è rifuggire da un linguaggio sguaiato. Anche nella vis polemica abbiamo sempre rispettato
tutti. Il nome del blog è una garan zia. Siamo rimasti coerenti sempre senza farci prendere la mano. Anche quando arrivavano commenti piccati - era l’epoca in cui non bisognava re gistrarsi ma si tendeva ad esagerare e degenerare per cui abbiamo dovuto prontamente fermare l’andazzo ob bligando tutti alla registrazione se si vuole commentare i post - il mio in vito è sempre stato quello di rispettare le opinioni di tutti in una logica di confronto pur nella diversità delle opinioni. In questo il movimento ha bisogno di crescere ancora e di con siderare il confronto un’opportunità di sana discussione per migliorare tutti. Si cresce solo così”.
Da professionista documentato e sempre attivissimo, quali reputa sia no i rischi maggiori per lo sport nazionale che, nelle vasche, potrebbe subire l’effetto domino di chiusure e taglio dei costi?
“Meno nuoto significa essere tutti più poveri: spero che i gestori, conti alla mano, possano riprendere da dove ci siamo fermati e attuare quegli ag giustamenti necessari. Bisognerebbe abbassare le tariffe e incentivare il settore con adeguate campagne di comunicazione e poi pensare di tor nare ai grandi incassi. In questo servono incentivi statali e fiscali. Spero che tornino le file per iscriversi al nuo to. Significa che ci saremmo tutti ripresi”.
L’unico stile che mi sono imposto è rifuggire da un linguaggio sguaiato. Anche nella vis polemica abbiamo sempre rispettato tutti
All’inizio della sua carriera avrebbe mai pensato che avrebbe scritto di nuoto e che sarebbe diventato la penna di riferimento per le piscine nazionali?
“Sinceramente no. Sono arrivato al nuoto attraverso altri sport, mi sono impegnato a calarmi nella realtà e l’u nica fortuna è stata che il mio arrivo è coinciso con il boom azzurro. E’ sta to più facile ed impegnativo allo stesso tempo: ma ho sempre voluto avere una visione internazionale. Anche noi agli eventi internazionali in fondo gareggiamo contro la concorrenza e siamo doppiamente azzurri”.
Più difficile riportare una notizia che sia letta online o su carta e quali temi oggi prevalgono per interessa re il lettore medio, non necessariamente ferrato su nuoto e piscina?
“Sta cambiando il modo di veicolare notizie e informazioni: cambia il mez zo, ovvero attraverso i cellulari tutto corre velocissimo, e spesso le notizie arrivano dai social perché rispetto al passato gli stessi atleti e allenatori amano rendere pubbliche anche vicende private. Io dico che forse la varietà è persino troppa e bisogne rebbe lasciare ai professionisti del settore la possibilità di lanciare le notizie per evitare fake news, distor sioni e faziosità. Vedo in giro atleti che si trasformano in giornalisti, allenatori che animano le chat ma poi la resa non è spesso efficace: questa è l’uni ca critica che farei a quelli che pensano di potersi sostituire alla stampa di professione. Poi certo, raccontare le storie via social può essere divertente e appassionante: ma il filtro profes sionale secondo me serve sempre. La ricchezza di interventi non ha fatto aumentare sui media l’interesse sul
Arcobelli e il mostro sacro dei tuffi, Giorgio Cagnotto - ph Bozzani
nuoto, ma sono personaggi ormai famosi e amati come una Pellegrini o un Rosolino a dare la giusta visibi lità a quanto c’è dietro, anzi dentro le piscine. Aprire le piscine ai media è un mio vecchio pallino: le do un solo dato. Si spendono migliaia di euro per organizzare un meeting di fine settimana e quasi sempre, non si vede una riga sui giornali. Bisogna chiedersi cosa non funziona. Magari le società dovrebbero dotarsi di un addetto stampa. Spendere per co municare non è buttare via il denaro. E poi, a che servono gli sponsor? Gli sponsor non cercano visibilità?”.
Il campione ideale per un giornalista di uno sport minore che deve con quistarsi spazi nel quotidiano dominato da calcio e sport-show.
“Sarebbe troppo facile dire la Pellegri ni: io direi ogni nuotatore che si rende disponibile con i media per me è un campione ideale. Io ho grande
Arcobelli intervista l’olimpionico francese Agnel - ph Bozzani
rispetto per chi si sacrifica a praticare questo sport, è giusto che gli venga riconosciuta la visibilità che merita. In questo, la nazionale, con gli ottimi ri sultati, ha imposto all’attenzione molti campioni, tutti diversi. Il nuoto in tal senso è ben messo da Sydney 2000”.
Un suo parere per elevare la cultu ra sportiva nazionale, alimentata dall’informazione con ricadute posi tive per una crescente diffusione di una vita motoriamente attiva: dove dobbiamo migliorare?
“Nelle piscine bisogna avere non solo bravi addetti stampa, ma anche edu catori, psicologi, fisioterapisti e allenatori professionisti. Anche i genitori che portano i figli in piscina e sono i primi tifosi, dovrebbero elevare il li vello culturale del nostro sport. Non bisogna prendere dal calcio le dege nerazioni, ma dal calcio dobbiamo imparare l’organizzazione a cascata. Il lavoro da fare è tanto ma ritengo che i risultati aiuteranno a migliorare la situazione. Dobbiamo crescere una
Arcobelli al lavoro durante un evento - Mondiali in Corea - ph Bozzani
Il gossip piace più delle serie di allenamento
generazione di atleti che non guardi solo ai social ma sia più profonda. Casa, scuola, piscina: tutti devono adoperarsi per elevare la cifra cultu rale del nostro sport. Sono felice ogni volta che posso pubblicare la notizia di un nuotatore laureato. E sono triste ogni volta che un nuotatore smette, ma almeno ho una speranza: chi si ri tira spesso vuole rimanere in questo mondo acquatico, segno che è solida la base di partenza. Io farei più clinic con tutte le componenti per creare momenti di discussione. E durante i campionati arricchirei le proposte: non c’è solo la gara, c’è tutto un mon do che pullula di storie e di vita che resta sommerso. Facciamolo emer gere”.
Facendo astrazione da cosa oggi su scita maggior interesse nel lettore, quali notizie ed approfondimenti le danno più soddisfazione?
“Quando un nuotatore diventa inte ressante per il modo in cui si pone e dice. Ci sono ragazzi che conoscono anche 5 lingue, mostrano interessi diversi e non smettono di essere am biziosi: la chiave è questa. Poi le dico che il gossip piace più delle serie di allenamento, io direi che servono en trambe le informazioni ma purtroppo si parla di ciò che fa più notizia. È la severa legge del mercato”.
Che sport ha praticato o l’hanno ap passionata da ragazzo e, se ci sono tempo e spazio nel suo quotidiano, continua a praticare o segue?
“Ho giocato a baseball, calcio, palla volo: tutti sport di squadra, ma ho scoperto il fascino degli sport indivi duali anche se pure il nuoto, in fondo, è uno sport di squadra. Le staffette non sublimano la potenza di una nazione?”.
Stefano Arcobelli con Sandro Campagna CT della pallanuoto azzurra - ph Bozzani
Stefano Arcobelli fra la mamma di Federica Pellegrini e Giorgio Lamberti mentre interviene all’ultimo Acquanetwork Summit